RomaDailyNews.it - In ricordo di un uomo, un intellettuale, un politico: Pino Rauti


PINO-RAUTI

Si è svolto ieri, presso Palazzo Ferrajoli a Roma, un incontro dedicato alla memoria di un grande politico, un grande intellettuale ma soprattutto un grande uomo, Pino Rauti. Diverse le autorità presenti, da Gianni Alemanno a Francesco Storace. Ma, presenti, erano soprattutto le due persone più importanti della sua vita, le due figlie, Alessandra e Isabella, che lo hanno ricordato con alcune lettere scritte durante gli anni di prigionia nel campo di concentramento di Algeri nel 1945.

Pino Rauti, come raccontano le figlie, era un uomo curioso, un uomo che amava tanto leggere. Anche negli gli ultimi mesi della sua vita leggeva i suoi tradizionali quattro, cinque quotidiani, a dimostrazione di quanto amasse la lettura e l’informazione. Rauti, nonostante non avesse mai avuto quella libertà che consentiva di essere considerati tali, non si è mai lamentato. A diciannove anni, quando era in un campo di prigionia, indirizzò una lettera ai genitori chiedendo loro di poterlo iscrivere all’Università, Quello era il suo più grande desiderio. Non piangeva, non si lamentava.

L’incontro inizia con un filmato dedicato alla carriera di Pino Rauti, al suo percorso nel MSI, alle sue idee,ai progetti che voleva vedere realizzati. Obiettivi che erano destinati esclusivamente al benessere dei cittadini, del popolo. Perché Rauti credeva nel popolo e voleva veder realizzato questo suo sogno in un Paese bello come l’Italia.

Durante il convegno prende la parola il Prof. Parlato evidenziando come il Dott. Rauti, riuscendo a dar innovazione alla politica, ha posto un problema alla sinistra di quel tempo. Pino Rauti ha avuto il merito di dare un metodo alla politica: avere una visione del mondo, applicarla alla politica e consegnarla alla classe dirigente.

Per questo e molto altro è stato creato un Archivio nel quale viene conservato tutto ciò che apparteneva a Pino Rauti. Lasciare, così, il ricordo di una persona che ha cambiato la Storia della Politica italiana. Un uomo che come afferma Isabella è un Rivoluzionario Nazional Popolare perché è un uomo che ritorna alle radici e da queste crea una rivoluzione per riprendersi il popolo, avendo a cuore gli interessi degli Italiani. Affrontava temi che lo facevano essere inattuale. Preveniva questioni che divennero delle emergenze. Ed è questo che lo fa essere un Rivoluzionario Nazional Popolare, un politico, un intellettuale ma prima di tutto un Uomo.

[Fonte: www.romadailynews.it]




RicercAlo.it - A Roma il convegno: “Pino Rauti il rivoluzionario nazional popolare”


Si è tenuto a Roma, a Palazzo Ferrajoli, un convegno rievocativo di Pino Rauti, segretario dell’Msi e leader di Fiamma Tricolore organizzato dalle figlie Isabella ed Alessandra

