barbadillo.it - Heliopolis/10. La virtuosa irrequietezza della destra non conforme


Evola+Marinetti: si riporta la scintilla prometeica nuovamente in quella destra sociale e rivoluzionaria nata con la Konservative Revolution

L’area della destra non conforme sta prendendo una svolta interessante. Sulla scia dei lavori di Stefano Vaj, di Adriano Scianca attualizzatore di Gentile e Faye, l’intuizione matematica targata Evola+Marinetti sta restituendo una certa dose di ottimismo dopo anni di monotonia.
Anche da un punto di vista squisitamente politico, la scelta non è da sottovalutare nel momento in cui i laureati benestanti di tutto il mondo, i figli rentier dei boomers pensionati, votano assieme ai genitori ed in pianta stabile, in senso tecnicamente (e tecnologicamente) reazionario, i partiti liberal e di sinistra.
Il tema alla Blade runner, insomma, di una tecnica a mobilitazione totale, liberata dal modello del faraonato liberista (il tecno-barbaro vs Bill Gates), riporta la scintilla prometeica nuovamente in quella destra sociale e rivoluzionaria nata con la Konservative Revolution.
Paradosso politico ulteriore, la liberazione della tecnica torna protagonista nei circoli intellettuali neo-post-fascisti, proprio mentre il post-fascismo va al potere in nome della conservazione e della moderazione.
Cosa manca allora? Beh come sempre la gente, le masse. A cui non sarà facile spiegare come il viso pacioso di Pillon sia in realtà l’altra faccia della fine della storia.
D’altro canto siamo difronte ad una bella e colta riedizione dello sfondamento a sinistra intuito da Pino Rauti dopo decenni di sterile tradizionalismo.
La formula è, dunque, quella giusta. Ma per essere applicata politicamente necessità di corpi, lavoratori, e soldati in cui downloadare questa volontà di potenza 4.0 attraverso un populismo viscerale, arrogante, spiritualmente violento, che non si accontenti di dimostrare in modo illuministico, dialettico, di aver ragione ma che la ragione se la possa, prometeicamente, andare a prendere.

[Fonte: www.barbadillo.it]




semperidem.it - Il fenomeno Meloni


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Ad urne chiuse e risultati evidenti, una debita considerazione va fatta GIORGIA MELONI HA VINTO !

Non il partito, non Fratelli d’Italia, LEI  HA VINTO.

In ogni comune, anche laddove non vi è nemmeno un iscritto, non già un circolo ma UN iscritto, le percentuali sono state incredibili.

Il partito sul territorio non è incisivo (almeno in gran parte del territorio) non è rappresentato , e dove lo è… spesso vive ancora la sudditanza di una Lega egemone o dei sindaci eletti con la coalizione di CDX .

Il partito è spesso autoreferenziale, fatto di IO e non di NOI, spesso impreparato ed immobile!

Si deve, ed è imperativo, uscire dalla politichetta provinciale che si guarda soddisfatta il proprio ombelico. Si deve fare cultura politica, si deve ascoltare e si DEVONO dare risposte!!!

Giorgia Meloni è stata capace di dimostrare a tutti, prima che tutti a noi, come si fa, come si deve fare!

Non ha parlato “alla pancia” della gente, ha parlato alla gente, a tutti gli italiani, il messaggio è stato chiaro, la nostra Italia DEVE essere Patria e Nazione!

Passare dalla “protesta alla proposta di almirantiana memoria , ma soprattutto realizzare “lo sfondamento a sinistra” di rautiana memoria.

Ha messo in campo il meglio, ha deluso le aspettative di qualcuno? Può essere, ma ha fatto ciò che ha creduto essere il meglio per l’Italia .

In Lombardia la  Sen. Santanchè ha battuto Cottarelli e la Sen Rauti ha vinto il collegio di Sesto San Giovanni sconfiggendo Fiano!!

Loro ci hanno dimostrato come si fa!!!

In Lombardia il senatore Mario Mantovani ha creato il gruppo degli Alfieri del voto, in pochi giorni migliaia  di persone hanno aderito diventando rappresentanti di lista , hanno difeso il voto, ma soprattutto si sono sentiti partecipi di quel grande progetto che è Fratelli d’Italia, si sono avvicinate persone che non hanno la “tessera”, hanno fatto domande ed hanno avuto ascolto, risposte e direttive.

