La Cina “predatrice” nell’Asia del Sud-Est


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Nel giugno scorso le prime nuvole di fumo sono tornate a Singapore. Poi la situazione si è aggravata e a più riprese immense nubi grigie hanno oscurato il cielo tra l’isola di Borneo e il Sud della penisola malesiana.

Non è un fatto nuovo il super sfruttamento delle foreste tropicali nel Sud-Est-asiatico; il fatto nuovo è la “calata predatrice” della Cina, che è diventata la prima importatrice al mondo di legname, anche di tipo prezioso come è il merban che è in via di totale scomparsa.
Gli specialisti – leggiamo su “Le Monde” in una corrispondenza da Banghok di Francis Deron “calcolando che l’Indonesia perde ogni anno l’equivalente della superficie del Belgio in foreste tropicali, in maniera illegale e per la maggior parte a profitto dell’industria cinese… perdendo ogni anno 4 miliardi di dollari”. All’inizio del 2007, le Nazioni Unite “hanno evocato la possibilità che la totalità delle terre basse delle isole indonesiane di Borneo e di Sumatra sia priva di alberi entro il 2022”



L’Africa “cresce” con drammi e problemi


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L’Africa aumenta la sua popolazione:in particolare l’Africa sub-sahariana vedrà aumentare i suoi abitanti dai 750 milioni di oggi ad 1,2 miliardi entro il 2025 e ad 1,7 miliardi nel 2050. Ne scrive su “Le Monde” Jean-Michel Severino, direttore generale dell’Agenzia francese di Sviluppo. E l’aumento demografico si svolge nel contesto di una massiccia urbanizzazione: nel 2025, 600 milioni di Africani vivranno nelle città contro i 200 milioni del 2000 e i 20 milioni del 1950. “La popolazione di Aleidjan si è moltiplicata per 60 volte in 40 anni!”. E avremo un’Africa particolarmente giovane: “65% dei sub-sahariani hanno oggi meno di 25 anni contro il 30% degli Europei”.

E anzitutto vi saranno “conseguenze migratorie”, una crescita dei flussi verso il Maghreb e l’Europa”.



Classifica salute: tracollo italiano


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Milano – diciottesimo posto, sette in meno rispetto all’anno scorso. peggiora l’assistenza sanitaria italiana secondo l’Euro healt consumer index (Ehci) edizione 2007, una classifica redatta da Health Consumer Powerhouse che fornisce informazioni sui sistemi sanitari in Europa e ogni anno premia il migliore tra i sistemi sanitari nazionali dalla Ue considerando: i diritti e l’informazione dei pazienti, i tempi d’attesa per trattamenti comuni, i risultati delle terapie, la generosità del sistema e l’acceso ai farmaci. E quest’anno l’Italia è solo al diciottesimo posto:<<Dispone attualmente di servizi di informazione sanitaria piuttosto buoni, trasparenti e accessibili – ha detto Johan Health Consumer powerhouse commentando i risultati italiani – . peccato che i cittadini non ne siano bene informati, un po’ più di marketing non guasterebbe!>>. la migliore Sanità d’Europa è in Austria, davanti ai Paesi Bassi e alla Francia (prima del 2006).




Si può parlare di “nuova schiavitù”?


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Si; pensiamo proprio che se ne possa parlare; che, anzi, se ne debba parlare, se non si vogliono chiudere gli ochhi su tante “cronache” DEI NOSTRI GIORNI. Su quella delle badanti che vengono dalla Moldavia, per esempio; e sulle quali, tempo fa, Mario Sorbi scriveva su “Il Giornale”:

“Partono di notte, con quattro stracci addosso e la fotografia dei loro bambini vicina al cuore. Per raggiungere l’Italia, attraversano veri gironi infernali, ma non mollano, nemmeno quando la pelle si spacca per il freddo e la febbre brucia insopportabile. Le badanti moldave arrivano ad accudire i nostri anziani dopo un percorso a ostacoli che, spesso, dura settimane intere. Rischiano la vita e si indebitano per «prenotare» il viaggio clandestino: quattromila euro che arrivano da una vita di sacrifici e che finiscono dritti nelle tasche delle organizzazioni illegali. Solitamente gli strozzini contattano le clienti con annunci sui giornali in cui, tra le righe, promettono «visti facili» per oltrepassare il confine.

