Nel Veneto: i prodotti dell'agroalimentazione


Di manifestazioni dedicate ai “Saperi” e soprattutto ai “Sapori e soprattutto ai “Sapori” ce ne sono tante ormai; nell’ordine delle migliaia ogni anno; ed anzi si puo’ affermare che l’Italia è prima al mondo in questo tipo di iniziative, visto che la “materia prima” davvero non ci manca. Bisogna dunque scegliere, selezionare, guardarsi intorno con attenzione anche critica, cercando di non cadere nella “trappola” della mera pubblicità fine a se stessa.

Ed è questo contesto che accettiamo l’ottima indicazione contenuta in un “fascicolo” che ci sembra proprio tra i migliori, tra i piu’ “funzionali” in giro su questo versante; intitolatao “La Valorizzazione dei prodotti agroalimentari”, curato dall’Assessorato alle attività produttive, agricoltura e alimentazione della Provincia di Venezia (all’epoca Assessore Giuseppe Scaforo).

L’opuscolo – grosso formato, belle foto, 42 pagine, con allegato CD – viene definito (e ci sembra giustamente) come “priorità strategica” per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio; non solo quelli della provincia di Venezia. Il curatore della pubblicazione, Andrea Zaina, e l’Assessore regionale Giancarlo Conta, fanno notare che, per il vino, già dalle fine degli anni ’80 esisteva”una specifica e consolidata legislazione, certamente non si puo’ dire lo stesso per i prodotti agroalimentari. Vi si è provveduto successivamente e gradualmente, anche sotto l’inpulso della normativa comunitaria.

Ma non c’e’ niente di meglio della valorizzazione che avviene “attraverso gli itinerari nel territorio di origine”. Il fascicolo è ricchissimo di richiami puntuali della legislazione, sia italiana che Europea e riporta cifre e sigle del massimo interesse per chi volesse approfondire. Si risponde a domande tipo quelle che “imperversano” nelle trasmissioni televisive in materia; il “disciplinare” nel radicchio di Treviso; del formaggio di Tolmino (Tolminc) e via dicendo. Da studiare; e non solo da leggere.

= La Valorizzazione dei prodotti agroalimentari – Andrea Zaino – progetto INTERREG “Prodotti di qualità”, coordinato daò GAL Venezia Orientale e realizzato con i Comuni di Mirano e Caorle e con l’istituto per l’Agricoltura e la Veterinaria di Gorizia e Koper( Collaboratori: Roberto Favara, Renzo Galatto, Giancarlo Pegoraro, Giulia Volpi, Francesco Ardeti, Francesco Guarnieri).

A cura di Pino Rauti



Ci sono dei "boss" con sedici supermercati


E’ davvero incredibile – e crediamo che non accada in nessun altro Paese al mondo-la “tenacia” delle strutture attraverso le quali opera la criminalità organizzata. Un ennesimo esempio di questa Mala Italia dura a morire, viene da Napoli (dalla cosidetta “Nicoletti e figli”) dove è tornato in carcere, assieme ai due figli, il 70 enne Enrico Nicoletti, già “cassiere” della Banda della Magliana.

Ma ce n’è, di “storia criminale” dietro questo triplice ritorno in galera; c’è tutta una interminabile odissea giudiziaria, decenni di arresti, condanne, proscioglimenti, maxisequestri di beni “sospetti”. Vediamo qualcuno di questi “precedenti”, che adesso vedono sbattuti dietro le sbarre ben 24 persone, collegate a vario titolo con la ” La Banca”.

