Secolo d'Italia.it - L’Anpi contro la via intitolata a Rauti. Torna lo spettro dell’uomo nero…


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Anpi, Cgil e Sinistra italiana innalzano un lamentoso coro di indignazione per la scelta della giunta di Cardinale (Catanzaro) di intitolare una via a Giuseppe Rauti detto Pino, che in quel paese era nato. Una «deprecabile scelta» – la cerimonia di intitolazione era prevista per oggi  – per le forze di sinistra e antifasciste che, contro Rauti, rispolverano il consueto armamentario solitamente utilizzato contro Giorgio Almirante. Il fascista, il cattivo, la Spectre nera ecc.ecc. ecc.  La toponomastica ridiventa argomento di roventi polemiche. E il Corriere.it rilancia l’ardente bagarre ferragostana. Per inciso, Cardinale – paese guidato da un sindaco eletto con una lista civica, Giuseppe Marra – conta 2100 abitanti.

In ogni caso la segreteria regionale del Pd con una nota prende le distanze. «L’intitolazione di una strada a Pino Rauti, per quanto nel suo paese natale Cardinale, rappresenta una scelta grave e da condannare, perché per la prima volta in Italia si vuole celebrare una figura assolutamente controversa e oscura della storia del nostro Paese, che soprattutto nulla ha da condividere con i valori del Partito democratico».

Figura oscura Pino Rauti? Una demonizzazione postuma (il leader della destra nazionalpopolare missina è morto nel 2012) che può attecchire solo tra i disinformati e i manichei. Pino Rauti è stato infatti prosciolto da tutte la accuse con le quali hanno cercato di coinvolgerlo nelle odiose stragi italiane: quella di Piazza Fontana e quella di Piazza della Loggia. Paradossale inoltre la circostanza che Rauti fosse considerato dall’opinione pubblica di sinistra un pericoloso fascista eversore mentre all’interno del suo partito i suoi oppositori lo criticavano perché “indossava la camicia rossa”. Rauti infatti propose in opposizione alla linea almirantiana di alternativa al sistema la costruzione di un fronte di protesta nazionalpopolare che garantisse le giuste battaglie sociali per le fasce deboli e non garantite dallo sfruttamento capitalista. Se volessimo semplificare, potremmo dire che il suo era un fascismo movimentista e di sinistra…

Pino Rauti viene spesso accostato a Ordine Nuovo ma sempre dimenticando di specificare che il leader missino (fu eletto segretario del Msi nel 1990 e si dimise dopo pochi mesi in seguito al tracollo dei voti della Fiamma in Sicilia) fondò nel 1956 il Centro Studi Ordine Nuovo e dopo decise di rientrare nel Msi (1969), partito da cui era uscito in seguito al congresso di Milano (in cui prevalse la linea di Arturo Michelini). E il Centro Studi, attenzione, è cosa diversa dall’organizzazione Ordine Nuovo messa fuori legge nel 1973. Non sono dettagli: quando si parla della storia della destra italiana chissà come mai sfuggono però ai più…

Inoltre non si considera la lenta – ma evidente nei suoi scritti – maturazione intellettuale di Pino Rauti che già a metà degli anni Settanta, nel pieno degli anni di piombo, prendeva le distanze dal Rauti degli anni Cinquanta, e indicava ai giovani militanti la strada del dialogo contro lo scontro generazionale. Così lui stesso, parlando in un’intervista al giornalista Giampiero Mughini, spiegava che le idee maturano e si evolvono: “Il Rauti del 1956 era un estremista nelle tesi e nelle idee, e giovanilmente non teneva presente che le ide pesano come pietre. Uno che non si rendeva conto che in Europa era in atto una sorta di mutazione antropologica che rendeva impossibile il ricorso a precedenti esperienze, quella fascista e quella nazista”. (Panorama del 12 giugno 1988).

Un politico ma anche uno studioso, un intellettuale complesso, curioso dei fenomeni della modernità, che non a caso da ultimo consigliava ai giovani di occuparsi di ogm e di ecologia piuttosto che leggere i sacri testi evoliani (ed Evola, va ribadito,  era stato per Rauti un pensatore di riferimento).

