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Leggiamo da Venezia, a firma Andrea Jannuzzi, su “Repubblica” e pensiamo sia bene che rimanga agli atti del nostro sito: “Minigonna e tacchi a spillo, magliettina sopra l’ombelico e lunghi orecchini pendenti: un abbigliamento che è costato il posto a un poliziotto. Sotto accusa, un vice sovrintendente della Questura di Venezia, al quale la scelta di un guardaroba eccentrico — ostentato per le calli della città quando smontava dal turno — è costata il posto di lavoro. Neppure il ricorso al Tar del Veneto gli è servito a ottenere il reintegro: i giudici amministrativi hanno infatti rigettato la richiesta di annullamento del decreto di espulsione, firmato dal capo della polizia e motivato dalla «assoluta mancanza del senso dell ‘onore e della morale», per aver tenuto un comportamento «oltremodo riprovevole e assolutamente inconciliabile con le funzioni proprie di un operatore di polizia». Ma è probabile che la vicenda sia destinata ad avere un seguito, diventando un nuovo vessillo nella battaglia in difesa della libertà dei costumi e delle attitudini sessuali. Vladimir Luxuria ha già offerto il proprio aiuto e sull argomento presenterà un’interrogazione parlamentare. L’agente licenziato, in servizio alla polizia postale di Mestre, era stato visto da alcuni colleghi mentre si aggirava per Venezia in abiti femminili piuttosto appariscenti. Di fronte alle contestazioni dei superiori, si era giustificato dicendo che la scelta di vestirsi da donna, quando non era in servizio, rientrava «nella libera espressione della propria natura estrosa e anticonformista».”
= da Siracusa: — Associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato e falso ideologico in atto pubblico. Sono le accuse per 19 persone— tra cui 10 fra ufficiali e sottufficiali della Marina Militare in servizio nelle basi diAugusta di La Spezia, e 9 rappresentanti legali di alcune imprese siciliane del settore delle manutenzioni navali — coinvolte in un’indagine della Procura di Siracusa su una serie di contratti di appalti stipulati dalla marina per la manutenzione di molte navi alla fonda nel porto diAugusta. Secondo le accuse molte delle attività di manutenzione segnate come effettuate in realtà non venivano svolte. La Procura parla di un danno a carico dell’amministrazione militare quantificabile in centinaia di migliaia di euro.
= cifre record: per la droga a Fiumicino:
Oltre una tonnellata di droga sequestrata nel 2006 all’aeroporto da Guardia di Finanza e Dogana. Denunciate 730 persone, 150 arrestate. L.ultimo caso è di uno slovacco scoperto all’arrivo a Fiumicino da Lima con 5 chili di droga nel doppiofondo del bagaglio per 4 milioni di valore sul mercato.
= Contro il Presepe a Colle Val d’Elsa (Siena):
stavolta a finire nel mirino dei vandali non è stato il cantiere della moschea, più volte danneggiato, ma il presepe allestito a pochi metri da dove sorgerà il tempio islamico, qualcuno ha distrutto la Natività realizzata a grandezza naturale in polistirolo, accanendosi in particolar modo sul bambino e decapitando le figure di Giuseppe e di Maria. Ad accorgersi del raid, i consiglieri comunali della lista Insieme per Colle chet, assieme a un Comitato, si batte per una diversa collocazione della moschea. «In un primo momento avevamo pensato a danni provocati dal vento — spiega il Leonardo Fiore, uno dei consiglieri — poi ci siamo accorti che è stato un atto volontario e odioso di qualche sconsiderato». La Lista ha diffuso una nota: Qualcuno vuole ancora una volta lanciare contro di noi un segnale intimidatorio per cercare di interrompere la nostra battaglia — si legge —. Ma noi andiamo avanti, più forti e sicuri di prima, e continueremo a lottare pacificamente contro la costruzione di qualcosa che noi cittadini non vogliamo (la moschea), mai abbiamo voluto e mai accetteremo».
= Catanzaro, in una “MalaItalia” nella quale ci sono tutti, da Rifondazione alla DC ad AN!
Leggiamo (Giuseppe Baldassarro, su “Repubblica”): “Quando gli uomini della cosca hanno iniziato a parlare di Dionisio Gallo, i carabinieri di Crotone che li stavano intercettando sapevano che le indagini avrebbero preso una piega diversa. Il coinvolgimento dell’ex assessore regionale alla Forestazione non se lo aspettavano. Poi, dopo il nome dell’attuale vice presidente Udc dell’antimafia regionale, ne sono spuntati altri. Dall’ex vice sindaco di Catanzaro di An Valerio Rizza (deceduto due mesi fa) agli assessori provinciali di Crotone Antonio Megna (Udeur) e Giuseppe Puccio (Prc), per passare al consigliere Ds dello stesso ente, Lucio Cosentino. E poi ancora, il segretario provinciale del Prc Giuseppe Bevilaqua e il sindaco di Botricello. a Giovanni Puccio. La Dda di Catanzaro oltre a notificare i domiciliari a Gallo, ha eseguito 11 altri arresti.