A gennaio, il Tribunale del riesame accolse il ricorso della magistratura e, nei giorni scorsi, l’anziano e chiacchieratissimo imprenditore era tornato agli arresti domiciliati nella sua villa tappezzata di immagini sacre. L’accusa, allora, era quella di un grosso giro di usura. Ma stavolta Nicoletti & fi gli tornano dietro le sbarre per una vicenda che si svolge a duecento chilometri di distanza da Roma anche le imputazioni sono quelle che tante volte si sono abbattute su tutta la famiglia: associazione per delinquere e riciclaggio. Secondo i pm della Divisione distrettuale antimafia, i Nicoletti avevano costruito un sodalizio d’affari con i Casalesi, una sorta di confederazione camorristica a struttura piramidale. Ai vertici, le famiglie Schiavone-Zagaria-Bidognetti. Un legame che durava da oltre 10 anni. I Casalesi, dal canto loro, sono storicamente vicini alla mafia siciliana e gli investigatori parlano addirittura di “rapporti di fratellanza”. I Nicoletti, grazie ai loro contatti in tutta Italia, sarebbero diventati dei veri e propri ministri della finanza per la camorra: investimenti immobiliari e attività commerciali per riciclare il denaro sporco guadagnato con le estorsioni e il traffico di droga.Una joint venture a cui partecipava anche un nipote di Enrico Nicoletti, ancora ricercato, che si nasconderebbe a Napoli o dintorni. Gli uomini della Dia e delle Fiamme Gialle hanno sequestrato 16 supermercati, tutti intestati, secondo gli investigatori, a prestanome dei Casalesi e controllati, in realtà, dalla holding dì Nicoletti. Perquisita anche una società di Anzio, costituita pochi giorni fa e che potrebbe far capo alla famiglia della “Banca’…”

Sedici supermercati! (e non solo)…

P.R.




Sta "aumentando" lo scandalo FIN-PART


I giornali dedicano attenzione crescente al fallimento della grande Casa di moda, detta FIN-PART. Leggiamo su “Repubblica”. a firma di Oriana Liso, in un servizio da Milano:

“Aggiotaggio informativo, ovvero diffusione al mercato di false informazioni. Attori, secondo laprocura di Milano, diciassettee membri del consiglio di amministrazione della Popolare di Intra, in carica tra il gennaio 2003 e l’ottobre scorso. Tutti iscritti, nel registro degli indagati relativo al fascicolo sul fallimento della Fin.part. E proprio Claudio Ferrari, il direttore generale della banca autosospesosi lunedì, è da ieri interdetto per due mmesi dalle sue cariche.

Un nuovo scossone, insomma, nella tormentata vicenda del fallimento della holding della moda creata da Gianluigi Facchini, in carcere da dieci giorni. Ieri, le nuove iscrizioni del pm Luigi Orsi, che ipotizza che gli ex consiglieri – tra loro ci sono l’attuale presidente della Intra Cesare Ponti (uno dei cinque consiglieri tuttora in carica) e il suo predecessore Sandro Saini-nelle loro comunicazioni al mercaLo omettessero «di segnalare i rischi impropri assunti dalla banca nella politica di erogazione del credito laddove occultavano l’entitàdel credito erogato al gruppo facente capo al Facchini, le cui dimensioni (al marzo del 2003) erano superiori ai 258 milioni di euro», spiega il capo d’imputazione. In pratica, i consiglieri sostituivano ai soggetti esplicitamente riferiti all’ex amministratore delegato Facchini altri suoi fiduciari e prestanome. Non solo un gioco pericoloso, ma, spiega ancora il capo d’imputazione, «una falsità che se comunicata al mercato avrebbe imposto la tempestiva e doverosa svalutazione di detti crediti e determinatola conseguente perdita di valore del titolo». I nuovi indagati, che si sommano alla prima tranche delle scorse settimane – allora furono iscritti numerosi componenti del cda di Fin.part – saranno interrogati tra domani e dopodomani.

Nel frattempo dovrebbe arrivare anche la decisione del gip Piero Gamacchio sulla secondari chiesta della procura, dopo quella di interdizione per Ferrari, ovvero l’analogo provvedimento per l’ex consigliere Marco Lori, indagato per bancarotta fraudolenta. Una decisione si aspetta anche sull’istanza di scarcerazione presentata dai legali dell’ex dg di Fin.part Giovanni Brumana (contro il quale la Intra ha avviato un’azione di responsabilità) e Michele Paoloni, l’imprenditore titolare della Cerruti holding, indagato per aggiotaggio sui titoli Schiapparelli, arrestati in contemporanea a Facchini…”




Confindustria al Sud un covo di "truffatori"


Nella sua villa scrivono i giornali – feste “leggendarie” con ministri e sindacalisti.

