In opificio medievale tutta la modernità


Davvero da seguire l’iniziativa presa a Firenze e a Bagno a Ripoli. Eccola in dettaglio:

“Per l’opificio medievale delle Gualchiere di Remole c’è il progetto di realizzarvi una centrale idroelettrica che produca corrente grazie alla spinta dell’acqua dell’Arno. Entro sei mesi il dipartimento di ingegneria civile dell’Università realizzerà una ricerca sulla fattibilità dell’impianto, che è di proprietà del comune di Firenze ma si trova nel territorio di Bagno a Ripoli, sulla via di Rosano e a 14 chilometri da piazza del Duomo. E il comune di Bagno a Ripoli ha dichiarato di collaborare per questo uso delle “Gualchiere”. Di restaurare e riutilizzare, l’enorme complesso, che è composto da quattro ettari di terreno con edifici rurali e una quarantina di unità immobiliari, si parla da decenni: i progetti si sono sprecati ma si sono sempre scontrati con le grandi necessità finanziarie. Di recente le Gualchiere dovevano diventare un albergo di charme ma anche “museo del fiume” mentre il verde lungo l’Arno sarebbe stato recuperato per trasformarlo in parco fluviale con strutture sportive. E si era fatto avanti anche un gruppo privato per lavorare in project financing.

Per il nuovo progetto di centrale elettrica c’è ora un accordo di ricerca tra il Comune e l’Università, di cui è responsabile il professor Giorgio Federici, ordinario di costruzioni idrauliche. Lo studio, finanziato con 15mila euro, dovrà valutare le portate della traversa delle Gualchiere, che prende acqua dall’Arno, anche in riferimento alla regolazione delle dighe a monte (La Penna, Leva-ne e Bilancino); inoltre dovrà considerare varie ipotesi di derivazione delle acque e la fattibilità degli impianti con analisi di costi e benefici. Il salto del fiume, che si vorrebbe utilizzare per produrz energia elettrica, era già utilizzato nel “Medioevo per muovere i macchinari dellnualchiera”(detta di Remole dall’antico nome delle Sieci), industria di follatura in cui i magli ad acqua, battevano la stoffa, trattata con sapone e argilla, per conferirle consistenza. Nei secoli nel complesso si aprirono anche molini da grano e c’era un traghett (in funzione fino all’alluvione del 1966)che portava persone e carretti in via Aretina.”

I tetti di undici edifici di proprietà del Comune saranno coperti da pannelli fotovoltaici: si vuole produrre energia elettrica dal sole e venderla allo Stato, che incentiva la produzione da fonti rinnovabili, immettendola nella rete trasmissiva nazionale. Il progetto si chiama «Un megawatt nel comune di Firenze» e per attuarlo sono stati individuati gli edifici pubblici più idonei per ospitare gli impianti, tutti fuori del centro storico per evitare difficoltà con la soprintendenza. Gli edifici sono l’Autoparco di viale Manfredo Fanti, la Statistica in via Perfetti Ricasoli, il Centro elaborazione dati di via Reginaldo Giuliani, il Centro di formazione professionale di via Pisana, la direzione del Patrimonio in via Baracca, la sede del Quartiere 5 in viuzzo delle Calvane, l’Edilizia residenziale pubblica nel viale Guidoni, l’Economato in piazza Artom, il Centro florovivaistico in via di Ugnano, la Mobilità in via Marconi e l’Igiene in via del Gignoro. Secondo la relazione tecnica della società Eta (Energia trasporti agricoltura) che ha un contratto di consulenza con il Comune.




Piccole città storiche unite in associazione


PIEVE DI CADORE. Sono 30 le piccole città storiche del Veneto che, su iniziativa dell’ANCI Veneto, hanno deciso di associarsi per dare maggior risalto alle loro peculiarità. Tra queste ci sono Pieve di Cado-re ed altre cinque bellunesi (Mel, Belluno, Agordo, Canale e Lamon). «La cittadina cadorina», ha affermato l’assessore alla Cultura, Maria Giovanna Coletti, «ha deciso di aderire perché ritiene che la dimensione di Pieve non ottenga una adeguata visibilità quando viene proposta insieme a città storiche tipo Venezia, Verona, Vicenza e Tre-viso. Era quindi necessario disporre di uno strumento che rendesse giustizi , a questa situazione. La costituzione dell’Associazione piccole città storiche del Vene o porterà ad una maggiore visibilità nell’ambito di località omogenee, che saranno scelte proprio per la loro dimensione ancora “umana” da un numero sempre maggiore di turisti che, dopo aver visitato le grandi città d’arte, vogliono conoscere più a fondo il territorio della regione. Per ottenere questo risultato è già in corso di stampa un volume che illustra le peculiarità delle 30 città storiche, lasciando ad ognuna un identico spazio con le indicazioni e le informazioni necessarie per visitare queste località. Inoltre è già attivo il sito internet www.piccolecittàstoriche.it, che renderà ancora più facile la conoscenza delle caratteristiche di questi luoghi». Sola pochi giorni fa il sindaco di Pieve di Cadore (Belluno) aveva invitato gli operatori economici e turistici del posto ad un incontro per valutare la possibilità di inserire sulle pagine del catalogo delle piccole città storiche, e logicamente anche nelle pagine del sito Internet, le indicazioni commerciali più consone per attrarre turisti nel centro cadorino.




