iltamtam.it - Todi: conferenza sulla figura di Pino Rauti


All’Hotel Tuder è stata analizzata una delle figure più carismatiche e propositive della destra italiana

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Introdotta con la presentazione del nuovo blog tematico oggistoria.it, la conferenza di sabato 2 dicembre a Todi, all’Hotel Tuder ha avuto il merito di analizzare, seppur nell’arco di un pomeriggio,una delle figure più carismatiche e propositive della destra italiana:parliamo di Pino Rauti. Della sua figura politica,dopo un’introduzione con dei filmati relativi ad interventi in Parlamento e con la riproposizione di interviste d’epoca  dell’ex segretario del Movimento Sociale Italiano (MSI), elaborati da Cristiano Coccanari,direttore della radio web RBN, ha preso la parola Giuseppe Parlato. Il Presidente della Fondazione “Ugo Spirito – Renzo De Felice”, Ordinario di Storia Contemporanea alla UNINT di Roma,ha ripercorso l’evoluzione politica di Pino Rauti nel corso del tempo,sottolineando la capacità di anticipare tematiche all’epoca non ancora considerate nella dovuta maniera dalla dirigenza missina.

Riccardo Andriani, già Segretario del Fronte della Gioventù,una delle organizzazioni giovanili del MSI,ha portato una testimonianza diretta sull’attività politica di Pino Rauti. Tutto questo non solo perchè figlio di uno dei suoi migliori amici ma anche perchè negli anni giovanili ha vissuto in prima persona con ruoli di militante e di  dirigente le speranze suscitate dalla visione politica di Pino Rauti,un uomo che anticipava con le sue analisi l’evolversi della nostra società.

[Fonte: www.iltamtam.it]




ilPaeseNuovo.it - La fiamma arde ancora nel simbolo di FdI, ma scompare “An”. I dirigenti: “Valori di sempre, nuovo futuro”


LECCE – La fiamma arde sempre, ma il nome “Alleanza nazionale” è scomparso, segno che qualcosa in FdI è cambiato: le radici sono quelle valoriali della destra, ma si guarda avanti. Lo slogan parla chiaro: “Un nuovo futuro, i valori di sempre”.

La sfida è quella delle Politiche 2018, con l’alleanza, talvolta ingombrante, con Forza Italia e Lega nord di Salvini, ma elettoralmente forte: perché il centrodestra unito vince. I casi della Liguria e della Sicilia parlano chiaro. Ma parla pure il caso pugliese, al contrario: il centrodestra diviso ha, infatti, contribuito alla vittoria di Michele Emiliano.

Fratelli d’Italia presenta, in una affollata conferenza stampa all’Hotel Tiziano a Lecce, i nuovi dirigenti nazionali, sette, per la precisione, con giovani e donne che hanno un ruolo di primo piano.

La voce del nuovo che si fa strada è, per esempio, quella dell’eletto Giorgio Pala. “In Fratelli d’Italia – il suo pungente commento – a qualsiasi livello ci possiamo candidare, essere eletti oppure perdere, ognuno, insomma, può dare il proprio contributo. Venendo da altre esperienze vi garantisco che ciò non avviene ovunque. Altrove parla il leader”. Non nomina Raffaele Fitto, Pala, ma il riferimento è chiaro.

“C’è l’esigenza di avere una classe dirigente all’altezza per un partito considerato in forte crescita sul territorio, con tantissime adesioni, militanti e dirigenti e amministratori locali. L’obiettivo è che FdI sia rappresentato in tutti i Comuni della provincia di Lecce”, chiarisce il consigliere regionale Erio Congedo. In una delle prossime conferenza stampa, FdI presenterà proprio le nuove adesioni, mentre il 16 dicembre, ad Alezio, è in programma un incontro con Isabella Rauti sulla storia dell’Msi.