E se lo poteva permettere l’ex-dirigente confindustriale Luigi Siciliani, mandato a presiedere la Confindustria di Crotone, in Calabria, dopo essere stato ai vertici, vice-presidente nazionale con Luigi Abete e poi accanto a Giorgio Fossa, come consigliere incaricato per il Mezzogiorno. E poteva nutrire di nuovo qualche speranza, adesso, l’attivissimo Siciliani, viste “le sue dichiarate simpatie verso il centrosinistra” (come si legge sul “Corrieere della Sera”). Ospiti di quelle feste, dunque Abete e Fossa; ma “nella magione di famiglia di” La Giara”, figuravano, Diego Della Valle, Clemente Mastella, Franco Bassanini, Vittorio e Maria Paola Merloni. Nell’edizione del 1999 si aggiunsero ministri come Pierluigi Bersani, Tiziano Treu e il Ragioniere dell Stato Andrea Monorchio, Poi la stella confindustriale di Siciliani,già alle prese con le prime difficoltà economiche della sua azienda agroalimentare, comincia a offuscarsi…”

Ma leggiamo, ancora, che il caso Siciliani non è isolato; e che, anzi, si potrebbe aprire una “questione morale”, verso l’associazionismo confindustriale del Sud. Si va dal “caso lieve” come per l’attuale presidente degli imprenditori napoletani Giovanni Lettieri indagato per abusi urbanistici a Salerno. A quelli gravissimi. L’anno scorso è stato infatti dimezzato il vertice siciliano: Giuseppe Costanzo, presidente di Confindustria Sicilia e Fabio Cascio, numero uno di Assindustria di Palermo, sono stati indagati – in questo caso tutti si sono dimessi- per collusione con la mafia e per riciclaggio di denaro sporco…”

Ma, per tornare a Siciliani, è accaduto questo: che è stato messo agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, false fatturazioni, truffae e bancarotta fraudolenta, Già scoperti ammanchi per 40 milioni di euro( quasi 80 miliardi delle vecchie lire), ma siamo, forse, solo agli inizi…-con altri 10 arresti.




Roma - al Centro storico è tutto fuori legge


Annotiamo queste cifre: nel solo 2005 e solo nel centro storico di Roma, in 325 attività commerciali “ispezionate” sono stati riscontrati contributi evasi per 3.700.000 euro; questo da parte delle Guardie di Finanza. Ma gli ispettori dell’INPS hanno accertato evasioni per 1.600.000 euro in altri 571 aziende. Mentre gli uffici centrali di vigilanza di via Ciro il Grande, elaborano nuove campagne estive per accertare l’impiego di lavoro nero nei settori che beneficiano dell’afflusso turistico, il direttore centrale della vigilanza ed economia, sommersa, Francesco Sparagna, fa un bilancio del risultato 2005, benedice le nuove metodologie informatiche che con settecento ispettori in meno in organico (a livello nazionale e in proporzione nel Lazio) gli hanno permesso di portare a casa risultati importanti e dice:” Non è semplice – dichiara al “Corriere della Sera” che ne riferisce a firma di Ilaria Sarchettoni- monitorare il lavoro in una città come Roma con bancarelle, bar pensioni ambulanti, ristoranti e una miriade di negozi e negozietti, eppure è quello che dobbiamo fare costantemente”. “Non bastasse questo – leggiamo di seguito-,ci sono gli espedienti. Il grande magazzino della Roma Sud, che impiega commesse nel fine settimana (paga giornaliera) quando le ispezioni sono improbabili. L’azienda di servizi informativi che trasforma i dipendenti ìn Co.co.co. …”

Ma scoppia la polemica con i commercianti; che “non ci stanno”