convegno-rauti-ape10

di Giuseppe Vatinno, già Deputato e giornalista

Nel tardo pomeriggio di Venerdì si è tenuto a Roma, a Palazzo Ferrajoli, un convegno rievocativo di Pino Rauti, segretario dell’Msi e leader di Fiamma Tricolore organizzato dalle figlie Isabella ed Alessandra.
Il Convegno, che ormai rispetta una cadenza annuale, ha rievocato tramite la presentazione di documenti inediti dell’Archivio Rauti la figura e l’opera politica ma anche intellettuale di Pino Rauti;il dibattito è stato condotto da Pietro De Leo che ha sostituito il direttore de “Il Tempo” Gian Marco Chiocci, indisposto.
Rauti è stato, come detto, oltre che un politico anche un intellettuale e come scrittore ha prodotto diverse opere di varia natura, non solo politica, ma anche, ad esempio, di turismo e gastronomia, rivelando una forte curiosità per tutti i campi del sapere.
L’archivio privato attualmente ospitato nell’abitazione privata di Rauti stesso è costituito da una immensa mole di scritti, saggi, libri, articoli e riviste ed è in fase di catalogazione grazie all’opera di un laureando in storia, Piero Zucchi, intenzionato a chiedere una tesi di laurea proprio sul leader.
Presenti tra gli oratori Silvano Moffa, già Presidente della Provincia di Roma, Giuseppe Parlato, storico, Luciano Schifone, Pasquale Viespoli;in sala il vicepresidente della Regione Lazio, Francesco Storace, e l’ex sindaco Gianni Alemanno.
Nelle due ore trascorse nella magnifica sala delle conferenze dell’antico palazzo si è revocata la storia politica, intellettuale ed umana di Rauti ad iniziare dal suo periodo di prigionia in Algeria subito dopo la fine della guerra nell’aprile del 1945 con la lettura di lettere inedite inviate ai genitori; pregevole la proiezione in contemporanea di immagini significative e molte anch’esse inedite dell’archivio fotografico privato.
Isabella ed Alessandra Rauti hanno parlato rievocando il significato politico ma anche intellettuale del padre con la rivelazione di particolari inediti ed auspicando la preparazione di un libro utilizzando l’immensa mole documentaristica dell’archivio.
Massiccia la presenza di pubblico che ha occupato non solo la sala centrale ma anche una secondaria preposta all’uopo.
A margine del convegno abbiamo intervistato la figlia Isabella Rauti.

D: Isabella, come era Pino Rauti “padre”?

R: E’ stato un padre molto affettuoso ed attento a noi figlie; mi ricordo che mi svegliavo al ticchettio della sua macchina da scrivere, una Olivetti Lettera 22 che era stata regalata a mia sorella Alessandra.

D: Ma in famiglia parlavate di politica?

R: Mio padre era molto attento al rispetto degli spazi e degli equilibri familiari;parlava di politica solo se richiesto.

D: Rauti è famoso per la sua teoria indubbiamente eterodossa di uno “sfondamento a sinistra”.Cosa significava questo per tuo padre?

R: Per mio padre significava spostarsi dalla tradizionale area ortodossa, come tu dici bene, di una destra tradizionale per aprirsi anche agli operai, ai meno abbienti, ai più deboli, fornendo la base di quella che sarebbe poi divenuta nel tempo la destra sociale.

D: Se non sbaglio Pino Rauti ebbe anche l’interessamento di un organo sovietico come la Pravda.E’ vero?

R: Sì; gli fecero un articolo di cui comunque andava fiero perché ne parlavano bene.

D: in che rapporto stava con gli Usa? Cioè che posizione prese riguardo l’atlantismo?

R: Mio padre fu sempre un anti-atlantista perché vedeva nel capitalismo americano una delle redici della perdita di valori che stava distruggendo l’occidente mentre un’altra parte dell’ Msi era invece favorevole agli Usa in un’ottica anti – comunista. Tra l’altro fece proprio la sua tesi di laurea, ritrovata da poco, sull’Onu e ne parlava con toni assai critici.

D:Isabella, in questo periodo politico così confuso, in cui il “Front National” di Le Pen ha un consenso sempre maggiore, si parla molto di Europa.Che idea aveva tuo padre di essa?

R: Mio padre aveva una visione dell’Europa come una “Europa dei popoli” che unisse nella diversità varie sensibilità cementate comunque da una visione cristiana del continente.

D: Pino Rauti, pochi lo sanno, è stato un precursore dell’ecologismo; ad esempio mi pare che nel congresso dell’Msi di Napoli del 1979, presentasse delle tesi ambientali…

R: Sì; fu proprio a Napoli che tali tesi, nuovamente eterodosse come lo “sfondamento a sinistra”, furono presentate producendo una certa incomprensione nel comitato centrale del partito.I Verdi erano nati da poco ma comunque ancora nessuno parlava della tematica ecologica in maniera approfondita, facendone cioè un tema centrale.Mio padre creò i Campi Hobbit; questi campi incanalarono le energie giovanili evitando di cadere ad esempio nell’estremismo neofascista.Durante queste giornate si discuteva di tutto: dall’ecologia vera e propria, ai temi del medio oriente, della libertà dei popoli, ma anche si spiegavano concetti di educazione civica, ad esempio i funzionamento degli enti locali.Insomma erano momenti di aggregazione sociali di energie giovanili.

