Potere bancario: capitalismo d’assalto

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Chi volesse avere idee piu’ chiare su quello che si definisce “potere bancario” – che poi è la longa manus, l’articolazione piu’ forte, in termini operativi del potere finanziario – dovrebbe seguire con attenzione quello che accade nella Cassa di Risparmio Genovese. Ne ha scritto di recente sul “Corriere Economia” con quasi 3 pagine di testo e grafici a colori, Mario Gerevini. E già il suo incipit dice molto; leggiamolo:

Assicuratori effettivi e assicuratori improbabili, immobiliaristi veri e presunti, bancarottieri, faccendieri e affaristi con il conto in Svizzera per il «nero». Capitali panamensi, finanziarie estere e fiduciarie di copertura. È sorprendente e un po’ inquietante il mondo che si apre se si cerca di rispondere alla seguente domanda: che ci fa Banca Carige con due compagnie assicurative, Carige Assicurazioni [sede a Milano) e Carige Vita (Genova), che da anni le succhiano soldi e vengono sistematicamente «massacrate» dall’isvap? Tante cose ci fa.

Tra queste, distribuire poltrone e relativi compensi a parenti e amici dei due leader del gruppo: Giovanni Berneschi, presidente della banca e da sempre anche al vertice delle compagnie, e Ferdinando Monconi, il potentissimo e intoccabile capo del comparto assicurativo ma anche consigliere della banca e, nel recente passato, della Fondazione che controlla il gruppo. È una storia di potere e nepotismo, con l’ombra lunga di alcuni personaggi che furono al fianco di Florio Fiorini e della sua Sasea nelle scorribande finanziarie degli anni Ottanta-Novanta…”

C’è anche la vicenda di un palazzo, il cui prezzo sale del 1.500% in 24 ore; e le “storie” di faccendieri che furono al fianco di Florio Fiorini. Leggiamo ancora, a proposito del “lato oscuro” di una vicenda sviluppatasi dopo l’acquisto, nel ’97, delle compagnie assicurative che allora, si chiamavano Norditalia – Levante e Basilese Vita. E qui la “Narrazione” giornalistica diventa un vero e proprio romanzo. Scrive Gerevini:

Il Corriere ha preliminarmente chiesto al direttore delle relazioni esterne del Gruppo Carige, Emilio Molinari, se vi sono parenti di amministratori che occupano poltrone nel gruppo o in società partecipate. La risposta è stata: «No, direi di no». Poi gli è stato chiesto se è vero che su alcune operazioni immobiliari il partner è tale Ernesto Cavallini (condannato in primo grado a Genova per il crac della Comitas assicurazioni e a Roma per il dissesto di Firs Assicurazioni e Lloyd Nazionale, tutte ex Sasea di Florio Fiorini). La risposta è stata: «Non esiste alcun accordo, noi facciamo la banca non gli immobiliaristi. Cavallini è potenzialmente un cliente come altri».

Walter Malavasi, direttore generale della compagnia danni, ci ha detto: «Parenti di consiglieri o dirigenti nelle società partecipate? Assolutamente no. Cavallini? Credo sia un immobiliarista o un finanziere: nessun tipo di accordo ne con lui ne con altri. La Balitas? Mai sentita». Abbiamo cercato Cavallini in ufficio, la segretaria ha preso nota ma nessuno ha più richiamato. Non è stato possibile rintracciarlo nella sua residenza ufficiale, un residence in centro a Milano: alla reception ci hanno ‘ detto che in realtà «qui ha solo un recapito postale».

Se ora facciamo sponda con “il grafico in pagina, subito notiamo che Stefania Monconi e Alessandro Monconi, rispettivamente figlia e fratello del numero uno Ferdinando, hanno un ruolo da dirigenti. Pare che il fratello si sia un po’ defilato ma la figlia (residenza a Montecarlo dove ha recentemente ceduto una società immobiliare) è in: grande ascesa.

Da anni è responsabile della gestione commerciale, il marketing fa capo a lei e recentemente, con l’esplicito gradimento di Banca Carige, è entrata nel consigilo di amministrazione della Assi 90, per l’occasione allargato a sei membri. Solo qui 16 mila euro garantiti alla figlia del capo. Assi 90 è lo snodo attraverso cui passano le partecipazioni in i molte agenzie assicurative o network di agenzie.

Ventiquattromila euro è ciò che prende un altro consigliere di Assi 90: Francesca Amisano, le cui competenze in materia assicurativa non sono note. Ma per lei dovrebbe garantire il suocero: Giovanni Berneschi. Entrambe, Amisano e Monconi, presidiano la Ag che insieme alla Assi 90 rientra nel perimetro di consolidamento della banca.

Papa Berneschi, poì se gli capitasse di osservare questo grafico, troverebbe il figlio Alberto in una società di servizi dove il gruppo è il principale socio: si chiama Atoma e ha il delicatissimo ruolo di coordinare, per conto delle compagnie assicurative del gruppo, il controllo di gestione, le ispezioni amministrative nelle agenzie (dove altri amici e parenti hanno comode poltrone e soddisfacenti retribuzioni) e l’assistenza agli internal audidts.

Due poli molto importanti della rete agenziale sono Assimilano e Assicentro, classificate i nel consolidato della banca tra le imprese sottoposte a influenza notevole». La prima è territorio (ancora) di Alberto Berneschi, ma anche della moglie (Anna Gallacci) e del figlio (Ettore Visconti, consigliere) del direttore generale di Carige Vita Manlio Viconti, ex vice di Menconi ai tempi della Savoia Assicurazioni (anni Ottanta) e oggi membro del comitato esecutivo dell Ania, la Confindustria delle assicurazioni.

In Assicentro (Roma) si è piazzato l’altro figlio di Monconi che è presidente con 50 mila euro annui. Se si passa ai nipoti (che ci sono) non si finisce più…

E andiamo avanti; o meglio, Gerevini va avanti:…”Il 23 dicembre 2005 Carige Vita compera per 8,9 milioni il 100% di Portorotondo Gardens, proprietaria di un complesso immobiliare a Padova. A vendere è la Edil Partecipazioni, società neocostituita e anch’essa riferibile a Ernesto Cavallini. Tutto normale tranne due «dettagli». 1) Lo stesso giorno davanti allo stesso notaio la stessa società era stata comprata da Cavallini per 650 mila euro, Carige l’ha pagata 15 volte di Più; 2) L’incaricato di Carige aveva in mano una procura per comperare fino all’importo di 30 milioni

Tre mesi prima (settembre 2005) Cavallini, secondo attendibili fonti interne della banca, ottenne 24 milioni di apertura di credito in contro corrente dando in garanzia le quote di Portorotondo.

Ed ecco l’operazione piu’ recente: ” È l’operazione più recente: il 20 luglio scorso Carige Vita compra per 28 milioni la società I H Roma, proprietaria, tra l’altro, dell’Hotel Pisana Palace nella Capitale. Due annotazioni. 1) Anche questa volta il delegato Carige si presenta con una procura specifica ma incomprensibilmente ampia: il limite di spesa è di ben 70 milioni; 2) I H Roma è riconducibile anch’essa a un gruppo di società che fa capo in parte a Cavallini e in parte a fiduciarie e finanziarie off-shore.

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