Ecco i fatti: quasi 100 persone che avrebbero avuto contatti con la ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto. Provvedimenti che ruotano attorno alle attività del villaggio Praialonga. Villette lussuose, in gran parte di proprietà delle famiglie più in vista di Catanzaro e Crotone. E fra gli indagati c’è anche Giovanna Raffaelli, 57 anni, la segretaria dell’ex governatore Giuseppe Chiaravalloti, proprietario di uno degli appartamenti del villaggio controllato dai clan.
I Maesano avevano messo un uomo di propria fiducia ad amministrare il complesso turistico. Tutto era controllato da loro che vi tiravano fuori migliala di euro l’anno. Una manna dal cielo per il clan, ma anche un «pozzo di voti, per gli esponenti politici». A Luigi Bumbaca, l’amministratore dei boss, nessuno diceva di no, anche perché gestiva un sacco di voti. E quando questi si era rivolto a Michele D’Alfonso, cognato di Gallo, gli erano state aperte le porte in cambio del sostegno in vista delle regionali del 2005. Gallo, secondo l’indagine dell’aggiunto Mario Spagnolo, avrebbe utilizzato i forestali in forza al proprio assessorato per la pulizia del villaggio e per svolgere altri lavori. Opere a spese dei contribuenti, che poi i Maesano si sono fatti pagare dai condomini. In regalo alla struttura sarebbero arrivati anche 200 alberi, provenienti dai vivai regionali dell’Afor e l’assessorato era anche pronto a sborsare un milione e 200 mila euro per la messa in sicurezza di un costone…”
“Favori” costati a Gallo un’accusa di corruzione e voto di scambio. Il quel periodo l’assessore era propenso alle elargizioni, sempre «in cambio di voti». Per la sponsorizzazione del Crotone Calcio ad esempio diede 100 mila di euro. Nell’inchiesta è finito quindi anche il presidente della società, Raffaele Vrenna, che, tra l’altro, nel villaggio turistico stava realizzando alcune villette abusive. Sempre ai fini elettoralil’assessore provinciale del Prc era pronto a finanziare spettacoli da tenersi al Praialonga. Alcune migliala di euro in cambio dei voti per le regionali di Giuseppe Bevilaqua, in lista con Rifondazione Comunista….”;
= Figli e reddito. Scrive Marino Veronesi su “Repubblica”
Per ottenere il finanziamento previsto dal governo tedesco per i figli nati dall’ I° gennaio 2007 in poi le puerpere chiedono alla levatrice di poter ritardare il parto, anche se il neonato sarebbe pronto a vedere la luce già negli ultimi giorni di dicembre 2006. Anche i tedeschi quindi sono alle prese con uno “scalone”. In questo caso non per la pensione ma per la nascita. A parte il richiamo ai legislatori di progettare “scaloni” meno ripidi (cosa impedisce di fissare un lasso di tempo anziché il minuto successivo alla mezzanotte in un tal giorno?), la cosa che mi ha più sorpreso nel leggere l’articolo (su “Repubblica” del 28 dicembre) è stata l’entità della cifra messa a bilancio dal governo tedesco per incentivare le nascite. Si tratta di 25 mila euro all’anno, se le cifre pubblicate sono esatte, che sostituiscono i “soli” 7.200 euro già previsti. Ebbene, io che sono padre di due figli e aspetto felicemente l’arrivo del terzo, so benissimo che le cifre per incentivare gli italiani a fare figli sono di questo ordine di grandezza e non come pensava il governo Berlusconi i mille euro come premio una tantum e nemmeno purtroppo i 1500 o giù di li previsti dall’attuale governo Prodi. Tutto fa brodo naturalmente e non si sputa su niente quando si riceve, ma qualcuno si ricorda dell’inchiesta dell’istat pubblicata questa estate, nella quale si indicava la cifra media complessiva del costo di un figlio, dalla nascita alla laurea? La cifra indicata daII’Istat era fissata, udite, in 230mila euro. Il costo di un appartamento in una città media. Io sono felice di avere investito nei figli. Mi sento infinitamente più ricco. Tuttavia non vorrei mai che fosse la ricchezza in denaro a favorire la nascita dei figli. L’altra sera alla cena di Natale con gli amici mi sono invece sentito dire «beato tè che tè li puoi permettere». Sul momento mi sono infastidito ed ho risposto che chi vuole avere dei figli non deve certo guardare al portafoglio, la ricchezza che se ne riceve è talmente più grande del conto in banca che il solo confronto mi appare una bestemmia. Ma un momento dopo, riflettendo meglio ho dovuto convenire che, piano piano, anno dopo anno, questa bestemmia è diventata purtroppo una realtà. Dall’alto del mio reddito di 60 mila euro l’anno posso pontificare di ricchezza inferiore e di benessere affettivo, ma chi guadagna 20-25 mila euro all’anno (sempre l’Istat, ieri, ha certificato che si tratta di una famiglia su due) non riesce a pontificare come me. E anzi si trova a fare ragionamenti diversi, per esempio si trova a convincersi che meglio sia rinunciare ad un figlio in più piuttosto che vivere in perenne preoccupazione di arrivare alla fine del mese, con i bisogni essenziali da sacrificare» …”