Ma perchè tutti tacciono sugli USA?


Ma perchè nessuno, ai livelli che contano in termini politici, muove neanche un dito contro gli abusi clamorosi della CIA e dei militari statunitensi, dietro lo schermo della lotta al terrorismo? Molti si aspettavano – e noi eravamo tra quelli – che il neo-governo di sinistra prendesse subito posizione in merito. E invece… fuoco e fiamme sui “patti fra omosessuali e roba del genere mentre quell’argomento è rimasto tabù. Il che’ è tanto piu’ strano in quanto del tema si è interessati l’Europarlamento e ha discusso anche l”oceanico” Consiglio d’Europa, e i risultati sono stati univoci: gli Usa hanno compiuto violazioni gravi; e anzi l’Italia è “nel mirino di Amnesty”, come come commenta su “Repubblica” Giampaolo Cadaluno in un articolo ricco di documentazione accurata.
Le cose stanno dunque così.

“LA GUERRA al terrorismo e l’accanimento contro l’immigrazione lasciano frutti avvelenati in tutto l’Occidente, e anche l’Italia è intossicata. Amnesty International bacchetta i Paesi esportatori di democrazia, che predicano bene ma razzolano molto male. «Si professano campioni della causa dei diritti umani ma sono pronti a mostrare risvolti repressivi se è in gioco la loro capacità politica», scrive nell’introduzione al Rapporto sui diritti umani 2006 Irene Khan, segretario enerale dell’Organizzazione. A imbrattare il volto umano del nostro Paese è soprattutto il sostegno dato senza pubbliche ammissioni alla campagna Usa di deportazione dei sospetti terroristi, le famigerate rendition della Cia. Per il rap porto 2006 di Amnesty le colpe dell’Italia si chiamano soprattutto Abu Omar, ma anche Aviano, se è vero che i voli delle consegne illegali sono passati per le piste di questo e forse d’altri aeroporti. I difensori dei diritti umani, insomma, non credono a chi oggi nasconde la mano, perché il sasso lanciato ha colpito la certezza del diritto e l’equità dei processi. Il nostro non è solo un Paese ipocrita che sostiene le nefandezze dell’alleato ma non lo vuole ammettere. Nel documento presentato a Roma si disegna un Paese pigro, incapace di rinnovare le sue strutture carcerarie e costretto a trattenere i detenuti in prigioni sovraffollate e disumane…”

Le “pratiche” della CIA hanno trovato porte aperte in tutto l’Occidente europeo; e anche all’Est d’Europa. Ma adesso “Amnesty” ha un altro obiettivo, come precisa il direttore, Gabriele Eminente: è il traffico d’armi;

è «l’immensa ipocrisia che nasconde genocidi é massacri sotto la coperta del libero business. Nei prossimi giorni Amnesty consegnerà al governo i “40 mila volti”, cioè le foto di chi sostiene la richiesta per un trattato internazionale che tenga sotto controllo il traffico. Una campagna mondiale che sarà una nuova tirata d’orecchie ai Grandi della terra. Perché, ricorda Amnesty, «l’88 per cento dei trasferimenti globali di armi convenzionali è opera dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».

Pino Rauti



A Torino la medaglia d'oro per il "degrado"


Così leggiamo su “Panorama”, a firma di Antonio Rossitto. Ecco le parti salienti del suo servizio, su un caso davvero emblematico di “mala Italia”. E pensare che tutto era cominciato in modo splendido; così:

“Superlativo! Di fronte all’un«pianto di biathlon allestito a Cesana Torinese per le Olimpiadi invernali del 2006, anche al compassato coordinatore del Comitato olimpico Jean-Claude Killy brillarono gli occhi. Cosa che non capitò solo a lui: pure atleti, allenatori, giornalisti e ospiti si lanciarono in lodi sperticate. In origine era una colonia per i figli dei dipendenti dell’Italsider, poi la struttura venne ampliata e ristrutturata per la manifestazione olimpica grazie a 25 milioni di euro di fondi pubblici. Venne unanimemente considerata una meraviglia.

