Oggi ricorre il compleanno di Pino Rauti


https://www.youtube.com/watch?v=QSFCAr19b2A

Oggi ricorre il compleanno di papà, nato a Cardinale il 19 novembre 1926 e dalla sua terra mi mandano questo video che volentieri condivido. È la sua visita del 29 aprile 2001.
Grazie

Isabella Rauti




Convegno "Pino Rauti e la Destra della tradizione", Sesto San Giovanni, presso Spazio Identitario “Camelot”, Via Cesare Battisti 36


Segui l’intervento di Isabella Rauti
https://www.youtube.com/watch?v=QQ9V2SvnfvQ

Guarda la galleria fotografica:

ConvegnoPinoRauti-13

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barbadillo.it - "Governare il Futuro – La nuova sfida dell’Italia": l'undicesima edizione della Giornata Tricolore


Giornata-del-Tricolore-Custonaci

«La Giornata Tricolore 2023», a Custonaci, nel Trapanese, sabato 30 settembre (ore 10) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, affronterà il fenomeno della globalizzazione, che ha già cambiato, e che continuerà a farlo, la nostra società, il nostro modo di vivere e la nostra cultura. È, infatti, un processo sociale veloce, silenzioso e non appare, ad oggi, possibile contenerlo. Tuttavia, dinanzi a certe derive, è invece auspicabile «governare il futuro» soprattutto in questa sua attuale fase di trasformazione e guidare, da parte delle classi dirigenti, il cambiamento, garantendo un sano esercizio alla partecipazione. Immaginare il domani, e gettarne le fondamenta, significa infatti identificare ed implementare i principi che governeranno la nostra società negli anni a venire, con l’auspicio che possano essere, sotto il profilo sociale, culturale ed economico, alla portata di una sempre più larga parte della popolazione. Nel corso della manifestazione si ragionerà, pertanto, sulle «nuove sfide» che attendono l’Italia.

Anche per quest’anno, insieme al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento, patrocinato dalla fondazione «Alleanza Nazionale», hanno voluto rispettivamente esserci le fondazioni «Tatarella», «Almirante», «Tricoli», «Stato e Partecipazione», i centri studi «Nazione Futura», «Pino Rauti» e l’ISSPE («Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici»). Saranno presenti, dunque, i rappresentanti degli istituti culturali appena citati e con loro numerosi esponenti del panorama politico italiano.

Mentre il «Premio per la Cultura della Legalità 2023» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), è stato assegnato a Liliana Riccobene (moglie dell’agente di Polizia penitenziaria Giuseppe Montalto vittima per mano mafiosa), per aver voluto testimoniare, in tutti questi anni, l’affermazione della «cultura della legalità». A moderare l’incontro sarà, infine, il giornalista Fernando Massimo Adonia («LiveSicilia»).

[Fonte: www.barbadillo.it]




secoloditalia.it - Giornata Tricolore: a Custonaci politici e intellettuali a confronto sulle nuove sfide dell'Italia


custonaci

Si terrà a Custonaci (Trapani) sabato 30 settembre (ore 10) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore», che in questa undicesima edizione ha per tema «Governare il Futuro – La nuova sfida dell’Italia».

«La «Giornata Tricolore 2023» affronterà il fenomeno della globalizzazione, che ha già cambiato, e che continuerà a farlo, la nostra società, il nostro modo di vivere e la nostra cultura. È, infatti, un processo sociale veloce, silenzioso e non appare, ad oggi, possibile contenerlo. Tuttavia, dinanzi a certe derive, è invece auspicabile «governare il futuro» soprattutto in questa sua attuale fase di trasformazione e guidare, da parte delle classi dirigenti, il cambiamento, garantendo un sano esercizio alla partecipazione.
Immaginare il domani, e gettarne le fondamenta, significa infatti identificare ed implementare i principi che governeranno la nostra società negli anni a venire, con l’auspicio che possano essere, sotto il profilo sociale, culturale ed economico, alla portata di una sempre più larga parte della popolazione.

Nel corso della manifestazione si ragionerà, pertanto, sulle «nuove sfide» che attendono l’Italia. Anche per quest’anno, insieme al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento, patrocinato dalla fondazione «Alleanza Nazionale», hanno voluto rispettivamente esserci le fondazioni «Tatarella», «Almirante», «Tricoli», «Stato e Partecipazione», i centri studi «Nazione Futura», «Pino Rauti» e l’ISSPE («Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici»).

