Destra e Sinistra con i portaborse


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In Sardegna, a suo tempo, fra Destra e Sinistra, fu fiamme e fuoco. Adesso, si trovano con i portaborse. Scrive, sul “Corriere della Sera” uno che di queste “cose” è il più informato in Italia:
“pochi mesi dopo i protagonisti di quella sanguinosissima disfida hanno trovato un punto su cui andare d’ amore e d’ accordo: la sistemazione dei portaborse. Sempre la solita storia, già denunciata al Sud in Calabria, in Sicilia e in Campania ma anche al Nord in Friuli Venezia Giulia e in Veneto…  La legge è chiara: nei posti pubblici si accede per concorsi pubblici. E proprio perché le norme sono state troppo spesso violate (perfino al Quirinale dove Napolitano ha preso l’ impegno di ripristinare le gare dopo un’ eternità, dato che l’ ultimo concorso risale al 1963… sarebbe indispensabile rispettarle oggi. Macché, in Sardegna si è rimesso in moto il solito meccanismo: l’ elettore che ti ha votato, l’ amico, il parente o il militante di partito vengono «provvisoriamente» assunti senza concorso: tanto, si tratta solo di un «contrattino» di pochi mesi… Un contrattino dovuto al rapporto di fiducia che deve esistere tra chi viene eletto come consigliere e i suoi principali collaboratori…. Un emendamento ha invece consentito a Cagliari la nuova «aggiustatina» del principio. Nella legge finanziaria 2009 appena pubblicata dal bollettino ufficiale della regione Sardegna, al comma 55 dell’articolo 1 c’è scritto che l’Amministrazione Regionale “subentra” ai Gruppi consiliari <<nei rapporti giuridici ed economici con il personale>>. Il tutto con una serie di dettagli di contorno di estremo favore. Quanti saranno a beneficiarne? Risposta ufficiale: poco più di una ventina. ma la vaghezza sulle date lascia capire che le maglie potrebbero essere molto, molto, molto più larghe…




Italia: i salari divorati dalle tasse


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Lo precisa il rapporto più recente dell’OCSE: i salari, in Italia sono tra i più bassi d’Europa soprattutto a causa del “cuneo fiscale”, la differenza tra, quanto costano i lavori e quanto concretamente incassano, pagate le tasse.
Sui trenta Paesi che fanno riferimento all’organizzazione di Parigi, l’Italia si colloca al 23° posto: davanti, in termini di salari, ci sono non solo Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania e Francia ma praticamente tutti i Paesi europei. Gli italiani nel 2008 hanno guadagnato il 17% in meno della media Ocse; la busta paga media non arriva a 16mila euro l’anno (poco più di 1.300 euro al mese). A influire negativamente è soprattutto il cuneo fiscale: il peso di tasse e contributi per un lavoratore dal salario medio (single e senza carichi di famiglia) è del 46,5%. In questa classifica l’Italia risulta infatti al sesto posto tra i trenta paesi Ocse, partendo da quelli dove è maggiore il peso fiscale…”.




Bengalesi a diecine in casa dei Marchesi


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Roma – la PS fa irruzione in una casa “strapiena” di bengalesi. risulta che pagavano centinaia di euro al mese per dormire qualche ora, a turno, su un materasso. La casa è in Viale Delle Milizie, a poca distanza dal Tribunale Civile.
Scrive Ilaria Sacchettoni sul “Corriere della Sera”:
Stavolta il motore del blitz è stata la denuncia di alcuni condomini: il viavai frequente, gli odori di cucina fuori orario, la quantità di voci provenienti dagli appartamenti. Successivamente i timori erano stati confortati dalla verifica degli ispettori Asl. <<I due in possesso di un regolare permesso di soggiorno – spiega l’istruttore Marco Milani – sono risultati titolari di un contratto di locazione della proprietà». E questa? Gli appartamenti sono intestati ai marchesi Pezzana Capranica del Grillo. Affittati a canone di mercato sarebbero stati subaffittati dai regolari inquilini ad altri, alcuni dei quali clandestini…”.




