il Giornale.it - Msi, morto Pino Rauti


Pino Rauti fu uno dei fondatori del Movimento Sociale Italiano. Si oppose alla svolta di Fiuggi compiuta da Fini e alla nascita di Alleanza nazionale. È stato anche ex europarlamentare

È morto Pino Rauti. L’ex segretario del Movimento Sociale Italiano avrebbe compiuto 86 anni il 19 novembre. L’ex europarlamentare si è spento alle 9:30 di questa mattina nella sua abitazione di Roma.
Giornalista, politico e uno dei fondatori del Msi (nel 1946), Rauti nacque a Cardinale nel 1926. Nei primi anni ’50 contribuì a dare nuovamente vita all’organizzazione neofascista che rispondeva alla sigla FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria).
Dopo due attentati a Roma, al Ministero degli Esteri e all’ambasciata statunitense, il 24 maggio 1951 furono condotti numerosi arresti nei confronti dei quadri di questa organizzazione, fra questi Pino Rauti.
Il processo si concluse il 20 novembre 1951 e Rauti venne assolto.
Nel 1954, dopo la vittoria dei fascisti in doppiopetto e la nomina a segretario di Arturo Michelini, diede vita al centro studi Ordine Nuovo che uscirà poi nel 1956.
Ricevette la guida del MSI nel 1990 al congresso di Rimini, coalizzandosi con la componente di Domenico Mennitti e battendo Fini per la segreteria, ma non riuscì ad arrestare l’emorragia di voti per la morte di Almirante. Dopo la sconfitta alle amministrative e alle regionali in Sicilia del 199, il Comitato centrale del partito lo destituì e “restituì” la carica a Fini.
Europarlamentare dal 1994 fino al 1999, dopo la svolta di Fiuggi (che trasforma Msi in An) Rauti, da sempre animatore dell’ala “di sinistra” di quel partito, fonda il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.
Rauti ha esercitato inoltre una notevole influenza sul movimento giovanile del partito, sfociato nei tre Campi Hobbit.

[Fonte: www.ilgiornale.it]




oltremedianews.com - Pino Rauti. Il fascista al servizio del potere


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Ritratto di un uomo legato alle vicende più oscure della storia italiana recenti. Un politico di professione che è sempre rimasto legato ai poteri forti. Nazista, prima ancora che fascista, fautore del terrorismo internazionale, protagonista della “strategia della tensione”.Al di là dei soliti cori di encomio che si alzano nel momento della morte scopriamo chi è stato e cosa ha fatto realmente Pino Rauti

Tutti moriremo democristiani, diceva Andreotti. Rauti non è morto democristiano ma c’è andato vicino. Una vita da fascista, da “appestato, da pecora nera” come diceva lui stesso, ma pronto al compromesso quando serviva. Fermamente contrario alla svolta di Fiuggi voluta dai finiani, perché conscio che avrebbe significato la sua definitiva estromissione dal partito “che conta”, Rauti si fece promotore di una destra sociale, estremista, anti berlusconiana, salvo poi fare dietrofront dinanzi alla doppia offerta del cavaliere, una “pubblica” per le elezioni regionali del 2005, in cui le briciole di MSI rimaste in mano di Rauti raggiunsero lo 0,5% in coalizione con il PDL. L’altra offerta, quella “privata”, riguardava la figlia di Rauti, Isabella, moglie di Alemanno, che abbandonato il partito di papà dopo una lunga militanza viene eletta alla regione Lazio nelle file del PDL. Fascisti vecchi e nuovi che si riciclano, ma il puzzo di olio di ricino gli resta addosso.