I negozianti della capitale, soprattutto quelli del centro storico, respingono l’accusa di avere nelle loro aziende commessi, commesse, camerieri o garzoni che lavorano senza contratti regolari. «In via Condotti i negozi appartengono ormai a imprese multinazionali e quotate in borsa – afferma il leader della strada Gianni Battistoni -. C’è una cultura diversa, siamo più europei, difficilmente questo tipo di attività possono ricorrere a contratti non perfettamente in regola per i loro dipendenti». Nelle strade che circondano, invece, quelle più famose o prestigiose, nelle piccole vie esclusive del centro «i negozi sono soprattutto a conduzione familiare – prosegue il leader di via Condotti – per cui ci sono quasi sempre i proprietari: moglie, marito o figli». E Gianni Battistoni passa all’attacco: «Non ci dimentichiamo – vuole chiarire – che ormai centro storico significa anche l’Esquilino, pieno di negozi cinesi. E quindi può essere che in questa statistica ci siano anche loro…”

Sulla stessa linea di Gianni Battistoni è il presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi, che addita nel daos dell’Esquìlìno e nell’abusivismo che invade vie e piazze della città, la vera «causa» dei mali delle attività commerciali. «Questa caccia frenetica dell’Inps e della Guardia di Finanza, che continua a fare “retate” negli ultimi tempi nei nostri confronti – afferma Cesare Pambianchi – Qualcuno ce le dovrà spiegare. Anche perchè noi siamo aperti quasi 365 giorni l’anno e non solo in questo periodo: per cui non c’è necessità dì blitz della Finanza o di pattuglie dì ispettori dell’Inps che vadano a “pesca” di chi non ha pagato i contribuii. Inoltre – afferma il presidente della Confcommercio – spesso abbiamo visto che tutti questi verbali poi finiscono in un nulla di fatto. I “clandestini” non sono dentro i nostri esercizi, ma sono dappertutto. Vadano a cercare chi non è in regola nel quartiere cinese o sui marciapiedi di Roma, non nelle nostre aziende…»




I "versi drammatici" su Claretta e Mussolini


Anche sui “versanti” che sino a qualche tempo fa, parevano impensabili continua a far presa e a suscitare iniziative di successo, la tristissima “vicenda” di Piazzale Loreto con Mussolini e la Petacci appesi per i piedi a un gancio di benzina.

L’iniziativa piu’ recente consiste in una “ballata rock” di Scott Walker, intitolata “Benito’s dream”; e siccome non siamo esperti di questo tipo di musica, lasciamo spazio a quanto “Libero” ha pubblicato di recente al riguardo, a firma di chi invece esperto è: Alessio Brunialti. Che scrive anche sull’autore sotto il titolo: “Un artista di culto che l’Italia sta riscoprendo”. E leggiamo:

Un culto minoritario lo circonda in Italia dove, grazie ai Radiohead e ad al tri artisti che lo idolatrano, i più giovani lo stanno riscoprendo. In Inghilterra e nella natia America, invece, Scott Walker è quasi una figura mitologica. Si chiama, in realtà, Noel Scott Engel, classe 1944, dell’Ohio anche se i primi passi artistici li muove a New York dove incide, ancora minorenne, i suoi primi, dimenticati 45 giri. Il nome d’arte nasce dall’in contro con John Maus e Gary Leeds: sono tutti e tre biondi e belli e decidono di fingersi fratelli per sfondare. Nascono i Walker Brothers, più celebri al di qua dell’Atlantico, però, visto che è Londra a offrire il primo contratto discografico che porta a “The sun ain’t gonna shine anymore”, un numero uno in classifica che li lancia ma acuisce, nel contempo, le tensioni che portano alla divisione. Scott fa da sé quasi subito folgorato dall’ascolto di Jacques Brel. Inizia a tradurre in inglese i brani del grande artista belga (che è noto soprattutto in madrepatria e in Francia ma non nel Regno Unito) e a scrivere altri pezzi sulla falsariga. II risultato è un poker di album (numerati da 1 a 4) che fanno epo ca ma non vendono abbastanza. Gli anni Settanta trascorrono fra album realizzati controvoglia, quasi come l’inevitabíle reunion dei Walker Brothers. È solo nel decennio successivo che ritrova una sua dimensione pubblicando i suoi dischi con lassi di tempo omerici allontanandosi dalle telecamere e dai rotocalchi. Esattamente undici anni separano “Climate of the hunter” (1984) da “Tilt” (1995), acclamato come il suo capolavoro. Altrettanti hanno diviso quest’ultimo dal recente “The drift”, nei negozi da poche settimane. A. Bru.

