ennapress.it - Enna Polemica Rauti-Togliatti: I Giovani di Sinistra “Intitoliamo una via o una piazza al comandante partigiano Pompeo Colajanni


democratici

«In questi giorni abbiamo assistito ad una polemica imbarazzante, generata dalle parole di un dirigente nazionale del Partito Democratico originario della Città di Enna, ma poco conosciuto nel nostro capoluogo di provincia, che ha gettato parecchio discredito sul nostro territorio.

Questi ha sostenuto, con poca conoscenza della storia e dei valori della nostra Costituzione, che sia un gesto “alto e nobile” quello di intitolare in un paesino una via a Pino Rauti, fascista repubblichino e fondatore di Ordine Nuovo, aggiungendo a questa considerazione degli incomprensibili paragoni con personaggi centrali della Storia repubblicana italiana come P.Togliatti e N.Iotti.

A nostro parere, questa è una posizione insostenibile per un esponente politico in quanto fuori dai valori di riferimento della nostra Repubblica, fondata sull’antifascismo e sul sentimento democratico e popolare nato con la Liberazione del 25 Aprile. Pertanto non possiamo che prendere le distanze da queste parole e condannarle nella loro totalità.

È evidente, tuttavia, che tutti quanti noi, in quanto sinceri antifascisti, dobbiamo un gesto importante ai nostri concittadini. Per questo chiediamo che si dia un segnale: non solo chiediamo che facciano lo stesso i rappresentanti delle istituzioni locali, come Sindaco, Giunta e Consiglio, ed i rappresentanti politici di tutti i partiti e movimenti del centrosinistra in particolare, prendendo le distanze e condannando il gesto. Ma proponiamo di intitolare una piazza o una via di una certa importanza a Pompeo Colajanni, partigiano antifascista ennese col nome “Comandante Barbato” e liberatore della città di Torino, per dare finalmente lustro alla tradizione antifascista del nostro territorio e lanciare un monito a tutti coloro che pensano di poter dimenticare ed oltraggiare il nostro passato ed i nostri valori.

Giovani di Sinistra della Provincia di Enna (gruppo ex giovani democratici)»

[Fonte: ennapress.it]




calabria.weboggi.it - Via intitolata a Pino Rauti, Fiamma: "Solite reazioni a nostre iniziative"


