Ma che lite “significa” per la scuola di S. Giuliano!

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Diamo la parola a Toni Mira; e riprendiamo integralmente quanto pubblica “Lega Ambiente” nel suo numero più recente; perché la dice lunga su come vanno le cose in Italia:

“Torniamo e parlare di terremoti. Perché al peggio non c’è mai fine. Che due ministeri litighino non è, ahimè, una notizia. Che lo facciano sulla pelle della gente è gravissimo. È il caso del duro botta e risposta tra il ministro per le Infrastrutture Lunardi e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Avete per caso letto qualcosa sui giornali? Nulla. Noi ve lo raccontiamo. Ma prima facciamo un passo indietro, al 31 ottobre 2002, al terremoto del Molise, al crollo della scuola di San Giuliano. Si scoprì che il piccolo centro non era considerato a rischio sismico. Gli esperti lo sapevano, ma non era mai stato scritto in una legge. Quei piccoli morti servirono per dare un’accelerazione. Protagonista la Protezione civile. Il 20 marzo 2003 venne emessa l’ordinanza 3274 frutto della collaborazione dei massimi esperti. Conteneva la nuova mappatura sismica e le nuove norme tecniche per costruire nelle zone a rischio. Era previsto un regime transitorio di 18 mesi nel corso del quale si sarebbe potuto continuare a costruire secondo le vecchie norme. Poi sarebbero scattate quelle nuove e più severe. Tutto bene? No. Il 5 novembre scorso, nascosta in una megaordinanza di Protezione civile (la 3379), ecco una proroga di sei mesi. Il motivo? Vi sarebbe la richiesta dél ministero delle Infrastrutture di predisporre un “testo unico” in materia, ancora non pronto. Ma non bastava quanto fatto, e bene, dalla Protezione civile? Cosa c’è dietro? Il 4 dicembre arriva l’incredibile spiegazione. Il ministro Lunardi spara a zero. «Dopo il terremoto del Molise sono state attribuite competenze alla Protezione civile che per legge non ha: è scandaloso! ». Invece lui ha costituito un’apposita commissione per predisporre il testo unico, e per questo ha chiesto la proroga. «Nel frattempo – conferma valgono le vecchie norme, non quelle della Protezione civile. Il testo che sarà pronto a giugno – assicura – sarà improntato al buon senso e all’equilibrio». Accuse che Bertolaso non digerisce. Così arriva la replica. Ricorda subito che «la realtà è che da molti anni poco o nulla era stato fatto per adeguare le norme tecniche, sino all’intervento della Protezione civile». Anzi, accusa, «Il ministero delle Infrastrutture si è sempre ripetutamente opposto, rivendicando competenze piene nella stessa materia, senza peraltro esercitarle mai». Invece, rivendica Bertolaso, «in 60 giorni abbiamo fatto quello che da molti anni non si faceva». E il risultato, cioè l’ordinanza 3274, è stato «pienamente condiviso dal ministro Lunardi che ha rilasciato l’intesa sul provvedimento». Piuttosto il decreto legge 136 del 28 maggio 2004, prevedeva che entro 30 giorni Lunardi predisponesse le sue norme tecniche. Invece «la Commissione istituita dal ministero delle Infrastrutture nulla ha prodotto». E perciò, aggiunge in netto contrasto col ministro, «è erroneo ritenere» che quanto previsto dall’ordinanza 3274 «non sia oggi in vigore». Dunque, conclude un Bertolaso molto arrabbiato, «in attesa del testo annunciato dal ministro Lunardi che sarà improntato al buon senso e all’equilibrio, è stato molto utile in questi anni visitare le zone del nostro paese che sono state colpite dai terremoti per comprendere che l’unica strada percorribile è quella di una seria ricerca della sicurezza nelle costruzioni». Come dire, mentre altri parlano noi operiamo. Ai lettori l’amaro giudizio sulla vicenda. Che si conclude con un piccolo “giallo”. Sul sito della Protezione civile (che dipende dalla Presidenza del Consiglio) il comunicato stampa di Bertolaso non c’è più. Chi ha deciso di censurarlo? Una censura sulla sicurezza. Non c’è che dire.”.

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