Immigropoli ondata criminale


Ecco l’espressione che viene alla penna se si scorrono le cronache con occhio attento a quanto accade sul versante degli immigrati. Ecco solo alcune delle notizie che abbiamo potuto raccogliere in pochi giorni, intorno a Ferragosto:

= bloccati a Mestre due nomadi di 11 e 12 anni sorpresi a rubare nelle case;
= sequestrati vari magazzini di minimoto di fabbricazione cinese in provincia di Udine; bloccati 1.200 “pezzi”.
= croato ventenne bloccato da cittadini inferociti a bordo di un auto rubata a un pensionato in provincia di Vicenza;
= difende la fidanzata e pestato a sangue da un albanese – arrestato – a Cittadella (Padova);
= piemontese di 14 anni in vacanza ad Alassio, violentata in pieno giorno in un “basso” da un marocchino di 28 anni, arrestato;
= arrestati tre immigrati “fuori legge” in una vetreria di Murano (Ve);
= ferito mentre “caricava” gas a Villafranca di Verona un 25 enne romeno;
= 25 enne nigeriana, assassinata a coltellate sulla “strada del vizio” a Montecchio Maggiore, nel Vicentino;
= arrestato a Trieste un kosovaro che dirigeva flusso di immigrazione clandestina nel Trevigiano; altri 5 kosovari arrestati nel Trevigiano;
= racket delle bancarelle; arrestato un cinese a Pordenone; denunciato anche per tentata estorsione ai danni di un connazionale;

= «Razzisti, bastardi, lasciatelo andare». Se la sono vista davvero brutta due carabinieri che l’altra notte hanno arrestato uno spacciatore tunisino sul piazzale della Stanga, al confine di via Anelli. Solo l’intervento di altre sette pattuglie ha evitato che venissero aggrediti da una trentina di maghrebini infuriati che tentavano di liberare il loro amico, una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, e riprendevano la scena con i telefonini. La “scaramuccia” si è risolta con una divisa strappata e una decina di stranieri fermati e identificati. Una nuova rivolta degli extracomunitari che dopo aver scagliato bottiglie e pietre contro i baristi del lungargine Piovego si sono dovuti calmare davanti al pronto intervento di polizia e carabinieri…”

= Josif Majhart, 46 anni, e Carpus lonut, 25 anni, questi i nomi dei due rumeni spirati nel giro di due giorni all’ospedale di Ragusa, intossicati dal metanolo contenuto in una bottiglia di vino. Inizialmente si era pensato che i due, lavoratori nelle tante serre della zona, fossero stati intossicati dagli antiparassitari. Ora ci si domanda se ci sia qualcuno che spaccia vino adulterato, o se i due abbiano preparato artigianalmente la bevanda che li ha uccisi.
= case svaligiate a Bibione, nel Trevigiano; arrestato 31 enne albanese, con refurtiva in casa;
= quasi linciato dalla gente, a Torremaggiore (Fg) clandestino 52 enne, ubriaco che tentava di rapire una bimba di 5 anni;
= bloccato furgone in partenza Romania; era pieno di refurtiva; arrestato 27 albanese presso Verona;
= per sfuggire un auto della Polizia, a Roma, muoiono nello scontro con un’altra auto, 2 extracomunitari; un terzo arrestato;
= fermato giovane magrhebino, a Milano; sospetto autore dell’omiciio del pittore Aldo Bresciani, ucciso a coltellate in casa;

= Quando, dopo gli scippi, i carabinieri li hanno bloccati tirando fuori le manette, i residenti – alcuni dalle finestre, altri scesi per strada – hanno incitato i militari «Prendeteli! Bene! Si meritano la galera!». Loro, i responsabili – tre ragazzini rom, tutti minorenni – hanno reagito come se niente fosse, ridendo spavaldi. E non hanno smesso di ridere nemmeno mentre, fatti tutti gli accertamenti del caso, i due 15enni finivano in carcere e il più piccolo, un l3enne, veniva affidato a una Comunità.
= da S.Maria Novella, stazione; bloccato algerino 23enne che aveva rubato valigia a una ragazza;
= tre peruviani arrestati per furto di una borsa (Fi);
= arrestano cingalese, a Brescia, uccide ragazza in chiesa; e fugge; l’ha lasciata morire, mani e piedi legati;
= da Milano: 40 enne stuprata in strada da maghrebino, che è fuggito; c’e’ chi suggerisce, come reazione, la castrazione chimica;
= da gennaio si sono0 rivolte al “Soccorso violenza sessuale” della clinica Mangiagalli 172 vittime, in un anno aumento del 20%;
= incendiato dal racket bazar di un marocchino, a Padova; si sospetta auto-rogo.
= ancora a padova: sgominata una baby-gang romena; due arresti;
= bloccato a S.Pelagio di padova, algerino 53enne per documenti falsi e possesso di coltelli;
= setacciata a Padova la zona dell’Arcella: un arrestato (un peruviano) e 6 denunce;
= diciassettenne stuprata in discoteca; a Chieti; da uno studente algerino; arrestato sul posto;
= 17 enne cinese seviziato, decapitato, gettato ai maiali; a Villasimius in Sardegna; dal suo “amante”, un giovane sardo;
= ad Assisi: un marocchino 28 enne esce per l’indulto e viene riarrestato perchè colpito da altro provvedimento restrittivo;
= immigrato arrestato a Vittoria Apuana , presso Forte dei Marmi; affittava nella spiaggia diecine di ombrelloni rubati;
= 22 enne marocchino bloccato a Vedelago (Treviso) mentre stava per passare in Austria con 73 banconote da 100 euro, false;
= tre romeni giovanissimi, senza documenti, sono in gravi condizioni perchè la loro auto è andata a fracassarsi a fortissima velocità a Trecaseleghe, nel Padovano
= pendolarismo degli spacciatori, alla periferia di Padova, dopo il “muro” a via Anelli; fermati un marocchino e un tunisino;
= giovane moldava investita da un auto pirata a Cittadella (Padova);
= dal Trevigiano: allarme “spaccate”. In un mese fra luglio e agosto, se ne sono avute quaranta. La Confesercenti lancia l’allarme;
= da Nettuno (Roma): arrestata la nomade con il record di furti; con 13 pagine di “precedenti penali” e 100 identità diverse. E’ una bosniaca di 23 anni.
= badante ucraina uccide la sua assistita; a Santa Giustina, presso Feltre.
= a Milano; preso 15 enne romeno che per due volte in poche ore, ha tentato di scippare una donna alla stazione; Era stato già fermato 5 volte e aveva dato nominativi diversi;