E

Ormai è una costante cui non intendono sottrarsi gli antifà di ogni risma. Ogni qualvolta si mette in campo una iniziativa che si scontra con le loro in ossidabili certezze dogmatiche ci si cede assediati dai loro alti lai e dalle loro querule litanie. All’inizio fù la commemorazione di Monte Covello dedicata alla Madonnina dei Martiri Fascisti; poi, in tempi più recenti e ravvicinati, l’intitolazione di una via di Catanzaro a Sergio Ramelli, una manifestazione a favore della Legalità a Riace e, oggi, l’intitolazione a Pino Rauti di una via a Cardinale, suo paese natio.
Certo stavolta avranno qualche ragione in più per dolersi visto che Pino Rauti era un Fascista che, orgogliosamente, ha rivendicato questa sua scelta per tutta la sua vita terrena, ormai cosa più unica che rara in questo mondo di voltagabbana, vissuta sempre in coerenza coi suoi principi. E pur essendo indagato svariate volte mai riconosciuto colpevole, tanto da far sorgere legittimamente il dubbio, negli osservatori intellettualmente onesti, che vi fosse contro di lui quel “fumus persecutionis” ideologico tanto in voga in quegli anni.   Detto ciò è da puntualizzare che Rauti fù tra i politologi ed intellettuali più culturalmente attrezzato della sua generazione. Studioso di fenomeni sociali e geopolitici e precursore in tema di ambiente, immigrazione, etologia, denatalità, per restare solo a quelli più toccati e sviscerati nei suoi studi e nella vita politica.
Certo tutto ciò può oggi dare fastidio a partigiani (gente di parte), sindacalisti “del NON lavoro”, associazioni legate, loro sì, ad un passato che ormai bisognerebbe lasciare alla Storia ed agli storici. Così come non riesce a fare il signor Messinetti che, in un articolo a sua firma, su “Il Manifesto” sciorina tutto l’armamentario vetero-comunista di cui è capace per confutare l’intitolazione della via a Rauti. Il signor Messinetti non ci è mai piaciuto, e non per il fatto di essere comunista – anche tra i comunisti ci sono tante persone perbene e in perfetta buona fede, come riteniamo di essere noi dall’altra parte, e con i quali è anche bello discutere e confrontarsi per come, peraltro, ci ha insegnato proprio Pino Rauti  – ma per il fatto che egli ha messo da parte, e per un giornalista ciò è sicuramente grave, ogni barlume di obiettività e di tolleranza e vive e scrive solo seguendo i dogmi appresi frequentando i “soviet” crotonesi da dove proviene e dove allora era tassativo fare così.
E ha dato fastidio il fatto che il MSI-FT è andato a Riace non per protestare contro gli immigrati ma per chiedere conto a quegli amministratori di come fossero gestiti i soldi che lo Stato e l’Unione Europea mandava loro per l’accoglienza. Conti messi in dubbio da una ispezione prefettizia che, a tutt’oggi, non ha avuto riscontro. Il ritornello è sempre lo stesso: si chiede Legalità e veniamo tacciati di razzismo; parliamo di diritti negati e veniamo tacciati di fascismo.
Ha scosso la loro coscienza anche il ricordo di un giovane missino – non un pericoloso picchiatore ma un giovane che si impegnava per una società più giusta ed onesta perito in un periodo buio della nostra storia, ucciso a sprangate sotto casa da chi oggi vive da distinto professionista cui, in ragione di ciò, non si vuole chiedere di rispondere alla giustizia dei crimini commessi -, Sergio Ramelli, cui l’amministrazione comunale di Catanzaro ha dedicato una via sul lungomare di Giovino, e che avevamo deciso di onorare con la scopertura di una targa. Alle loro urla abbiamo risposto con compostezza e stile, il nostro.
Così come diede fastidio a costoro il fatto che qualcuno si fosse ricordato che sul Monte Covello, in epoca a loro non gradita, la Società degli Agricoltori di Girifalco avesse eretto una Statua della Madonna a devozione dei Martiri della Rivoluzione Fascista. Statua fatta saltare “eroicamente” da “partigiani del giorno dopo”, avi ed epigoni di chi oggi pensa di cancellare la Storia abbattendo opere e monumenti – questi si vero patrimonio dell’umanità – eretti durante il bieco ventennio, magari dimenticando che così bisognerebbe abbattere intere Città sorte su territori paludosi rubati alla malaria (Littoria, Lamezia; Carbonia, ecc.) oppure il Lungomare di Bari, i ponti stradali e ferroviari, le gallerie, gli obelischi, l’EUR e chi più ne ha più ne metta.
Stolti loro ma colpevoli noi quando, e purtroppo accade sempre più spesso, che per questioni di lana caprina o per bisticci da cortile andiamo a dividerci e ad abbandonare la nostra lotta, che è Sacra Missione, richiudendoci nel nostro eburneo privato anziché superare fazioni e divisioni per marciare uniti verso la (ri)costruzione di quella Comunità Italiana ed Europea trasmessaci dai nostri avi.

Segreteria  Regionale Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore

[Fonte: calabria.weboggi.it]




preserreedintorni.it - Cardinale (CZ) – Strada intitolata a Pino Rauti, MSI FT: «L’hanno rifatto, ci hanno provato ancora»