Evitando i soliti servizi “coccodrillo” che celebrano la vita del de cuius nascondendo le parti in ombra, per Rauti sono proprio le parti “oscure” che segnano gran parte della sua vita. Neofascista della primissima ora, subito dopo l’avvento della repubblica si impegna a ricostruire l’estrema destra sia istituzionale con l’MSI nel 1946, sia d’azione con la rifondazione, agli inizi degli anni 50, dei FAR (Fasci di azione rivoluzionaria). I FAR erano la destra estrema dell’estrema destra italiana. Filonazisti dichiarati si distinsero durante la loro breve vita per due attentati, uno al Ministero degli Esteri ed uno all’Ambasciata Americana di Roma, entrambi nel 1951. Nel relativo processo per i due attentati gli appartenenti ai FAR furono tutti condannati. Tutti tranne tre: Evola, Erra e Pino Rauti. Ma Rauti non si arrende. Nel 1954 l’MSI elegge sui rappresentanti in Parlamento e Rauti, tramite gli appoggi istituzionali dei c.d. fascisti in doppiopetto, organizza, nel 1965, un convegno all’Hotel Parco dei Principi di Roma sulla “guerra rivoluzionaria” a cui partecipano estremisti di destra, alte cariche istituzionali e membri dell’elite dell’esercito. Tema del congresso, introdotto proprio dalla relazione di Rauti, è “come arrestare l’avanzata comunista nell’occidente”. Questa iniziativa è stata indicata, dagli storici nonché dalla Commissione Stragi del senato, come l’inizio della “strategia della tensione” che perseguiterà l’Italia fino agli anni 90. Punta avanzata della “strategia” era proprio l’organizzazione fondata da Rauti dopo il congresso: Ordine Nuovo. Tale sigla è stata responsabile a vari eventi di matrice terroristica, e condannata per l’omicidio del giudice Occorsio e la strage di Peteano di Sagrado. Rauti, parimenti, fu indagato per le stragi di Piazza Fontana a Milano e Piazza della Loggia a Brescia, ma fu sempre assolto, pur se, Rauti stesso si rivendicava “la responsabilità morale delle stragi”. Contemporaneamente Rauti intesseva rapporti con l’estero. Nel 1968 insieme ad altri esponenti di ON prese parte ad un viaggio nelle Grecia dei colonnelli per apprendere “le tecniche di infiltrazione nel governo”, viaggio finanziato dal governo greco a sua volta appoggiato dagli Stati Uniti (fonte il report della Commissione stragi del Senato). La pista del terrorismo anti comunista internazionale è confermata nel 1974 quando, in seguito alla rivoluzione dei garofani, viene scoperta in Portogallo L’Aginter Press, un’organizzazione internazionale di stampo nazi-fascista legata alla rete anticomunista della NATO Stay Behind, e coperta dalla dittatura di Salazar, tra i responsabili dell’organizzazione in Italia spiccava il nome di Rauti (fonte l’inchiesta del Governo portoghese su Aginter Press).

Rauti il mestiere del “tessitore di fili” lo sapeva fare bene. Se fomentava i giovani neo fascisti all’odio verso le istituzioni e gli americani (sua invenzione furono i campi Hobbit, luogo di ritrovo per la gioventù fascista), dall’altra era proprio dalle istituzioni americanizzate dell’Italia degli anni 70 che prendeva i finanziamenti per portare avanti le sue organizzazioni. Sciolto ON nel 1974, su sentenza del tribunale di Roma che riconobbe il reato di “ricostruzione del disciolto partito fascista”, Rauti continuò la sua carriera nell’MSI venendo eletto in parlamento dal 1972 al 1994. La caduta del comunismo, la fine della “strategia della tensione” e la nascita di AN mettono da parte il grande vecchio della destra italiana. Ma da abile politicante Rauti sa coltivare il suo orticello, e così, come aveva flirtato con gli americani pur definendosi antiamericano, si lega a Berlusconi pur definendosi antiliberista e anticapitalista, tanto da definire il cavaliere “il vero leader dei neofascisti europei”. Il che è tutto dire! Comunque Rauti sopravvive sistemando anche la figlia  soprattutto il genero, Alemanno, rautiano della prima ora.

Ecco chi è stato Pino Rauti, non “la destra intelligente” come lo definì D’Alema, ma rappresentante del più bieco fascismo, degli impicci del palazzo, dei poteri occulti che hanno dilaniato la storia italiana del dopoguerra fomentando l’odio politico. Nell’ora della morte, come sempre, si alzano le voci di encomio nei confronti del defunto, e Fini dichiara che Rauti è stato “testimone degli ideali della nazione”. Concordiamo con Fini, se per nazione si intende Piazza Fontana, Piazza della Loggia, l’uccisione di Vittorio Occorsio, la strage di Peteano di Sagrado, e tutto ciò che è derivato dalla repressione degli anni 70 di cui Rauti è stato degno rappresentante.