Tutto ciò è estraneo ovviamente alla bassa retorica agitata dall’Anpi ma ci si augura che almeno i giornalisti, riferendo di queste artificiose polemiche, si discostino dal cliché della mostrificazione dell’ “uomo nero”, documentandosi meglio, senza tornare alle “veline” dei tristi tempi delle “trame nere” che sembrano tornare di moda in certe redazioni (ogni riferimento all’Espresso non è affatto casuale..).

[Fonte: www.secoloditalia.it]




Verzino.Virgilio.it - A Cardinale una via intitolata a Pino Rauti. "Possibile" al sindaco: ci ripensi


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Possibile Calabria si dice preoccupata per l’intitolazione, prima volta in Italia, a Pino Rauti di una via di Cardinale, nel catanzarese, prevista per domenica prossima, 13 agosto, nella sala consiliare dello stesso paese delle preserre.

“Ci offende e ci toglie il sonno, come cittadini italiani – sostengono dal movimento – la sola idea che si possa usare l’alibi del tempo per riportare in auge figure legate ad idee e prassi che credevamo appartenenti ad un capitolo della nostra storia ormai chiuso”.

“Riesumare il nome di Rauti – proseguono da Possibile – significa ricordare idee sovversive ed antidemocratiche, amicizie scomode, oscure presenze negli apparati dello Stato. In un momento storico in cui si avvertono forti i rigurgiti fascisti e razzisti, questa operazione è una vera e propria offesa alla nostra memoria collettiva. L’Italia repubblicana e democratica è nata dalla lotta di resistenza antifascista”.

“La nostra Costituzione – aggiungono – è fondata sui valori della libertà, dell’eguaglianza, della laicità, valori che contrastano con quello che è stato e ha predicato Pino Rauti. Aderì volontariamente alla Repubblica Sociale Italiana, fu inquadrato nella Guardia Repubblicana, simpatizzò per le teorie di Julius Evola, creò Ordine Nuovo. Così si espresse sulle leggi razziali “Bisogna contestualizzare. All’epoca del conflitto di Spagna, l’ebraismo internazionale dichiarò guerra al fascismo; esse furono benedette dalla Chiesa”.

Possibile Calabria dunque critica l’iniziativa programmata a Cardinale e ne invita il sindaco a ritornare sui suoi passi. “Invitiamo tutte le forze politiche e sociali che si rifanno ai valori della democrazia e dell’antifascismo – concludono – a prendere le distanze da un gesto che dietro una presupposta identità di origini, nasconde un pericoloso riconoscimento simbolico”.

[Fonte: verzino.virgilio.itwww.cn24tv.it]




LameziaTerme.it - Movimento Nazionale Sovranità su memoria Pino Rauti


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Comunicato stampa:

Non è bastato il trascorrere del tempo, la pietas verso chi ha lasciato la vita terrena e neppure le parole con cui un uomo profondamente di sinistra come Luciano Violante, nel suo discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati nel 1996, parlava di pacificazione nazionale tra chi aveva vissuto i tragici momenti della guerra tra italiani che vide contrapporsi i partigiani e i fascisti di Saló, per impedire a gruppuscoli vetero comunisti, evidentemente ancora contaminati dalle scorie dello stalinismo, di vomitare insulti addosso alla memoria di Pino Rauti.

Rauti, oltre ad essere stato tra i leader storici della Destra e Segretario Nazionale del Movimento Sociale Italiano, figlio di una stagione politica distante anni luce dagli attuali rappresentati dei partiti, fu un ambientalista, strenuo oppositore della diffusione delle droghe, movimentista, grande giornalista e soprattutto fine pensatore.

Pino Rauti fu incarcerato nel 1972 per la sua presunta partecipazione ad alcune stragi, ma ai compagni evidentemente sfugge che dopo i tanti processi fu assolto da ogni accusa nelle formule più ampie “per non aver commesso il fatto”.

Allora di cosa sarà colpevole Pino Rauti: dell’aver preso parte da volontario alla seconda Guerra Mondiale dalla parte sbagliata? Ebbene sì, secondo i novelli partigiani da scrivania, pronti a dare battaglia a suon di comunicati ma inclini a perdonare i tanti Dario Fo che doppiogiochisti nel profondo dell’anima rinnegarono la partecipazione alla Repubblica Sociale Italiana per crearsi una seconda verginità all’ombra della falce e del martello.