D: Che rapporto ebbe Pino Rauti con quella che è chiamata la Tradizione ovvero con autori come Julius Evola, Rene Guenon, Mircea Eliade?

R: Julius Evola, di cui mio padre fu allievo, ebbe sicuramente una grande influenza su di lui e su noi giovani; era un po’ la nostra guida ideologica.Ma anche gli altri autori erano letti ed apprezzati.

D: Ricollegandomi a questo ti chiedo quale influenza ebbe quella che possiamo definire l’ “epica del fantastico” nell’ideologia rautiana…

R: Ebbe molto influenza; una concezione epica e nobile dell’azione richiamava a valori antichi e a modelli che ebbero ed hanno una sicura influenza tra i giovani.Basti pensare che il nome dei campi Hobbit derivano dall’epopea del Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien.

D: Isabella, se non sbaglio voi in quel particolare periodo storico fondaste una rivista “Éowyn”, dal nome di una eroina del Signore degli Anelli…;fu una risposta di un “femminismo di destra” al “femminismo di sinistra”?

R: Io non sono mai stata femminista; sono stata e sono per una complementarietà dei sessi; infatti la nostra rivista femminile (e non femminista) come dici correttamente tu e cioè Éowyn proponeva un modello culturale di donna complementare all’uomo e non in opposizione come invece il femminismo di sinistra propagandava.Infatti il simbolo della rivista era quello taoista dello Yin e dello Yang, cioè, appunto, della complementarietà nella diversità dei ruoli.

D: Torniamo a tuo padre.Che rapporto aveva con la tecnologia?

R: Un rapporto particolare; come ti dicevo utilizzava per scrivere una vecchia Olivetti Lettera 22; tuttavia navigava in internet soprattutto per occuparsi della edizione on-line della rivista telematica “Linea”.Per il resto era incapace di gestire gli sms ed altre diavolerie tecnologiche che in quel tempo stavano emergendo; tra l’altro aveva un cellulare antiquato e gli imponemmo di cambiarlo con uno moderno se voleva che lo aiutassimo…

D: In fine che ricordo hai di tuo padre?

R: E’ stato, come ti dicevo all’inizio, un padre premuroso, affettuoso e delicato.Ci ha sempre incoraggiato a pensare in proprio e a formarci un’idea scevra da preconcetti.E questo sia in politica che nella società.

[Fonte: www.ricercalo.it]




affaritaliani.it - A Roma il convegno: “Pino Rauti il rivoluzionario nazional popolare”


Si è tenuto a Roma, a Palazzo Ferrajoli, un convegno rievocativo di Pino Rauti, segretario dell’Msi e leader di Fiamma Tricolore organizzato dalle figlie Isabella ed Alessandra