In sala qualcuno prende la parola rumoreggiando pure contro Salvini. Che però è un alleato della leader di FdI Giorgia Meloni. “I militanti – spiega Congedo – esprimono un sentimento territoriale, di pancia, a volte. Per un militante del sud l’alleanza con Salvini è scomoda per quello che la Lega nord ha rappresentato nel corso degli anni. Ma io credo che i dirigenti abbiano il dovere di guardare al futuro”. Ovvero riportare il centrodestra al governo del Paese,  “partendo – precisa Congedo – dalle buone esperienze che ci sono state, mi riferisco a Liguria e Sicilia, dove il centrodestra, nell’assetto di più forze con caratteristiche diverse, messe insieme, riesce a offrire una proposta in grado di attrarre consenso e vincere”.

“Noi lavoriamo per un centrodestra unito, perché politicamente è molto forte”, sottolinea il coordinatore provinciale Pierpaolo Signore. “Agli elettori salentini diciamo: ben venga l’alleanza ma sappiate che siamo un partito di coesione nazionale, altri non lo sono. La coerenza ha voluto che Fdi non votasse mai con il Pd, nemmeno la legge elettorale, che purtroppo hanno votato sia FI che la Lega, questa è la coerenza che vogliamo trasmettere all’esterno, chi vota per FdI sa che cosa vota”.

Secondo Pierpaolo Signore, proprio la “coerenza” dentro e fuori dal Parlamento sarebbe uno dei fattori di apprezzamento per il partito, a livello nazionale (“Giorgia è in testa nei sondaggi”), così come locale (“stiamo crescendo, e a Trieste quella leccese, tra le province pugliesi, era la delegazione più numerosa”).

La scomparsa di “Alleanza nazionale” dal simbolo, secondo il coordinatore FdI, è “un ottimo segno, siamo più presenti di prima nella fondazione“, precisa. Un messaggio politico, questo, rivolto, molto probabilmente, anche ai soci della fondazione, oltre che agli elettori e agli alleati. Quella del simbolo è “una questione mediatica strategica”, conferma Signore. “La gente sa che in quella fiamma c’è una storia”, ma “siamo un partito del nuovo”, con i valori della tradizione, certo. “Un buon albero si regge, del resto, se ha delle buone radici”, conclude Signore.

[Fonte: www.ilpaesenuovo.it]




CorriereSalentino.it - Fratelli d’Italia, l’alternativa al “partito carismatico”: l’idea della costruzione di una “comunità dialogante” e i giovani sulla scena nazionale