CARDINALE (CZ) – 19 AGOSTO 2017 – «Ormai è una costante cui non intendono sottrarsi gli antifà di ogni risma. Ogni qualvolta si mette in campo una iniziativa che si scontra con le loro in ossidabili certezze dogmatiche ci si cede assediati dai loro alti lai e dalle loro querule litanie.
All’inizio fù la commemorazione di Monte Covello dedicata alla Madonnina dei Martiri Fascisti; poi, in tempi più recenti e ravvicinati, l’intitolazione di una via di Catanzaro a Sergio Ramelli, una manifestazione a favore della Legalità a Riace e, oggi, l’intitolazione a Pino Rauti di una via a Cardinale, suo paese natio.
Certo stavolta avranno qualche ragione in più per dolersi visto che Pino Rauti era un Fascista che, orgogliosamente, ha rivendicato questa sua scelta per tutta la sua vita terrena, ormai cosa più unica che rara in questo mondo di voltagabbana, vissuta sempre in coerenza coi suoi principi. E pur essendo indagato svariate volte mai riconosciuto colpevole, tanto da far sorgere legittimamente il dubbio, negli osservatori intellettualmente onesti, che vi fosse contro di lui quel “fumus persecutionis” ideologico tanto in voga in quegli anni.
Detto ciò è da puntualizzare che Rauti fù tra i politologi ed intellettuali più culturalmente attrezzato della sua generazione. Studioso di fenomeni sociali e geopolitici e precursore in tema di ambiente, immigrazione, etologia, denatalità, per restare solo a quelli più toccati e sviscerati nei suoi studi e nella vita politica.
Certo tutto ciò può oggi dare fastidio a partigiani (gente di parte), sindacalisti “del NON lavoro”, associazioni legate, loro sì, ad un passato che ormai bisognerebbe lasciare alla Storia ed agli storici. Così come non riesce a fare il signor Messinetti che, in un articolo a sua firma, su “Il Manifesto” sciorina tutto l’armamentario vetero-comunista di cui è capace per confutare l’intitolazione della via a Rauti. Il signor Messinetti non ci è mai piaciuto, e non per il fatto di essere comunista – anche tra i comunisti ci sono tante persone perbene e in perfetta buona fede, come riteniamo di essere noi dall’altra parte – ma per il fatto che egli ha messo da parte, e per un giornalista ciò è sicuramente grave, ogni barlume di obiettività e di tolleranza e vive e scrive solo seguendo i dogmi imparati frequentando i “soviet” crotonesi da dove proviene e dove allora era tassativo fare così.
E ha dato fastidio il fatto che il MSI-FT è andato a Riace non per protestare contro gli immigrati ma per chiedere conto a quegli amministratori di come fossero gestiti i soldi che lo Stato e l’Unione Europea mandava loro per l’accoglienza. Conti messi in dubbio da una ispezione prefettizia che, a tutt’oggi, non ha avuto riscontro. Il ritornello è sempre lo stesso: si chiede Legalità e veniamo tacciati di razzismo; parliamo di diritti negati e veniamo tacciati di fascismo.
Ha scosso la loro coscienza anche il ricordo di un giovane missino – non un pericoloso picchiatore ma un giovane che si impegnava per una società più giusta ed onesta perito in un periodo buio della nostra storia, ucciso a sprangate sotto casa da chi oggi vive da distinto professionista cui, in ragione di ciò, non si vuole chiedere di rispondere alla giustizia dei crimini commessi -, Sergio Ramelli, cui l’amministrazione comunale di Catanzaro ha dedicato una via sul lungomare di Giovino, e che avevamo deciso di onorare con la scopertura di una targa. Alle loro urla abbiamo risposto con compostezza e stile, il nostro.
Così come diede fastidio a costoro il fatto che qualcuno si fosse ricordato che sul Monte Covello, in epoca a loro non gradita, la Società degli Agricoltori di Girifalco avesse eretto una Statua della Madonna a devozione dei Martiri della Rivoluzione Fascista. Statua fatta saltare “eroicamente” da “partigiani del giorno dopo”, avi ed epigoni di chi oggi pensa di cancellare la Storia abbattendo opere e monumenti – questi si vero patrimonio dell’umanità – eretti durante il bieco ventennio, magari dimenticando che così bisognerebbe abbattere intere Città sorte su territori paludosi rubati alla malaria (Littoria, Lamezia; Carbonia, ecc.) oppure il Lungomare di Bari, i ponti stradali e ferroviari, le gallerie, gli obelischi, l’EUR e chi più ne ha più ne metta.
Stolti loro ma colpevoli noi quando, e purtroppo accade sempre più spesso, che per questioni di lana caprina o per bisticci da cortile andiamo a dividerci e ad abbandonare la nostra lotta, che è Sacra Missione, richiudendoci nel nostro eburneo privato anziché superare fazioni e divisioni per marciare assieme verso la (ri)costruzione di quella Comunità Italiana ed Europea trasmessaci dai nostri avi».