convegno-rauti-ape10

di Giuseppe Vatinno, già Deputato e giornalista

Nel tardo pomeriggio di Venerdì si è tenuto a Roma, a Palazzo Ferrajoli, un convegno rievocativo di Pino Rauti, segretario dell’Msi e leader di Fiamma Tricolore organizzato dalle figlie Isabella ed Alessandra.
Il Convegno, che ormai rispetta una cadenza annuale, ha rievocato tramite la presentazione di documenti inediti dell’Archivio Rauti la figura e l’opera politica ma anche intellettuale di Pino Rauti;il dibattito è stato condotto da Pietro De Leo che ha sostituito il direttore de “Il Tempo” Gian Marco Chiocci, indisposto.
Rauti è stato, come detto, oltre che un politico anche un intellettuale e come scrittore ha prodotto diverse opere di varia natura, non solo politica, ma anche, ad esempio, di turismo e gastronomia, rivelando una forte curiosità per tutti i campi del sapere.
L’archivio privato attualmente ospitato nell’abitazione privata di Rauti stesso è costituito da una immensa mole di scritti, saggi, libri, articoli e riviste ed è in fase di catalogazione grazie all’opera di un laureando in storia, Piero Zucchi, intenzionato a chiedere una tesi di laurea proprio sul leader.
Presenti tra gli oratori Silvano Moffa, già Presidente della Provincia di Roma, Giuseppe Parlato, storico, Luciano Schifone, Pasquale Viespoli;in sala il vicepresidente della Regione Lazio, Francesco Storace, e l’ex sindaco Gianni Alemanno.
Nelle due ore trascorse nella magnifica sala delle conferenze dell’antico palazzo si è revocata la storia politica, intellettuale ed umana di Rauti ad iniziare dal suo periodo di prigionia in Algeria subito dopo la fine della guerra nell’aprile del 1945 con la lettura di lettere inedite inviate ai genitori; pregevole la proiezione in contemporanea di immagini significative e molte anch’esse inedite dell’archivio fotografico privato.
Isabella  ed Alessandra Rauti hanno parlato rievocando il significato politico ma anche intellettuale del padre con la rivelazione di particolari inediti ed auspicando la preparazione di un libro utilizzando l’immensa mole documentaristica dell’archivio.
Massiccia la presenza di pubblico che ha occupato non solo la sala centrale ma anche una secondaria preposta all’uopo.
A margine del convegno abbiamo intervistato la figlia Isabella Rauti.

D: Isabella, come era Pino Rauti “padre”?

R: E’ stato un padre molto affettuoso ed attento a noi figlie; mi ricordo che mi svegliavo al ticchettio della sua macchina da scrivere, una Olivetti Lettera 22 che era stata regalata a mia sorella Alessandra.

D: Ma in famiglia parlavate di politica?

R: Mio padre era molto attento al rispetto degli spazi e degli equilibri familiari;parlava di politica solo se richiesto.

D: Rauti è famoso per la sua teoria indubbiamente eterodossa di uno “sfondamento a sinistra”.Cosa significava questo per tuo padre?

R: Per mio padre significava spostarsi dalla tradizionale area ortodossa, come tu dici bene, di una destra tradizionale per aprirsi anche agli operai, ai meno abbienti, ai più deboli, fornendo la base di quella che sarebbe poi divenuta  nel tempo la destra sociale.

D: Se non sbaglio Pino Rauti ebbe anche l’interessamento di un organo sovietico come la Pravda.E’ vero?

R: Sì; gli fecero un articolo di cui comunque andava fiero perché ne parlavano bene.

D: in che rapporto stava con gli Usa? Cioè che posizione prese riguardo l’atlantismo?

R: Mio padre fu sempre un anti-atlantista perché vedeva nel capitalismo americano una delle redici della perdita di valori che stava distruggendo l’occidente mentre un’altra parte dell’ Msi era invece favorevole agli Usa in un’ottica anti – comunista. Tra l’altro fece proprio la sua tesi di laurea, ritrovata da poco, sull’Onu e ne parlava con toni assai critici.

D:Isabella, in questo periodo politico così confuso, in cui il “Front National” di Le Pen ha un consenso sempre maggiore, si parla molto di Europa.Che idea aveva tuo padre di essa?

R: Mio padre aveva una visione dell’Europa come una “Europa dei popoli” che unisse nella diversità varie sensibilità cementate comunque da una visione cristiana del continente.