Insomma “Clara (Benito’s Dream)” e la prima canzone che narra dell’amore della Petacci – detta Claretta, nata a Roma il 2 febbraio 1912 – per Mussolini; e la canzone è uno dei brani di “The drift”, il nuovo album di Scott Walker. Scrive, dunque, Alessio Brunialti:

“I corpi appesi per i piedi, esposti al ludibrio di una folla acefala che sfogava tutta la sua rabbia infierendo su una ; coppia di cadaveri come se quei calci e quegli sputi potessero cambiare, il corso della storia passata. Le immagini di piazzale Loreto fecero il giro del mondo e se la fine della dittatura fascistagià non piacque achi avrebbe preferito che il Duce affrontasse un regolare processo, il linciaggio post mortem di certo non accrebbe 1’immagíne del nostro bel Paese. E che impressione fecero quelle immagini in bianco e nero su chi le vide all’epoca? Noel Engel, noto al mondo del rock come Scott Walker, era solo un bambino di Hamilton, Ohio, quando le vide per la prima volta.
Così crude da restare impresse nella memoria del fanciullo che, fattosi uomo e artista discografico, responsabile di un seguito di culto che lo ha reso un’impenetrabile icona, ha deciso di trasferire le sue ossessioni in un brano: “Clara (Benito’s dream)”, la prima canzone che narra dell’amore fra la Petacci e Mussolini. È uno dei brani di “The drift”, il nuovo album di questo peculiare personaggio del mondo della canzone che registra con il contagocce ed è capace, negli stessi solchi, di parlare dell’America dell’11 settembre con le parole di Elvis Presley che si rivolge al fratello gemello morto nel parto così come ha costruito un quadro sonoro su Milosevic, simile al lavoro fatto attorno al Duce e alla sua amante. Lo stile di Walker è, quantomeno, estroso: un testo impressionista, fatto di piccole, inquietanti, pennellate: uccelli che volano minacciosi sui resti dei due, i ricordi delle ore d’amore trascorse assieme, la descrizione onirica e granguignolesca dei resti, con l’autore che ama Beckett, e si sente, che entra ed esce dai due personaggi che, a loro volta, entrano ed escono dal numero dei vivi”

[caption id="attachment_173" align="alignnone" width="300"]thedrift La copertina dell’album “The Drift” di Scott Walker[/caption]


“Clara è uno psicodramma piu’ che un melodramma, leggiamo ancora sul brano di Walker, che inizia così:

“Uccelli/Questa non è/una bambola di paglia/ immersa nel sangue/ al chiaro di luna/Come quello che avviene in America/ Questi siamo noi/I nostri occhi strappati/ gettati alla folla/ alla luce del sole/ Come quello che avviene in America”. I seni sono ancora pesanti/ Le gambe lunghe e dritte/Il labbro superiore è corto/ I denti sono troppo piccoli/ Gli occhi sono verdi/ I capelli lunghi e neri/ Passano ancora/ Passano ancora/ Lei conosce questa stanza/ Può orientarcisi al buio/ Entrava/ nel Palazzo/di notte/da una porta/ laterale/ per salire in un ascensore/fino all’ultimo/piano/Giaceva sul letto/guardando in alto/ senza vedere subito/ i segni dello zodiaco/ dipinti in oro/ sulla volta blu/ del soffitto/Gli occhi di lui sono enormi/mentre arriva/venendole vicino/immerso nell’oscurità (…)”