Abbiamo votato e come Alfieri abbiamo difeso il voto! Ognuno di noi si è sentito “importante “ ed utile.

Il coordinamento regionale è stato all’altezza del ruolo ed ha messo a disposizione materiale e documenti.

Noi, io, voi … abbiamo fatto altrettanto?

ABBIAMO UN APPUNTAMENTO CON LA STORIA, e la Storia siamo noi!

di Lorena Colombo

[Fonte: semperidem.it]




Siciliaunonews.com - «Una nuova Italia» alla decima edizione della «Giornata Tricolore»


GiornataTricoloreSi terrà a Custonaci, sabato 17 settembre (ore 10.00) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore», che in questa edizione ha per tema «Una nuova Italia – Innovazione – Merito – Eccellenza».

«La «Giornata Tricolore 2022» non poteva, considerato l’imminente rinnovo del parlamento nazionale, non offrire un proprio contributo in termini di idee e di contenuti al dibattito che si sta svolgendo in queste settimane in tutta la Nazione. Nel corso della manifestazione, che quest’anno taglia il nastro della «decima edizione», si ragionerà, infatti, sulla nuova Italia che verrà, partendo dal presupposto che le «parole chiave» possano essere legate ai termini di innovazione, merito ed eccellenza. Anche per quest’anno, insieme al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento, patrocinato dalla fondazione «Alleanza Nazionale», hanno voluto rispettivamente esserci le fondazioni «Tatarella», «Almirante», «Tricoli», «FareFuturo», i centri studi «Nazione Futura», «Pino Rauti» e l’ISSPE («Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici»).
Saranno presenti, dunque, i rappresentanti degli istituti culturali appena citati e con loro numerosi esponenti del panorama politico italiano. Parteciperà, inoltre, anche l’Assessore Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà. Mentre il «Premio per la Cultura della Legalità 2022» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), è stato assegnato a Nicolò Mannino (Presidente del «Parlamento della Legalità Internazionale»), per aver voluto diffondere, ormai da tantissimi anni, l’affermazione in tutta Italia della «cultura della legalità». Per questa edizione 2022 si è voluta riprendere la celebre considerazione di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico», in cui ci ricorda che «è normale che esista la paura in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio». A moderare l’incontro sarà, infine, il giornalista Santi Cautela (fondatore de «Il Conservatore»). Si allega la locandina della manifestazione e lo spot #GT2022

https://www.youtube.com/watch?v=kHRfShupELY

[Fonte: www.siciliaunonews.com]




Secolo d'Italia.it - «Una nuova Italia», decima edizione della Giornata Tricolore: il 17 settembre a Custonaci


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«La “Giornata Tricolore 2022” non poteva, considerato l’imminente rinnovo del parlamento nazionale, non offrire un proprio contributo in termini di idee e di contenuti al dibattito che si sta svolgendo in queste settimane in tutta la Nazione. Nel corso della manifestazione, che quest’anno taglia il nastro della decima edizione, si ragionerà, infatti, sulla nuova Italia che verrà, partendo dal presupposto che le «parole chiave» possano essere legate ai termini di innovazione, merito ed eccellenza. Anche per quest’anno, insieme al “Centro Studi Dino Grammatico”, ad organizzare l’evento, patrocinato dalla Fondazione Alleanza Nazionale, hanno voluto rispettivamente esserci le fondazioni “Tatarella”, “Almirante”, “Tricoli”, “FareFuturo”, i centri studi “Nazione Futura”, “Pino Rauti” e l’ISSPE (Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici). Saranno presenti, dunque, i rappresentanti degli istituti culturali appena citati e con loro numerosi esponenti del panorama politico italiano. Mentre il “Premio per la Cultura della Legalità 2022” (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), è stato assegnato a Nicolò Mannino (Presidente del “Parlamento della Legalità Internazionale”), per aver voluto diffondere, ormai da tantissimi anni, l’affermazione in tutta Italia della “cultura della legalità”. Per questa edizione 2022 si è voluta riprendere la celebre considerazione di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del “Centro Studi Dino Grammatico”, in cui ci ricorda che «è normale che esista la paura in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio». A moderare l’incontro sarà, infine, il giornalista Santi Cautela (fondatore de “Il Conservatore”).