= ancora da Milano: I carabinieri non hanno avuto difficoltà a bloccarlo e a identificarlo: se ne stava a casa, nell’appartamentino di un palazzo in una via che si trova in zona viale Monza. Ed era proprio lì, in quello stabile, che poco prima il peruviano 24enne aveva messo le mani addosso a una ragazzina incontrata in ascensore: approfittando del fatto di essersi trovato solo con lei, l’uomo aveva fatto «la piovra» e la giovane non aveva potuto sfuggirgli se non quando le porte si erano riaperte. Dicesi violenza sessuale, reato grave, da carcere. Una faccenda seria. Soprattutto per uno come lui che dalla galera, grazie all’indulto, era appena uscito. E che, invece di lasciare il territorio italiano – come intimatogli dalla legge sull’immigrazione – era rimasto…
= prostituta senegalese sfregiata da un connazionale, a Firenze;
= a Roma, in un albergo del Corso, muore filippino di 55 anni; lavavetri, violenze sul corpo era riflesso su una finestra squarciata;
= giovane dell’Ecuador accoltellato fuori da un locale notturno al quartiere Eur di Roma
= automobilista accoltellato a Rimini dopo una lite, responsabili quattro moldavi fuggiti su un auto rubata;

= L’hanno investito con l’auto, durante una rissa, poi l’hanno lasciato per terra, ferito a morte. Una rissa che lui, Rocco Rizzari, 57 anni, guardia giurata, originario della Sicilia, ma da un anno residente a Tarantasca, vicino a Cuneo, aveva cercato di sedare. La tragedia è avvenuta venerdì sera, poco dopo le 22, a Ronchi, una frazione di Cuneo, nello spiazzo davanti al mercato del bestiame più importante del Piemonte. È lì che, per motivi non ancora del tutto chiari, scoppia quello che i carabinieri del Comando provinciale di Cuneo definiscono «un vivace alterco» fra due gang, una di albanesi, l’altra di italiani che si erano dati appuntamento per regolare qualche conto in sospeso legato al traffico della droga;

= La bambina era sulla finestra di casa al secondo piano di un palazzo di via Cavour, a Trento. Piangeva e urlava. Era da sola, a 4 anni, con la porta dell’appartamento chiusa a chiave dell’esterno .Sono stati i vigili del fuoco a «liberarla». Sono saliti con la scala fino alla finestra e l’hanno portata nel bar «Pace» dove c’era ad aspettarla una zia che è riuscita a calmarla in attesa del ritorno del padre. Quando quest’ultimo si è presentato ha trovato i poliziotti ad aspettarlo.E’ stato denunciato per abbandono di minore. E’ il secondo caso in due giorni. Ed in entrambi i casi i genitori che sono stati denunciati dalla polizia erano cinesi.

= Due rumeni e un macedone risultano indagati per una decina di furti alle attività commerciali del Bellunese portati a termine nella scorsa primavera. I due, sulle cui tracce sono le forze dell’ordine e di cui non si conoscono le generalità visto che i tre cambiano sovente nome, sarebbero stati incastrati dalle impronte digitali. E’ questo il risultato ottenuto dalla Squadra mobile di Belluno nell’ambito di un progetto del ministero dell’Interno denominato «Vesta», partito nel 2004 in diverse città italiane per contrastare il fenomeno delle «rapine in villa». L’ha ricordato il responsabile della Squadra mobile di Belluno, Mauro Carisdeo, era finalizzata alla prevenzione degli assalti alle ville e a Belluno era culminata nel 2004 con l’arresto di tre marocchini. Poi il progetto è continuato, ma a Belluno il livello di prevenzione è con uno sguardo particolare verso l’Est Europa. E in questo senso sono stati indagati per furto due rumeni e un macedone.Sarebbero gli artefici di almeno una decina di furti in altrettante attività commerciali sull’intero territorio provinciale.
= un morto e un ferito in una rissa fra sudamericani (ecuadoriani e peruviani) davanti a un ristorante milanese a viale Monza;
= a Roma, marocchino 30 enne, rapina donna all’Esquilino; inseguito e arrestato; fermato giovane egiziano enne per droga e banconote false; egiziano 39enne si uccide impiccandosi al Prenestino.
= ancora a Roma: rumena 19 enne scippata: in questura scoprono che era clandestina; 2 giovani romeni si baciavano focosamente e intanto borseggiavano i curiosi, a San Pietro.
= ammanettato a Treviso, per spaccio di droga, 18enne marocchino;
= senegalese 38enne, arrestato per rissa e ubriachezza molesta a Conegliano Veneto

= riunione d’emergenza a Belluno, del Comitato per l’ordine pubblico. Avviati rinforzi di Polizia per il dilagare di furti nel Feltrino e nel Bellunese; Arsiè, Rasai, Villago e Anzù; e pure all’Alpago, al Cadore e sul Sinistra Piave; il custode sventa il saccheggio del grande magazzino” Esso Music” ad opera di un gruppo di nomadi.
= a Montegalda (3.200 abitanti) ci sono stati 13 furti in poco piu’ di una settimana; organizzate “ronde di difesa” notturna;
= 35 enne croato arrestato per droga a Portogruaro;

a Venezia, indagine dell’Istituto Veneto Sondaggi – Panel data: 8 intervistati su 10 hanno bocciato l’indulto




A Revello nel Cuneese ritorna alla grande il futurista "Fillia"


«Casa Fillia», l’antica filanda che diede i natali all’eclettico artista, per la prima volta al pubblico (fino al 3 settembre) ospiterà un’esposizione di fotografie, giornali e documenti che ripropongono i momenti significativi della sua opera. Un evento che, a settant’anni dalla morte, desidera riportare alla sua terra d’origine il futurista Luigi Colombo, in arte Fillia, rievocato nella sua molteplice attività di pittore, designer, poeta e scrittore. Per le vie della città esposte gigantografie delle sue opere, mentre una mostra di mobili e quadri è stata allestita nella Cappella Marchionale e presso l’attuale Municipio. Nato e vissuto a Revello, Fillia si trasferì a Torino per gli studi e ne11918 diventò precoce animatore della cultura futurista nel capoluogo piemontese. La sua opera di pittore, scrittore e poeta, ma soprattutto il suo fervore di intellettuale, lo portarono a stringere amicizia con Filippo Tommaso Marinetti e con i maggiori esponenti dell’avanguardia artistica. I suoi quadri e i suoi scritti — romanzi e poesie— lo consacrarono come uno dei fondatori del cosiddetto “secondo Futurismo” e lo imposero all’attenzione di tutta Italia. Morì a soli trentadue anni. Molti elementi della realtà revellese ritornano nella sua opera, come s’avvertono gli echi dei racconti materni sui viaggi in Argentina, tra transatlantici, tango e pampa. Vi si riflette anche il “dinamismo” della filanda in cui Fillia nacque e presso cui trascorse l’ infazia. Proprio nell’antico opificio, il 19 agosto è stata affissa un’epigrafe per ricordarne la nascita e, a seguire, è stata inaugurata l’esposizione dei documenti.