Pino Rauti, no, a differenza loro restò sempre dalla stessa parte: ciò gli permise, da uomo colto quale fu, di rivedere quelle scelte, di considerarle diversamente, di rapportarle a quei tempi fino ad affermare “Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.”

Questi schizzi di fango, provocatoriamente gettati addosso alla figura di Pino Rauti, non macchieranno il ricordo dell’intellettuale calabrese, ma rendono l’idea di quanto siano anacronistiche e lontane dalla realtà certe sigle che ancora sguazzano nell’orbita della sinistra italiana.

Daniele Romeo
Dirigente Nazionale MNS

[Fonte: www.lameziaterme.it]




catanzaroinforma.it - Romeo (Mns): quanto fango addosso a Pino Rauti


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Non è bastato il trascorrere del tempo, la pietas verso chi ha lasciato la vita terrena e neppure le parole con cui un uomo profondamente di sinistra come Luciano Violante, nel suo discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati nel 1996, parlava di pacificazione nazionale tra chi aveva vissuto i tragici momenti della guerra tra italiani che vide contrapporsi i partigiani e i fascisti di Saló, per impedire a gruppuscoli vetero comunisti, evidentemente ancora contaminati dalle scorie dello stalinismo, di vomitare insulti addosso alla memoria di Pino Rauti. Lo scrive Daniele Romeo dirigente nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità a cui non sono andate giù le critiche per l’intitolazione di una via di Cardinale all’ex segretario Msi Pino Rauti.

Rauti, oltre ad essere stato tra i leader storici della Destra e Segretario Nazionale del Movimento Sociale Italiano, figlio di una stagione politica distante anni luce dagli attuali rappresentati dei partiti, fu un ambientalista, strenuo oppositore della diffusione delle droghe, movimentista, grande giornalista e soprattutto fine pensatore.

Pino Rauti fu incarcerato nel 1972 per la sua presunta partecipazione ad alcune stragi, ma ai compagni evidentemente sfugge che dopo i tanti processi fu assolto da ogni accusa nelle formule più ampie “per non aver commesso il fatto”.

Allora di cosa sarà colpevole Pino Rauti: dell’aver preso parte da volontario alla seconda Guerra Mondiale dalla parte sbagliata? Ebbene sì, secondo i novelli partigiani da scrivania, pronti a dare battaglia a suon di comunicati ma inclini a perdonare i tanti Dario Fo che doppiogiochisti nel profondo dell’anima rinnegarono la partecipazione alla Repubblica Sociale Italiana per crearsi una seconda verginità all’ombra della falce e del martello.

Pino Rauti, no, a differenza loro restò sempre dalla stessa parte: ciò gli permise, da uomo colto quale fu, di rivedere quelle scelte, di considerarle diversamente, di rapportarle a quei tempi fino ad affermare “Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.”

Questi schizzi di fango, provocatoriamente gettati addosso alla figura di Pino Rauti, non macchieranno il ricordo dell’intellettuale calabrese, ma rendono l’idea di quanto siano anacronistiche e lontane dalla realtà certe sigle che ancora sguazzano nell’orbita della sinistra italiana.

[Fonte: www.catanzaroinforma.it]




Anygator.com - Via intitolata a Rauti. Broccolo (Si): “atto politico di enorme gravità”


La decisione di intitolare una strada nel suo comune di nascita, Cardinale, a Pino Rauti, esponente di primo piano del neofascismo italiano, non va giù nemmeno a Angelo Broccolo, Segretario Regionale Sinistra Italiana che definisce la scelta dell’Amministrazione comunale come “un atto politico di enorme gravità”. “Intitolare una strada…

Articolo originale

[Fonte: it.anygator.com]




Catanzaro.Virgilio.it - Via intitolata a Rauti. Broccolo (Si): "atto politico di enorme gravità"


Pino Rauti Notizia correlata 6 ago 2017 Msi.
Cardinale intitola una via al suo concittadino Pino Rauti

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La decisione di intitolare una strada nel suo comune di nascita, Cardinale, a Pino Rauti, esponente di primo piano del neofascismo italiano, non va giù nemmeno a Angelo Broccolo, Segretario Regionale Sinistra Italiana che definisce la scelta dell’Amministrazione comunale come “un atto politico di enorme gravità”.