D: Pino Rauti, pochi lo sanno, è stato un precursore dell’ecologismo; ad esempio mi pare che nel congresso dell’Msi di Napoli del 1979, presentasse delle tesi ambientali…

R: Sì; fu proprio a Napoli che tali tesi, nuovamente eterodosse come lo “sfondamento a sinistra”, furono presentate producendo una certa incomprensione nel comitato centrale del partito.I Verdi erano nati da poco ma comunque ancora nessuno parlava della tematica ecologica in maniera approfondita, facendone cioè un tema centrale.Mio padre creò i Campi Hobbit; questi campi incanalarono le energie giovanili evitando di cadere ad esempio nell’estremismo  neofascista.Durante queste giornate si discuteva di tutto: dall’ecologia vera e propria, ai temi del medio oriente, della libertà dei popoli, ma anche si spiegavano concetti di educazione civica, ad esempio i funzionamento degli enti locali.Insomma erano momenti di aggregazione sociali di energie giovanili.

D: Che rapporto ebbe Pino Rauti con quella che è chiamata la Tradizione ovvero con autori come Julius Evola, Rene Guenon, Mircea Eliade?

R: Julius Evola, di cui mio padre fu allievo, ebbe sicuramente una grande influenza su di lui e su noi giovani; era un po’ la nostra guida ideologica.Ma anche gli altri autori erano letti ed apprezzati.

D: Ricollegandomi a questo ti chiedo quale influenza ebbe quella che possiamo definire l’ “epica del fantastico” nell’ideologia rautiana…

R: Ebbe molto influenza; una concezione epica e nobile dell’azione richiamava a valori antichi e a modelli che ebbero ed hanno una sicura influenza tra i giovani.Basti pensare che il nome dei campi Hobbit derivano dall’epopea del Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien.

D: Isabella, se non sbaglio voi in quel particolare periodo storico fondaste una rivista “Éowyn”, dal nome di una eroina del Signore degli Anelli…;fu una risposta di un “femminismo di destra” al “femminismo di sinistra”?

R: Io non sono mai stata femminista; sono stata e sono per una complementarietà dei sessi; infatti la nostra rivista femminile (e non femminista) come dici correttamente tu e cioè Éowyn proponeva un modello culturale di donna complementare all’uomo e non in opposizione come invece il femminismo di sinistra propagandava.Infatti il simbolo della rivista era quello taoista dello Yin e dello Yang, cioè, appunto, della complementarietà nella diversità dei ruoli.

D: Torniamo a tuo padre.Che rapporto aveva con la tecnologia?

R: Un rapporto particolare; come ti dicevo utilizzava per scrivere  una vecchia Olivetti Lettera 22; tuttavia navigava in internet soprattutto per occuparsi della edizione on-line della rivista telematica “Linea”.Per il resto era incapace di gestire gli sms ed altre diavolerie tecnologiche che in quel tempo stavano emergendo; tra l’altro aveva un cellulare antiquato e gli imponemmo di cambiarlo con uno moderno se voleva che lo aiutassimo…

D: In fine che ricordo hai di tuo padre?

R: E’ stato, come ti dicevo all’inizio, un padre premuroso, affettuoso e delicato.Ci ha sempre incoraggiato a pensare in proprio e a formarci un’idea scevra da preconcetti.E questo sia in politica che nella società.

[Fonte: www.affaritaliani.it]




marcellinonews.blogspot.it - Marcellino Radogna - Fotonotizie per la stampa


Aldo Di Lello e Isabella Rauti

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Convegno a Palazzo Ferrajoli per ricordare “Pino Rauti il Rivoluzionario Nazional Popolare”. Roma 18 dicembre 2015

[Fonte: marcellinonews.blogspot.it]




BlogStreet.it - In ricordo di un uomo, un intellettuale, un politico: Pino Rauti


“Si è svolto ieri, presso Palazzo Ferrajoli a Roma, un incontro dedicato alla memoria di un grande politico, un grande intellettuale ma soprattutto un grande uomo, Pino Rauti. Diverse L’articolo…”

Post pubblicato dal blog: www.romadailynews.it

[Fonte: www.blogstreet.it]




makemefeed.com - L’intervista. Isabella Rauti: “In Marine Le Pen le intuizioni nazionalpopolari di mio padre”


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“L’attualità della politica nazionalpolare l’abbiamo riscontrata in Francia: Marine Le Pen ha incarnato un modello nazionale e popolare, contro le lobbies, nel tentativo di costruire una piattaforma programmatica che restituisse la sovranità al popolo”: a parlare è Isabella Rauti, giornalista ed intellettuale, intervistata da Barbadillo.it a margine dell’incontro a Roma su “Pino Rauti, il rivoluzionario nazional popolare”.