Segreteria  Regionale Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore

[Fonte: www.preserreedintorni.it]




Giornale di Sicilia - Una via a Rauti, dirigente Pd ennese favorevole ed è scontro


Il renziano Argento: «L’Italia ha bisogno di fare pace con se stessa e la sua storia». Fausto Raciti: «Le sue dichiarazioni sono uno schiaffo alla città»

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Pino Rauti divide il Pd nella pausa ferragostana. Sotto l’ombrellone la polemica infiamma per un post, dell’ennese Angelo Argento, dirigente nazionale del Pd, renziano ed esponente del partito in  Sicilia, sul suo profilo di Facebook. Argento era intervenuto sul casus belli che si è creato, a Cardinale, in provincia di Catanzaro, per la scelta di intitolare una strada a Rauti con il voto favorevole di Umberto Marra, assessore del Pd. Ad Argento risponde Fausto Raciti, segretario del Pd siciliano, affermando che quelle dichiarazioni sono «uno schiaffo alla città» di Enna. Nel suo post, del 15 agosto, Argento scrive: «Pino Rauti non ha ucciso o fatto del male a nessuno. Era un fascista che in gioventù come Almirante, Montanelli, Dario Fo, Giorgio Bocca, Albertazzi e tantissime «icone» della sinistra non hanno mai rinnegato le loro scelte giovanili. Ha sostenuto una dittatura squallida e assassina non meno di Pajetta, Ingrao, Togliatti o Nilde Iotti, che sostenevano le invasioni e le violenze di Stalin e del regime comunista. Intitolargi una strada lo trovo, dopo quasi un secolo, un atto di pacificazione e riconciliazione nazionale alto e nobile. Polemizzare oggi è solo sterile affermazione a difesa del nulla, un’azione stupida e ingiustificata, pari per imbecillità a quella i intitolare una giornata alle vittime borboniche del sud anti unità d’Italia. Atti miopi che aprono ferite invece di sanarle, creano conflitti invece di pacificare, distruggono invece di costruire. L’Italia ha bisogno di fare pace con se stessa e la sua storia. Basta».

Il post di Argento, non è andato giù al segretario regionale del Pd. «Noi abbiamo perso le elezioni a Enna. Quanto all’intitolazione di una strada al fondatore di Ordine Nuovo – dice Fausto Raciti – in un paese che ha fatto le leggi razziali e mentre il Pd fa una battaglia parlamentare contro l’apologia di fascismo e l’antisemitismo sono assolutamente contrario. Enna ha una tradizione libertaria e repubblicana. È uno schiaffo alla città». Argento, che non vuole fare polemiche, preferisce non dichiarare nulla, ma con un altro post, del tardo pomeriggio di ieri, ribadisce che «bisogna pacificare senza dimenticare. Io non ho mai detto e scritto che la pacificazione da me auspicata passa per l’oblio e la desertificazione della memoria». E continua «se l’intestare una strada a Rauti serve a pacificare il Paese, senza dimenticare gli orrori pre e dopo la seconda guerra mondiale commessi, io non sono contrario e vedo in questo un gesto alto e nobile di riconciliazione nazionale. Aggiungo che se serve invece come rivincita di una parte su un’altra o, peggio, a «santificare» il fascismo allora non solo va condannato ma perseguitato penalmente».




ultime-notizie.cloud - Caso nel Pd, il dirigente renziano: "Giusto intitolare la via al fascista Pino Rauti. Atto di pacificazione"


