Torna affascinante il “rito del FAI”

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Sono molti, ormai, a definirlo come “l’evento” più interessante della primavera; ed effettivamente, dopo 12 anni che si “celebra” quella del Fondo Ambiente Italia (FAI) è una delle iniziative che incontra un successo crescente. E’ un “rito” quello curato con tanto impegno dalla presidente, Giulia Crespi, crescente velocemente, come ricorda su “L’Espresso”, Lia Quilici:

Nel 1993 furono aperti 50 monumenti in 30 città per 30 mila visitatori; nel 2003 i monumenti sono stati 357 in 180 città e i visitatori 370 mila. Ed è un rito che ha voluto anche darsi un manifesto dove si considera «l’esperienza personale di ciascun individuo con la natura e con le migliori opere dell’uomo il veicolo essenziale per l’educazione al gusto, all’armonia, al riconoscimento della bellezza». Forse è per questa attenzione misurata al bello che gli appuntamenti del Fai sfuggono in genere a quella corsa affannosa e un pò cieca a visitare tutto che contraddistingue il turismo culturale di massa.

C’è infatti tempo dilatato e gusto delle cose piane, in questo dodicesimo appuntamento di sabato 20 e domenica 21 marzo, che apre 380 siti in 196 città, partendo proprio dalla riproposta di una tradizionale pausa anglosassone. Da Alassio a Bordighera, Portofino, Genova si potranno visitare i luoghi (chiese anglicane, tennis club, biblioteche) dove la nutrita colonia inglese che abitò la regione tra le due guerre mondiali riprodusse le lente abitudini della madre patria, con l’ora del tè e la lettura del “Times”. E dove non c’è documentazione soccorre l’immaginazione. Partendo da Villa Saluzzo Mongiardini di Genova, dove alloggiò Byron, ci si potrà inoltrare in una suggestiva passeggiata che lo stesso Byron o Dickens «potrebbero aver fatto».

Ogni angolo d’Italia avrà, come sempre, il suo gioiello da riscoprire. Si va dagli itinerari “acquatici” di Milano a quelli archeologici etruschi e romani del Lazio, dall’apertura straordinaria dell’area industriale ex-Gaslini di Bari a quella del cinquecentesco Forte San Salvatore a Messina, fino a quella, inaspettata perché fuori dai confini nazionali, del Santuario della Madonna di Castagnevizza in Slovenia, dove sono sepolti i Borboni morti in esilio. Il comune di Tirano presso Sondrio rivivrà l’apertura dell’intero borgo e di 12 monumenti….”.

(P.R.)

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