Gli affitti alti “uccidono” i negozi

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Riscontri in tutta Italia, non mancano, è soprattutto nelle città maggiori che il fenomeno è in atto e a Roma ci sono cifre precise; e quanto mai preoccupanti: perché “dietro” la chiusura dei negozi medi e ancor più di quelli piccoli, c’è – secondo noi – la spinta perversa ad un fenomeno tristissimo: quello della “desertificazione” degli spazi urbani. Dove emergono – come accade già, in tante città occidentali d’Europa – le cattedrali nel deserto che sono rappresentate dai supermercati; e poi intorno, c’è il vuoto. Di vita sociale, di vita comunitaria, spesso addirittura di movimento umano. Di domenica poi, quando il supermercato è chiuso, la città è “morta”.

Leggiamo su “Repubblica”, a firma di Alessandra Paolini, cosa accade a Roma:

Uno via l’altro, hanno tirato giù la saracinesca. E piazzato il cartello, “cedesi attività”, “vendesi locale”, “affittasi”. Duecentocinquanta negozi chiusi tra Montesacro e Talenti nel solo 2008, mangiati dal calo dei consumi, dagli affitti lievitati, dalla crisi che divora gli stipendi. Un primato amaro per il IV municipio che si ritrova in vetta alla classifica delle zone “colpite” da moria di esercizi commerciali. In tutta Roma, nell’anno passato, a dare forfait erano stati 1196 negozianti. Un quinto, dunque, solo in questa area

A Montesacro hanno spento le insegne e messo i lucchetti alle entrate anche esercizi indispensabili per il territorio come la Cartolibreria Volpi, crocevia da più di trent’anni di tutti gli studenti della zona con i suoi libri di testo di medie ed elementari negli scaffali e cataste di fogli protocollo pronti per i temi in classe. Chiusure che stanno cambiando il volto del quartiere. E che hanno gettato i commercianti nel panico. Assemblea pubblica al Teatro di via del Gran Paradiso organizzata dall’associazione “Kommercio”, nata nel 2008 da Claudia Pullara e presieduta da Massimiliano De Toma. Si parla della situazione «che ha comportato un aumento della disoccupazione – spiegano preoccupati dall’ associazione – ed uno sviluppo veloce di sacche di degrado e di illegalità proprio in quelle zone che più di altre hanno risentito della sparizione delle insegne luminose».

“L’economia reale siamo noi” è il titolo dell’ assemblea …

Viene intervistato De Toma, presidente dell’Associazione “Commercio”:

I negozi più in difficoltà « sono quelli di abbigliamento e calzature. Ma nel novero dei 250 negozi con la saracinesca abbassata ce ne sono di tutti i tipi: cartolerie, pubblici esercizi, alimentari». Parla Massimiliano De Toma, presidente dell’associazione Kommercio e titolare di un negozio di abiti accanto allo “Zio D’America” da quasi quarant’anni.

De Toma, la causa delle chiusure?

«Il calo dei consumi, la crisi che morde tutto e i canoni d’affitto troppo alti».

Come ci si rende conto che è inevitabile abbassare la saracinesca?

«Quando non ce la fai più a pagare gli stipendi ai dipendenti. Ma i negozianti sono tenaci. Hanno pudore. E spesso certi drammi li tengono tutti per loro. Così anche noi colleghi veniamo a sapere di chiusure a cose fatte».

Pino Rauti

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