di Julia Pastore

LECCE – L’impresa più grande per Fratelli d’Italia è quella di mandare in cantina l’idea del “partito carismatico”, il teorema del “partito non partito”, quella strana idea che si è affermata col berlusconismo: il partito fluido, che non ha struttura, ma pende dalla bocca del capo, anzi si identifica solo nella presenza scenica del leader, dietro cui tutti si accodano. Poi, però, il partito segue le sorti del capo e quando scompare quest’ultimo, finisce anche il resto. Il partito guidato da Giorgia Meloni, invece, vuole ricreare una comunità dialogante, dal basso verso l’alto, democraticamente, ma in maniera strutturata. La scuola è quella di An: oggi c’è voglia di riprendere quel cammino interrotto dalla “svendita sciagurata” di Fini. Insomma, c’è voglia di un partito vecchio stampo, secondo i militanti: serio, ma capace di dire cose nuove con uomini nuovi. Non è un caso che due giovanissimi come Roberto Giordano e Giorgio Pala siano diventati dirigenti nazionali: due leccesi molto attivi nella politica leccese, che sceglieranno i vertici del partito attraverso l’Assemblea nazionale di cui ora fanno parte.
“Nuovo simbolo e sfide prossime e future con nuova classe dirigente sul territorio e con incarichi nazionali” – annuncia il comunicato ufficiale. “Il Congresso nazionale di Trieste ha rappresentato una sorta di spartiacque tra quanto fatto in questi anni e quanto ci aspetta; abbiamo presentato il nuovo simbolo che richiama le radici della Destra nazionale proiettandosi nel futuro come forza innovativa di governo. D’altronde la Destra è per definizione tradizione e innovazione, concetti richiamati nel nuovo simbolo di Fratelli d’Italia con la fiamma che divampa e il tricolore dell’identità nazionale. Si va poi avanti col nome scelto da subito per il partito, che racchiude i componenti dell’assemblea nazionale che rappresenteranno il Salento nelle scelte importanti anche a livello nazionale. E’ solo il primo passo nella costruzione di una classe dirigente adeguata alla fase di crescita del partito che a Lecce sta registrando grande attenzione sul territorio e tantissime nuove adesioni. L’obiettivo, peraltro vicino, è che FdI sia rappresentato in tutti i 97 comuni della provincia”, dichiarano Signore e Congedo.
Presente anche la delegazione di Gioventù Nazionale con il presidente provinciale Donato Carbone. A rappresentare la provincia di Lecce in assemblea nazionale saranno: Pierpaolo Signore, Roberto Giordano, Giorgio Pala, Chiara Scalzi, Massimo Manca, Andrea
Munno, Giovanni De Luca, Giuseppe Fracella, Michele Giordano, Erio Congedo. Presto arriveranno i congressi provinciali e i militanti si ritrovano, riflettono insieme ai propri referenti: c’è spazio e diritto di parola per tutti. Il partito avrà dei dipartimenti in cui si affronteranno diverse tematiche. Intanto, vanno avanti i preparativi per manifestazioni e incontri locali.
Durante ha presentato l’incontro previsto il 16 dicembre, nell’Opificio De Donno ad Alezio, in cui si parlerà della storia del Movimento Sociale Italiano e di Pino Rauti con Isabella Rauti e Nazareno Mollicone, che presenteranno il volume “L’Aquila e la Fiamma”: un evento nato dalla necessità di recuperare e approfondire la storia della destra in Italia.
“Non è un buon momento questo per la politica italiana, basti pensare che gli astenuti oramai si attestano spesso attorno al 50 per cento degli elettori – riflette Roberto Giordano – Quello degli astenuti è costantemente il primo partito d’Italia. Il target di chi decide di non andare alle urne è ben definito: parliamo principalmente di una fascia d’età tra i 18 e i 30 anni. Ebbene, noi come
Gioventù Nazionale, ma il concetto è esteso anche e soprattutto alla classe dirigente in generale, abbiamo il dovere di parlare ai ragazzi, di rivolgerci ad una generazione che ha alle sue spalle il vuoto, un vuoto di idee e di valori. Una generazione tristemente orfana di contenuti. E’ giunto il momento di tornare a riempire la politica non solo di numeri. Solo così potremo riuscire a ridare ai giovani fiducia e prospettive evitando di consegnare il paese al qualunquismo dei M5S. Il contatto costante con i giovani rappresenta lo strumento migliore per condividere momenti di confronto sugli indirizzi da dare in futuro alla vita politica e sociale del nostro paese. I giovani non devono mai dimenticare che in un domani non troppo lontano saranno la nuova classe dirigente italiana”.

[Fonte: www.corrieresalentino.it]




letteraemme.it - Messina, si è spento Giovanni Davoli


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Classe 1944, già deputato all’Ars e storico esponente del Movimento Sociale, nel 1994 si candidò a sindaco raccogliendo più di ventiduemila voti. In consiglio comunale, accese i fari sul restauro del Teatro Vittorio Emanuele

MESSINA. Si è spento ieri sera Giovanni Davoli. Classe 1944, il professore (era docente di Istituzioni di Diritto Pubblico), esponente di spicco del Movimento sociale italiano, era un politico rispettato anche dagli avversari politici. Nel 1994, divenne il personaggio chiave delle prime elezioni dirette per la sindacatura, raccogliendo più di 22 mila voti, un’attestazione di stima da parte di un popolo, che andava al di là di quello della sola An, che non si riconosceva nel prescelto da Forza Italia, Angelo Carmona. Il risultato, complice anche una campagna elettorale dedicata più ad attaccare il concorrente omologo che l’avversario reale, Franco Providenti, fu però bruciato da un’alleanza per il secondo turno (aveva accettato di diventare vicesindaco in caso di vittoria) che, inaspettatamente, consegnò la città al centrosinistra.