Si sprecano miliardi per “restare in auto”


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Indagine dell’Automobil Club sul “costo” del traffico; o più esattamente su quanto costa restare forzosamente intrappolati nelle auto; indagine in 4 città-campione (Roma, Milano, Torino e Genova).
Il costo è enormemente alto: ammonta a ben 40 miliardi di euro.
L’indagine è durata a lungo; per raccogliere i dati “da vetture attrezzate con dispositivi di localizzazione Gps. Il quadro che emerge – come riferisce su “Repubblica” Vincenzo Borbonico – è preoccupante: “alla fine si scopre che romani e milanesi passano più di 500 ore l’anno in macchina con tempo medio di sbarramento di circa 60 minuti…”.
Leggiamo ancora: Tragica anche la situazione nelle città piccole prese in esame dall’Aci: i torinesi passano 450 ore l’anno in auto e 380 i genovesi. Cosa fare? “Niente”, è la risposta che da anni arriva da ogni tipo di governo: nessun parcheggio, nessuna modifica alla viabilità e nessun tentativo di ridurre il parco circolante: in Italia oggi circolano più di 35milioni di auto mentre negli anni sessanta ce n’erano solo 1,9 milioni, cioè meno di quante se ne vendono ora ogni anno…
Ma visto che questa analisi arriva proprio da un ente che si chiama “Automobile club” i dati sono anche accompagnati da una proposta: quella di gestire meglio le informazioni di mobilità urbana. Secondo il Presidente dell’Aci Enrico Gelpi infatti <<un sistema del genere ben oliato consentirebbe una riduzione fino al 40% dei livelli di congestione, valorizzabile in 16milardi di euro>>.
E’ stata quindi messa a punto una Centrale di Informazione sulla mobilità stradale battezzata “Luce Verde-Infomobilità Roma”, realizzata dall’Aci in collaborazione con la Polizia Municipale del Comune, con l’obiettivo di avere una raccolta puntuale delle informazioni e una loro capillare diffusione…




Cifre spettacolari di mafia e… dintorni


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Sono sempre più ingentia le cifre degli “affari della mafia”. L’ultimo riscontro arriva da Napoli dove sono state arrestate 29 persone e sequestrati “beni” per 150 milioni di euro. Pari, diciamolo più chiaramente, a qualcosa come 300 milioni di lire. Ossia, 300 mila milioni! L’operazione è stata definita “Bingo dei Casalesi” e si è estesa in molte zone del Nord, fino a Milano e a Brescia, Cremona, Padova e Lucca.
Frattanto – e sempre collegata alla “storia” dei Casalesi – a Castel Volturno si è dimesso il Sindaco. Che ha detto: “Con le mie dimissioni la camorra può stappare lo champagne”.




Non si finisce mai con truffe e furti


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E’ proprio così; questa squallida “storia” dell’Italia del malaffare non si conclude mai. C’è, ad esempi, una nuova – e “corposa” – vicenda a Milano, cominciata un paio di settimane fa e che sta avendo clamorosi sviluppi; con cifre da capogiro: centinaia di milioni di euro; migliaia di miliardi in vecchie lire! Quattro banche hanno avuto 90 milioni di euro a testa messi sotto sequestro; poi, c’è stato il sequestro conservativo di 295 milioni di euro a carico di due consulenti fiscali dello studio “Mythos”; e intanto lo Stato ha già incamerato 21 milioni di altri 11 coindagati… Tra gli altri, “ritorna” quel Mainardi che, già condannato per atti di corruzione nel ’90, tutti ricordano come uno dei primi indagati da Mani Pulite nel ’92; il collettore delle tangenti della Metropolitana milanese per conto dell’allora Pds cittadino.

Due depositi enormi per giuochi pericolosi Sequestrati 500 mila giocattoli pericolosi, privi del marchio <CE>. La Guardia di Finanza ha denunciato per frode in commercio, indebita apposizione di marchi ed immissione in consumo di merce priva dei contrassegni previsti per legge un cittadino italiano con precedenti penali, L.G., 65 anni, che aveva stabilito la propria sede operativa nella zona Nord-Est della città. Durante l’intervento sono stati perquisiti due depositi di 1.000 e 3.000 metri quadrati: all’interno erano stati occultati, in c0nfezioni anonime e prive di etichettatura, giocattoli non sottoposti ai test di sicurezza e sui quali era stato apposto il marchio <CE>. I giocattoli erano destinati a bambini fino a tre anni.

I pedofili… dilagano ormai in tutta Italia Sembra davvero che non ci sia riparo, al dilagare della pedofilia; e l’Italia purtroppo per numero di casi si conferma alla testa di un triste primato. Caso recente a Siracusa, con bambini di 4-5 anni imbavagliati e violentati. I video, realizzati durante viaggi di turismosessuale infantile, erano su Internet. La Procura della Repubblica di Siracusa ha arrestato quattro persone, altri 69 sono stati indagati in 16 regioni italiane. Tra gli arrestati anche un medico di Catanzaro, dirigente in una comunità di recupero per tossicodipendenti.

L’Italia dissestata costa un sacco di soldi Leggiamo ancora una volta, una settimana dopo l’altra le cronache del maltempo. E ancora una volta, arrivano i conti del dissesto idrogeologico che afflige il nostro territorio e contro il quale, nonostante le tante chiacchiere in merito, neanche il centro destra ha posto riparo. Cento milioni di euro. A tanto ammontano, secondo le stime di Col diretti, i danni dell’ultima ondata di maltempo che ha investito le campagne di Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia, Veneto, Puglia e Lazio con frane, smottamenti, grandinate ed esondazioni. per molte zone è già stato chiesto l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità.

