All’Antica Credenza S. Ambrogio canale navigabile da Milano al Po


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Gran successo di pubblico, a Milano, all’Antica Credenza di S. Ambrogio – nella sede di via Rivoli, 4 – alla conferenza di Enrico Lombardi sul tema: “il canale navigabile Milano-Cremona-Po”. Lombardi ha ripercorso, con dovizia di riferimenti tecnici e anche culturali, la storia del Canale, i progetti, lo stato attuale dei lavori, le ipotesi di uso di una arteria fluviale che potrebbe essere di enorme utilità per l’alleggerimento del traffico nella pianura padana, che è una delle aree più congestionate d’Europa, fonte di pendolarismi massacranti per milioni di persone e “perdite” economiche valutabili, ogni anno,secondo gli esperti, in almeno 10.000 miliardi delle vecchie lire.

Ma, com’è nostro costume “documentario”, l’occasione ci sembra buona per informare i nostri lettori su che cos’è l’Antica Credenza di Sant’Ambrogio.

E’ – leggiamo sul sito internet – una “associazione culturale che ha per scopo primario diffondere, afferma e difendere i valori e le tradizioni milanesi, da troppo tempo sopiti e sottoposti all’intransigente supremazia di altre realtà culturali, peraltro rispettabilissime, ma che tendono ad eliminare quella cresciuta e affermata nella nostra terra, attraverso vicissitudini di secoli che hanno alimentato e plasmato storia e cultura del territorio in cui viviamo. L’obiettivo è di riattivare nei cittadini quella “milanesità” che appare offuscata, e di cui noi siamo portatori, sia attraverso la memoria dei padri sia i fatti salienti della passata vita milanese, sia ergendosi, come fece l’antica Credenza duecentesca, a controllore del corretto agire delle Istituzioni, per la difesa del buon nome di Milano e delle sue millenarie tradizioni”.

Ma c’è anche una “storia della credenza”, che risale al sistema amministrativo dei Comuni lombardi, specialmente di quelli lombardi!

In essi, la Credenza era il consiglio di coloro che assistevano i Consoli nel governo e che era costituito dai più sapienti cittadini, cioè i boni homines, che, secondo testi dell’età barbarica, erano coloro cui fides admittitur o cui creditur, ossia i credenziarii o, anche silentiarii in quanto dovevano giurare nelle mani dei Consoli credentia, cioè segretezza sugli affari di stato. Esso divenne, pertanto, il germe del Senato o Consiglio degli Anziani o, anche, Consiglio minore, al quale venivano sottoposte segretamente, e al di fuori di ogni pubblicità, le questioni più gravi che il Governo doveva risolvere nell’interesse generale.

Su questa falsariga nacquero, dalla fine del XII secolo le Credenze, speciali organizzazioni formate dal popolo e dalle arti minori che esprimevano il progressivo evolversi, all’interno dell’organizzazione comunale, verso ordini più democratici, in contrapposizione alla forma fino ad allora in essere e che privilegiava la presenza degli aristocratici e delle arti maggiori. Essi venivano radunati prima dai consoli e poi, dopo la pace di Costanza nel 1183 contratta tra Federico I Barbarossa ed i Comuni della Lega Lombarda, dai podestà, plenipotenziari originai da luoghi diversi da quello dove erano chiamati ad amministrare e sottoporsi al gradimento Imperiale. L’adunanza avveniva in camera di consiglio e durante il suo svolgimento si sceglievano i Consoli, si nominavano Magistrati comunali, si esaminavano e discutevano le deliberazioni relative ai negozi più delicati del Comune. Al fuori della Lombardia e sulla falsariga della Credenza Milanese, vennero fondate quella di Pavia, detta di San Siro, mentre in Emilia, a Modena e Bologna, essa assunse la denominazione di massa populi e in Toscana, cor in altre regioni, venne a fondare il commune populi.

In Lombardia il consilium credentiae si trova costituito fin dalla metà del 1100 con la partecipazione di un numero variabile di cittadini, da un minimo di cento o duecento fino ad un massimo di ottocento come avvenne appunto, a Milano. Ma ad un maggior numero di rappresentanti corrispondeva una minore credibilità dell’istituzione, in quanto i Consoli, e poi i Podestà, si rivolgevano prima alle Credenze con minor numero di partecipanti, che erano detta maggiori, e poi a quelle con maggiore numero, che erano perciò dette minori, ed alle quali non sempre partecipavano gli esclusi dalle maggiori.

Dalla fine del XII secolo la Credenza venne chiamata consilium communis, costituendo così il consiglio minore della città, dal quale erano però escluse le classi minori quali gli artigiani, i mercanti ed i cittadini meno rappresentativi che a questo punto iniziarono a reclamare il proprio diritto a partecipare nelle scelte di governo.

