Come “finiscono” i miti di sinistra

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Fenomeno in corso in quello che è rimasto della Sinistra nel mondo, da Cuba alla Corea del Nord. Due “esempi”, li abbiamo sotto gli occhi: il primo riguarda Gunter Grass, premio Nobel per la letteratura e che , dopo 62 anni, ha “confessato” di aver militato nelle SS. L’ex presidente della Polonia, Lech Walesa, gli ha chiesto di rinunciare alla cittadinanza onoraria di Danzica che, comunque, gli dovrebbe essere ritirata.

Nei commenti ci si chiede il perché di tanto ritardo nella “confessione”, che precede l’uscita dell’autobiografia dello scrittore. <<Non si tratta di una questione di colpa o di crimini – è il commento della Faz – Grass era quasi un bambino. Tuttavia chi conosce la retorica post-guerra, fatta di scuse e accuse, crede quasi di aver sentito male. l’autore che voleva sciogliere la lingua a tutti, che ha fatto del silenzio e della rimozione nella Germania occidentale un argomento di vita, ammette adesso il proprio silenzio>>.

Il secondo caso è rappresentato da Bertolt Brecht. Prima, “guru” di Sinistra e sua sventolata bandiera. Adesso, leggiamo su “La Nazione”, a firma di Roberto Giardino in un articolo da Berlino, avviene che “i tedeschi non lo leggono più”.

Quando Brecht morì “stroncato da un infarto a 58 anni” in ventimila della DDR gli resero omaggio; ed era anche “l’autore più letto e rappresentato del dopoguerra…”. Ma oggi: …” il 62 % dei tedeschi ammette di non aver mai aperto un suo libro né di aver assistito ad una sua rappresentazione. E i più lo hanno dimenticato dopo l’obbligatoria lettura a scuola…I turisti che invadono Berlino non hanno tempo per recarsi alla tomba do Bertolt e di Helene…”.

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