Ci cascano ancora: “Pino Rauti non ha ucciso o fatto del male a nessuno. Era un fascista in gioventù come Almirante, Montanelli, Fo, Bocca. Ha sostenuto una dittatura squallida e assassina non meno di Pajetta, Ingrao, Togliatti o Nilde Iotti, che sostennero le invasioni e le violenze di Stalin” è un’affermazione condivisibile o meno, ma il problema è che a dirlo è Angelo Argento, dirigente nazionale del Pd, renziano e esponente del Partito Democratico in Sicilia. Un’altra grana per Matteo Renzi: in queste ore i democrat sono alle prese con un altro caso legato all’intitolazione di una strada a Pino Rauti a Cardinale in provincia di Catanzaro. All’ex segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano la giunta di destra ha intitolato una via e non c’è niente di strano, ma il voto favorevole di Umberto Marra, assessore del Pd, sta facendo discutere e forse costringerà i vertici del partito a prendere seri provvedimenti.
Le dichiarazioni di Argento arrivano quindi in una situazione già delicata. Il post facebook, poi cancellato, ci ha messo poco a diventare virale e raccogliere critiche violente da mezzo mondo della sinistra. “Intitolargli una strada lo trovo, dopo quasi un secolo, un atto di pacificazione e riconciliazione nazionale alto e nobile. Polemizzare oggi è solo sterile affermazione a difesa del nulla, un’azione stupida e ingiustificata, pari per imbecillità a quella di intitolare una giornata alle vittime borboniche del sud anti unità d’Italia” continua ancora l’esponente Dem di Enna, che probabilmente non si aspettava una reazione così forte.

[Fonte: www.ultime-notizie.cloudwww.liberoquotidiano.it]




Libero Quotidiano.it - Caso nel Pd, il dirigente renziano: "Giusto intitolare la via al fascista Pino Rauti. Atto di pacificazione"


Ci cascano ancora: “Pino Rauti non ha ucciso o fatto del male a nessuno. Era un fascista in gioventù come Almirante, Montanelli, Fo, Bocca. Ha sostenuto una dittatura squallida e assassina non meno di Pajetta, Ingrao, Togliatti o Nilde Iotti, che sostennero le invasioni e le violenze di Stalin” è un’affermazione condivisibile o meno, ma il problema è che a dirlo è Angelo Argento, dirigente nazionale del Pd, renziano e esponente del Partito Democratico in Sicilia. Un’altra grana per Matteo Renzi: in queste ore i democrat sono alle prese con un altro caso legato all’intitolazione di una strada a Pino Rauti a Cardinale in provincia di Catanzaro. All’ex segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano la giunta di destra ha intitolato una via e non c’è niente di strano, ma il voto favorevole di Umberto Marra, assessore del Pd, sta facendo discutere e forse costringerà i vertici del partito a prendere seri provvedimenti.
Le dichiarazioni di Argento arrivano quindi in una situazione già delicata. Il post facebook, poi cancellato, ci ha messo poco a diventare virale e raccogliere critiche violente da mezzo mondo della sinistra. “Intitolargli una strada lo trovo, dopo quasi un secolo, un atto di pacificazione e riconciliazione nazionale alto e nobile. Polemizzare oggi è solo sterile affermazione a difesa del nulla, un’azione stupida e ingiustificata, pari per imbecillità a quella di intitolare una giornata alle vittime borboniche del sud anti unità d’Italia” continua ancora l’esponente Dem di Enna, che probabilmente non si aspettava una reazione così forte.

[Fonte: www.liberoquotidiano.it]




cosenzainforma.it - Orsomarso: ‘Grazie al Pd una Calabria immobile e il Consiglio regionale peggiore nella storia del regionalismo’


Lo afferma il consigliere regionale FdI

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“Abbiamo letto attoniti gli ammonimenti di un anonimo deputato del partito democratico che dà i numeri che certificano quanto Il consiglio regionale della Calabria a guida Pd sia a oggi il peggiore nella storia del regionalismo calabrese e italiano. Aggiungiamo, per come denunciato dall’inizio della legislatura, che oltre al problema della quantità del lavoro nelle Commissioni e in Consiglio esiste un problema anche di qualità della proposta legislativa e della discussione democratica. Un consiglio regionale ostaggio del Pd e delle sue lotte intestine a Roma e in Calabria. Consigliamo quindi al deputato del Pd di fare la cosa più semplice che è quella di deferire i consiglieri regionali del suo partito al collegio dei probiviri e, magari, se vuole fare il moralizzatore fino in fondo richiederne l’espulsione partendo dal loro segretario regionale che anziché pensare all’intitolazione di una strada a Pino Rauti farebbe meglio a preoccuparsi della guerra tra bande in sanità e di una Calabria andata ‘a fuoco’ grazie all’incapacità del Governo nazionale e regionale e la cui unica economia negli ultimi anni è quella che lucra sugli sbarchi. La domanda che mi pongo e che vorrei i calabresi si ponessero è però ancora più seria e allarmante: a chi giova un Consiglio regionale commissariato che non si riunisce, che non discute, che non legifera, che non controlla?”