Dalle Fiandre "superbe" all'Abbruzzo meno noto


Con l’Europa a disposizione, un turista ha davvero “tutto” a portata di mano. E qui preghiamo chi legge di seguirci in questo itinerario, che va dalle Fiandre all’Abbruzzo piu’ nascosto. E ce ne sono cento, ce ne sono mille, di “itinerari così”.

Organizzare un viaggio nelle Fiandre significa conoscere l’unica civiltà artistica paragonabile a quella italiana del Rinascimento e scoprire anche gli intensi scambi culturali reciproci. Davvero indimenticabile, in questo senso, è la sala del museo di Anversa dove i capolavori di Simone Martini e Antonello da Messina sono messi a confronto con opere sublimi di van Eyck e van der Weyden.La fioritura dei centri commerciali fiamminghi tra Quattro e Cinquecento segue una progressione lungo quattro città principali, che parte da Gand (dove si incastona l’Agnello Mistico di van Eyck), prosegue (ed è un’apoteosi)con la Bruges del secondo Quattrocento (in termini pittorici, da Memling a Gerard David), si sviluppa nella Bruxelles della reggente Margherita d’Austria nel Cinquecento (fino a Bruegel) e si completa con la splendida, orgogliosa Anversa, autentica capitale dell’Europa artistica dal tardo Rinascimento fino a Rubens. Superbi edifici gotici, capolavori assoluti della pittura e figure storiche di grandi maestri accompagnano costantemente l’itinerario, in un’equilibrata alternanza tra incantevoli centri monumentali e collezioni museali sempr¦ ricche, mai gigantesche, e dunque sempre gestibili con piena godibilità in tempi ragionevoli.

E ancora, in dettaglio e in sintesi, Bruxelles.

Dopo l’arrivo a Bruxelles, visita al centro storico della capitale del Belgio, con il fascinoso “cuore” costituito dalla Grand’ Piace, interamente circondata da edifici storici fra cui il Municipio con la stupenda torre tardogotica, e dalla Cattedrale dei santi Michele e Gudula, uno dei più importanti edifici gotici dell’Europa centrale,la cui mole solenne e ritmata si alza su una scalinata. .. Nel Parco del Cinquantenario, ai margini della città, si sviluppa il vasto Museo di Arte e Storia, impressionante panorama sulle manifatture artistiche fiamminghe e valloni attraverso i secoli, con particolare riferimento alle oreficerie mosane e agli arazzi.

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Ampie zone di natura selvaggia, biodiversità variegata, insediamenti umani antichissimi: sono solo alcuni degli elementi che fanno del Parco nazionale della Majella un’area protetta sicuramente fuori dal comune. In un solo decennio di attività l’impegno ha portato alla realizzazione di tre musei e due giardini botanici, che uniti allo spettacolo offerto naturalmente dalla flora e dalla fauna hanno attirato nel corso degli anni sempre più turisti amanti della natura incontaminata.

“E vero – ammette Nicola Cimini, direttore dell’ente – quello della Majella non è un Parco come tutti gli altri. Ci sono caratteristiche uniche, come le aree significative di natura selvaggia, senza strade e insediamenti, oppure le oltre 50 vette dalla biodiversità elevatissima, che lo rendono “speciale”. Il Parco si affaccia direttamente sui Balcani da un lato ed ha tutte le caratteristiche naturali proprie di quell’area, mentre dall’altro lato presenta aspetti più mediterranei. Inoltre anche l’altitudine cambia parecchio: andiamo dai 2.800 metri del monte Amaro ai 300 metri di Fara San Martino. La diversità di ambienti ha portato ad avere una vegetazione unica in Italia, mentre aggiunge ulteriori motivi di fascino la presenza di insediamenti archeologici e religiosi, come gli eremi sperduti in zone inaccessibili”. Le stuzzicanti peculiarità equivalgono necessariamente a un maggior interesse dei visitatori e, quindi, ad un maggiore introito turistico: “Secondo un rapporto del Cresa – spiega infatti Cimini – il valore complessivo annuo del turismo sulla Majella è di 334 milioni di euro. Ebbene, almeno 100 di questi milioni, ma forse anche di più, provengono dal Parco nazionale. Quello che attira maggiormente i visitatori è la natura selvaggia, incontaminata, che copre un’ampia fascia dell’area protetta. Proprio la “wilderness” ci ha consentito di ottenere come unico Parco dell’Europa occidentale la certificazione internazionale dall’associazione “Pan Parks”, i cui rappresentanti hanno ultimato recentemente la verifica annuale, trovando molto soddisfacente il nostro impegno nel portare avanti un programma di miglioramenti. In questo modo, nel Parco è possibile svolgere sia turismo sostenibile, di qualità e selezionato per gli amanti della natura selvaggia nei 25 mila ettari incontaminati.