Il racket dei viaggi delle badanti ha la regia di una squadra di delinquenti che si snoda tra Moldavia, Romania, Ucraina e Italia. «La chiamano la banda degli incappucciati – racconta Gretha, badante a Ferrara da un paio di anni – perché non si fanno mai vedere in faccia, da nessuno». … Si parte in macchina da Chisinau, capitale della Moldavia, e si attraversa tutta la Romania… Per riuscire a entrare in Ungheria le moldave pagano il permesso momentaneo degli acquisti e arrivano a Budapest. Qui sono ammassate per giorni interi in stanzette soffocanti con un bagno solo. E per il soggiorno pagano pure circa dieci euro al giorno. Contando che in Moldavia uno stipendio medio si aggira sui 120 euro al mese, la cifra non è di poco conto.

Poi arriva il tratto più duro: quello dalla Croazia al confine italiano. Si attraversano i boschi a piedi, in piena notte. «C’è sempre qualcuno che vuole tornare indietro – ricorda Gretha – ma ci si incoraggia a vicenda per resistere al freddo e alla paura». Al confine con l’Ungheria c’è un fiume da attraversare, una delle prove più atroci. Senza scarpe, con l’acqua gelida, le donne, esauste, resistono alla corrente e cercano di fare in fretta per arrivare dall’altro lato senza essere viste dai militari alla frontiera.

Poi ancora montagne e ghiaccio. Qualche «traghettatore» sceglie di ultimare i trasferimenti in treno, nascondendo le donne nelle contro pareti dei vagoni. Si resiste, rigettando in gola le lacrime. «Ho fatto tre giorni a camminare senza buttar giù nemmeno un pezzo di pane – continua la donna moldava… Infine, dopo tre settimane di inferno, ecco l’Italia. Gli interrogatori della polizia sembrano una tappa obbligata. «Dopo mille domande, i poliziotti ci hanno dato il foglio di via per lasciare il Paese entro quindici giorni. Ma non potevo tornare indietro, avevo bisogno di lavorare a tutti i costi».

Le badanti che arrivano clandestinamente qui non vedono crescere i propri bambini, non tornano in Moldavia per anni interi. Almeno fino a quando non racimolano abbastanza soldi per pagare il debito con gli usurai. Nel tempo libero, sedute sul letto delle piccole stanze di servizio nelle case italiane, sognano un contratto in regola…”.