Dirigente del Fuan all’Università di Messina alla fine degli anni ’60, dopo il Sessantotto lasciò l’organizzazione giovanile missina per diventare presidente per gli atenei di Messina e Reggio Calabria del Movimento studentesco europeo, organizzazione studentesca di estrema destra. Nel marzo 1969, invece, andò alla guida degli studenti di destra che occupano il rettorato, con scontri con gli studenti di sinistra. Laureatosi in Giurisprudenza, diviene assistente universitario alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Messina e nel 1972 rientrò nel Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, aderendo alla corrente di Pino Rauti. Nel 1975 fu eletto consigliere comunale, carica che ricoprirà fino al 1990. Nel 1981 era stato anche eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, nel collegio provinciale di Messina per il MSI, ma non fu riconfermato nel 1986. Il 30 marzo 1983, invece, subentrò alla Camera dei Deputati a Orazio Santagati, fino all’11 aprile dello stesso anno, aderendo al gruppo del Msi, ma decise di optare per la permanenza all’Ars. (fonte Wikipedia)

Di Davoli, come consigliere comunale, si ricordano anche gli interventi in Aula contro l’appalto “chiavi in mano” per il Teatro Vittorio Emanuele, che portarono alla demolizione e ricostruzione della sala e allo “sfregio” degli ambienti sopravvissuti al terremoto del 1908 e alla Seconda Guerra mondiale.

[Fonte: www.letteraemme.it]




MessinaOggi.it - Politica in lutto, è morto Giovanni Davoli. Fu il volto della destra missina in città


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Lutto nella politica messinese. E’ morto Giovambattista Davoli, detto Giovanni, volto storico del Movimento Sociale Italiano messinese. Ieri sera, intorno alle 20,30, è stato colto da un infarto fulminante.

Nato a Messina  il 24 luglio 1944, Davoli fu anche docente universitario alla Facoltà di Economia e Commercio, ma dedicò gran parte della propria vita all’attivismo politico. Missino della prima ora, Davoli ha vissuto in prima persona gli anni ’60 ed anche i turbolenti anni ’70, visse in prima persona il ’68 come dirigente del Fuan.

All’interno del partito non nascose mai le proprie simpatie per il futuro segretario, Pino Rauti. Aderì alla sua corrente nel 1972. Nel 1975 diviene consigliere comunale di Messina, dove rimarrà fino al 1990. Nel 1981 Giovanni Davoli è eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana per  l’Msi.

La sua stagione politica. Poi non venne riconfermato e in quegli anni, nel 1983, coerentemente pur subentrando alla Camera dei Deputati al posto di Orazio Santagati, optò per restare all’Ars. Negli anni 90 si  candidò a sindaco di Messina con una lista civica, sfiorando di andare al ballottaggio.

[Fonte: www.messinaoggi.it]




Secolo d'Italia - Il libro del “rautiano” Mollicone riaccende il dibattito sulla storia del Msi


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di Valerio Falerni

La storia e la rivisitazione dell’anima nazional-popolare del Msi per capire che cosa resta a distanza di tanti anni di quello che fu uno dei filoni culturali più vivaci ed eretici della destra italiana, su cui si è poi politicamente innervata la componente interna di cui fu fondatore, animatore e leader indiscusso Pino Rauti, del quale proprio in questi giorni ricorre il quinto anniversario della morte. Ad offrire lo spunto per una riflessione non museale né scontata, la nuova fatica editoriale di Nazzareno Mollicone “L’aquila e la fiamma. Storia dell’anima nazional-popolare del Msi“, edito da “I libri del Borghese“.

Confronto su “L’aquila e la fiamma” nella sede dell’Ugl
Di fronte ad una sala attenta e gremitissima, introdotti e stimolati dal nostro collega Mario Landolfi, oltre all’autore, ne hanno parlato Alessandra e Isabella Rauti, il giornalista e scrittore Adalberto Baldoni, tra i più qualificati e puntuali conoscitori della storia missina che rautiano non è mai stato, e l’editore Luciano Lucarini. Le conclusioni sono state invece affidate a Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, nella cui sede di via delle Botteghe Oscure (ironia della sorte, proprio di fronte a quella, storica, del Pci), si è svolta la manifestazione. Filo conduttore del dibattito, l’azione di Rauti ed il suo controverso e tormentato rapporto con il Msi, movimento che non faceva mistero di volere meno paludato e borghese e sempre più avanguardia di sintesi politiche coraggiose e innovative. «Quel che va compreso una volta per tutte – ha sottolineato tra gli applausi la figlia Isabella – è che la storia dell’anima nazional-popolare del Msi non è solo la nostra storia né solo quella della destra, ma è storia italiana». Concetto, questo, ribadito da Mollicone e da Baldoni.