[Fonte: www.cosenzainforma.it]




il manifesto.it - Una strada per Rauti grazie all’assessore Pd


Memoria. Accade a Cardinale, in provincia di Catanzaro. L’omaggio all’ex leader missiono è del titolare dei lavori pubblici, anche segretario del locale circolo democratico. L’Anpi protesta, arriva la condanna del partito regionale e lui si dimette

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di Silvio Messinetti

Il vecchio camerata catanzarese Natale Giaimo può urlare la sua soddisfazione: «Finalmente è giunto il momento. Onoriamo degnamente uno dei padri nobili della comunità missina». Dal 13 agosto via Giuseppe Umberto Rauti (detto Pino) è nella toponomastica di Cardinale, borgo immerso nei colli che sovrastano Catanzaro, dove l’ex leader Msi nacque nel 1926. Da qui si trasferì a Roma per arruolarsi nel 1943 nella Rsi. Il resto è storia nota.
E domenica a Cardinale per la cerimonia c’erano tutti i Rauti, le figlie Alessandra e Isabella, il nipote emigrato in Toscana Antonio, c’era il sindaco della giunta di centrosinistra Giuseppe Marra (cugino di Rauti). E c’era anche un imbarazzato Umberto Marra, l’assessore ai Lavori Pubblici con delega alla toponomastica che ha la tessera del Pd in tasca, ed è persino segretario del circolo dem. Ha votato a favore della delibera, anzi, ha seguito personalmente la pratica istruita cinque anni orsono su istanza del segretario della sezione Msi, un altro che di cognome fa Marra, Sergio. Divisi, sulla carta e tessera alla mano, dalle idee politiche i Marra si sono trovati poi uniti e d’accordo sull’atto che ha formalizzato l’intitolazione della via. «Una strada vera dopo quella lastricata di sofferenze ma di inossidabile fede che l’ha accompagnato nella sua parabola terrena» ha commentato Francesco Storace sul Giornale d’Italia.

Le polemiche non si sono fatte attendere. A dar battaglia gli antifascisti. Già nei giorni scorsi Anpi, Cgil, Si, Pci, Rifondazione e Mdp avevano contestato la «deprecabile scelta». E anche la segreteria regionale del Pd aveva preso le distanze. «L’intitolazione di una strada a Pino Rauti, per quanto nel suo paese natale, rappresenta un fatto grave da condannare: per la prima volta in Italia si vuole celebrare una figura assolutamente controversa della storia del nostro Paese che nulla ha da condividere con i valori del nostro partito. Ci auguriamo che in tempi rapidi avvenga una chiara presa di distanza altrimenti saremo costretti ad assumere i necessari provvedimenti disciplinari».
Prima che arrivasse la sospensione dal partito, l’assessore dem ha deciso ieri di dimettersi da ogni incarico. «Ho commesso una leggerezza ed è giusto che mi faccia da parte. Sarò sempre un esponente del Pd, a meno che il direttivo regionale non mi spinga ad autosospendermi. Ma anche in questo caso continuerò a votare Pd». I partigiani, che già avevano bloccato l’intitolazione di una strada per Sergio Ramelli a Catanzaro, non si danno per vinti: «Ci opporremo in tutte le sedi anche rivolgendoci al prefetto. Quel che rattrista è constatare la debacle culturale, anche nel Pd, secondo cui l’antifascismo sarebbe un ferrovecchio, una roba superata» rileva Mario Vallone, presidente Anpi. Nel mentre, la Fiamma Tricolore festeggia: «Abbiamo vinto una battaglia che finalmente ha portato ad avere una via intitolata a Rauti».