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Un insieme di elementi storici e culturali nel grembo di un territorio d’assoluto valore naturalistico. Si potrebbe definire così la provincia aquilana, che offre ai turisti numerose tipologie di percorsi in zone che hanno conservato tutto il loro splendore. In provincia la montagna troneggia praticamente ovunque: si pensi al Gran Sasso, fiero ed imponente, e alla Majella, una sorta di dolce figura protettiva sul versante sulmonese. Tre sono i Parchi nazionali, uno quello regionale, a cui si aggiungono moltissime aree protette, e ciò fa della ,provincia aquilana un caso unico nel panorama delle riserve naturali europee. Imille percorsi da seguire, tra immensi canyon e piccoli laghi, tra improvvisi cambi di paesaggio quasi “cinematografici”, boschi nascosti e vallate, fanno da cornice alle realtà del luogo, vere e proprie perle storico-culturali e mete ambite dai turisti di mezzo mondo. Da queste parti non sono andate perdute le radici culturali, meravigliosamente conservate nei borghi, riscoperti e valorizzati dagli enti e dai privati, nei tanti castelli, nella cucina tipica e nei sapori, in un fascinoso intreccio di antichissime tradizioni come la Transumanza, che ha segnato la vita di molte popolazioni abruzzesi. Spetta all’Aquila lo scettro di centro culturale più importante. Di nobilissime origini (fu fondata nella prima metà del 1200, secondo la tradizione da Federico II), L’Aquila può essere considerata un libro di storia a cielo aperto. Adagiata all’interno della “conca” dei monti Sirente e Velino con il Gran Sasso a svettare sullo sfondo, monti che l’hanno difesa e protetta per secoli, la “nobildonna italiana” della casa di Svevia è un passaggio obbligato per chi ama vivere la storia da dentro e magari respirare l’alone di mistero che avvolge le piazze e le chiese, luoghi sì religiosi ma densi di simbolismi occulti. E bene ricordare che L’Aquila costituisce un caso unico del periodo medievale: fu costruita secondo un progetto pressoché eccezionale, di cui non si conoscono altri esempi in tutta la storia dell’architettura urbana. L’evento cittadino più importante della “città dei 99″ è senza dubbio la Perdonanza celestiniana, manifestazione religiosa tra le più famose al mondo. Alla fine del settembre 1294 Papa Celestino V emanò la Bolla del Perdono, fatto a seguito del quale proprio all’Aquila fu istituito il primo Giubileo, sei anni prima dell’altra Bolla di Bonifacio VIII con la quale si proclamava l’Anno Santo ufficiale della Chiesa. Da allora, da più di sette secoli, il 28 agosto di ogni anno una solenne processione accompagna il prezioso documento, custodito nelle mani della Dama con al fianco il Giovin Signore, dal Palazzo Comunale fino alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove avviene l’apertura della Porta Santa. Intorno all’Aquila si sono sviluppate le altre bellezze della provincia. Dai siti archeologici di Fossa ed Amiternum, passando per i borghi di Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio, Bominaco, Fontecchio, risalendo la Valle Subequana fino a Secinaro. Senza dimenticare l’Eremo di Celestino, a Sulmona, patria del poeta latino Ovidio, famosa per i confetti e teatro dell’antichissima Giostra cavalleresca, ennesimo diamante del Medioevo abruzzese.

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Si chiama “Asinomania” ed è il punto di riferimento a Introdacqua per quanti amano le escursioni naturalistiche e le mille virtù degli animali senza dimenticare le tradizioni. Nata per passione, dall’idea di abbracciare la causa “asinesca” con lo scopo di salvare il nobile animale dall’estinzione, la cura degli asinelli è ora diventata una vera e propria moda richiesta anche dagli stranieri. “Ricordo – racconta lo psicologo Eugenio Milonis – che avevo appena sei anni quando ho lasciato l’Abruzzo per andare a Roma, dove lavoro. Ho sempre portato con me l’immagine agricola della zona popolata da asini, ma leggendo della scomparsa di questi animali ho cominciato un allevamento con due esemplari nel mio giardino”. Ora, Milonis di asini ne ha 40, tra esemplari italiani e stranieri, ma purtroppo non c’è più traccia della razza dell’asino aquilano. Estinto. Cominciata anni fa, l’attività sta portando frutti. A partire dalla grande richiesta di latte d’asina. “Molti genitori – continua Milonis – arrivano disperati, si presentano con le prescrizioni pediatriche peri loro bimbi intolleranti o allergici ai prodotti in commercio. Il latte d’asina non solo risolve i loro problemi già dopo una ventina di giorni, ma dà una mano allo sviluppo dei piccoli gracili di costituzione”. Un’attività limitata per l’esigua produzione di latte. L’importanza di questo prelibato alimento ha portato il centro di Introdacqua a collaborare con il Parco scientifico e tecnologico dell’Aquila.Il responsabile di “Asinomania” è a dir poco addolorato per la grossa ricchezza che l’Abruzzo ha perso con l’estinzione della razza aquilana. “Abbiamo detto addio a un patrimonio inestimabile: prima in Italia esistevano dodici razze, oggi ne sono rimaste cinque”, – sospira. Per cercare di recuperare quel poco di tradizione, ecco l’idea del trekking-someggiato. Una riscoperta dei posti montani con l’ausilio del somaro, che però serve solo come portatore di soma: il viaggio infatti viene affrontato non sulla groppa dell’animale ma insieme all’asino, che cammina al fianco del turista. Numerose le richieste per giri dì una o mezza giornata, con tanto di sosta per picnic. I più allenati partecipano al percorso che arriva a Tagliacozzo della durata di una settimana, con soste negli agriturismi. A richiederlo sono anche gli inglesi. La moda comincia a contagiare anche i manager stressati: di recente industriali del Nord hanno chiesto asini a noleggio per escursioni settimanali in montagna. Non mancano corsi di onoterapia, particolarmente indicata per la cura psicologica di bimbi caratteriali, autistici, iperfreneticì, a differenza dell’ippoterapia che è ideale per la riabilitazione motoria. “Di recente – svela Milonis – abbiamo lavorato per il reinserimento nella società dei detenuti del carcere di Chieti, con una comunità terapeutica di schizofrenici e una onlus romana che cura adolescenti e bambini in difficoltà. Siamo stati contattati anche da don Mazzi”. Su Introdacqua piovono anche le richieste per corsi di formazione rivolti agli operatori. “Stiamo pensando di costituire una scuola di formazione permanente. Molte adesioni arrivano soprattutto dalla Spagna, non mancano austriaci e svizzeri anche per i corsi di trekking someggiato.

Ed è made in Abruzzo l’idea di un consorzio nazionale allevatori di asini, denominato “Allevasini”.