Se passasse in questi giorni per una gitarella, di certo Killy sarebbe meno entusiasta. Trascorsi tre mesi dalla conclusione delle gare nella Val di Susa l’enorme edificio largo 60 metri e alto 3 piani è un immondezzaio. Fuori, vicino alla pista da sci e al poligono di tiro, le due specialità in cui si confrontano i biathleti, è ancora accatastato materiale edile di ogni genere: pile di pedane, transenne, pezzi di tribuna, tondini di ferro. Dentro governano pattume e degrado. Eppure, si tratta di un rmpiauw avanzatissimo. E gli accordi preolimpici erano chiari: Cesana, grazie alla sua sfavillante struttura, sarebbe diventata la capitale italiana del biathlon. La sorveglianza dell’impianto prosegue a singhiozzo e la situazione è precipitata. Nell’ingresso i festeggiamenti per l’ottima riuscita delle Olimpiadi invernali devono essere stati lunghi e selvaggi: calici, vassoi e bottiglie di spumante sono ancora a terra, dando più l’idea dei postumi di un party da liceo americano che di compassate celebrazioni in stile sabaudo.

Non sono gli unici segni dell’abbandono. Il pavimento arancione di linoleum in alcuni punti si è gonfiato per l’umidità. I cestini traboccano di rifiuti e i bagni sono luridi. Tavoli, sgabelli e sedie sono accatastati sotto uno spesso strato di polvere: tutti arredi comprati o affittati per le Olimpiadi che odorano ancora di nuovo. Al piano di sopra c’è da perdersi. Decine e decine di locali: alcuni sono stati utilizzati come uffici, altri come «suite» per le pennichelle, altri ancora come centrali operative dell’impianto. La sala dei giudici del tirassegno è una grande stanza con vista sul poligono: tre mesi fa era piena di computer, arredata con cura, piena di sofisticatezze tecnologiche, adesso da un pannello del soffitto sgorga acqua a catinelle, neve che si sta sciogliendo. A terra si è formata una larga pozzanghera, lambita da cavi elettrici divelti, grossi come pali della luce.

Dove c’erano uffici di sponsor e manager sono ammassati stufe, condizionatori, mobili di ogni genere. Roba di marca, come quella che riempie gli appartamenti finemente arredati. Qualcuno è già passato a fare razzie: una gigantesca vetrata al primo piano è stata distrutta dai vandali. Una volta sospesa la sorveglianza, sarebbe facile far sparire tutto. A patto però che i ladri si imbacucchino per bene. Il clima all’interno dell’ex quartiere generale del biathbn è gelido. Perché, a parte la frescura che si respira nella Vai di Susa, i climatizzatori sono ancora in funzione. Nell’impianto principe delle Olimpiadi invernali non si è difatti badato a spese per creare la temperatura adatta: oltre a nuovissimi climatizzatori in ogni ambiente, ci sono un numero incalcolabile di stufe ancora imballate e i pannelli solari installati sui tetti.

Sul sito della Toroc, il Comitato organizzatore di Torino 2006, c’è un’intera sezione dedicata all’ambiente. Gli obiettivi dichiarati sono nobili e ambiziosi, come «ridurre l’impatto ambientale delle attività svolte negli uffici» e «minimizzare gli impatti della gestione dei rifiuti prodotti durante l’evento». Peccato per i condizionatori in funzione 24 ore, le immondizie sparse ovunque e le tonnellate di materiale accatastato all’esterno. «Sembra sia scoppiata una bomba» commenta amareggiato Roberto Serra, sindaco di Cesana Torinese. «Il cantiere è abbandonato, pieno di immondizia: non è certamente un bello spettacolo per i turisti». Gli accordi presi dall’amministrazione comunale prevedevano il «ripristino allo stato originario dei luoghi» entro il 30 maggio. Ma i lavori non sono ancora partiti e i 15 mila turisti della stagione estiva cominceranno ad arrivare tra poco. «Il problema, tra l’altro, non riguarda solo Cesana, dove ci sono tre strutture da smontare» racconta il sindaco «ma anche tutti gli impianti allestiti negli altri due comuni della Val di Susa scelti come sede olimpica: Sestriere e Pragelato».”