È nel 1198 che a Milano i cittadini- minori, appartenenti cioè a quelle attività economiche considerate di secondaria importanza, ossia i mercanti e gli artigiani, che venivano sempre più spesso a trovarsi in contrasto con la vecchia aristocrazia comunale, decisero di raccogliersi in un’adunanza che prese il nome di Credenza diSant’ Ambrogio.

Questi contrasti erano generati dalla frenetica espansione delle attività economiche che a Milano, dopo la fine delle guerre con l’Impero, avevano preso sviluppo favorite dall’apertura di nuove vie di comunicazione, in particolare della prima via d’acqua, il Naviglio Grande, iniziato nel 1179 e, circa quarant’anni dopo, nel 1231, di Passo del San Gottardo, che consentivano ai commercianti milanesi di affacciarsi sui mercati dell’Europa Centrale Settentrionale.

Fu quindi per poter contrastare gli interessi dell’aristocrazia allora insediata e, al contrario, per dare impulso alle proprie attività che i Cives, i Cittadini, si riunirono in questa nuova Associazione, basata sulle (corporazioni artigiane alla cui testa posero inizialmente Drudo Marcellino, personaggio di spicco nella Milano duecentesca, e che riuscì nel giro di pochi anni ad ottenere che alle cariche comunali venissero chiamati in ugual misura rappresentanti della Credenza e delle Associazioni aristocratiche, ossia la Credenza dei Consoli, formata dai Capitani, e della Motta che raccoglieva i Valvassori: ognuna di queste svolgeva proprie adunanze, magistrati, giudici e dettava leggi.

La prima sede della Credenza era ubicata, secondo il Giulini, in una casa munita di torre sita all’angolo tra le via del Rebecchino e dei Mercanti d’oro, nella parrocchia di San Galdino, di proprietà della famiglia Bottazzi.

La torre, distrutta, venne ricostruita sotto la Signoria di Azzone Visconti, mantenendo il nome di Torre della Credenza.II riconoscimento ufficiale della Credenza di Sant’Ambrogio avvenne nel 1201 dopo che tra le diverse fazioni avvennero scontri violenti e dopo che i nobili costituirono, inutilmente, una società avente lo scopo di opporsi alla Credenza e per questo detta “dei Gagliardi”.

In questo modo da un unico governo ne erano sorti in pratica tre diversi, ognuno con un suo Consiglio, quello della Credenza di Sant’Ambrogio formato da 400 membri, quello dei Consoli da 300 e la Motta da 100, ma, quel che contava, in contrasto l’uno con gli altri. Dice il Cantù “I Plebei si distinguevano col colore bianco, i nobili col rosso; e quando si unirono, i due colori divennero la coccarda della Città”.

Le vicende della Credenza di Sant’Ambrogio, seguirono da vicino per tutto il XIII Secolo quelle del Comune che andava inevitabilmente evolvendosi verso la struttura signorile con l’affacciarsi sulla scena politica delle due famiglie patrizie dei Torriani e dei Visconti dalle cui lotte di potere la seconda riuscì vincitrice, assumendo il governo signorile con Matteo nel 1317 allorché l’Imperatore Enrico VII lo insignì del titolo di Dominus Generalis della Città. Al contrario alla testa della Credenza di Sant’Ambrogio vennero chiamati alcuni dei massimi rappresentati della famiglia Torriani, Pagano nel 1240, dopo che Milano aveva sconfitto con il suo aiuto Federico II di Svevia e Martino, suo nipote, nel 1247.

Autori diversi ritengono che la Credenza abbia cessato la propria presenza nell’ultimo ventennio del XIII Secolo, del resto ormai aveva perso il suo scopo e poteva non essere più strettamente necessaria visto l’orientamento giuridico – amministrativo che il Governo cittadino andava assumendo, secondo il Giulini nel 1279, allorché a scioglierla sarebbe stato Ottone Visconti, e per il Ghiron tra il 1292 ed il 1299.

In quest’ultimo anno sarebbe sorta un’Associazione, detta Nuova Credenza di Sant’Ambrogio, ma di carattere militare che pare fosse forte di circa 1000 armati e dotata dal Consiglio Generale di stendardi e bandiere: essa avrebbe perso la sua importanza, col ritorno di Guido Torriani nel 1302 e pare scomparsa definitivamente nel 1308.

Nel 1997, milleseicento anni dopo la morte del Santo Patrono di Milano, un gruppo di Cittadini, appartenenti alle più disparate classi produttive della Città, come allora nel 1198, allorché si diede vita alla primitiva Credenza, intendono nel suo nome ridare slancio e voce a Milano, affermando, diffondendo e difendendo la sua sopita realtà.

Ecco l’organigramma, della attuale – e sempre più attiva – “Credenza”:

Presidente: Giuseppe Frattini; Vice Presidente: Enrico Lombardi.

Consiglieri: Giuseppe Bassini, Bruno Calvi, Sergio Codazzi, Pier Luigi Crola, Orazio Daverio, Ernesto Gastaldelli, Enrico Meregalli, Tullo Montanari, Valerio Soffientini.