Saranno presenti, dunque, i rappresentanti degli istituti culturali appena citati e con loro numerosi esponenti del panorama politico italiano. Mentre il «Premio per la Cultura della Legalità 2023» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), è stato assegnato a Liliana Riccobene (moglie dell’agente di Polizia penitenziaria Giuseppe Montalto vittima per mano mafiosa), per aver voluto testimoniare, in tutti questi anni, l’affermazione della «cultura della legalità». A moderare l’incontro sarà, infine, il giornalista Fernando Massimo Adonia («LiveSicilia»).

[Fonte: www.secoloditalia.it]




Telex - Pino Rauti, la sua posizione al Congresso di Fiuggi del 27/01/1995 - Intervista


https://www.youtube.com/watch?v=3Hb2p6hrszo




30 settembre, ore 10:00 - "Giornata Tricolore 2023 - Governare il Futuro. La nuova sfida dell'Italia", organizzata dal Centro Studi Dino Grammatico, a Custonaci, Villa Zina Park Hotel


Giornata Tricolore 2023




IlGiornale.it - Rossi ma bruni. Gli opposti coincidono. I nemici comuni? Società aperta e mercato


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Tra le categorie politiche più suggestive e al tempo stesso difficilmente realizzabili quando dalla teoria si passa alla pratica c’è senza dubbio quella del rossobrunismo. Complesso dare una definizione precisa del concetto di rossobruni, di certo si tratta di una convergenza tra mondi all’apparenza distanti e antitetici come destra e sinistra che, teorizzato un superamento delle tradizionali categorie, si ritrovano su un terreno comune. La critica al capitalismo e alla globalizzazione rappresentano due elementi cardine dei rossobruni intesi come chi manifesta simpatie verso idee e personalità apparentemente distanti dalla propria radice ideologica. Tra le figure più note e considerate un riferimento dai rossobruni ci sono Eduard Limonov e Alain De Benoist che teorizza un superamento dei concetti di destra e sinistra con l’unione delle forze populiste contro le élite. Guillaume Faye ideò il Gruppo di Ricerca e Studio per la Civiltà Europea (G.R.E.C.E.) teorizzando un «gramscismo di destra» e la necessità di nuove categorie: «la nostra società non è più ispirata dal rinnovamento della sua ideologia. Questa ideologia è oggi al suo culmine e quindi all’inizio del tramonto, le idee morte sono diventate canoni morali, sistemi di abitudini, tabù ideologici, che non entusiasmano più». Proprio in Francia alle presidenziali del 2017 Marine Le Pen chiese ai sostenitori di Mélenchon di votarla per contrastare gli europeisti di Macron.
Se non tutti i tentativi di una visione comune tra destra e sinistra si possono ascrivere alla categoria di rossobrunismo che ha proprie specificità, va detto che la storia della destra italiana è costellata da «sfondamenti a sinistra», in particolare sui temi sociali ed economici.Il caso più celebre rimane senza dubbio quello di Pino Rauti che teorizzò lo sfondamento a sinistra del Msi venendo eletto segretario del partito nel 1990 a capo della corrente Andare oltre e cancellando la dicitura «destra nazionale» cara ad Almirante. Si tratta di una convergenza non solo sui temi economici ma anche in politica estera dove l’antiamericanismo ha rappresentato un collante duro a morire.
