Dagli USA ancora un altro “catastrofista”

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Bisognerà prenotarselo subito in libreria ad ottobre, quando uscirà con le edizioni Einaudi, il libro di Jared Diamond, uno studioso che ha un lungo elenco di “titoli”, non solo accademici. Anche come antropologo è famoso; ed è in questa veste che ha scritto “Collapse”. Prendendo le mosse da un caso specifico, quello del Montana, che era un Paese ricco ma adesso è in pieno collasso per lo sfrenato sfruttamento del suo territorio e le devastazioni causate soprattutto dalla deforestazione. Anche la popolazione è in calo.

Leggiamo su “L’Espresso” il colloquio di Enrico Pedimonte con Diamond che chiede di potersi esprimere in Italiano. Il Montana, dunque; che se fosse uno stato autonomo, sarebbe nelle condizioni dell’Etiopia o dell’Afganistan, si salva solo per gli aiuti degli stati che compongono gli USA. Più vastamente, l’antropologo statunitense sostiene che la società contemporanea si trova ad affrontare “sfide” simili a quelle che a suo tempo, provocarono la crisi e la scomparsa (il collasso, appunto), di tante civiltà. In “Armi, acciaio e malattie” (questo il titolo del libro, uscito in prima edizione nel 1996), Diamond ricorda i casi dei Vichinghi e dei Maya, scrive degli abitanti dell’Isola di Pasqua e dei Giapponesi; ed elenca le sfide alle quali non ci sappiamo confrontare: crollo dei commerci, attacchi di altre popolazioni, degrado ambientale e cambiamento del clima. Ma soprattutto, la “incapacità politico-culturale di affrontare i problemi urgenti”; e tra questi, in prima linea, “la incapacità di fare i conti con i problemi dell’ambiente”, che potrebbe portare al suicidio le civiltà nelle quali viviamo. Insomma -anche se nel libro non mancano spunti che invitano all’ottimismo- abbiamo un altro catastrofista, nell’ampia gamma di analisi che ebbe origine nel 1972 con il “club di Roma”.

Pino Rauti
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