Isabella Rauti: «La storia del Msi è storia d’Italia»
Entrambi, pur rivendicando la giustezza delle rispettive tesi, hanno ripercorso i momenti di snodo in cui la convivenza tra le varie anime del Msi ha vissuto momenti di grande tensione: l’adesione al Patto Atlantico nel 1949, il progetto mai nato della “grande destra”, la nascita di Ordine Nuovo, il rientro di Rauti nel Msi, l’infinita persecuzione giudiziaria nei suoi confronti («mia madre è morta prima di vederlo finalmente scagionato», ha ricordato la figlia Alessandra), l’elezione in Parlamento nel ’72, la rincorsa per la segreteria del partito culminata nella vittoria nel congresso di Rimini nel gennaio del ’90. «Tra noi missini – ha chiosato Landolfi – ci sono stati in quegli anni fasi di forte incomprensione, a tratti di vera incomunicabilità. Ad unirci, tuttavia, era il nostro limpido patriottismo. E di patrioti – ha concluso – c’è bisogno oggi più di ieri».

[Fonte: www.secoloditalia.it]




In ricordo di Pino Rauti a cinque anni dalla scomparsa: presentazione del libro "L’AQUILA E LA FIAMMA" di Nazzareno Mollicone - Martedì, 21 novembre, ore 18.00 - Unione Generale del Lavoro (UGL), Via delle Botteghe Oscure 54, Roma


L’intervento di Isabella Rauti, in ricordo di Pino Rauti a cinque anni dalla scomparsa

https://www.youtube.com/watch?v=uPreU5ojUfU

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La mescolanza.com - Presentazione libro “L’Aquila e la Fiamma. Storia dell’anima nazional-popolare del MSI” di Nazzareno Mollicone


pino-rauti-2L’Associazione culturale “Centro Studi Pino Rauti”, in collaborazione con l’Unione Generale del Lavoro (UGL) organizza – domani 21 novembre alle ore 18.00 – la prima presentazione romana del libro di Nazzareno Mollicone“L’aquila e la Fiamma”, dedicato alla storia dell’anima nazional-popolare del Movimento Sociale Italiano.
L’iniziativa – ospitata nella “Sala Landi” dell’UGL, in Via delle Botteghe oscure 54 – sarà coordinata dal giornalista Mario Landolfi e conclusa dal Segretario Generale dell’UGL Paolo Capone; interverranno lo scrittore Adalberto Baldoni, l’Editore Luciano Lucarini, e le figlie dell’On. Pino Rauti, Alessandra e Isabella che hanno curato l’Introduzione al volume. Sarà presente l’Autore Nazzareno Mollicone, sindacalista e dirigente nazionale missino. L’incontro – che si svolge a cinque anni dalla scomparsa di Pino Rauti – servirà a ricordare ed analizzare una figura storica della Destra nazionale e del Movimento Sociale Italiano; un personaggio dalla vita avventurosa, l’intellettuale scomodo al “pensiero unico”, il pensatore eretico e lungimirante ed anche il giornalista lucido e lo scrittore fecondo.

StampaIl libro di Nazzareno Mollicone, infatti, ricostruisce 40 anni di storia della destra italiana (1950-1990) e si concentra, in particolare, sulla componente social-rivoluzionaria del Movimento Sociale Italiano , quella innovatrice e movimentista, da molti osservatori definita come “area rautiana”.
“L’Aquila e la Fiamma” è un affresco politico e di costume, è la storia di una comunità umana oltre che delle sue idee politiche; diviso in quattro parti e organizzato in 34 Capitoli, restituisce un ordito prezioso e con esso “la permanenza di un’idea oltre la fine di un’esperienza politica”, al di là degli sviluppi, delle contraddizioni e della diaspore di intere generazioni che in quella idea si sono riconosciute e possono continuare a farlo.