a cura di Umberto Giusti



Ospedali: ci sono mille morti per errore


Leggiamo ancora sui “morti per errore” negli Ospedali; gli errori, nel pomeriggio burocratico usato in merito, vengono definiti “eventi” avversi” ma di errori comunque si tratta; e causano in tutta Italia 14 mila decessi ogni anno; dei quali 1000 nel solo Lazio. Questo sostengono, con le cifre adeguate, a supporto i medici dall’Associazione “Pietro Carnitano”, che hanno compiuto le loro rilevazioni – relative al Lazio – sulle stime diffuse dal “Consorzio Universitario per l’ingegneria delle Assicurazioni”. Ne scrivono molti giornali; ampiamente, su “Repubblica” Carlo Picozza:

“Quali gli errori più frequenti? “Tra le cause di morte ricorrenti”, spiega Stefano Canitano, figlio dello stimato primario radiologo del San Camillo scomparso 24 anni fa, «ci sono gli scambi dì farmaci, di cartelle cliniche e di documentazioni diagnostiche, le infezioni ospedaliere e i ritardi nelle diagnosi». «Da soli, questi errori – continua- sono all’origine di oltre il 70 per cento dei decessi». _ , Per non parlare dei più rari ma più devastanti errori di “lato”, quelli consumati da chi confonde la parte sana per quella malata. Accade al dentista che estrae il dente buono invece di quello andato. Poco male, di fronte a un rene sano asportato al posto di quello malato com’è avvenuto due anni fa proprio a Roma. Si consumano tragedie in sala operatoria. E a volte lì, il paziente non ci arriva neppure. «E successo – ricorda Canitano – che si scambiasse il letale cloruro dì potassio con un mezzo di contrasto per la risonanza magnetica. Concausa, la somiglianza dei flaconi». Che fare allora? «Organizzare le procedure ospedaliere su percorsi certi, imitando il modello giapponese della Total quality, il miglioramento continuo della qualità attraverso il controllo costante dei processi. Solo così si superano le criticità», i punti di smagliatura organizzatìva nei quali si genera l’errore. «La medicina perfetta può e deve essere perseguita», sostiene Gaetano Maria Fara, tra i più accreditati epidemiologi italiani. E il direttore sanitario della RmA, Stefano Pompili, aggiunge: «Oltre il 40 per cento dei reclami nelle Asl è originato da carenze nelle relazioni umane e a disfunzioni organizzative» .Buona parte del resto delle proteste (il 45 per cento) è un atto di accusa sui tempi di attesa delle prestazioni. Ancora Pompili: «Sul modello della Total quality, per esempio, stiamo approntando dei circoli diqualità sulla terapia dell’infarto del miocardio, una delle principalí cause di morte dovuta a un intervento terapeutico tardivo».




Prof. stupratori? Restano a scuola


A volte – e accade sempre più spesso – si leggono cose che una volta si definivano da non credere; che lasciano sbalorditi. Come questa, venuta alla luce sulla scia di un fatto di cronaca; i professori accusati di stupro, restano ancora in cattedra!

Prima, qualche cifra la Squola italiana “conta” 1.120.494 dipendenti; di essi, circa 700.000 sono insegnanti o docenti. Tra di essi, un’inchiesta della Corte dei Conti ha rilevato che ce ne sono 47 condannati per reati sessuali. Leggiamo sul “Messaggero”, a firma di Pietro Piovani:

C’è l’insegnante di educazione fisica condannato per atti di libidine violenti sulle sue alunne: dieci anni dopo continua a lavorare nella stessa scuola. E c’è il collaboratore scolastico colpevole di violenza sessuale su tre adolescenti: è stato punito con la severissima sanzione del “rimprovero scritto”. Dipendenti della scuola italiana, docenti e non, condannati con sentenza definitiva per reati di tipo sessuale, ma che restano comunque in servizio. II fenomeno ha dimensioni notevoli, e la Corte dei conti l’ha descritto nei dettagliin un’indagine dedicata alla«delinquenza nell’ambito delle amministrazioni statali».In passato i magistrati contabili hanno segnalato il malcostume anche con atti ufficiali come un “formale avviso” inviato al ministro dell’Istruzione. Ma l’allarme è servito a poco. L’ultima rilevazione della Corte dimostra che la situazione non è migliorata. «Su un campione di 47 condanne passate in giudicato per reati di questa natura, la certezza della esplusione dalla amministrazione si ha solo nel 50% dei casi», è scritto nell’indagine. E la percentuale sarebbe inferiore se alcuni dei condannati non si fossero dimessi volontariamente. Sia chiaro: i casi in questione sono pochissimi rispetto alle dimensioni della scuola italiana, dove lavorano oltre un milione di persone perbene. Ma resta il fatto che per i pochissimi criminali riconosciuti come tali dalla giustizia spesso la punizione si limita alla condanna penale (che in genere poi viene sospesa), mentre sul posto di lavoro ci sono buone possibilità di farla franca. Di chi è la colpa? Fra i principali responsabili la Corte dei Conti individua i dirigenti delle amministrazioni e i sindacati. I dirigenti spesso si dimostrano assai indulgenti nei confronti dei loro sottoposti criminali. I sindacati hanno il potere di bloccare le espulsioni, esprimendo pareri che nella scuola (a differenza che nel resto dello Stato) sono di fatto vincolanti. Perfortuna però i lavoratori pregiudicati non trovano sempre la complicità dei loro colleghi. Come dimostra il caso di un bidello romano coinvolto in un giro di prostituzione minorile: l’amministrazione lo ha licenziato, il giudice del lavoro ha ordinato (con una singolare sentenza) la sua riassunzione, ma un anno dopo il bidello si è dimesso, probabilmente per l’ostilità con cui è stato accolto nell’ambiente di lavoro.”




Romania: è ancora tutta da scoprire


Dobbiamo ancora scoprirla – dal punto di vista del turismo culturale – quell’Est europeo entrato di recente nella UE o che si appresta ad arrivare. E occasione utile saranno certamente, l’anno prossimo, le manifestazioni che già si stanno programmando a Sibiu, proclamata per il 2007 “rappresentante della cultura europea” (con il lussemburgo).

Perchè Sibiu, una città del tutto sconosciuta in Europa? Molti hanno visto in questa designazione il frutto di chissà quali accordi diplomatici, dietro le quinte dell’Unione Europea ma in realtà, andando a scoprire la storia, Sibiu se la merita una sua radicale scoperta.

Ha, in termini di storia ( e di cultura autentica) molti primati: li, nel cuore della Transilvania, fu aperto il primo ospedale(1292!) della Romania e dell’intero Est Europeo; la prima farmacia (1494); ed è dal 1797 che vi funziona il primo laboratorio omeopatico del mondo.

Vi è stata pacifica convivenza di cattolici, ortodossi; ci sono “architetture religiose e civili di prim’ordine, con organi enormi nelle Cattedrali; vi vengono redatte riviste prestigiose in un villaggio verino, a Sibiel, c’è il più grande museo di icone su vetro di tutto il mondo.

Sul numero di “Merdiani” recentemente dedicato alla Romania – e con un bell’articolo si Sibiu di Giovanni Ruggeri- cui ci siamo riferiti- sulla Romania davvero nuova c’è tutto da imparare. Anzi, da decifrare perchè come scrive il direttore, la Romania è un Paese difficile da decifrare in quanto è “fatto da troppi particolari”; e dunque “lasciamoci catturare dalle sue magie, dai suoi misteri….”.

“Romania” – Meridiani- Ed.le Domus
Dir.re: Federico Bini- Vice: Antonio Petrich
Red.re Capo: Renzo Bassi – Dir.ne Via G.mazzocchi, 1/3 – 20089 -Rozzano- (Mi).