Mikaeli Mantakas martire europeo


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Mikaeli Mantakas era un giovane greco giunto a Roma all’inizio degli anni settanta per frequentare “ La Sapienza ”. Aderì subito al FUAN, condividendo i valori di Tradizione europea. Morì il ventotto Febbraio del 1975 in piazza Risorgimento colpito a morte da un colpo d’arma da fuoco. Chi lo uccise e perché? Bisogna fare un passo indietro e partire da un’altra data tragica per la destra italiana del dopoguerra: la strage di Primavalle. Alle tre di notte del 16 Aprile 1973 in un appartamento di Via Bibbiena a Primavalle dormono tutti i membri della famiglia Mattei. Il capofamiglia Mario, che era il segretario della sezione missina del quartiere, la moglie e i sei figli. Un improvviso incendio li sveglia, si mettono in salvo in sei; per due dei figli di Mario non ci sarà nulla da fare, Virgilio (22 anni) e il piccolo Stefano (10 anni) tenteranno di uscire dal balcone, ma sarà troppo tardi…. Moriranno carbonizzati. L’incendio è doloso, qualcuno ha fatto passare della benzina sotto la porta della casa Mattei e poi ha appiccato il fuoco. I responsabili vengono individuati, sono Achille Lollo (in casa gli vengono trovati elenchi dettagliati dei missini romani con i loro indirizzi), Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti e tre comunisti di Potere Operaio. Il processo comincia il 24 febbraio 1975, in un clima di dure violenze, infatti l’ultrasinistra non accettò mai l’intollerabile processo all’antifascismo e al grido di “Achille Lollo c’è l’ha insegnato uccidere un fascista non è reato” attaccano il Palazzo di Giustizia a Piazzale Clodio. Respinti per 4 giorni dalle forze dell’ordine decidono di scaricare la loro violenza proletaria su un bersaglio più facile e così raggiungono la vicina sezione del MSI di Via Ottaviano. In difesa della sezione si alternavano, dall’inizio del processo Lollo, i giovani missini che , in numero assai inferiore, non poterono che ripiegare negli angusti locali della sede. Prima di ciò, però, alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi dai comunisti investirono in pieno MIKIS MANTAKAS colpendolo a morte. Alle 18,45, dopo poche ore dall’assalto, il cuore di Mikis cessò di battere.  Dal momento della sua morte per i missini romani piazza Risorgimento, ( adiacente a Via Ottaviano), diventerà “Piazza Mantakas”, come ricordano le scritte sui muri, i fiori e i manifesti con la croce celtica che ricompaiono a ogni anniversario: “GLI ESEMPI NON POSSONO MORIRE, NEL TUO SANGUE UN GERMOGLIO DI LIBERTA’, NEL TUO NOME AVANZA LA RIVOLUZIONE. ONORE AL CAMERATA MANTAKAS.” I responsabili materiali dell’omicidio sono Alvaro Lojacono (ex Potere Operaio, allora dell’Autonomia romana poi figura non marginale delle Brigate Rosse) e Fabrizio Panzieri (extraparlamentare di sinistra poi confluito nelle Unità comuniste combattenti). Dopo essersi resi latitanti saranno entrambi condannati in contumacia. Oggi a più di 25 anni dalla morte di Mikis la latitanza di Lojacono si è interrotta in un villaggio vacanze in Corsica, quando è stato arrestato dalla polizia francese. Per questo noi chiediamo al Governo italiano l’immediata estradizione per l’aguzzino Lojacono




Resoconto sul Convegno Compost


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a cura dei G.R.A.E.S. Roma e di Fare Verde