Bimbo “sciolto” nell’acido; ma… Nonostante la condanna a 22 anni, uno dei tre carnefici del 13enne Giuseppe Di Matteo – ucciso barbaramente perché figlio di un collaboratore di giustizia – viene affidato ai servizi sociali.




A Roma: Testaccio tante insegne cinesi


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Dal quartiere Testaccio – uno dei più popolosi e tipici rioni romani – arriva l’allarme; c’è il timore che ci si ritrovi come all’Esquilino, che è ormai una “città cinese”.
Leggiamo cosa ne scrive sul “Corriere della Sera”, in un articolo documentatissimo, la brava Maria Egizia Fiaschetti; che riporta tanti pareri di residenti:
“Bersaglio della protesta, l’apertura di uno “store” in via Mormorata, all’angolo con via Vanvitelli.
“Fino a un mese fa – denuncia la porta-voce, Antonella Calfapietro – c’era un’esposizione di mobili, rimpiazzata in tempi record con un vero e proprio emporio”. Sugli scaffali, di tutto un po’: abbigliamento, calzature, casalinghi e minutaglie varie. “Chiediamo all’ufficio Commercio del I Municipio – incalza Calfapietro – di verificare se l’esercizio è in regola con la delibera 36 del 2006 e con la Dia”.
Ma il bazar non è il solo a destare preoccupazione: “Ce né uno in via Bodoni – dice la leader del Comitato – e gli associati mi segnalano che dovrebbe aprirne un altro in via Vespucci”. Per evitare un Esquilino bis, ecco la sua proposta: “Estendere a tutto il Centro storico la delibera per la tutela del commercio (in vigore a piazza Vittorio i dintorni), che vieta la vendita di alcuni prodotti”. “Off limits – precisa Augusto Caratelli, consigliere nel I – vestiario, accessori, pellame, bigiotteria, calzature”. In barba ai divieti, però, la legge si elude con un semplice escamotage: “Si dichiara di aprire un negozio di casalinghi – precisa Caratelli – ma si vende tutt’altro. All’Esquilino, l’emorragia di showroom cinesi è avvenuta proprio per la mancanza d controlli”. Concorda il minisindaco del Centro storico, Orlando Corsetti: “I negozi di giocattoli – spiega – sono tra le attività protette, ma chi stabilisce che i “pinocchietti” cinesi non siano artigianali? Contro l’alibi di norme troppo generiche, serve la massima precisione sulle merci non autorizzate”.
Tra due settimane, la prima misura pro legalità: “Una delibera di iniziativa municipale – anticipa Corsetti – per impedire l’apertura di pizze a taglio, kebab, gelaterie non artigianali che, di fatto, sono esercizi di somministrazione”.




Giustizia troppo lenta costa cara allo Stato


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Quando si scrive sulla sconcertante lentezza della Giustizia si dimentica, di solito, di aggiungere che quasi sempre quella lentezza ha un costo per lo Stato. Lo chiama “debiti Mastella”, l’Espresso; dove leggiamo che solo nel 2006 le richieste di risarcimento per processi lentissimi, sono state 5.119.

Leggiamo: “Desiderio di vendetta per una sentenza arrivata dopo quattro o cinque lustri? O, più semplicemente, voglia di comprarsi una fuoriserie a spese del ministero della Giustizia ? A chiederselo è Clemente Mastella, in seria difficoltà per le continue ingiunzioni di pagamento che arrivano in via Arenula. Sono gli effetti della legge Pinto, entrata in vigore nel 2001 per concedere un «equo indennizzo derivante dall’irragionevole durata dei processi». Cause che durano 15, 20 o addirittura 25 anni, costano allo Stato tra i mille e i 1.500 euro l’anno, più altri 2 mila se il contenzioso riguarda il diritto del lavoro, la previdenza o la salute delle persone. Solo nel 2006 la Direzione generale del Ministero ha registrato 5.119 richieste di risarcimento, mentre sulla scrivania del Guardasigilli sono in evidenza le sentenze emesse dalla Corte d’Appello di Perugia, per le lungaggini dei tribunali civili e penali di Roma. Dal 2001 al 2006, i giudici del capoluogo umbro hanno condannato il Ministero in più di 3 mila cause per un totale di 12,6 milioni, ma solo un terzo dei creditori è stato soddisfatto e in 870 casi il ritardato pagamento è sfociato in pignoramento presso la tesoreria nazionale, per un ammontare superiore ai 2,8 milioni. A oggi, restano da liquidare altri 1.168 ex processati a Roma che chiedono 3,6 milioni «oltre interessi legali e spese, fino alla data del soddisfo», come recita la formula di rito. ” G. Mas.