Camaldoli: Forestale salva un bel farro


Solo l’intervento in forze della “Forestale” ha salvato a Napoli uno splendido farro ai Camaldoli; fermando camion e ruspe che stavano abbattendo castagneti e quant’altro su un’area di 40 mila metri quadrati. Lo scempio ha preso le mosse da un “piano di riqualificazione” del Comune, che vuole installare nell’area una scuola di equitazione e una scuola per “camper”

Di contorno c’è la rabbia delle associazioni ambientaliste, dei cittadini, che, appena aperto il cantiere, avevano segnalato allaa Guardia Forestale le proprie perplessità. Da verificare è la questione che oppone le posizioni della Forestale e delle istituzioni che hanno varato il progetto con un finanziamento di 2 milioni e 400mila euro, da completare entro la fine del 2006. Secondo il comandante Vincenzo Stabile, capo provinciale del Corpo che ha eseguito il sequestro: «Nel catasto del Comune di Napoli l’intero bosco è sottoposto a protezione integrale, quindi è vietato toccare la flora se non per interventi di potatura». La Soprintendenza e la Commissione edilizia comunale, che hanno dato il via ai lavori e all’abbattimento degli alberi, sostengono, invece, che il parco dei Camaldoli sia una zona «F2a», ossia un’area pubblica attrezzata, su cui le istituzioni possono intervenire, per la realizzazione di impianti sportivi.

Un altro “caso” ambientale è quello del “MOSE” a Venezia, che sembra, sia un fallimento; a parte l’ultima novità finanziaria in materia perchè per andare avanti mancano i fondi. Massimo Cacciari non ha peli sulla lingua: “la puntuale ricognizione fatta dal Cipe non fa che confermare quello che affermai nel 1994; e cioè che si stava dando avvio a una costosissima impresa senza avere la piu’ pallida idea di dove tirar fuori i soldi necessari, sia per la costruzione che per la manutenzione dellopera”. Aggiunge: “Per essere chiari, la responsabilità di aver imboccato senza ritorno una strada sbagliata va attribuita sia ai governi di centrodestra che a quelli di centrosinistra”. . “Mi auguro – continua – che questo nuovo allarme sui conti e sui costi serva a far riflettere sul fatto che siamo ancora in tempo a utilizzare quanto realizzato finora con le opere complementari ripensando radicalmente i passi futuri”.

E con il “decreto Bersani” siamo anche a quel regime dei somari, al titolo di questa nostra “finestra” sul sito. Ne scrive Maurizio De Tilla, presidente della Federazione degli Ordini degli avvocati. Leggiamo tra l’altro:
“Il decreto legge n.223/2006 viola palesemente l’articolo 77 della Costituzione sotto il profilo della sussistenza del presupposto di urgenza, in quanto l’intervento normativo non risulta imposto dall’esigenza di un adeguamento al diritto comunitario in quanto è proprio tale ordinamento ad escludere l’esercizio delle professioni legali dalle norme della concorrenza (vedi risoluzione del Parlamento europeo del 23 maggio 2006; sentenza Corte di Giustizia 19 febbraio 2002, sentenza 17 febbraio 2005). Il decreto legge n. 223/2006 abolisce (con la previsione di nullità) parti essenziali dei codici deontologici frutto dell’autonormazione categoriale che ha un fondamento storico…”

E ancora:
La Corte Costituzionale – con ripetute pronunce (ord. n. 381 del 2002; sent. n. 137 del 1975) -ha più volte affermato chele norme deontologiche per l’esercizio della professione di avvocato (modificate in via invasiva dal decreto legge n. 223/2006), adottate dai competenti organi dell’Ordine forense, sono di centrale importanza per la definizione della professione, atteso che «la funzione e la natura della professione di avvocato» debbono essere ricostruite «anche alla luce del vigente codice di deontologia forense». La stessa Corte Costituzionale (sentenza n. 171/1996) ha sottolineato che gli avvocati assolvono una funzione insostituibile per il corretto svolgimento della dinamica processuale, contribuendo alla crescita culturale e civile del Paese e…”

Emergenza anche a Milano per gli “anziani soli”; e c’e’ anche l’allarme dei medici. Alcuni dati generali, anzitutto.
Come precisa pneumologo Sergio Harari, gli anziani ultrasessantacinquenni rappresentano quasi un quarto della popolazione milanese, per la precisione il 23% contro una media nazionale del 19%. A Milano,ci sono 2 anziani ogni 100 ragazzi (media nazionale 1,4) ed il rapporto tra la popolazione anziana e la popolazione attiva è nettamente maggiore rispetto al resto della Lombardia ed a tutta l’Italia (35% contro il 27-28%). Il caldo, le ferie, la partenza o carenza di badanti, parenti, vicini di casa, rendono evidente una situazione dì cronico abbandono. Allora al pronto soccorso degli ospedali arrivano novantenni disidratati e denutriti, cardiopatici scompensati perché nessuno ha loro ricordato di assumeree le medicine, nonnine con i piedi gonfi ed il fiato corto. Molti hanno bisogno di cure, tutti hanno bisogno di essere assistiti, accuditi, affettuosamente protetti. Il dramma, spesso, è che non si sa come riuscire a dimetterli dagli ospedali sapendo che nelle loro case ritroveranno le stesse condizioni che hanno portato al loro aggravamento e ricovero. Gli assistenti sociali aiutano ma non possono risolvere le situazioni più acute e delicate. Ad agosto il problema dell’assistenza agli anziani emerge con maggior acutezza ma è un problema sempre presente, come un fuoco che cova sotto le braci, che non potrà che continuare ad aumentare nei prossimi anni…”

A Cura di Pino Rauti




Paese di truffe


Esce un “Paese” dov si truffa a piu’ non posso da molte recenti vicende milanesi ma non solo. A Milano è risultato – tanto per cominciare – che delle 1.500 Agenzie di viaggio “una su tre” è fuorilegge e delle restanti “affidabili sono non piu’ di 600″ sicchè si puo’ ben dire che “siamo all’emergenza” specie ai danni degli anziani e delle coppie di giovani. Sempre a Milano -che dunque con buona pace dei leghisti puo’ essere definita “Milano Ladrona” ogni anno si verificano 350 “raggiri” che hanno per vittime gli ultra 65enni. E poi imperversano con fatture esose e interventi “approssimativi” fabbri, idraulici, ed elettricisti.