Siglato oggi 10 febbraio a Roma un accordo programmatico per la promozione del compost di qualità tra CIC, Coldiretti e Fare Verde. Questo accordo prevede una serie di azioni per garantire la qualità sanitaria e agronomica del compost in vista del suo impiego in agricoltura. Le parti si sono impegnate nella realizzazione di un tavolo di lavoro che dia piena operatività a questo accordo sviluppando iniziative nei campi della ricerca, della sperimentazione, della informazione e della comunicazione. -Un accordo importante” afferma Fabrizio Vincenti, Presidente di Fare Verde – perché dimostra la volontà delle parti ad impegnersi ulteriormente e concretamente per la sostenibilità ambientale in città e campagna. Peccato che a questa volontà di privati cittadini non corrisponda una adeguata sensibilità da parte del Ministero dell’Ambiente che, anzi, nella giornata odierna farà licenziare il tanto discusso Decreto Legislativo di riforma ambientale che rischia, peraltro, di compromettere la qualità della raccolta differenziata della frazione umida e quindi di impedirne il compostaggio e il conseguente uso in agricoltura”. Anche per aggirare lo scenario normativo sfavorevole, Fare Verde, Coldiretti e CIC hanno deciso di proseguire il loro impegno a favore dell Ambiente e della Agricoltura, attraverso questo accordo volontario. Questo importante accordo programmatico, che sarà immediatamente operativo, è stato sottoscritto nel corso del convegno –il compost nelle strategie di sostenibilità- organizzato a chiusura della campagna -meno rifiuti in città, più qualità in campagna- organizzata da Fare Verde con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, la adesione di CIC e Coldiretti, la collaborazione della Scuola Agraria del Parco di Monza. Il convegno è stata la occasione per fare il punto sulle qualità agronomiche e fertilizzanti del compost di qualità, nonché sui vantaggi ambientali della fertilizzazione organica anche in termini di corretta gestione dei rifiuti umidi e verdi selezionati con la raccolta differenziata.  Al convegno sono intervenuti: Prof. Paolo Sequi Consiglio Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura, direttore Istituto sperimentale Nutrizione Piante, Dott. Giuseppe Izzo ARSIAL Progetto FertiLIFE, Dr. Massimo Centemero Coordinatore Comitato Tecnico Consorzio Italiano Compostatori, Dr. Stefano Masini Responsabile Area Ambiente e Territorio Coldiretti, Dr. Enzo Favoino Gruppo di studio sul compostaggio Scuola Agraria Parco di Monza, Massimo De Maio Vicepresidente Fare Verde e Fabrizio Vincenti Presidente Fare Verde. Ha partecipato, come invitata, una delegazione dei Gruppi di Ricerca Ambientale Ecologia Sociale, guidata dal Presidente nazionale Vincenzo Galizia.

info: ecologiasociale@libero.it / www.ecologiasociale.splinder.com




Ricevuta dai dirigenti missini una delegazione di lavoratori degli scavi di Pompei, Ercolano e Oplonti presso la Segreteria regionale del MIS-ListaRauti


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Una delegazione di lavoratori e sindacalisti degli Scavi Archeologici di Pompei,  anche in rappresentanza dei lavoratori degli Scavi Archeologici di Ercolano e di Oplonti, è stata ricevuta questa mattina dal Vice Segretario Nazionale e Responsabile del Dipartimento per le politiche del Mezzogiorno Raffaele Bruno, dal Segretario Regionale e Responsabile Nazionale del Dipartimento Lavoro e Sindacato Franco Curcio e dal Segretario Provinciale della Federazione di Napoli Vittorio Lamberti, presenti i Dirigenti Lucia Quaranta, Tecla Tricarico e Luca Pinto.

Sull’argomento, il MIS annuncia una prossima Conferenza Stampa nella quale sarà presentato un dossier sulla condizione in cui versano i Siti archeologici sopra menzionati.

Si lamentano la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria degli Scavi, l’appalto di gare e progetti a Ditte esterne, mortificando e mobbizzando le professionalità interne, la mancanza dell’adeguamento delle strutture che ospitano i lavoratori inerente alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e dei sistemi antincendio.

Sull’argomento Bruno e Curcio hanno dichiarato: “Cambiano i maestri ma la musica rimane sempre la medesima. Dalla Meandri, a Bottiglione e Martusciello, da Gherpelli a Guzzo, fino a Crimaco lo scandaloso degrado rimane inalterato. Presto sarà elaborato un dossier – denuncia che presenteremo alla stampa e alle Autorità competenti”.




Notizie da tutta Italia. Anche nelle Marche sta crescendo il M.I.S.


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Anche nelle Marche giungono segnali positivi per il Movimento Idea Sociale (MIS). Infatti, nell’imminenza dell’appuntamento elettorale delle prossime regionali, si è tenuta una serie di incontri organizzati dal Coordinatore Regionale Paolo Turchi, presenti il Segretario Nazionale prof. Giuseppe Incardona, il Vice Segretario Nazionale Maurizio Dionisio e il neo Responsabile Nazionale del Settore Organizzazione Fabrizio Taranto. Incardona ha incontrato dirigenti, iscritti e simpatizzanti mettendo a punto le strategie politiche ed organizzative per il prossimo appuntamento elettorale del Movimento Idea Sociale, alla luce della notevole crescita del Movimento che anche nelle Marche, come nel resto d’Italia, si è caratterizzata per la qualità ed il numero delle nuove adesioni.

