Fame: a milioni a sud del Sahara

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Come ogni 3-4 anni, torna alla grande la fame – quella vera, quella terribile; che fa morire soprattutto vecchi e bambini – nelle zone a sud del Sahara: in Etiopia anzitutto ma anche in Sudan, Somalia, Kenya, Uganda del nord, Gibuti.

“Campi bruciati dal sole, piante rinsecchite, le mandrie decimate. Milioni di persone costrette a saltare i pasti, bambini che vengono spinti dai genitori in strada a elemosinare oppure a setacciare discariche alla ricerca di cibo. La fame è un gigantesco sudario che ricopre gran parte dell’Etiopia, in particolare quella orientale a ridosso della Somalia e del Golfo di Aden. Almeno sei milioni di persone a rischio carestia; altri dieci milioni che sono a un passo. Secondo il Programma alimentare mondiale servono urgentemente quasi 300 milioni di dollari per coprire interventi umanitari per i prossimi sei mesi.

Quattro anni di estrema siccità e la crisi alimentare globale del 2006-2007 hanno sprofondato l’Etiopia in un incubo che richiama alla mente la terribile carestia che nel 1984 provocò oltre un milione di morti.

In Etiopia, vivono 77 milioni di persone e il 46% (35 milioni) è sottonutrito. Nel 1992 la percentuale era, secondo dati dell’organizzazione britannica Oxfam, il 71% (37 milioni su una popolazione di 53 milioni). L’impressionante aumento della popolazione, le preesistenti condizioni di estrema povertà e il lungo cammino della siccità, avrebbero potuto essere affrontati in maniera diversa dal governo che invece non ha fatto nulla per promuovere una riforma agraria. In Etiopia la terra è di proprietà dello Stato e non può essere venduta. Generazione dopo generazione, è stata divisa e divisa ancora. Si è arrivati ad appezzamenti minuscoli, insoddisfacenti per il fabbisogno familiare. E’ ormai dall’inizio degli anni Novanta che le agenzie delle Nazioni Unite hanno l’Etiopia ai primi posti della loro agenda. L’emergenza ha sempre il sopravvento sulla crescita strutturale. Il Paese viene sfamato e nient’altro. Si passa di crisi in crisi senza una via di uscita.

E la fame, talvolta figlia di situazioni di conflitto, colpisce anche molti altri Paesi della Regione. In Somalia, Sudan, Kenya, nord Uganda, Djibouti si è già rassegnati a un forte incremento della malnutrizione nei prossimi mesi. Secondo l’Unicef rischiano la vita o danni permanenti legati alla malnutrizione cinque milioni di bambini.

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