Alta Val Tiberina: le “bellezze sconosciute”


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Ce ne sono di “angoli” ancora poco conosciuti; e che ancora si salvano dal turismo di massa! E ce ne sono di borghi antichi da “riscoprire” e apprezzare.

Leggiamo insieme quello che descrive, con stile tanto appassionato quanto competente, Gianni Giorni, che definisce quella zona come “la porzione più originale” dell’Appennino Toscano, con la sua “vallata sconosciuta”. Lì il Tevere è ancora “giovane, poco  più di un torrente su cui si affacciano piccoli borghi ricchi di storia”. E, tra le vie antiche capita che nelle mattine assolate i ristoranti espongano i tavoloni di legno su cui le donne hanno tirato la pasta e alla sera la gente esca di casa, sedia alla mano, per “frescheggiare” e fare due chiacchiere col vicino. Scene usuali in Alta Val Tiberina. Le campagne sono coltivate in appezzamenti ordinatamente separati da filari di cipressi; è raro imbattersi in un campo incolto, in un filare d’uva abbandonato, in un oliveto non lavorato. Le piazze dei paesi sono curate e fiorite come un giardino privato, che si tratti del rinascimentale centro storico di Sansepolcro, come delle viuzze medievali di Anghiari. Lasciando i paesi del fondovalle il paesaggio muta rapidamente, da morbide campagne a foreste e montagne: le cime dell’Alpe della Luna sono a portata di mano. L’integrità degli ambienti naturali, i vasti spazi, la temperatura mai eccessiva, i numerosi sentieri, la tranquillità delle vie secondarie rendono questo territorio ideale per gli appassionati delle due ruote. Il ciclista può disegnare ogni itinerario secondo le proprie esigenze e il tempo a disposizione: un percorso che impieghi quattro giorni di bicicletta, può essere la giusta dimensione per conoscere il territorio della Val Tiberina toscana. Partenza dal centro storico di Sansepolcro, non senza aver dedicato la giusta attenzione al Museo Civico, che ospita affreschi di Piero della Francesca. Nel pomeriggio si iniziano a riscaldare i muscoli percorrendo il facile fondo valle verso Pieve Santo Stefano, dove si pernotta presso la Locanda Sari, poco oltre il paese. Il giorno seguente si entra nel vivo del percorso, alla volta di Caprese Michelangelo, ammirando anche la Pieve di San Cassiano che si trova lungo la via. Caprese in alto conserva parte del trecentesco castello dove nacque Michelangelo Buonarroti, mentre il padre ne era podestà: proprio in onore dell’artista una mostra permanente di scultura abbellisce il giardino del castello. Discesa veloce, toccando il singolare borgo fortificato di Macciano, verso Anghiari, dove si pernotta presso l’Albergo Meridiana. L’indomani, dopo una visita al Museo di Palazzo Taglieschi e un gustoso pedalare tra le viuzze del centro, ci si allontana alla volta di Monterchi. Il borgo offre al visitatore la dolcezza delle sue campagne e l’affresco di Piero della Francesca, La Madonna del Parto. Quindi attraverso il paese di Pistrino si rientra a Sansepolcro in tempo per gustare la cucina locale al ristorante Fiorentino, dove si pernotta per un meritato riposo. – Gianni Giorni.

Gli indirizzi: Locanda Sari, S.S. 3bis km. 177, Pieve Santo Stefano tel 0575/799129. – Albergo Meridiana, Piazza IV Novembre 8, Anghiari, tel 0575/788102. – Fiorentmo, via L. Pacioli 60, Sansepolcro,  tel 0575/740350. – Informazioni: Ufficio Turistico della Comunità Montana Valtiberina, tel 0575/730231. –  Artigianato. A Sansepolcro esiste una forte tradizione locale nei merletti: Centro Culturale (tel 0575/733412), per avere un filo diretto con le donne che lavorano in casa oppure il punto vendita “Il Telaio”, via Matteotti 18, Sansepolcro. Ad Anghiari si fa visita alla tessirura Busatti, via Mazzini 14, da più di un secolo nei locali di Palazzo Morgalanti: si possono ammirare i telai di inizio secolo conservati nel laboratorio.