Antonio Siniscalchi

[Fonte: www.oltremedianews.com]




laRepubblica.it - E' morto Pino Rauti, ex segretario Msi simbolo della destra nostalgica


Si è spento questa mattina nella sua abitazione di Roma a 85 anni. Partecipò alla fondazione del Movimento Sociale Italiano, che guidò dal 1990 al 1991. Dopo la svolta di Fiuggi, creò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore e poi il Movimento Idea Sociale. Assunta Almirante: “Uno dei grandi della destra”. Lunedì i funerali

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ROMA – E’ morto Pino Rauti, l’ex segretario del Movimento Sociale Italiano da alcuni definito “fascista di sinistra” e da altri “Gramsci nero”. L’uomo politico che finì sotto inchiesta, e fu assolto, per le stragi di Ordine Nuovo, si oppose prima alla gestione del partito di Giorgio Almirante e poi alla svolta di Fiuggi voluta da Gianfranco Fini. Tra qualche giorno avrebbe compiuto 86 anni. La camera ardente sarà allestita dalle 18 di oggi in Via della Scrofa, nella sede della fondazione An, e rimarrà aperta sabato e domenica. Lunedì i funerali alle 12.30 nella basilica di San Marco a piazza Venezia.
Nato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, il 19 novembre 1926, Giuseppe Umberto Rauti a 16 anni si arruolò volontario nella Repubblica sociale italiana e nel 1946 partecipò alla fondazione del Movimento Sociale. Ne fu segretario dal 1990 al 1991. Dopo il congresso di Fiuggi del 1995 che trasformò, sotto la guida di Gianfranco Fini, il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale, Rauti fondò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, di cui fu segretario dal 1995 al 2002. Nel 2004 diede vita al Movimento Idea Sociale.
Laureato in legge e giornalista, negli anni Cinquanta creò Ordine Nuovo, organizzazione di estrema destra che nel 1956 uscì dall’Msi. Agli attentati rivendicati con la sigla Ordine Nuovo si è sempre dichiarato estraneo. Fu accusato tre volte, e sempre assolto, per il reato di concorso in strage, per gli attentati di piazza Fontana a Milano, della stazione di Bologna e per la bomba di piazza della Loggia a Brescia.
Eletto a Montecitorio nel 1972, fu deputato fino al 1994. Negli ultimi anni di vita di Giorgio Almirante sembrò poterne raccogliere l’eredità e il testimone alla guida del partito, ma al XV congresso, nel 1987 a Sorrento, venne battuto da Gianfranco Fini che diventò segretario dell’Msi. Nel 1990 sconfisse Fini e rimase alla guida del partito per un anno.
Dal 1994 al 1999 fu europarlamentare: in questi anni si schierò contro la svolta di Fiuggi di Fini del 1995, che lo portò a fondare il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Con il Movimento Idea Sociale partecipò alle elezioni europee del 2004, raccogliendo lo 0,1% dei consensi. Alle elezioni regionali del 2005 si accordò con la Casa delle Libertà, ottenendo lo 0,5%.
Padre di Isabella Rauti, era il suocero del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Le reazioni. “E’ stato uno dei grandi della destra, è stato diverso, nell’insieme ha segnato la politica italiana e ha dato alla politica almeno un po’ di movimento, visto che ora c’è il ‘silenzio’ della destra”, ha commentato Assunta Almirante. Rauti, ha detto ancora la vedova del leader dell’Msi, “è stato ingiustamente indicato come un uomo che aveva commesso degli errori che poi è stato accertato non erano i suoi, cioè la strage di Piazza Fontana. E’ stato assolto e chi è andato a prelevarlo dal carcere di San Vittore a Milano fu proprio mio marito”.
Con Rauti scompare una delle ultime grandi figure politiche del dopoguerra italiano, ha detto il vice-coordinatore di Fli, Fabio Granata. “Al di là di una immagine legata al passato, è stato invece potente riferimento culturale e politico della parte più avanzata della destra italiana, soprattutto per le aperture verso i temi ambientali e culturali”. Lo ricorderò “con affetto e riconoscenza”, ha aggiunto, “in questa fase nella quale molti di noi, cresciuti nella sua area, ci sentiamo un po’ apolidi”.
Per Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, Rauti era un uomo carismatico: “Io militavo dalla parte di Almirante, ma ammiravo quest’uomo dal carisma che scuoteva le coscienze. La sua capacità di vedere prima le cose che sarebbero accadute dopo. Con la sua morte, tutti noi ci rimettiamo qualcosa, anzitutto in cultura. La Destra italiana si inchina con commozione”.
La scomparsa di Rauti ha rattristato Renata Polverini: “Se ne va un uomo di cultura, un intellettuale, un politico appassionato”, ricorda il presidente della Regione Lazio, esprimendo cordoglio e vicinanza alle figlie Isabella e Alessandra e a tutti i familiari.
“E’ con profondo dolore – ha scritto in un messaggio ai familiari il presidente del Senato Renato Schifani –  che ho appreso la notizia della scomparsa di Giuseppe Rauti. Con lui abbiamo perso uno dei protagonisti della nostra storia politica e culturale. Fin da giovanissimo ha dimostrato una straordinaria passione per la politica alla quale si è sempre avvicinato con assoluta autonomia di pensiero e libertà, non rinunciando mai ad esprimere il suo patrimonio di idee anche negli anni più difficili e complessi. Cinque volte deputato e due parlamentare europeo, oggi lo ricordiamo non solo come politico ma anche quale raffinato e autorevole giornalista, che amava raccontare l’Italia con una penna vivace, sostenendo sempre con forza, coraggio e determinazione il suo pensiero”.
Il presidente della Camera Fini ha espresso “il più profondo cordoglio per la scomparsa dell’onorevole Pino Rauti, uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della destra italiana. Parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura, Rauti ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della società che appartengono alla storia politica del nostro Paese”.
Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, lo ricorda come un “intellettuale di grande spessore, un uomo tanto coraggioso quanto controverso e discusso, che ha certo segnato un’epoca della storia italiana”.
Per il segretario del Pdl Angelino Alfano, la scomparsa di Rauti “lascia a tutti e, soprattutto ai più giovani, un insegnamento, quello del necessario legame tra politica e cultura, tra azione concreta nel presente e ricerca storica, sociale, culturale. In tempi in cui la politica è troppo concentrata sull’istantaneità e sulla volatilità, è una lezione preziosa da non dimenticare, anche per chi si sente lontano dal merito delle idee di Rauti”.