Cronache da indulto

Riprendiamo dal “Corriere della Sera”, edizione Milano, a firma di Biagio Marsiglia. Al poliziotto di San Vittore, che col sorriso sulle labbra l’altra mattina gli aveva spalancato la porta blindata del carcere, Miguel, 24 anni, cileno, dieci mesi per furto, l’aveva detto. «Che mi ci mettete a fare fuori? Mi dite voi cos’altro posso fare se non rubare?». Ma l’uomo in divisa, come era giusto che fosse, aveva fatto spallucce e girato in fretta il pesante chiavistello. Da scarcerare, prima della fine del turno, ne aveva altri trenta di detenuti, e fra i suoi doveri, deve aver pensato, non c’era quello dello psicologo. Così Miguel se n’era andato incontro alla libertà che non voleva. E che ieri mattina, aula di giustizia delle direttissime, è già finita. Rieccolo Miguel, lui con tutta la banda graziata dall’indulto. L’hanno preso i poliziotti della volante mentre rubava in una pasticceria di via Tolstoj, a Milano, e l’hanno risbattuto in galera. «Io signor giudice – ha ripetuto al magistrato chiamato a convalidare l’arresto – l’avevo detto che l’indulto era solo una fregatura. Non lo volevo perché sapevo che sarebbe finita così, senza soldi, per la strada, con una famiglia in Cile da mantenere… Cosa dovevo fare se non rubare?». Il giudice lo ha ascoltato in silenzio. Miguel e la sua banda, altri tre giovani cileni, saranno processati sabato prossimo. Chi, invece, oggi lascia le sbarre tra lo sbigottimento dei giudici, è un albanese che faceva parte di una pericolosa banda di rapinatori di ville. Una gang senza scrupoli, 50 colpi al Nord. E a fargli compagnia all’aria aperta anche tre extracomunitari condannati con sentenza definitiva per associazione a delinquere finalizzata a reclutare terroristi…

Otto anni, così…

Da Milano a Napoli; dove vicende drammatiche come quella della morte sul lavoro di un operaio “al nero” padre di 4 figli, fanno emergere retroterra inquietanti. Salta fuori ad esempio che sessanta famiglie sono state sistemate in un ex albergo – nella tristemente nota zona di Scampia – e li dimenticate In un edificio di 4 piani, rimasto privo di ascensore. E li “vivono” da otto anni senza che le innumerevoli promesse di un alloggio decente abbiano trovato un seguito qualsiasi. Tre/quattro persone e anche piu’ “ammucchiate” in un paio di vani; questa è la situazione da otto anni!

Scempio ai Camaldoli

Aurora a Napoli, nel piu’ grande polmone verde cittadino, dove si puo’ camminare in 135 ettari di bosco selvaggio che ricopre un intera collina – come scrive Alessandro Barone sul “Corriere della Sera”; e dove, dopo 26 anni. Le “strutture sono inaccessibili” I vialetti che si intersecano e attraversano l’enorme distesa di castagni, il belvedere, le due fontanelle d’acqua potabile, sono le uniche strutture agibili, nella zona che affaccia sui Camaldolilli e l’Eremo, le stesse dal 1980, anno in cui fu istituito il piu’ grande parco urbano di Napoli . Il più trascurato, il meno conosciuto e frequentato dai napoletani. Il motivo è evidente: non c’e’ un punto di ristoro, non e’ stata ancora realizzata una sede amministrativa e i 15 impiegati della Napoli Servizi sono accampati in un container, quattro dei cinque ingressi esistenti non sono mai stati aperti (nonostante le diverse inaugurazioni avvenute), l’unico varco disponibile è quello dell’ex viale privato Rai, le strutture sportive presenti (4 campi da gioco, due spogliatoi, una pista ciclabile e un campo da bocce, costruiti ventanni fa) e la metà dei servizi igenici già costruiti (aperti adesso che ne sono due) non sono mai stati attivati…

Giornalisti “autonomi”

Sono tanti i “giornalisti autonomi”; crescono di numero ma guadagnano sempre meno; leggiamo ne “Il Giornalista”, riprendendo l’articolo documentatissimo che ad essi dedica Massimo Marrano. Precisando, fra l’altro, che il ricorso al lavoro giornalistico autonomo non è piu’ la vecchia forma di collaborazione di un tempo, che era resa per lo più da pubblicisti che svolgevano un altra attività come lavoro principale. Infatti, cresce sempre di più nelle categorie legate per legge all’esclusività professionale: i professionisti e addirittura i praticanti. Senza contare, ovviamente, quelli tra i pubblicisti che, in realtà.. sono “professionisti di fatto”‘, in quanto giornalisti a tempo pieno: una fetta di professione che è difficile quantificare, ma comunque consistente. Lo dicono i dati statistici del 2005 della Gestione separata dell’Inpgi dai quali risulta anche che la retribuzione media dei giornalis1i autonomi si attesta su una soglia di pura sopravvivenza. La flessibilità, quindi, viene utilizzata dagli editori – e anche dagli altri committenti che pur non essendo imprese editoriali, si avvalgono del lavoro dei giornalisti – come mezzo per contenere il costo del lavoro e limitarne le tutele. Tutto questo, mentre la percentuale dei disoccupati in rapporto ai giornalisti attivi è dell’8,02%. Nel 2005, su 4 controlli avviati in altrettante aziende dagli ispettori dell’lnpgi, 63 si sono conclusi con verbali di addebito. In 155 casi, è stata contestata alle aziende la qualificazione di collaborazioni autonome per rapporti di lavoro ritenuti, invece, dagli ispettori di – natura subordinata, per un totale di 3.5 milioni di euro di contributi che avrebbero dovuto essere versati a beneficio dei giornalisti. Gli ispettori dell’lnpgi hanno contestato la sussistenza di 1l4 rapporti di lavoro a tempo pieno (art.1 (del contratto), 27 di collaborazione fissa (art. 2) e 14 di corrispondente (art. 12). Per quanto riguarda la ripartizione di queste contestazioni fra le varie tipologie di aziende, 28 riguardano quotidiani, 35 periodici, 39 emittenti radiotelevisive, 11 testate on-line e 42 fra agenzie di stampa e “service”….

(da “Il Giornalista” dell’Unione Nazionale Pensionati – Corso Vittorio Emanuele 349 Roma




Cultura e gastronomia nei borghi dell'Aquilano


Si puo’ dire che quest’anno non c’e’ neanche uno dei 108 comuni e “borghi” della provincia dell’Aquila che non sia interessato da iniziative ed eventi di cultura e grastronomia. Concerti e spettacoli teatrali, storia e folklore, cinema e letteratura si inseguono e intrecciano – scrive Stefania Pezzopane, presidente della provincia dell’Aquila in un inserto giornalistico – e a fare da cornice, “i nostri parchi” le montagne, i borghi antichi, le bellezze architettoniche in un territorio ricco di tradizioni intatte nel tempo….”