“Clara”, dunque, “nasce da quell’indimenticabile errore di gioventù e dalle lettere che gli hanno fatto interpretare la Petacci come una sorta di fan, nel senso più “rock” del termine, disposta a tutto per il suo mito…”

[caption id="attachment_174" align="alignnone" width="250"]claretta Claretta[/caption]




I rischi e le ombre vengono dal nanomondo


Stranamente, poco o niente si è letto sui giornali italiani sugli incontri di Grenoble, in Francia, sul cosiddetto “nanomondo” e sulla manifestazione che hanno fatto da contrappunto all’inaugurazione del “polo” della Minatec che vuole svilupparli; un sito che sviluppa la sua struttura su ben 45.000 mq; e dove lavorano ricercatori, ingegneri e scenziati insieme a molti studenti, per un complesso di 4.000 persone. Sul posto sono stati già investiti 170 milioni di euro e il bilancio annuale è previsto per 300 milioni di spese.

Si studiano soprattutto i materiali iper-resistenti, i robot miniaturizzati e le “componenti” elettromaniche infinitamente piccole e piu’ sofisticate, per accertare se ci sono – come sostengono i “nanpcpntestatori – rischi per l’ambiente o per la salute umana.

Un dibattito ai più alti “livelli” e del massimo interesse.

In Italia, non se ne sa nulla.
Occupa molto piu’ spazio, come leggiamo in questi giorni, stabilire in quale tipo di bagno puo’ andare, a Montecitorio, il neo-eletto/a, Luxuria.




Gli USA a Ginevra: niente visite ai detenuti


I giornali scrivono che i piu’ alti dirigenti americani – tipo la Condolezezzaa Rice e Rumsfeld- sono gli unici che riescono a far saltare i nervi al di solito flemmatico Kellenberger, attuale presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

All’ex-ambasciatore e già ministro degli Esteri elvetico, è accaduto di nuovo l’altro giorno a washingnton, dove ha firmato un comunicato stampa nel quale “deplora” un fatto per lui – e non solo per lui – gravissimo: che non venga consentito al Comitato della Croce Rossa di “visitare” i prigionieri detenuti negli USA nei famigerati “centri segreti”, dove nei quali vengono avviati i sospetti di terrorismo.

Ora, occorre sapere, anzitutto, che il Comitato presediuto da Kellenberger – che ha la sua sede centrale a Ginevra – ha potenzialmente, il diritto di accertare come sono trattati e come, concretamente, vivono i detenuti di qualsiasi Paese del mondo. A garanzia degli Stati che “detengono” c’e’ un corrispettivo preciso: il Comitato è tenuto a “mantenere segreti gli atti che redige per le sue visite”; e ad astenersi in merito – comunicando le sue “osservazioni” agli Stati interessati – da ogni commento pubblico.

Funzionari del Comitato hanno visitato Guantanamo, la base USA di ), Bagrh, nell’Afganistan e il “centro speciale di detenzione” di Charlestonoo (Stati Uniti, con 2 sospetti di terrorismo) ; vero che dopo, sono uscite “indiscrezioni” sulla stampa ma è anche vero che esse sono fuoriuscite dal Pentagono e non dagli uffici del comitato

Ma gli americani, non cedono: niente via libera agli uomini di Ginevra.




Ed ecco 25 appuntamenti nei "luoghi dello Spirito"


“Arte e Fede nei luoghi dello Spirito”, questo è il titolo di un bel fascicolo, magnificamente illustrato a colori, che viene pubblicato nella “Grande biblioteca cristiana”; ed è un “libro” di formato grande, n. 4 della serie, che cercheremo ancora di “seguire” con cura in tutti i numeri previsti; fra breve la Toscana, poi l’Emilia Romagna e poi giù per la penisola sino alla Puglia/Campania e alla Sicilia/Sardegna.