“Intitolare una strada pubblica all’ex militante della Repubblica sociale di Salò, raffinato interprete della nuova destra italiana ed europea, fondatore di Ordine Nuovo e parlamentare missino per più legislature” secondo Broccolo significa infatti “esaltarne l’esempio in un tempo che registra pericolosissimi rigurgiti di idee elitarie e nazionalistiche”.

“La saldatura della crisi economica e sociale con i disagi profondi generati dalla globalizzazione neoliberista – spiega il segretario – hanno determinato una ripresa di riflessioni e pratiche oltranziste e xenofobe che stanno sfociando nel ripudio delle forme democratiche ispirate alla Costituzione Italiana ed in genere alle conquiste democratiche del secondo post dopoguerra”.

Broccolo teme che il fascismo “in forme inedite – dice – trova nuove pratiche di applicazione e sembra davvero azzardato riesumare storicamente una figura che non ha mai fatto mistero della sua appartenenza ideale e politica. Ben altra riflessione sarebbe utile nella nostra Regione dove ancora oggi si condensano le incognite senza spiegazione dei moti di Reggio e di una intuibile saldatura di interessi le cui propaggini giungono fino a nostri giorni”.

Il segretario di Sinistra Italiana, dunque, Si augura che le istituzioni e soprattutto il Comune di Cardinale ci ripensi e auspica che si apra una riflessione “magari – conclude – proprio da quella sede ed in quella data, sul nostro recente passato, utile per davvero alle nuove generazioni”.

[Fonte: catanzaro.virgilio.itwww.cn24tv.it]




SoveratoWeb.com - Un’intitolazione a Pino Rauti


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A Cardinale viene intitolata una via cittadina a Giuseppe Umberto Rauti, noto come Pino. Ci sono ottime ragioni per tale decisione, e questo dirò nella mia relazione:

Le intitolazioni, infatti, attestano il rilievo umano di un personaggio. Quanto al giudizio secondo criteri religiosi morali etici, beh, si potrebbe eccepire su tantissimi di quelli i cui nomi si leggono su vie e strade e persino scuole. Tanto più se si parla di un uomo politico, la cui azione è inevitabilmente contaminata con le circostanze e contraddizioni non solo e non tanto della persona, quanto della realtà.

Rauti attraversò, infatti, tutte le vicende dell’Italia dalla sua adolescenza. Nato nel 1926, aderì alla Repubblica Sociale Italiana, e si vantava di esserne stato l’ufficiale più giovane. Rimasto fedele ai suoi ideali dopo la guerra, appartiene a gruppi e associazioni. C’è chi lo ricorda ancora, giovanissimo, tenere un comizio a Soverato.

Negli anni di piombo, anche qui sia detto come tantissimi, si trovò sfiorato da indagini senza alcuna prova a suo carico.

Approda infine al Movimento Sociale: un percorso non dissimile da quello di molti altri. Capo dell’opposizione ad Almirante, fu segretario del partito dalla fine del 1990 all’estate 1991. Sono vicende interne che meriterebbero analisi dettagliata e su cui chi scrive ebbe e ha una ben diversa, e purtroppo fondata opinione; ma ormai sarebbero datate, e i più giovani nemmeno ne capirebbero i meccanismi.

Indubbio fu invece il peso di Pino Rauti nel mondo culturale nazionalpopolare. Il Centro studi Ordine Nuovo si distinse da una cultura di destra che, negli anni 1950 e 60, ben poco andava di là di un rustico anticomunismo. Rauti diede impulso a studi sociologici sui mutamenti della società italiana, con particolare attenzione alle tendenze giovanili anche in fatto di musica e mode. La rivista “Linea” del 1978, poi la nuova serie di circa dieci anni dopo, fu una fucina di idee e dibattiti e, detto in generale, di una visione alternativa alla destra borghese come comunemente intesa.