ROMA URBE: APERTO TESSERAMENTO 2005 AL MOVIMENTO IDEA SOCIALE.

Gennaro Casillo commissario provinciale di Roma Urbe, rende noto, l’apertura della campagna tesseramenti 2005 Movimento Idea Sociale con Rauti. La quota di adesione è stata fissata a 25 € “ordinaria”, 10 € per gli studenti e i disoccupati e gratuita per i reduci della RSI.

Per maggiori informazioni: Gennaro Casillo 3383126978

NUOVO NUMERO DE “IL LEGIONARIO”

Vincenzo Galizia direttore politico del foglio nazionalpopolare “Il Legionario” comunica l’uscita del nuovo numero di dicembre 2004. In quest’ultima pubblicazione sono presenti articoli di politica interna con l’editoriale a firma dell’On. Pino Rauti internazionali di storia, rapporti tra Ghandi e il Fascismo e sul Fascismo e l’Idea Nazione a firma di Gennaro Casillo, sul movimento nazionalpopolare rumeno Noua Dreapta ed in esclusiva l’intervista all’avv. Bezicheri difensore di Tareq Aziz ed infine uno scritto dell’On. Franchi “Voglia di Patria” del 1979. Per maggiori informazioni: illegionario@inwind.it –

ROMA SUD: AVV. GIANFRANCO ANNINO NUOVO COMMISSARIO (19/02)

l’Ufficio Stampa del M.I.S. Regione Lazio, comunica che il Segretario regionale Vincenzo Galizia, ha provveduto a nominare come Commissario provinciale per la Federazione di Roma Sud l’avv. Gianfranco Annino

ROMA: COORDINAMENTO REGIONE LAZIO E CENA SOCIALE (18/02)

Vincenzo Galizia Segretario regionale del Movimento Idea Sociale comunica che venerdì 18 febbraio si è svolta al Ristorante “Mamma Italia”, la riunione del Coordinamento laziale a cui è seguita cena sociale. Ha presenziato l’On. Pino Rauti.

Anche sulla recente adesione di Salvatore Buonocore, che ha lasciato il partito di Romagnoli, continuano a conferire articoli sulla stampa calabrese; e titoli di rilievo abbiamo letto sul giornale locale “Domani”, su “Il Quotidiano” e sulla “Gazzetta del Sud”. Su quest’ultimo giornale è comparso un ampio servizio: “Terremoto nella Destra – Diaspora verso Rauti e Abramo. Vi si legge, tra l’altro:

“Lascia la Fiamma Tricolore e aderisce al Mis di Pino Rauti. È la scelta di Salvatore Buonocore, consigliere d’amministrazione dell’ Arssa e del Centro agroalimentare, candidato nello scorso giugno al parlamento europeo.

Buonocore fa parte di una vera e propria diaspora dalla Fiamma. Con lui sono passati con Rauti Vincenzo Nicastri segretario della sezione di Falerna, Franco Buonocore della sezione di Conflenti e presidente dell’assemblea municipale dello stesso Comune e assessore alla Comunità montana del Reventino, il segretario della sezione di Soveria Mannelli Mario Tallarico e il dirigente provinciale Achille Sirianni.

«Non condivido la scelta della Fiamma Tricolore», spiega così il suo abbandono Buonocore, «di correre alle prossime elezioni regionali con Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Ogni voto dato a questa formazione sarà inutile e andrà a favore della sinistra, nostro nemico storico: con la signora Mussolini, oltre al cognome che porta, niente ci accomuna».