Signora Isabella, perché continuare a studiare gli scritti di Pino Rauti?

L’intento dell’incontro romano e di altri i programma è quello di analizzare gli studi del leader missino per coglierne le intuizioni ancora straordinariamente in linea con il nostro spirito del tempo. Su temi cruciali come immigrazione, demografia, dissesto idrogeologico e difesa del paesaggio o affermazione della modernità del welfare state, Rauti resta un punto di riferimento per un’area politica che vuole essere nazionale e popolare.

Le tesi rautiane non piacerebbero a tanti dell’attuale centrodestra, sensibile alle sirene tecnocratiche…

Non sarebbe una novità. Anche nel Msi erano viste con ostilità dagli ambienti più conservatori, mentre basta leggere la realtà per comprendere quanto i diritti del popolo passino dal riconoscimento del valore di ambiente, stato sociale e famiglia.

Domenico Fisichella scrisse nel 1989 un fondo su “Il Tempo” intitolato “Compagno missino”. Le idee di Rauti erano di “sinistra”?

Mio padre puntualizzò il suo pensiero con un editoriale su Linea nel quale spiegò che “nessuno indossava la camicia rossa” ma era impegnato nel restituire alla nostra comunità qualcosa di caratterizzante la storia missina, il rapporto prioritario con il popolo. E questo postulato resta prezioso in chiave di ricostruzione identitaria della destra nazionale e popolare.

La visione nazionalpopolare è alla base del successo di Marine Le Pen?

Le idee vanno contestualizzate, come sta facendo la Le Pen nel Front National: con un metodo nazionalpopolare ha posizionato il partito a difesa del popolo contro la dittatura tecnocratica e contro il politicamente corretto.

Eppure Pino Rauti tentò in tutti i modi di rompere l’asse Msi-Front National…

Rauti sul tema dell’immigrazione aveva una visione ben differente rispetto al reazionarismo di Jean-Marie Le Pen. La figlia, esprime una politica differente.

L’archivio Rauti: è possibile consultarlo per tesi o apprendimenti?

Certamente. Abbiamo il sito a cui si può scrivere, www.pinorauti.org, mentre come Centro Studi Pino Rauti stiamo completando l’archiviazione dei suoi documenti: per ora abbiamo catalogato oltre mille volumi che identificano le sue passioni e gli argomenti di studio. vanno dalla politica alla storia all’economia fino al turismo e alla cucina intesa come una delle vie per affermare il legame con tradizione. Poi c’è una quantità sterminata di documenti.

Ci può anticipare qualche scritto emerso dagli archivi?

Abbiamo ritrovato le lettere che scrisse mio padre alla famiglia da prigioniero come aderente alla Repubblica Sociale: erano inviate dal campo di detenzione di Algeri nel 1945. Poi hanno una grande rilevanze le lettere che scrisse alla famiglia durante la detenzione ingiusta nel 1972: da queste epistole emerge un Rauti intimo, con particolari che aiutano a comprendere la sensibilità dell’uomo e del politico.