[Fonte: ilmanifesto.it]




strettoweb.com - Orsomarso (Fdi): “Consiglio Regionale peggiore nella storia del regionalismo”


Il Consigliere Regionale dell’FDI Calabria Fausto Orsomarso ha attaccato il Pd e il Consiglio Regionale
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“Abbiamo letto attoniti gli ammonimenti di un anonimo deputato del Partito democratico che dà i numeri che certificano quanto Il Consiglio regionale della Calabria a guida Pd sia a oggi il peggiore nella storia del regionalismo calabrese e italiano.  Aggiungiamo, per come denunciato dall’inizio della legislatura, che oltre al problema della quantità del lavoro nelle Commissioni e in Consiglio esiste un problema anche di qualità della proposta legislativa e della discussione democratica. Un Consiglio regionale ostaggio del Pd e delle sue lotte intestine a Roma e in Calabria.  Consigliamo quindi al deputato del Pd di fare la cosa più semplice che è quella di deferire i Consiglieri regionali del suo partito al collegio dei probiviri e, magari, se vuole fare il moralizzatore fino in fondo richiederne l’espulsione partendo dal loro Segretario regionale che anziché pensare all’intitolazione di una strada a Pino Rauti farebbe meglio a preoccuparsi della guerra tra bande in Sanità e di una Calabria andata ‘a fuoco’ grazie all’incapacità del Governo nazionale e regionale e la cui unica economia negli ultimi anni è quella che lucra sugli sbarchi.  La domanda che mi pongo e che vorrei i calabresi si ponessero è però ancora più seria e allarmante: a chi giova un Consiglio regionale commissariato che non si riunisce, che non discute, che non legifera, che non controlla?”. E’ quanto scrive in una nota Fausto Orsomarso, Consigliere Regionale, FDI Calabria.

[Fonte: www.strettoweb.com]




Ortona Notizie.net - Renato Piacere presidente del Circolo Destra Sociale di Ortona


Lo scorso 25 Luglio, la Dott.ssa Giannina Candelori con l’incarico di Coordinatore Regionale del Movimento Politico Destra Sociale, mi ha nominato Presidente del Circolo di Ortona.
Il Circolo è stato intitolato allo scomparso Pino Rauti, che mi ha forgiato culturalmente e politicamente attraverso i suoi discorsi e numerosi scritti politici e storici.
Quali sono i nostri obiettivi?
Ricreare una forte e consapevole forza di Destra unendo tutti le formazioni politiche di ispirazione sociale, nazionale e popolare intorno a Giorgia Meloni, fare fronte Nazionale con Matteo Salvini e tornare al buon governo dell’Italia.
Referente nazionale del Movimento Destra Sociale è l’On. Luca Romagnoli ex Segretario Nazionale della Fiamma Tricolore che ha deciso di lasciare il partito poiché questa linea politica non è stata sostenuta nell’ultimo congresso Nazionale.
A livello locale, Destra Sociale segue con interesse l’azione politica che sta portando avanti il Consigliere Comunale Angelo Di Nardo, al quale non mancheremo di fornire un fattivo contributo di proposte e idee. Saremo spina nel fianco alla cattiva amministrazione e ci faremo promotori di istanze sulla sicurezza, il sociale, la legalità e la lotta alla disoccupazione.
Crediamo che l’Italia abbia più che mai bisogno di destra considerato l’attuale panorama politico che con i governi di centro – sinistra che si sono susseguiti senza il consenso popolare, abbiamo toccato il fondo e siamo derisi in Europa e nel Mondo intero. Basta vedere le politiche migratorie e sociali, le attività commerciali chiudono quotidianamente, si salvano le banche ma non gli imprenditori e qualcuno di questi disperato si toglie la vita (giorni fa l’ennesimo caso). Le popolazioni afflitte dai terremoti e calamità naturali sono dimenticate mentre ci si affanna a trovare soluzioni per gli immigrati che assaltano quotidianamente le nostre coste.
Destra Sociale auspica di riunire sotto le proprie insegne tutti quegli uomini di destra che da un decennio a questa parte si sono defilati dalla vita politica locale. Non possiamo assistere impotenti al declino della nostra Patria.

Comunicato S di Destra Sociale – Ortona Il Presidente Renato Piacere

[Fonte: www.ortonanotizie.net]