[Fonte: www.lamescolanza.com]




Italpress - Destra: domani presentazione libro "L'aquila e la Fiamma"


ROMA (ITALPRESS) – L’Associazione culturale “Centro Studi Pino Rauti”, in collaborazione con l’Unione Generale del Lavoro (UGL) organizza – domani alle ore 18.00 – la prima presentazione romana del libro di Nazzareno Mollicone “L’aquila e la Fiamma”, dedicato alla storia dell’anima nazional-popolare del Movimento Sociale Italiano”.
L’iniziativa – ospitata nella “Sala Landi” dell’UGL, in Via delle Botteghe Oscure 54 – sara’ coordinata dal giornalista Mario Landolfi e conclusa dal segretario generale dell’UGL Paolo Capone; interverranno lo scrittore Adalberto Baldoni, l’editore Luciano Lucarini, e le figlie di Pino Rauti, Alessandra e Isabella che hanno curato l’introduzione al volume. Sarà presente l’autore Nazzareno Mollicone, sindacalista e dirigente nazionale missino.
L’incontro – che si svolge a cinque anni dalla scomparsa di Pino Rauti – servirà a ricordare ed analizzare una figura storica della Destra nazionale e del Movimento Sociale Italiano.

(ITALPRESS).

sat/com




Libero - Ricordo di un eretico


Posta prioritaria
di Fausto Carioti

getimage.aspxGentile signor Carioti, in un periodo nel quale la credibilità della classe politica tocca livelli bassissimi, vorrei ricordare un grande personaggio nel quinto anniversario della morte. Pino Rauti fu un politico puro, intellettuale vero e avanti con i tempi, animatore culturale a cui tutta un’area deve molto per la curiosità che si sviluppò attorno a temi inediti e per la profondità delle analisi. Era portatore di una vocazione, era l’elaborazione del pensiero, era lo spiritualismo di Evola spiegato ai giovani missini. Il temibile incendiario di anime, il prigioniero politico in servizio per- manente effettivo è vivo nella nostra memoria. Come disse con efficacia Pietrangelo Buttafuoco, «solo con Rauti la destra poté andare oltre e scoprire l’eresia. La differenza fra lui e le altre destre erano i libri. Era un grande studioso, di dottrina e di prospettiva». Grazie se avrà la possibilità di pubblicare queste righe. Un carissimo saluto con la cordialità di sempre.

Andrea Danubi – Castiglione della Pescaia (GR)
Pubblico con piacere le sue righe, caro signor Danubi. Dal punto di vista culturale appartengo a una tribù di “destra” (thatcheriana, liberista, atlantica, filoisraeliana…) distantissima dal mondo rautiano, ma sono a favore del cosiddetto “fusionismo”, se non altro per una questione di sopravvivenza: o ci si mette d’accordo tra diversi (anglosassoni con mediterranei, ammiratori di Popper e seguaci di Nietzsche), trovando un minimo comune denominatore laddove c’è, ad esempio nella difesa della libertà individuale, e accettando anche il rischio di contaminarsi un po’, oppure passeremo il resto dei nostri anni sugli spalti, a guardare le bande di sinistra che giocano tra loro la partita per il potere nel governo, nei gruppi editoriali e nelle piazze, e alla fine – regolarmente – trovano l’intesa sull’unica cosa capace di tenerle insieme, ovvero l’occupazione di nuovi spazi nella società e nel mercato. Pino Rauti morì a Roma il 2 novembre del 2012, all’età di 86 anni, e dal mio punto di vista la sua caratteristica migliore fu proprio quella che ricorda lei: l’eresia intellettuale, uno dei sinonimi della parola “libertà”. Pure io ho nostalgia di quella destra (ma vale per tutta la classe politica) che, anziché “twittare” e pubblicare imbarazzanti pensierini da terza elementare su Facebook, passava il proprio tempo a leggere libri e magari a scriverne qualcuno che ancora oggi teniamo sugli scaffali e domani lasceremo ai nostri figli.
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