La crisi della sinistra con l’abbandono di alcune sue istanze tradizionali, non significa che la destra debba appiattirsi su posizioni che escludono sensibilità liberali e conservatrici. Un ragionamento che vale in modo speculare anche per la sinistra come testimonia il libro dell’ex leader del partito tedesco Die Linke Sahra Wagenknecht intitolato Contro la sinistra neoliberale in cui l’autrice se la prende contro una «sinistra alla moda» ispirata «ai dogmi del cosmopolitismo, del globalismo, dell’europeismo, del multiculturalismo, dell’ambientalismo, dell’identitarismo e del politicamente corretto». Non è un caso che, secondo un recente sondaggio, in Germania un ipotetico nuovo partito guidato dalla Wagenknecht potrebbe superare il 10% intercettando numerosi voti non solo da Die Linke ma anche dall’Afd, partito considerato di estrema destra ma con una forte vocazione sociale sui temi economici.
Si tratterebbe dell’ennesima conferma di una tendenza che ha avuto un’accelerazione dopo la grande crisi del 2008 e in particolare dal 2011 con un progressivo avvicinamento tra istanze tradizionalmente di sinistra e altre più vicine alle destra. La critica alla globalizzazione, il fallimento delle delocalizzazioni, la crisi dell’industria in Occidente con la perdita di milioni di posti di lavoro, hanno portato a vedere nello Stato la panacea di tutti i mali favorendo un modello sempre più interventista del pubblico. Se ciò può andar bene nei settori strategici come le forze armate, la difesa dei confini, la salvaguardia dei settori strategici, diventa problematico quando lo Stato interviene colpendo le libertà individuali (periodo del Covid docet), limitando il libero mercato (cosa diversa da regolamentare) o introducendo nuove tasse.
La stagione sovranista ha rappresentato un esempio perfetto di superamento delle tradizionali categorie, non a caso si è parlato anche di un sovranismo di sinistra e la convergenza con forze populiste (come testimonia l’esperienza del governo giallo-verde) è stata resa possibile anche grazie a un terreno comune in vari ambiti di azione.
In verità, già nel 1994, Anthony Giddens nel suo libro Oltre la destra e la sinistra sosteneva la necessità di una politica che superi le tradizionali categorie ma, secondo il sociologo inglese, occorreva prendere dal conservatorismo filosofico alcuni principi di base (protezione, conservazione, solidarietà) mettendoli al servizio di obiettivi appartenenti al patrimonio tradizionale della sinistra: la liberazione, l’emancipazione, l’uguaglianza. Il dialogo tra destra e sinistra non è per forza qualcosa di negativo, ben venga anzi un confronto tra conservatori e progressisti, il punto è tra quale destra e quale sinistra e soprattutto a quali risultati porta.
La convergenza tra alcune misure economiche del governo spagnolo di Sanchez e quello italiano di centrodestra (per esempio la tassazione degli extraprofitti) testimoniano come oggi siamo entrati in una nuova fase di interventismo dello Stato e limitazione del mercato che accomuna le forze di sinistra con quelle di destra. Si tratta di punti di incontro che potrebbero emergere anche sul salario minimo e su misure che, in nome della giustizia sociale, si allontanano da un approccio più liberale e conservatore, lo stesso dicasi per gli investimenti pubblici in settori non strategici che stanno tornando sempre di più in auge. Il rischio di politiche economiche troppo sbilanciate verso la destra sociale è quello di discostarsi non solo da una visione liberale ma anche conservatrice di cui oggi invece c’è quanto mai bisogno.