Cominciamo dalla Transilvania:

La regione storica della Transilvania è stata da sempre la più famosa ed affascinante zona della Romania…Cento anni fa la gente considerava questa terra, straordinariamente bella, come un misterioso e romantico paese delle leggende e delle favole, un luogo per nobili imprese, di castelli e di cittadelle medioevali. Intanto, “Dracula”, romanzo inglese di Bram Stoker che si inspirava alla storia del XV secolo, creava un personaggio così diabolico da far drizzare i capelli, che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo. In realtà, pochi conoscono la vera storia della Romania, questo antico paese che si trova nell’Est dell’Europa…

LOCALIZZAZIONE – nell’Est Europa, tra le latitudini 43 °377″ e 48 °15’06” Nord e le longitudini 20° 15’44’ e 29 °41 “24” Est
PAESI CONFINANTI – Ungheria e Serbia OVEST, Ucraina NORD, Moldavia EST, Bulgaria SUD
SUPERFICIE -237.453 Imi qudrati
ABITANTI -22364.000
DENSITA’ – 94 ab./km qudrato
GRUPPI ETNICI – Romeni 88%, Ungheresi 8%, Tedeschi 2%
RELIGIONE -Ortodossa 87%, Cattolica 6% Luterana 3% minorarne di Neo-protestanti, Israeliti, Musulmani
LINGUA -Romeno (origine latina); si parlano correntemente Inglese, Francese, Tedesco; l’Italiano si capisce facilmente
MONETA – Leu (ROL)
FORMA DI GOVERNO – Repubblica presidenziale
CAPITALE – Bucarest (2.340.000 ab.) CLIMA -temperato -continentale

L’attuale territorio della Romania era abitato già dal Paleolitico. A partire dal VII secolo i greci fondarono colonie commerciali lungo le coste del Mar Nero, ma il vero regno da cui fare risalire l’identità della nazione romena fu quello dei daci, popolo proveniente dalla antica Tracia. La civiltà dacica raggiunse il massimo sviluppo nel I sec. DC, sotto il re Decebalo, che però fu sconfitto dalle legioni romane dell’imperatore Traiano nel 106 DC. A seguito della colonizzazione romana e dei matrimoni misti, nacque l’attuale popolo romeno. L’ascendenza romana è tuttora evidente sotto molti aspetti, come il carattere cordiale ed estroverso della gente ed i loro stupendi occhi e capelli scuri. Un’altra eredità permanente rimase anche la lingua latina, che sopravisse a tutte le invasioni successive da parte di popolazioni nomadi. La Romania divenne tosi “un’isola latina in un mare slavo”…

Cristiani di rito ortodosso con una minoranza cattolica, i romeni hanno vissuto dal Medio Evo fino in epoca moderna in tre principati vicini: Transilvania, Valacchia e Moldavia. La loro storia è stata molto tormentata, con secoli di lotte contro i turchi. Nel 1859 ci fu la fusione tra Moldavia e Valacchia e nel 1918 lo stato romeno si completò con l’unione della Transilvania. Fu l’inizio di un’Età dell’Oro, che venne brutalmente interotta dalla Seconda Guerra Mondiale e poi dalla dittatura comunista. Con la rivoluzione popolare dei dicembre 1989 è iniziata la rinascita di una nazione veramente libera, con una democrazia basata su un sistema multi-partitico e con una economia di mercato in continuo sviluppo.