Da Potenza a Vibo Valentia inchiesta sulla Massoneria


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E si passa anche da Catanzaro, come vedremo, rifacendoci a una lunga inchiesta comparsa sull’espresso, sotto il titolo “Fratelli di Loggia e di mazzette”. Perchè si stanno allargando scrive marco Lillo “le indagini sulla massoneria. E sull’assalto ai fondi pubblici. Con l’alleanza dei politici. Udc in prima fila “Piero Di Francesco, il segretario provinciale dell’Udc di Livorno ce l’ha messa davvero tutta per sminuire. Il 4 giugno scorso i poliziotti mettevano a soqquadro la sede del partito e lui giurava serafico: « Woodcock non ce l’ha con l’Udc. Ha fatto perquisire solo il negozio accanto alla sede del partito ». Bum. Nessuno ha abboccato, ma il vertice del partito ha fatto finta di crederci e da Roma non è arrivata nessuna reazione. A Livorno, una loggia ha scalato il partito. Nella sede dell’Udc si celebravano riti come «la cena del solstizio- e si facilitavano affari in cambio del «pizzo». Il segretario amministrativo, il segretario politico e suo suocero, che per inciso era il segretario storico della Dc locale, sono tutti indagati per costituzione di una loggia massonica occulta e deviata, e i vertici del partito fanno finta di niente.

II problema del rapporto tra massoneria e politica, tra associazioni segrete e apparati istituzionali sta assumendo ormai dimensioni inaspettate. L’inchiesta di Woodcock è solo l’ultima di una lunga serie. La prima Procura a scandagliare questo fenomeno è stata quella di Catanzaro. Il pm Luigi De Magistris avrebbe scoperto un comitato di affari che si muove come una struttura segreta che punta a ottenere contributi da Regione e Stato sovvertendo la legalità dell’amministrazione. Sono finiti sul registro degli indagati per violazione della legge Anselmi, quella approvata dopo lo scandalo P2, personaggi di primo livello come il coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria, Giancarlo Pittelli e come lo stesso segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. In quell’inchiesta sono emersi collegamenti inquietanti tra imprenditori, massoni e politici, di destra e di sinistra, con gli apparati dello Stato, in primo luogo la Guardia di finanza.

Per esempio Lorenzo Cesa e indagato per una truffa comunitaria che sarebbe stata realizzata con il suo amico e socio in affari Giovambattista Papello (iscritto alla massoneria negli anni Novanta) e legato al generale della Finanza Walter Cretella. In quella indagine sono confluiti anche i verbali di un pentito di mafia, Francesco Campanella (massone) che ha raccontato i suoi rapporti con Giovanni Randazzo, un altro massone che è stato tesoriere elettorale e collaboratore di Cesa nel 2004. Molte pagine del verbale sono dedicate al ruolo dei massoni, vicini all’Udc, e ben radicati nel Ministero delle Attività produttive nell’assegnazione dei fondi comunìtari. La doppia appartenenza alla massoneria e all’Udc si rivela una garanzia di nomine, carriere e appalti anche in un’altra indagine, sulle presunte mazzette pagate da un consorzio vicino al’Udc per la costruzione dell’ospedale di Vibo Valentia. Un appalto da 26 milioni di euro…”




Banche italiane più care d'Europa


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Tenere un conto un corrente bancario in Italia costa più che nel resto dell’Unione europea. Il dato emerge dall’indagine conoscitiva condotta dall’Antitrust secondo cui nel nostro Paese la spesa annua varia, a seconda del profilo dei correntisti, dai 76,3 ai 208,8 euro, con un valore medio di 182 euro.

Molto più bassi i valori registrati in Europa: in Olanda meno di 35 euro, in Belgio e Gran Bretagna meno di 65, in Francia meno di 99, in Spagna circa 108. «Si tratta di risultati», spiega l’Autorità, «che confermano la maggiore debolezza del processo competitivo nel nostro settore bancario rispetto agli altri Paesi e l’assenza di incentivi allo sviluppo di un reale gioco concorrenziale. Non è infatti la numerosità degli operatori attivi a garantire condotte aggressive visto che Paesi come Olanda e Belgio hanno il minor numero di gruppi bancari attivi ma anche il più basso livello di spesa media di conto corrente».

L’indagine su 72 banche, con copertura del 68% degli sportelli presenti sul territorio nazionale, ha anche evidenziato «un’enorme variabilità potenziale di prezzi da una banca all’altra per la stessa tipologia di conto corrente alla quale non corrisponde però la possibilità del consumatore di scegliere al meglio secondo le proprie necessità….