Ancora Buonocore: «Assieme al nostro leader storico e fondatore del Movimento sociale Fiamma Tricolore, l’onorevole Pino Rauti, intendiamo riaffermare la nostra identità e fedeltà al progetto politico missino. Pur non essendo organici alla Casa delle Libertà, intendiamo continuare ad allearci con il centrodestra per sconfiggere la sinistra».

In Calabria, ha aggiunto l’esponente della destra, «è dal 1999 con il sostegno al presidente della Provincia Michele Traversa, e successivamente al presidente della giunta regionale Giuseppe Chiaravalloti nel 2000, e a tutte le altre tornate amministrative comunali e provinciali che ci siamo presentati assieme al centrodestra. Intendiamo continuare su questa strada. Non intendiamo tornare indietro ed essere strumentalizzati da nessuno». E tanto per essere ancora più chiaro sulle scelte sue e dei suoi alleati del Lametino, Salvatore Buonocore ha concluso così: «il Mis, Movimento idea sociale di Rauti, sosterrà nella prossima competizione elettorale il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Sergio Abramo»”.




Immigrazione: sempre più pesanti le "ricadute"


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Abbiamo sempre pensato – e scritto in tante occasioni, con incisiva chiarezza – che l’afflusso massiccio di immigrati (legali o non, cambia poco) non va visto soltanto in quella che può apparire una fotografia di cronaca corrente. Molto più importanti e pesanti, sono le conseguenze della immigrazione, quelle che i sociologi chiamano le “ricadute” del fenomeno. Le conseguenze intendiamo, nella struttura sociale del Paese che con esse è chiamato a confrontarsi e anzi spesso a scontrarsi, specie nel vivere quotidiano di quel tessuto sociale.

Eccone un esempio tanto concreto quanto clamoroso, in ciò che è avvenuto a Roma nei giorni scorsi e che solo la cronaca di qualche giornale (“Corriere”, cui ci rifacciamo) ha riportato nei dettagli, sicchè il novanta per cento degli italiani non ne ha saputo nulla. Anche perché niente hanno riferito in merito le tante TV e Radio; quelle che spettegolano di tutto e su tutti 24 ore al giorno ma che queste “vicende” accuratamente ignorano.

Leggiamo dunque – a firma di Rinaldo Frignani – quanto è accaduto all’ospedale Pertini:

“Si sono presentati a metà mattinata nella camera mortuaria dell’ospedale Pertini con i lenzuoli di lino profumati di incenso e cosparsi di canfora, sandalo e Cipria, per avvolgere la salma del loro congiunto. Erano una trentina di pakistani: parenti stretti, amici, conoscenti del morto, un uomo di 51 anni stroncato il giorno prima in corsia da un arresto cardiocircolatorio. Alcuni avevano il capo coperto: erano intenzionati a seguire i loro principi, la legge dell’Islam, e così, quando si sono accorti che nell’obitorio dove si trovava la bara c’erano anche i crocifissi alle pareti, è scattata la rivolta. «Qui noi non ci stiamo hanno gridato – toglieteli o portiamo via il corpo».

Una protesta senza precedenti per un ospedale romano: a quel punto, il personale presente ha risposto spostando la cassa di legno scuro in una saletta riservata. Senza crocefisso. Lì i familiari del pakistano hanno lavato il corpo, per poi adagiarlo di nuovo nella bara, unica licenza al rigido rituale islamico, acquistata da una ditta di pompe funebri di San Lorenzo. Al momento di recitare il Corano e le preghiere funebri, tuttavia, si è posto un altro problema. «Le donne non possono restare qui – hanno protestato ancora per la nostra religione non possono trovarsi dove si celebra la cerimonia funebre per un uomo». Questa volta la richiesta ha scatenato le proteste dei presenti madri, sorelle e mogli di sei defunti italiani ma ha anche spinto i pakistani a portare la bara del loro congiunto, appoggiata su un carrello, nel parcheggio esterno. Dove, per cinque minuti, il fratello e gli altri hanno reso omaggio alla salma, rivolti verso la Mecca, sotto gli occhi degli altri familiari italiani, degli infermieri e del personale di vigilanza, intervenuto per calmare gli animi…”