Finalmente possiamo dire che la Romania è ritornata in seno all’Europa e nel gennaio 2007 diventerà anche membro deIl’UE. Ouesto paese da sempre pacifico ed ospitale accoglie ognuno che lo vuole conoscere meglio, offrendo un ricco e vario patrimonio culturale di origine latina con tocchi di influenza bizantina, dove le tradizioni sono vive e rispettate.
La mitica Transilvania rimane un vero simbolo, una bellissima regione con tanti luoghi da leggenda. Il più interessante e pieno di storia è, senza dubbio, la città di SIBIU, il gioiello medioevale della Transilvania e la nuova Capitale Culturale Europea del 2007, un posto di un fascino davvero speciale…




A Chieti: mostra "nuova" su magiche antichità


Abruzzo, terra magica. Da Ovidio a D’Annunzio, i suoi poeti ne hanno sempre rimarcato la vocazione al mistero, espressa nella custodia di arcani segreti relativi alla conoscenza dei poteri della natura. Prendendo spunto dal ritrovamento e dal restauro del di tre statute di divinità femminili nell’area sacra di Luco dei Marsi (L’Aquila), dedicata al culto di Angizia, dea-maga sorella di Medea, progenitrice dei Marsi, una mostra a Chieti va alla scoperta di insoliti oggetti artistici, terrecotte votive, strumenti rituali e dell’universo magico-religioso che ruota loro intorno. Una serie di oggetti testimonia la moderna continuità di pratiche magiche, segni di un mondo sopravvissuto fino a oggi, trasformato e fusosi con il cristianesimo. Teatro della mostra è l’avanguardistico Museo Archeologico La Civitella.

“Fortuna e Prosperità. Dee e maghe nell’Abruzzo antico”.
Chieti Museo Archeologico La Civitella. Fino al 17 maggio. Orari: da martedì e domenica, dalle 10 alle 20.
Per informazioni: 0871.63137




Su quel triangolo del lago di Como


In autunno e in inverno, si va poco, e poco ci si resta, sui laghi. Sono freddi, umidi, tristi, come sappiamo tutti. Ma la loro rivincita avviene in primavera, al primo sole, fra tanta natura bella che si risveglia e tanta cultura che richiama.

Sui “Luoghi dell’infinito”, Leonardo Grassi canta – giustamente- le lodi del Lario meridionale, tra Bellagio e i monti, che definisce “quel triangolo del lago di Como”. Un triangolo con “versanti che spumeggiano di castagneti” mentre, più in alto, “si distendono in melodie di pascoli e contappunti di radure, rivestite in primavera dalle fioriture di mughetti e narcisi….” Siamo a una cerniera di bellezza -incalza Grassi – che collega sogno e realtà…”

Con, piu’ sopra, una montagna che “al contrario ha conservato intatta la sua rustica forza, fatta di cime lontane, d’impervie selve oscure, di cieli nitidi e inespugnabili. Sotto il vasto apparato del Monte San Primo s’incunea la Valassina, unico corridoio che attraversa le solitudini del Triangolo Lariano, con i suoi misteriosi massi erratici e le chiese medievali. Superbe espressioni dell’architettura lombarda del XII secolo, queste potrebbero figurare con i loro eleganti campanili in più raffinati contesti urbani: invece spiccano sui versanti montani, come a Rezzago, o al margine di modesti paesi, come a Lasnigo, meravigliose espressioni del più puro stile romanico alpestre. La scoperta del Triangolo Lariano ha inizio lungo la strada costiera che collega Como con Bellagio.

Riprendiamo anche gli “Indirizzi utili”

Associazioni Accoglienza Turistica della Provincia di Como. piazza Cavour 17, Como, tel. 031.269712.
Ufficio Informazioni Turistiche Comune di Como, via Maestri Comacini; tel. 037.264215. Navigazione Lago di Como, tel. 031.57)211, numero verde 800.551801 (8-12 e 14-16.30), biglietteria Como, pontile 3, tel. 031.304060.
Comunità Montana Triangolo Lariano, Lanzo, telefono 031.672000.
Ufficio Informazioni Turistiche di Bellagio, pontile imbarcadero, piazza Mazzini, telefono 031.950204




Non temono confronti i sapori della Calabria


Ancora una volta, con l’arrivo della bella stagione – che lì è già arrivata, con un clima perfetto – si riscopre la “costa dei sapori calabresi”; un vero e proprio viaggio gastronomico lungo la costa tirrenica, fra Lamezia e Scilla, nelle terre di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio. E vi si scopre anche quella “selvaggia bellezza” di di cui giustamente scrivono i pieghevoli turistici; bellezza rimasta miracolosamente immune dagli scempi edilizi che anche su queste coste hanno imperversato.