Intuì, infatti, con  grande anticipo la crisi del comunismo e la fine dell’Unione Sovietica, e perciò anche la liberazione del mondo missino dall’incubo monomaniaco anticomunista e, diciamo così, montanelliano; e dall’innaturale collocazione del MS in un acritico occidentalismo e americanismo. Sognava “spazi nuovi” e “andare oltre” la destra; malamente tradotto con l’ambigua espressione “sfondamento a sinistra”.

Apprezzabile fu la produzione culturale di Rauti, con libri quali “Le idee che mossero il mondo” del 1966; e la monumentale e documentatissima “Storia del fascismo”, del 1979, firmata con Rutilio Sermonti. Altre opere,

La democrazia, ecco il nemico! 1952.
1915-1945. Storia d’Italia nei discorsi di Mussolini, 1960.
L’immane conflitto. Mussolini, Roosevelt, Stalin, Churchill, Hitler, 1965
Storia d’Italia nei discorsi di Mussolini, 1915-1945, 1965.
Le mani rosse sulle forze armate, con Guido Giannettini, 1966,
La conquista del potere, con Rutilio Sermonti, 1976.
Le interpretazioni e le origini, con Rutilio Sermonti, 1976.
Perché ‘no’ all’aborto. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella seduta del 2 marzo 1976, 1976.
La crisi del marxismo, 1989.
Benito Mussolini, 1989.
L’eredità culturale e linguistica dell’Europa, 1989.
Fascismo e Mezzogiorno, con Rutilio Sermonti, 1990.

Ulderico Nisticò




IlDispaccio.it - Intitolazione via a Pino Rauti, Daniele Romeo (MNS): "Schizzi di fango dalla sinistra"


“Non è bastato il trascorrere del tempo, la pietas verso chi ha lasciato la vita terrena e neppure le parole con cui un uomo profondamente di sinistra come Luciano Violante, nel suo discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati nel 1996, parlava di pacificazione nazionale tra chi aveva vissuto i tragici momenti della guerra tra italiani che vide contrapporsi i partigiani e i fascisti di Saló, per impedire a gruppuscoli vetero comunisti, evidentemente ancora contaminati dalle scorie dello stalinismo, di vomitare insulti addosso alla memoria di Pino Rauti.
Rauti, oltre ad essere stato tra i leader storici della Destra e Segretario Nazionale del Movimento Sociale Italiano, figlio di una stagione politica distante anni luce dagli attuali rappresentati dei partiti, fu un ambientalista, strenuo oppositore della diffusione delle droghe, movimentista, grande giornalista e soprattutto fine pensatore.
Pino Rauti fu incarcerato nel 1972 per la sua presunta partecipazione ad alcune stragi, ma ai compagni evidentemente sfugge che dopo i tanti processi fu assolto da ogni accusa nelle formule più ampie “per non aver commesso il fatto”.
Allora di cosa sarà colpevole Pino Rauti: dell’aver preso parte da volontario alla seconda Guerra Mondiale dalla parte sbagliata? Ebbene sì, secondo i novelli partigiani da scrivania, pronti a dare battaglia a suon di comunicati ma inclini a perdonare i tanti Dario Fo che doppiogiochisti nel profondo dell’anima rinnegarono la partecipazione alla Repubblica Sociale Italiana per crearsi una seconda verginità all’ombra della falce e del martello.
Pino Rauti, no, a differenza loro restò sempre dalla stessa parte: ciò gli permise, da uomo colto quale fu, di rivedere quelle scelte, di considerarle diversamente, di rapportarle a quei tempi fino ad affermare “Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.”
Questi schizzi di fango, provocatoriamente gettati addosso alla figura di Pino Rauti, non macchieranno il ricordo dell’intellettuale calabrese, ma rendono l’idea di quanto siano anacronistiche e lontane dalla realtà certe sigle che ancora sguazzano nell’orbita della sinistra italiana”. Lo afferma in una nota Daniele Romeo, Dirigente Nazionale MNS




strettoweb.com - Reggio Calabria, MNS: “intitolare una via a Pino Rauti”