Il Giornale - Rossi ma bruni. Gli opposti coincidono. I nemici comuni? Società aperta e mercato


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Il Giornale – Rossi ma bruni. Gli opposti coincidono. I nemici comuni? Società aperta e mercato
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Il piccolo - Ciani, l'imprenditore dell'alimentare «Sulla strada del food grazie a Illy»


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Il Mattino di Puglia - I pulcini di Giorgia


LA GENERAZIONE FENIX DI FRATELLI DʼITALIA ALLA FESTA DI GIOVENTUʼ NAZIONALE

•Chi sono e cosa vogliono gli eredi di Atreju?
•Le nuove nomine nel partito, ma senza pensare al congresso: il dopo Meloni è un futuro lontano

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In molti hanno sperato fino all’ultimo nel videomessaggio della premier Giorgia Meloni. E invece, a chiudere la festa di Gioventù Nazionale, arriva “A mano a mano” di Rino Gaetano. Sparata a tutto volume dalle casse. I giovani di Fratelli d’Italia si abbracciano e la cantano a squarciagola, come se fosse un inno. A qualcuno scappa qualche lacrima.
“É la tensione di tre mesi di preparazione che si scioglie in un momento”, spiega un militante di vent’anni. Fenix, questo il nome della kermesse, si conclude con una foto di gruppo dei volontari sul palco. Al centro, il presidente Fabio Roscani. Che nel discorso finale sigla il motto del suo movimento: “la generazione Fenix sarà pronta a raccogliere il testimone della generazione Atreju”. É una sorta di manifesto generazionale quello che i ragazzi di FdI hanno voluto scrivere nei quattro giorni di festa al laghetto dell’Eur. Il futuro della destra si costruisce nei movimenti giovanili, questo il messaggio. Meloni e i suoi l’hanno già fatto anni fa, con Atreju. Che a settembre tornerà, ma che qui è vista come la festa dei “grandi” del partito.
Ci pensa il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, però, a legare con un filo rosso Fenix e Atreju. Lo fa con un annuncio esclusivo, “regalato” alle nuove leve: “in autunno organizzeremo una grande mostra per i 50 anni della scomparsa di Tolkien”.
La platea si alza in piedi, l’applausometro segna il record della kermesse. La letteratura fantasy, insomma, come frammento che non può andare perso nel passaggio della fiaccola e che rimanda ai famosi campi Hobbit della destra degli anni ‘70. La fiamma, del resto, è il leitmotiv della festa. Ignazio La Russa apre giovedì invitando i giovani a “tenere la fiamma nel cuore”, ché “il simbolo è una conseguenza”. Sangiuliano chiude citando Prezzolini e ricordando il “knavu, il custode del fuoco nelle tribù indoeuropee”. “Voi conservatori – dice ai ragazzi – siete chiamati a modernizzare la società salvaguardandone i valori e la tradizione”. I giovani di Fratelli d’Italia, nel 2014, avevano scelto la fenice come simbolo della resurrezione del movimento dalle ceneri di un Pdl dissolto. Oggi volano sulle ali dell’entusiasmo suscitato dalla vittoria della beniamina Meloni. Sulla passerella di Fenix sfilano diversi ministri. Da Antonio Tajani a Eugenia Roccella, da Anna Maria Bernini a Giuseppe Valditara. Ma i più acclamati e ricercati per i selfie di rito arrivano l’ultimo giorno: Francesco Lollobrigida e Guido Crosetto. I militanti di Gioventù Nazionale applaudono la generazione Atreju,
ma non mancano di riservare tributi a Giorgio Almirante e Pino Rauti. A cavallo tra passato e futuro, rivendicano un ambientalismo di destra e si scagliano contro Ultima Generazione. Se la prendono con la “violenza degli antifascisti” e ribadiscono la loro apertura al confronto, con la “forza delle idee”. Se gli si chiede di nominare qualche modello, rispondono Falcone e Borsellino: “veri eroi moderni”. Quando qualcuno fa notare i numeri non troppo alti di affluenza all’evento, gli organizzatori ricordano che siamo in giorni di esami universitari e di maturità. “Io mi laureo domani”, dice
un ragazzo col trolley già in mano. Ma c’è ancora il tempo di un ultimo coro. I più curiosi rimangono in attesa di una nota nostalgica, e invece parte lo stornello “ma che ce frega, ma che ce ‘mporta”. E via nei territori a raccontare quattro giorni trascorsi nel segno della fenice. Un’ultima stretta di avambraccio e si parte.

IL DOPO MELONI, DONZELLI: «NON È UNA PRIORITA’»
Fratelli d’Italia, intanto, si rinnova e guarda con fiducia alla prossima sfida, quella delle elezioni europee del 2024. E se l’organizzazione della creatura politica di Giorgia Meloni si arricchisce di nuove figure, l’ipotesi di un congresso nel 2024 – ventilata nelle ultime settimane – sembra allontanarsi sempre di più: “Non è un’esigenza, nessuno ha proposto un cambio di linea. Poi, se qualcuno pensa di essere più bravo di Giorgia, si faccia avanti”, dice, intervistato dall’Adnkronos, il responsabile dell’organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli.
Al laghetto dell’Eur oggi si è conclusa ‘Fenix’, la kermesse dei giovani meloniani.
E Donzelli non ha dubbi: “I ragazzi sono stati bravissimi, ‘Fenix’ è stata una manifestazione perfettamente riuscita, che ha costretto anche il mainstream a raccontare una gioventù diversa da quella che si vuole descrivere.
Abbiamo visto oltre mille ragazzi, volontari, discutere

Il Mattino di Puglia
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