Michele De Feudis

[Fonte: www.barbadillo.it]

[Ripreso da: www.makemefeed.com]




In ricordo di Pino Rauti, convegno "Pino Rauti il rivoluzionario nazional popolare" - Palazzo Ferrajoli, Piazza Colonna 355, Roma


Invito-InRicordoDiPinoRauti-18dicembre2015

Segui gli interventi:

Franco Mugnai in collegamento telefonico

https://www.youtube.com/watch?v=yTQOvpcN0W4

Introduzione di Pietro De Leo

https://www.youtube.com/watch?v=ljTJUScp-C4

Alessandra Rauti

https://www.youtube.com/watch?v=cCFQHnmJys8

Piero Zucchi

https://www.youtube.com/watch?v=fw1NAqShf1w

Le lettere di Pino Rauti lette da Alessandra Rauti

https://www.youtube.com/watch?v=F311oGv676Q

Silvano Moffa

https://www.youtube.com/watch?v=-OZR46PUMQo

Giuseppe Parlato

https://www.youtube.com/watch?v=z4oLfF_fs-o

Isabella Rauti

https://www.youtube.com/watch?v=VHPZUN4-1Rk

Luciano Schifone

https://www.youtube.com/watch?v=_8snBU-HVe0

Pasquale Viespoli

https://www.youtube.com/watch?v=KNjpnMpz27A

Testimonianza

https://www.youtube.com/watch?v=XJB0h37DkBk

Guarda la galleria fotografica:




Barbadillo.it - L’intervista. Isabella Rauti: “In Marine Le Pen le intuizioni nazionalpopolari di mio padre”


Pino-Rauti-310x194

“L’attualità della politica nazionalpolare l’abbiamo riscontrata in Francia: Marine Le Pen ha incarnato un modello nazionale e popolare, contro le lobbies, nel tentativo di costruire una piattaforma programmatica che restituisse la sovranità al popolo”: a parlare è Isabella Rauti, giornalista ed intellettuale, intervistata da Barbadillo.it a margine dell’incontro a Roma su “Pino Rauti, il rivoluzionario nazional popolare”.

Signora Isabella, perché continuare a studiare gli scritti di Pino Rauti?

L’intento dell’incontro romano e di altri i programma è quello di analizzare gli studi del leader missino per coglierne le intuizioni ancora straordinariamente in linea con il nostro spirito del tempo. Su temi cruciali come immigrazione, demografia, dissesto idrogeologico e difesa del paesaggio o affermazione della modernità del welfare state, Rauti resta un punto di riferimento per un’area politica che vuole essere nazionale e popolare.

Le tesi rautiane non piacerebbero a tanti dell’attuale centrodestra, sensibile alle sirene tecnocratiche…

Non sarebbe una novità. Anche nel Msi erano viste con ostilità dagli ambienti più conservatori, mentre basta leggere la realtà per comprendere quanto i diritti del popolo passino dal riconoscimento del valore di ambiente, stato sociale e famiglia.

Domenico Fisichella scrisse nel 1989 un fondo su “Il Tempo” intitolato “Compagno missino”. Le idee di Rauti erano di “sinistra”?

Mio padre puntualizzò il suo pensiero con un editoriale su Linea nel quale spiegò che “nessuno indossava la camicia rossa” ma era impegnato nel restituire alla nostra comunità qualcosa di caratterizzante la storia missina, il rapporto prioritario con il popolo. E questo postulato resta prezioso in chiave di ricostruzione identitaria della destra nazionale e popolare.

La visione nazionalpopolare è alla base del successo di Marine Le Pen? 

Le idee vanno contestualizzate, come sta facendo la Le Pen nel Front National: con un metodo nazionalpopolare ha posizionato il partito a difesa del popolo contro la dittatura tecnocratica e contro il politicamente corretto.

Eppure Pino Rauti tentò in tutti i modi di rompere l’asse Msi-Front National…

Rauti sul tema dell’immigrazione aveva una visione ben differente rispetto al reazionarismo di Jean-Marie Le Pen. La figlia, esprime una politica differente.

L’archivio Rauti: è possibile consultarlo per tesi o apprendimenti?

Certamente. Abbiamo il sito a cui si può scrivere, www.pinorauti.org, mentre come Centro Studi Pino Rauti stiamo completando l’archiviazione dei suoi documenti: per ora abbiamo catalogato oltre mille volumi che identificano le sue passioni e gli argomenti di studio. vanno dalla politica alla storia all’economia fino al turismo e alla cucina intesa come una delle vie per affermare il legame con tradizione. Poi c’è una quantità sterminata di documenti.