pino_rauti“Non è bastato il trascorrere del tempo, la pietas verso chi ha lasciato la vita terrena e neppure le parole con cui un uomo profondamente di sinistra come Luciano Violante, nel suo discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei Deputati nel 1996, parlava di pacificazione nazionale tra chi aveva vissuto i tragici momenti della guerra tra italiani che vide contrapporsi i partigiani e i fascisti di Saló, per impedire a gruppuscoli vetero comunisti, evidentemente ancora contaminati dalle scorie dello stalinismo, di vomitare insulti addosso alla memoria di Pino Rauti. Rauti, oltre ad essere stato tra i leader storici della Destra e Segretario Nazionale del Movimento Sociale Italiano, figlio di una stagione politica distante anni luce dagli attuali rappresentati dei partiti, fu un ambientalista, strenuo oppositore della diffusione delle droghe, movimentista, grande giornalista e soprattutto fine pensatore. Pino Rauti fu incarcerato nel 1972 per la sua presunta partecipazione ad alcune stragi, ma ai compagni evidentemente sfugge che dopo i tanti processi fu assolto da ogni accusa nelle formule più ampie “per non aver commesso il fatto”. Allora di cosa sarà colpevole Pino Rauti: dell’aver preso parte da volontario alla seconda Guerra Mondiale dalla parte sbagliata? Ebbene sì, secondo i novelli partigiani da scrivania, pronti a dare battaglia a suon di comunicati ma inclini a perdonare i tanti Dario Fo che doppiogiochisti nel profondo dell’anima rinnegarono la partecipazione alla Repubblica Sociale Italiana per crearsi una seconda verginità all’ombra della falce e del martello. Pino Rauti, no, a differenza loro restò sempre dalla stessa parte: ciò gli permise, da uomo colto quale fu, di rivedere quelle scelte, di considerarle diversamente, di rapportarle a quei tempi fino ad affermare “Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.” Questi schizzi di fango, provocatoriamente gettati addosso alla figura di Pino Rauti, non macchieranno il ricordo dell’intellettuale calabrese, ma rendono l’idea di quanto siano anacronistiche e lontane dalla realtà certe sigle che ancora sguazzano nell’orbita della sinistra italiana“. E’ quanto scrive in una nota Daniele Romeo, Dirigente Nazionale MNS

[Fonte: www.strettoweb.com]




cn24tv.it - Via intitolata a Rauti. Broccolo (Si): “atto politico di enorme gravità”


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La decisione di intitolare una strada nel suo comune di nascita, Cardinale, a Pino Rauti, esponente di primo piano del neofascismo italiano, non va giù nemmeno a Angelo Broccolo, Segretario Regionale Sinistra Italiana che definisce la scelta dell’Amministrazione comunale come “un atto politico di enorme gravità”.

“Intitolare una strada pubblica all’ex militante della Repubblica sociale di Salò, raffinato interprete della nuova destra italiana ed europea, fondatore di Ordine Nuovo e parlamentare missino per più legislature” secondo Broccolo significa infatti “esaltarne l’esempio in un tempo che registra pericolosissimi rigurgiti di idee elitarie e nazionalistiche”.

“La saldatura della crisi economica e sociale con i disagi profondi generati dalla globalizzazione neoliberista – spiega il segretario – hanno determinato una ripresa di riflessioni e pratiche oltranziste e xenofobe che stanno sfociando nel ripudio delle forme democratiche ispirate alla Costituzione Italiana ed in genere alle conquiste democratiche del secondo post dopoguerra”.

Broccolo teme che il fascismo “in forme inedite – dice – trova nuove pratiche di applicazione e sembra davvero azzardato riesumare storicamente una figura che non ha mai fatto mistero della sua appartenenza ideale e politica. Ben altra riflessione sarebbe utile nella nostra Regione dove ancora oggi si condensano le incognite senza spiegazione dei moti di Reggio e di una intuibile saldatura di interessi le cui propaggini giungono fino a nostri giorni”.

Il segretario di Sinistra Italiana, dunque, Si augura che le istituzioni e soprattutto il Comune di Cardinale ci ripensi e auspica che si apra una riflessione “magari – conclude – proprio da quella sede ed in quella data, sul nostro recente passato, utile per davvero alle nuove generazioni”.

[Fonte: www.cn24tv.it]