“Ho cercato di spiegare ai pakistani che non si poteva portare la bara fuori dalla camera mortuaria – racconta un infermiere di 35 anni ma non c’è stato verso di convincerli. Uno di loro mi ha anche dato una spinta e poi insieme agli altri ha portato fuori il carrello. Di corsa, come se restare qui dentro significasse vanificare il senso della cerimonia funebre.
«Fammi vedere un pezzo di carta, una legge italiana, dove c’è scritto che non posso farlo», gli ha risposto con rabbia il fratello del defunto. Lo stesso che poco prima aveva protestato per la presenza dei crocifissi e perché le donne italiane si trovavano ancora nella camera mortuaria…”

“Qui facciamo il possibile – aggiunge l’infermiere – non siamo attrezzati per queste necessità, ma abbiamo ricavato ugualmente una sala riservata ai musulmani. A volte, purtroppo, capita che non ci sia posto e che la bara di un musulmano finisca vicino a quella di un cristiano, nella stessa stanza. Cosa possiamo fare? Quella mattina c’erano sette bare, non avevamo scelta. Come dire alle vedove che non potevano pregare e piangere accanto ai loro defunti?…”

(a cura di U. Giusti)




Incontro annuale del tradizionalismo Civitella 2004


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Convegno del Tradizionalismo Cattolico (nel ricordo della Contessa Leonina Bayard de Volo)

Con il patrocinio della regione Abruzzo “1804 – 2004: DAL FALSO IMPERO ALLA FALSA EUROPA” – venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 marzo 2004 – Civitella del Tronto – (Hotel Zunica)

 

Ecco il programma dei lavori:

Venerdì 5marzo:

ritrovo ore 16.30, incontro con i vari gruppi tradizionalisti, vendita libri, oggettistica; ore 18.00 S. Messa in rito romano antico; ore 21,00 “Via Crucis” con fiaccole per le vie del paese.

Sabato 6 marzo:

ore 8.30 – S. Messa in rito romano antico; ore 9.45 inizio dei lavori; ore 13 fine dei lavori; ore 16.00 ripresa dei lavori; ore 20,00 termine dei lavori. Dalle ore 21 in poi momento di cameratismo con canti e inni della Tradizione.

Domenica 7 marzo:

ore 8.00 SS. Messa in rito romano antico; ore 10.00 partenza della Processione verso la Rocca; ore 10,30 sulla Piazzaforte della “Fedelissima” Civitella del Tronto alzabandiera con l’inno borbonico composto da Paisiello eseguito dalla banda musicale di Civitella. Ore 10,45 celebrazione solenne della S. Messa Tridentina cantata in memoria dei Martiri della Tradizione, nella chiesa di S. Jacopo sulla rocca. Ore 12,00 visita alla Rocca della Fedelissima Civitella del Tronto. Ore 13,00 riunione conviviale e “arrivederci” al 2005.

Sono previsti gli interventi di: Carlo Alberto Agnoli; Gianvito Armenise; On. Mario Borghezio; Pucci Cipriani; Gianandrea de Antonellis; Massimo de Leonardis; Luciano Garibaldi; Pietro Golia; Don Bruno Lima; Siro Mazza; Don Michel Simoulin; Mario Spataro; Inoltre avranno luogo comunicazioni e presentazioni di nuovi libri, giornali e iniziative della controrivoluzione: Elena Bianchini Braglia; Corrado Guerre; Gino Gianmarino; Moreno Menini Giovanni Tagliapietre; Marco Solfanelli.

Per ulteriori notizie organizzative e per la prenotazione delle camere, rivolgersi all’hotel “Zunica” – tel 0861.91319 fax 0861.918150.