Ci può anticipare qualche scritto emerso dagli archivi?

Abbiamo ritrovato le lettere che scrisse mio padre alla famiglia da prigioniero come aderente alla Repubblica Sociale: erano inviate dal campo di detenzione di Algeri nel 1945. Poi hanno una grande rilevanze le lettere che scrisse alla famiglia durante la detenzione ingiusta nel 1972: da queste epistole emerge un Rauti intimo, con particolari che aiutano a comprendere la sensibilità dell’uomo e del politico.

Michele De Feudis

[Fonte: www.barbadillo.it]




Secolo d'Italia.it - Pino Rauti, un archivio di idee per la cultura politica italiana


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Pino Rauti l’uomo, Pino Rauti il politico che credeva nel legame con la cultura. È questo il filo conduttore del convegno che si è svolto a Palazzo Ferrajoli di Roma su iniziativa del Centro Studi intitolato all’esponente missino e con il patrocinio della Fondazione Alleanza nazionale.  Con l’occasione è stato presentato il lavoro di sistemazione dell’archivio di Rauti: lettere, libri, articoli che saranno oggetto di ricerca universitaria.  «Una miniera ricchissima», hanno ribadito Isabella e Alessandra Rauti nel corso della manifestazione. All’incontro, insieme con le figlie dell’esponente missino, hanno partecipato, Giuseppe Parlato, Silvano Moffa, Pasquale Viespoli,  Luciano Schifone, Piero Zucchi. Ha coordinato i lavori il giornalista del Tempo Pietro De Leo. Il convegno è stato preceduto da un video e da un saluto del presidente della Fondazione An, Franco Mugnai, che ha ricordato come nella visione nazional–popolare di Rauti c’era il legame stretto tra il senso della tradizione e il futuro dei popoli.

Tutto questo patrimonio di idee emerge dal suo ricchissimo archivio. L’esponente missino, ha detto Alessandra Rauti, era un un«uomo curiosissimo per i sui vastissimi interessi e questo archivio è ricco di sorprese». Piero  Zucchi, il giovane studioso che sta esaminando e catalogando tutto il materiale, ha sottolineato l’ansia di Rauti di analizzare i nuovi processi storici. «Non era un uomo per tutte le stagioni, ma era interessato a capire il passagggio delle stagioni». L’uomo politico di destra – ha detto Silvano Moffa – ha «anticipato i tempi con le sue riflessioni, intuendo già il disfacimento dell’Occidente». Era un uomo «profondamente europeo». Ma la sua era l’«Europa dei popoli e non l’Europa delle tecnocrazie e della finanza». Questo profondo legame tra politica e cultura ha spiazzato, secondo Giuseppe Parlato, la sinistra, che ha avuto sempre curiosità per l’uomo politico della destra.  Il  filo conduttore del suo pensiero «è  costituito da tre elementi: la tradizione, la storia e la politica». Rauti ha in tal senso fornito un «metodo alla politica». Sulla  testimonianza morale fornita dalle sue lettere si è soffermata la figlia Isabella. Particolarmente singnificative sono quelle dalle prigionia (sia le lettere dal campo di concentramento inglese in Algeria sia quelle dal carcere di Treviso nel 1972). Da queste missive emerge una grande serenità e una grande fermezza d’animo. Dall’esame del Rauti «privato» , emergono anche il suo coraggio e tanti aspetti avventurosi, «come quando – ricorda sempre Isabella Rauti – evase con alcuni commilitoni dal campo di concentramento, per poi essere nuovamente catturato dai francesi». La sua idea nazional-popolare, ha concluso la figlia dell’esponente missino, avrebbe ancora un grande senso, perché proietta nel futuro il patrimonio ideale del passato. Le radici non gelano mai.

Aldo Di Lello

[Fonte: www.secoloditalia.it]




In ricordo di Pino Rauti - Le copertine dei libri


https://www.youtube.com/watch?v=sdQKh_wjSQ0