Si allega la locandina della manifestazione e lo spot #GT2022

https://www.youtube.com/watch?v=kHRfShupELY




La Stampa - Il test nella culla della Fiamma


La Stampa - Il test nella culla della Fiamma_Pagina_1

La Stampa - Il test nella culla della Fiamma_Pagina_2

La Stampa - Il test nella culla della Fiamma_Pagina_3

La Stampa – Il test nella culla della Fiamma




infovercelli24.it - Gorbaciov, l'acqua il riso: vent'anni fa vide il mondo di oggi


«Aveva un carisma enorme e una lucida visione del futuro. E, dal punto di vista umano, mostrava sempre una grande attenzione e disponibilità. Aveva la capacità di mettere l’interlocutore a proprio agio, ma sapeva subito cogliere le opportunità che si presentavano per tradurre nella realtà i suoi ideali alti, per i quali era disposto a rischiare». Era il 2001 quando Michail Gorbaciov, ultimo segretario del Pcus e primo presidente della Russia non più sovietica, arrivò a Vercelli. Promotore di quella visita, nata da una costola del Forum mondiale della politica ospitato a Saint-Vincent, era stato il vercellese Leonardo Gili, all’epoca commissario straordinario del Casinò della Vallée e che con Giulietto Chiesa e Lorenzo Del Boca aveva dato vita a quell’appuntamento in cui si parlava di politica, economia e futuro. E’ suo il ricordo di un leader e uomo politico che ha cambiato il corso della storia. Di quella lontana visita, in questi giorni che seguono la morte di Gorbaciov, sono tornate alla luce diverse immagini, apparse sui siti di Consorzio Baraggia, Ovest Sesia e Comune. E gli articoli nei quali Gorbaciov ricordava le radici contadine della sua famiglia ma anche rifletteva su temi che, vent’anni dopo, sono al primo posto nelle agende politiche mondiali.

A Saint-Vincent si parlò di come sarebbe stato il mondo dopo la fine del comunismo: c’era Gorbaciov, ma anche Giulio Andreotti e il generale Wojciek Jaruselski, già presidente polacco, l’europarlamentare di Forza Italia Guido Podestà, moltissimi politici dell’ex mondo comunista e socialista e Pino Rauti, storico esponente della destra italiana. «Lo invitò Giulietto Chiesa – ricorda Gili -. Era un uomo simpatico e quando gli chiedemmo se volesse fare un intervento, rispose: Cominciamo ad ascoltare».

In quel forum si parlò della fine dell’Urss e dell’Italia, del ruolo della Ue e di come sarebbe stato il mondo non più diviso in blocchi. E Gorbaciov diede del futuro una lettura quasi profetica: la fame e la povertà avrebbero aperto la strada alle migrazioni e alle guerre. Nell’agenda dei governanti del mondo dovevano dunque entrare il tema della gestione dell’acqua e del cibo, in particolare del riso, elemento alla base dell’alimentazione delle popolazioni di gran parte del pianeta.

Acqua e riso, i simboli di Vercelli: da lì nacque l’idea di invitare Gorbaciov in città. Venne creato in tempo zero un comitato organizzatore con i consorzi irrigui, il Comune, l’Università, il Politecnico che allora era a Vercelli, gli industriali risieri. In città Gorbaciov parlò nella sala del Parlamentino dell’Ovest Sesia e in Seminario, dove venne organizzata la cena di gala.

«Poteva essere l’occasione per aprire a Vercelli una sezione del Forum della politica dedicato all’acqua, ma le cose andarono poi diversamente», conclude Gili. A distanza di vent’anni, però, i temi sollevati dall’ex leader sovietico – migrazioni, fame, gestione dell’acqua – restano irrisolti nell’agenda della politica mondiale.

[Fonte: www.infovercelli24.it]




Fronte della Gioventù - Tributo


https://www.youtube.com/watch?v=gOdLJ1wY28s




La Verità - La fiamma incarnò onestrà e idealismo. Oggi nessuno se ne deve vergognare


LaVerita-21agosto2022_Pagina_1

LaVerita-21agosto2022_Pagina_2

La Verita’ – La fiamma incarno’ onestra’ e idealismo
[File pdf – 768 Kb]




Pino Rauti "Oltre ogni Muro" - La Société, Via Roma 26, Ortigia, Siracusa


Segui l’intervento di Isabella Rauti:

https://www.youtube.com/watch?v=PBJxP3hkEms

Guarda la galleria fotografica:

Foto1

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dagospia.com - la versione di mughini – a una mostra che mettesse in risalto i quadri di evola mi ci...