[Fonte: www.repubblica.it]




Trent'anni italiani


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A cura del Centro “Ordine Nuovo”

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[File pdf – 115 Kb]




Storia del fascismo - Nascita di una nazione


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di Pino Rauti e Rutilio Sermonti (Autori)

Copertina rigida: 576 pagine
Editore: Controcorrente (31 gennaio 2011)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8889015853
ISBN-13: 978-8889015858

 




Sky TG24 - "Rauti, per fare politica servono grandi idee"


https://www.youtube.com/watch?v=5GZCV7LfRdI




Il Foglio.it - Dice Pino Rauti che (da Fiuggi in poi) il vero leader dei missini è il Cav.


pino+rauti“Non si dovrebbe lamentare, proprio lui che dentro Alleanza nazionale era un dittatorello”. Pino Rauti, 84 anni a novembre, è rotondamente irritato da Gianfranco Fini da almeno trent’anni, da quando cioè il pupillo di Giorgio Almirante cominciava la scalata al partito che solo il fondatore di Ordine Nuovo tentò, con breve successo, di contestargli. All’epoca le posizioni erano invertite: Rauti era l’eretico, Fini il garante della tradizione. “Vorrei ricordare a Servello che quando ero segretario del Msi, e lui mio vice, noi tentavamo di rinnovare il partito mentre Fini diceva: sulla mia fronte c’è scritto fascista”. Era la breve stagione della leadership di Rauti, terminata in un disastro elettorale 18 mesi dopo la vittoria del congresso di Rimini del gennaio ’90.

Oggi però, per una sorta di nemesi, attorno al presidente della Camera si ritrova buona parte dell’antica gioventù rautiana allergica alla fascisteria dei labari e dei gagliardetti: “E’ sconcertante – ammette l’anziano leader – Non li riconosco. Non so che fine abbiano fatto le cose che diceva Moffa quand’era federale a Roma per mio conto”. Posizioni di forte sapore socialista – nazionale sia chiaro – e ambientalista, senza contare qualche non garbata antipatia personale. Gli aneddoti giovanili, in giro, si sprecano: Pasquale Viespoli per dire, oggi capogruppo finiano in Senato, nel 1977 prese a schiaffi il suo attuale leader che – da capo del Fronte della Gioventù – voleva impedire lo svolgimento del Campo Hobbit a Montesarchio.
“Oggi l’ambizione, anche culturale, di Fini è quella di costruire un’idea nuova di destra, ma s’è messo su una strada sbagliata”, spiega Rauti. E la strada è sbagliata fin dal 1995 di Fiuggi: “Quella è la grande cesura”, dopo la quale la destra di massa è il Cavaliere: “Un prodotto politicamente nuovo che s’è insediato su un consenso preesistente. E lo ha rafforzato parecchio”.