Anzitutto, “i sapori” locali; dalle cipolle di Tropea (le dicono “uniche al mondo” esperti e buongustai) ai capocolli e alle “soppressate”, dai pecorini – fabbricati rigorosamente con “riti antichi che si trasmettono, all’insegna del segreto di famiglia, da una generazione all’altra”)- a quel capolavoro gastronomico che è la “nduja”, (che viene dal francese “andouille” ma che solo quì – e in particolare a Spilinga – spalmabile e piccante, viene affumicato con legni di resina ed aromatici; solo quì viene affumicato sulla brace di ulivi e di castagni e fatto “sudare” per almeno 6 mesi.
Lamezia con i suoi vini, Tropea con il suo barocco e la chiesa medievale di S.Maria dell’Isola, Diamante (“murales e peperoncino”), i pianori del Monte Poro con i famosi “butirri” (provole con il “cuore” di burro) e Bagnara Calabra con il suo torrone al miele di zagara e di fiori d’arancia.

E’ in queste terre, piu’ che in qualsiasi altra zona d’Italia, che si può avere la migliore “alimentazione mediterranea”; i piatti super-sani, un tempo detti “poveri” che adesso sono ritenuti gioielli del mangiar-bene e che spesso trasferiti- oltre Atlantico, stanno facendo la fortuna di tanti ristoranti di lusso.

E poi c’è lo sport subacqueo, per il quale diamo subito adeguata segnalazione:

sub1

sub2

Mondo Blu- Diving Center Capo Vaticano
Loc. Torre Ruffa-Ricadi (VV) – Tel. 0328 6134515 – 0963 663837
Responsabile del centro Sub: Gregorio Schiariti; periodo di apertura: tutto l’anno
Il Mondo Blu Diving Center segue le didattiche:
SSI Scuba Schools International fino al livello Divecon;
TSA Trimix Scuba Association




Gli "occhi della vita" sino a luglio a Modena


Al “Foro Boario” sino al 2 luglio, come scrive Vittorio Sgarbi, c’è”Covili” che mette insieme “la favola e il dolore; una cosa che non è accaduta neanche a Ligabue”
Sono esposte le opere di un un artista già piuttosto noto ma ancora “tutte da scoprire” nelle sue connessioni stilistiche e nelle sostanziose acquisizioni con contesti assai più vasti. In vendita il bellissimo Catalogo -2006 – con i testi di Andrea Emiliani, Maria Teresa Orengo e Giorgio Colli – form. 23 per 28 cm.; pgg. 208 -20 euro. Disponibili anche altri libri e oggetti artistici sull’opera di Gino Covili.

covili

UFFICIO STAMPA ;
ABC Studio – Via Lambro 7 – 20129 Milano – Tel. 02.29414955 – Fax 02.20401644
Francesca Bianucci Cel. 335.6178582 – E-Mail: tbianuc@tin.it – francescabianucci@alice.it
Chiara Cinelli Cel. 333.4852926 – E-Mail: chiacin@libero.it
Nicoletta Di Benedetto – Via S. Pantaleo Campano 48 – 00149 Roma Tel. 06.6538859 – Cel. 339.6331326 – E-mail:n.nico@tiscali.it




Tutti al timone di grandi emozioni


Nessuno ne dubita: la forma migliore di turismo culturale si fa “a bordo” dei battelli sui fiumi e canali del vecchio continente. Perche’ così si scoprono gli aspetti piu’ autentici delle terre e le loro storie e tradizioni piu’ nascoste. Un viaggio alla portata di tutti, perchè per guidare le le “houseboat” non serve la patente nautica. Il tutto a basso costo.
Esempi: Olanda – noleggio settimanale di un battello per 6 persone in giugno, a partire da 1450 euro.
Francia: stesso tipo di battello sul Canal dei Midi, da 1480 euro.

Programmi completi su www.connoisseur.it e www.crownblueline.com