Seguire con cura perche’ – in termini di turismo culturale – non v’è davvero niente di meglio che riservare le adeguate attenzioni a quei “luoghi” di preghiera e di meditazioni che sono stati – spesso per molti secoli – punto di riferimento di personaggi diventati famosi o di milioni di fedeli.

Leggiamo, nella <>, che ci sono “dei luoghi, siti archeologici, sorgenti perenni, vette di monti e antiche caverne ove vibra una particolare energia. In certi romitori, chiostri, luoghi abituali di preghiera, si sperimenta il benessere anche fisico, dello stare in silenzio avvolti nei propri pensieri, nei cento ricordi. I santi spesso hanno cercato questi siti particolari, li hanno visitati ed eletti a dimora: Bendetto per Subiaco e Cassino; Francesco per La Verna e Greccio; Bruno per la Certosa di Serra e tanti altri. Questi luoghi frequentati dai cristiani con devozione e spirito di penitenza o di festa, lungo i secoli si sono trasformati in complessi architettonici, scrigni d’arte ove trionfa la bellezza e la spiritualità acquista spessore.

Questa collana di libri illustrati vuole essere un pellegrinaggio e un diario, una documentazione nuova e inedita di questa realtà e ricchiezza spirituale. Una catena di suggestive emozioni, attraverso le varie regioni italiane dalle Alpi alla Sicilia, dalla costa mediterranea alla pianura padana.

=”Arte e Fede nei luoghi dello Spirito” – Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia – 152 pgg. Sipplemento “Famiglia Cristiana” – Direzione edit.le Antonio Tarzia
Coordin. red.le Mauro Zola, Giò Pozzo, Paolo Pizzato
Periodici San Paolo
Via Giotto, 36 – 20145 Milano
Tel. 02.48071 FAX 02.4807244
Ufficio Stampa Mauro Broggi.




Ferrara: terra/acqua


Dobbiamo alla cortesia del dott. Roberto Ricci Mingani, la disponibilità di un “fascicolo” documentatissimo su Ferrara e i Lidi di Comacchio. Sono posti dove uno potrebbe andare – da turista scrupoloso e attento ai “retroterra”- non decine ma centinaia di volte. Sicuro di scavare sempre qualcosa di nuovo e di trovare – sempre – molte cose belle. Quelle che si ritrovano ad esempio, nelle pagine indimenticabili di Riccardo Bacchelli de “Il Mulino del Po” ma anche nel suo racconto “Canapa” e nel romando “Giulio d’Este”.

E come d’altronde dimostra la decisione dell’UNESCO (del 1995) di inserire il centro storico di Ferrara nella “lista del patrimonio mondiale dell’umanità”, quale mirabile esempio di città progettata nel Rinascimento e che ha saputo “conservare intatto” il suo centro storico, particolarmente interessanti, nella pubblicazione, le pagine riservate agli “Insoliti musei” anche esse illustrate da foto bellisssime a colori. A Voglienza, ad esempio, si trovano il piu’ completo museo europeo del “Modellismo storico”; sette sale dedicate ai mezzi civili e militari, agli aerei, alle navi, uniformi e ai soldatini. (Via S.Leo, 9- tel. 0532-815252). In città (V.Frescobaldi, 40 – 0532- 209988) il Museo dell’Illustrazione, centro studi sull’immagine riprodotta e Migliorino (44027 Via Garibaldi, 2; tel 0533-640210) il “Centro del Tratto”; con ricca documentazione sul tratto nazionale dal 1876. E poi abbiamo – enorme e ” complesso”, autentico gioiello delle biodiversità – il Parco del Delta del Po e gli sterminati Lidi di Comacchio, con la sua Salina, il Castello Estense di Misola (con il centro di educazione Ambientale – tel 339-193.5943) e gli “antichi fuochi” del Delta, la grandiosa fabbrica della marinatura dell’anguilla.

=” Ferrara” – edito dalla Provincia con annessa Guida dell’Ospitalità con Alberghi, Hotels e affittacamere.