Si pensi, ad esempio, alla “Serata Straussiana” a a Barisciano, ai “Carmina Burana” a Bominaco, alla “rassegna organistica” all’Aquila; dove si terranno anche in agosto, il concerto della Sinfonica Abbruzzese e il Festival “dal Vesuvio all’America Latina….

Ci sono, anche, i Concerti di Provincia in Festival, a Sulmona, ad Avezzano e all’Aquila, con i “Modena City Raubblers”, Bennato e i Taranto Powers e Alex britti ed Edoardo Bennato.




L'UNESCO "riconosce" il Centro di Ferrara


Il Centro storico di ferrara, è stato inserito dall’uneso, sino dal 1995, nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità. Ma pochi sanno – fuori dalla cerchia degli specialisti – che quel mirabile esempio di città progettata nel Rinascimento e che ha conservato intatto il suo “centro storico” ha avuto con i suoi canoni di pianificazione urbana una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti.

Dal 1959, il riconoscimento – è stato esteso al Delta del Po e all’itinerario delle antiche “delizie” estensi. Questo complesso evariegato panorama di bellezze architettoniche e naturali, è al centro di un’approfondita esposizione in un opuscolo-libro (graficamente eccellente) diffuso dalla Provincia di Ferrara e al quale qui ci rifacciamo. Soprattutto per chiarire meglio i criteri specifici di individuazione del territorio da parte dell’UNESCO; che sono due: le residenze dei Duchi D’este nel Delta del Po, vi hanno diffuso quella che fu senz’altro “la cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale e il Delta nel suo complesso ha mantenuto quel suo “paesaggio culturale pianificato”, salvandone per secoli – caso raro in Italia – la sua forma originale.

Ci sono poi, articolazioni, quanto mai interessanti, all’insegna della biodiversità in quel Parco del Po che si affianca con 23 Km di costa; sette Lidi, è stato scritto giustamente, e “sette modi di essere”; con in piu’ , le escursioni in motonave, e le appassionanti “sfide tra pescatori per bottini che possono raggiungere diecine di chili di pescato!

Partenza da Porto Garibaldi – Tel. Anna B.; Federica e Melissa, rispettivamente: 335.7017231; 0533.325532; 339.6603050

= “Ferrara e i Lidi di Comacchio” – a cura della Provincia di ferrara – Servizio Turismo – Comuni di Comacchio e di Rho. Ufficio Inf. Turistico: Castello estense – 441000 Ferrara – Fx: ( 0039) – 0532. 212266




Il rischio nel piatto è soprattutto Cina


Nonostante norme durissime e incessanti controlli, perdurano i rischi delle cosiddette “truffe a tavola”. Ed anzi sembra che i loro autori si specializzino sempre di piu'; come ha dimostrato il recente episodio delle”uova scadute”, comprate sottoscosto e cedute a prezzi di mercato alle industrie alimentari, specie a quelle delle merendine per bambini; o quello dei pomodori infestati dalle larve e venduto alle fabbriche di prodotto in scatola.

Pur senza cedere alla psicosi – la tentazione c’e'(ed è forte!) di fronte a tante notizie di cronaca – c’e’ davvero da rimanere sconfortati e pronti a mobilitarsi sul fronte del “massimo sospetto”.

Un vero e proprio “documento” in materia -il terzo della serie – va adesso tanto presente; è il “rapporto” redatto a cura congiunta da Lega Ambiente e dal “Movimento Difesa del Cittadino”. Si chiama, appunto, “truffe a tavola” e ne scrivono tutti i giornali.

Soprattutto, su “Repubblica”, Elvira Maselli, che parla di un “piccolo libro degli orrori”; dal quale tuttavia risulta che “i controlli si fanno” visto che solo quelli dei NAS dei Carabinieri sono aumentati del 7 per cento in un anno.

Prendiamone buona bota, in questa nostra “rubrica” che da anni, batte e ribatte su questa problematica; a cominciare dalla segnalazione della piu’ recente “truffa”, quella degli agrumi extracomunitari “trattati con un addittivo vietato nella Unione Europea”.

Ma leggiamo ancora la dettagliata analisi sul Rapporto; e da essa risulta che “Il grande rischio alimentare 2005, secondo il rapporto, è targato Oriente. Dalla Cina sono arrivati funghi sott’olio venduti poi come cardoncelli italiani, novellame spacciato per bianchetto locale, miele contenente cloramfenicolo, antibiotico vietato in Italia, per non parlare degli alimenti scaduti da anni, o conservati in pessime condizioni igieniche o pronti per essere venduti con la falsa etichetta “Prodotto in Cina secondo la normativa sanitaria vigente in Italia”.

«Non è per autarchia- attacca Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e neosenatore dell’Ulivo- perché apprezzo molto i prodotti del commercio equo e solidale. Credo però che servano norme più stringenti per le etichette e finalmente un’autorità per la sicurezza alimentare italiana. Inoltre bisognache il governo si adoperi per far funzionare bene quella europea, perché non mi pare stia facendo il suo mestiere». Oggi però, sottolinea Ugo Mereu, del Corpo Forestale dello Stato, sempre più spesso le truffe alimentari sono conseguenza diretta dei danni ambientali. E ricorda il grano coltivato nei campi concimati con rifiuti tossici, la mozzarella di bufala con residui di diossina, o il latte delle mucche che pascolavano vicino al fiume Sacco, nel Lazio, inquinato con l’ammoniaca scaricata illegalmente nel fiume.

Ma i consumatori come possono difendersi? «Devono fidarsi dei controlli-spiega il colonnello dei Nas, Marcello Galanzi – tutto ciò che è risultato contaminato è stato rintracciato e distrutto».

Spesso,però, i delinquenti non desistono.

Tuttavia, è bene tener conto della “quantità enorme” dell’area dove si tenta di smerciare prodotti “malati”. Si pensi che “58 mila tonnellate di grano duro provenienti dalla Cina, contenevano acrotossina; sostanza cancerogena…”

Pino Rauti