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Caro Dago, quanto alla disputa se siano o no da mettere in mostra i quadri del periodo dadaista di un tipino (qualcuno direbbe un tipaccio) quale Julius Evola, sono d’accordo fino all’ultima riga con quanto sostenuto da Vittorio Sgarbi.

A una mostra che mettesse in risalto quei quadri mi ci precipiterei domattina. Sono opere fra le più importanti dell’avanguardia italiana degli anni Venti e più precisamente del suo minuscolo nucleo dadaista, un’avanguardia di cui in quel momento Evola era un protagonista primario.

Poi venne quella sua seconda vita, e questo per tutta la durata del fascismo, di teorico di una forma “spirituale” di antisemitismo che lo portò a rifugiarsi nella Germania nazi al tempo delle ultime battute della Seconda guerra mondiale.

Lesionato alla spina dorsale dall’esplosione di una bomba lanciata dagli aerei alleati, passò l’ultimo segmento della sua vita inchiodato alla poltrona e al letto di un appartamento al quinto piano di un palazzo romano a Corso Vittorio Emanuele di proprietà di una famiglia ultrafascista, dove morì l’11 giugno 1974.

Non ricordo chi mi raccontò che negli ultimi sgoccioli della sua agonia chiese a qualcuno dei suoi sodali di portarlo sino alla finestra del suo appartamento, a poter guardare per l’ultima volta il cielo. Per tutto il secondo dopoguerra quella casa romana era stata una sorta di tempio cui attingevano alcuni giovani intellettuali orgogliosi del dirsi fascisti, Pino Rauti uno di questi.

Evola negli anni Cinquanta venne messo sotto accusa come ispiratore di alcune loro sporcaccionerie fatte a Roma, ad esempio l’assalto e il danneggiamento della Libreria Rinascita lì al pianterreno del palazzone di via Botteghe Oscure. In aula lo difese il celebre avvocato Francesco Carnelutti, che di certo non era un fascista. Evola venne assolto.

Nella casa in cui l’Evola paralizzato alle gambe trascorse gli ultimi venti e passa anni della sua vita ci sono stato. Alle pareti di quel piccolo appartamento c’erano i quadri dadaisti di Evola. Bellissimi. Solo che erano delle copie. Era successo che nei primi anni Cinquanta Achille Perilli, uno dei primattori dell’avanguardia artistica romana del secondo dopoguerra, uno che quei mirabili quadri li conosceva, portasse a casa di Evola il gallerista e collezionista ebreo milanese Arturo Schwartz, quello che nel frattempo era divenuto il più grande esperto di dadaismo al mondo.

E’ stato Perilli a raccontarmelo. Schwartz ci mise meno di un minuto a chiedere a Evola che glieli vendesse tutti. Evola che non aveva di che vivere disse di sì, solo che se ne fece delle copie per averne un ricordo.

Quando sono entrato in casa di Evola, solo una cosa era originale di quelle che arredavano la casa. Un tavolo basso in legno il cui ripiano Evola aveva disegnato nel suo periodo dadaista. Una meraviglia. So che un altro grande collezionista romano, il mio amico Pablo Echaurren, aveva tentato in tutti i modi di comprarlo. Non c’era riuscito. Non so che ne sia accaduto di quel tavolo. Non fossi il poveraccio che sono sempre stato, avrei fatto di tutto per acquistarlo. Quanto ai quadri dadaisti di Evola, credo facciano parte della donazione che l’ebreo Schwartz ha fatto a Israele o forse mi sbaglio e a Israele lui ha donato solo il comparto libri della sua magnificente collezione di dadaismo.

E a proposito di libri, nella mia collezione di prime edizioni del Novecento italiano mancano i due mirabolanti libri dadaisti di Evola, pubblicati entrambi a Roma in pochissime copie. Mi sono sfuggiti dalle dita due volte. L’ultima a un’asta parigina dov’era in vendita la strepitosa collezione novecentesca di un collezionista francese ebreo.

C’era uno dei due libri italiani di Evola. Io che sono un morto di fame, l’ho battuto sino a 10mila euro. E’ andato venduto a 13mila più i diritti. Una meraviglia. Da morire da quanto era smagliante di creatività. Da mettere in mostra? A dire poco.

[Fonte: m.dagospia.com]