Il dissidio tra i due adesso, “al contrario di quanto crede Servello”, non è affatto personale, né contingente: “Ci sono diversità di fondo, eccome: basti pensare all’immigrazione, alla cittadinanza, alla bioetica. Non mi pare che Fini si stia rifacendo alla tradizione della destra, neanche missina”. In realtà, insiste, “non fa altro che riaffermare la sua antica vocazione allo sfascio”, l’unica vera costante della sua politica. “Non nego che nel mio giudizio possano pesare le storie passate”, concede l’anziano teorico dello sfondamento a sinistra, ma “Fini lo conosco fin da ragazzo e posso parlare di lui con cognizione di causa”. Prendiamo la casa di Montecarlo: “O sapeva, ed è grave, o non sapeva, ed è ancora più grave. La scelta è solo tra immoralità e ignoranza”. A questo punto, però, la strada è obbligata: “Se vogliono essere coerenti devono fare un partito”, certo “a quel punto bisognerà riconsiderare il ruolo del presidente della Camera: ci sarebbe una forte discrasia tra il processo che ha portato Fini su quella poltrona e la situazione che si verrebbe a creare”.

Non c’è niente che piaccia, a Rauti, di questo “sgomitare” del suo ex rivale per delle “piccolezze”, nemmeno il tema della legalità, “giusto, purché non sia agitato con puntigliosa pretestuosità”. Il Cavaliere, spiega, “è senza dubbio sotto attacco delle procure, c’è un andazzo inquisitorio contro di lui, quindi è normale che si difenda. E parla uno che con i pm ha avuto e ha a che fare: pensi che ancora adesso sono sotto processo per la strage di Brescia senza essere stato nemmeno interrogato”. Nonostante siano distanti anni luce, l’ex missino (e ordinovista e membro dei Far e fan dei colonnelli greci, una sorta di antologia del postfascismo repubblicano) ha una simpatia istintiva per Silvio Berlusconi: “L’ho incontrato molte volte e sempre da parte sua c’è stata stima e cordialità. Notava sempre ironicamente che ho molti capelli e io gli rispondevo che era l’unica cosa che avevo più di lui. Spero di vederlo a settembre, voglio capire che succede, ma comunque prima incontrerò Gianni Letta, un vecchio amico: quando io ero caposervizio al Tempo, lui era corrispondente da Avezzano”. Il premier peraltro, quali che siano i suoi difetti, “anche solo da un punto di vista di strumentalità oggettiva, ha un enorme merito storico: ha bloccato e, in qualche caso spazzato via, l’egemonia culturale della sinistra che durava fin dal 1945”. Un Cav. vendicatore degli ex fascisti, che adesso rischia per loro mano: “I propagandisti di Fini sono molto abili; se gli si dà il tempo di organizzarsi e crescere ancora, il logoramento di Berlusconi è inevitabile”.

[Fonte: www.ilfoglio.it]




Storia del fascismo - La conquista del potere


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di Pino Rauti e Rutilio Sermonti (Autori)

Copertina rigida
Editore: Napoli, Controcorrente (1 gennaio 2009)
Lingua: Italiano
ASIN: B005WWCOSC




Libero.it - Visti da vicino. Rauti Pino


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Lo conobbi a Savona, in piena campagna elettorale per le politiche all’indomani della prima scissione di AN dopo la svolta di Fiuggi. Non so cosa ci facevo io, in mezzo a quei nostalgici del ventennio, o forse del bienni repubblichino, però Rauti era un personaggio che andava incontrato. Non tanto per le idee che non condivido, ma per quello che l’uomo ha rappresentato, assieme ad Almirante (peccato non aver avuto tempo di incontrarlo!). Sia chiaro che io incontro tutti coloro che hanno rappresentato qualcosa per il Paese, nel bene e nel male.
Beh, quel giorno, ascoltai in silenzio il discorso di Rauti e fu straordinario, quest’uomo di 70 anni circa che raccontava come alla richiesta di aderire ad Alleanza Nazionale, lui rispose no, rinunciando ad un posto al sole nel nuovo partito, disse no perchè non se la sentiva di rinunciare al suo passato, ai suoi ricordi ed a parte delle sue idee….

[Fonte: blog.libero.it]




Radio Radicale.it - "Identità, Tradizione e Sovranità"


Presentazione del Gruppo costituitosi presso il Parlamento Europeo.

Registrazione audio della conferenza stampa dal titolo “Identità, Tradizione e Sovranità” che si è tenuta a Roma martedì 23 gennaio 2007 alle ore 11:00.
Con Alessandra Mussolini (parlamentare europeo, Alternativa Sociale), Roberto Fiore (segretario nazionale di Forza Nuova), Pino Rauti (presidente, Movimento Idea Sociale), Alberto Rossi (presidente della Associazione Volontari Nazionali).
La conferenza stampa è stata organizzata da Alternativa Sociale.
Sono stati trattati i seguenti argomenti: Destra, Europa, Italia,
Parlamento Europeo, Partiti, Politica.
Questa conferenza stampa ha una durata di 29 minuti.

[Fonte: www.radioradicale.it]