Dal Touring Club Italiano


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ECCO IL PROGRAMMA DELLE VISITE GUIDATE

Pubblichiamo qui di seguito l’elenco delle visite guidate organizzate nei prossimi mesi dal Touring Club Italiano.

14.03.04

Roma: attraverso il Foro Romano, dal Campidoglio all’arco di Costantino

Passeggiata attraverso monumenti celebri: il Tabularium, gli archi trionfali di Settimio Severo, Tito e Costantino, il Senato, le basiliche Giulia ed Emilia, il Tempio di Vesta e la basilica di Massenzio.

28.03.04

Grottaferrata (RM): Abbazia di San Nilo

Il complesso abbaziale fortificato del XV secolo, su progetto di Giuliano da Sangallo e Baccio Pontelli, ospita una comunità monastica di rito greco fondata da San Basilio nel 1004. Nella cannella di San Nilo, un importante ciclo di affreschi del Domenichino.

10/11/12.04.04

Week end di Pasqua in Ciociaria

Un viaggio nel passato sulle orme dei Santi tra abbazie, borghi medievali e antichi sapori in una terra dove storia, mito e leggenda si fondono in un “unicum” di indimenticabili emozioni. Il viaggio è organizzato con la collaborazione dell’APT di Frosinone.

25.04.04

Ostia Antica: Porto di Traiano

Unitamente al Porto di Claudio, quello di Traiano fa parte della “riserva naturale statale del litorale romano”. Comprende un eccezionale patrimonio archeologico e storico: le vestigia di Ostia Antica, i porti imperiali di Claudio e Traiano, la via Severiana, torri costiere, castelli medievali e rinascimentali.

16.05.04

Lago di Bolsena (Cannara di Marta -Tuscania)

Le chiese romaniche di Tuscania risalenti al IX secolo, la tomba della Regina con i suoi labirinti e cunicoli e i ruderi dell’abbazia cistercense di San Giusto della metà del XII secolo. La “Cannara” è una piccola ed antica costruzione (forse del periodo etrusco) situata nella Tuscia Viterbese, a cavallo di un torrentello del fiume Marta, utilizzata negli anni per la pesca ai capitoni.

30.05.04

Roma: passeggiata nel quartiere Coppedè

Passeggiata dedicata a uno dei più belli e originali esempi di architettura anni Venti a Roma, il quartiere che prende il nome dal suo progettista Gino Coppedè.

05.06.04

Roma: passeggiata sul colle Celio, tra romanità e medio evo

Il quartiere del Celio conserva quasi intatto il suo fascino dovuto alle vestigia di Roma antica ma anche ai numerosi e rari esempi di architettura sacra di età medioevale.

27.06.04

Visita ai resti dell’antica città di Canale Monterano (RM)

Nella Riserva Naturale Regionale Monterano, le rovine dell’acquedotto e della vecchia Monterano, città distrutta a cannonate dalle truppe francesi alla fine del ‘700.

11.07.04

La Roma del Rinascimento: passeggiata a Via Giulia

Lungo il celeberrimo rettilineo voluto da Giulio II, si affacciano vie e vicoli che rievocano storia, tradizioni, leggende e personaggi celebri. Itinerario tra i palazzi delle nobili famiglie, le splendide chiese e le botteghe artigiane di uno dei rioni più famosi di Roma.

25.07.04

Roma: Museo Canonica e passeggiata a Villa Borghese

Il museo comunale all’interno di Villa Borghese, in prossimità di Piazza di Siena, prende il nome da Pietro Canonica, apprezzato scultore e musicista che vi abitò a lungo per concessione del Comune di Roma a cui donò le innumerevoli opere esposte.

12.09.04

Roma: Barocco romano tra Piazza Farnese e Piazza Navona

Un percorso nella Roma delle grandi famiglie legate alla Curia tra Quattrocento e Seicento: dalla residenza della famiglia Spada all’austero palazzo dei Farnese, fino a Campo de’ Fiori con il complesso del cardinale Riario (la Cancelleria) e a piazza Navona.

25/26.09.04

Villa Lante (VT): Concerto del festiva) di musica barocca e visita

Il centro storico di Viterbo, la sala Regia di Palazzo dei Priori, il santuario di S.M. della Quercia e la Villa Lante di Bagnaia. La sera di venerdì 24 settembre nella Cattedrale di Viterbo si svolgerà il concerto di chiusura del Festival Barocco, con l’esecuzione della Messa in si Minore di J.S. Bach.

17.10.04

Roma: il Settecento romano attraverso Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi

Un itinerario settecentesco tra le strade e le piazze del centro di Roma come ai tempi del Grand Tour: dalla Scalinata di piazza di Spagna di Francesco De Sanctis alla Fontana di Trevi di Nicola Salvi, dalla sistemazione di Piazza S. Ignazio di Filippo Raguzzini, alla chiesetta di S. Maria Maddalena.

31.10.04

Castel Porziano (RM): il bosco monumentale ed il Museo

Il bosco monumentale di essenze arboree mediterranee si estende per circa 7000 ettari; al suo interno un borgo fortificato è adibito a residenza del Capo dello Stato. L’annesso museo ospita reperti archeologici di epoca romana di notevole importanza, rinvenuti nell’area laurentina.

28.11.04

Ariccia (RM): Palazzo Chigi e la Chiesa dell’Assunzione

Splendida sistemazione urbanistico-architettonica di Gianlorenzo Bernini; gli appartamenti privati della famiglia Chigi, con importanti arredi d’epoca e una notevole quadreria, ed il parco monumentale.

19.12.04

Roma: il Vittoriano ed il suo Museo

L’imponente monumento alla memoria di Vittorio Emanuele II, opera di Giuseppe Sacconi, la cui costruzione iniziò nel 1885 e si protrasse per mezzo secolo. L’Altare della Patria è una significativa espressione del gusto ufficiale, magniloquente e trionfalistico del regno umbertino.

29.12.04

Veroli (FR): concerto di Natale all’Abbazia di Casamari

Il tradizionale concerto di fine anno nella maestosa e suggestiva cornice della chiesa dell’Abbazia di Casamari, splendido esempio di arte gotico-cistercense.

 

Per informazioni e prenotazioni: Punto Touring Club – Via del Babbuino, 20 – tel. 06.36005281 – fax. 06.36005342 – E-mail: negozio.roma@touringclub.it




In giro fra alcuni centri etruschi: il retroterra affascinante del viterbese


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“Qui rise l’Etrusco, un giorno, coricato, cogli occhi a fior di terra, guardando la marina…” (V. Cardarelli) e quella terra che gli fu Madre e matrice egli rivestì negli otto secoli della sua vita di una serie infinita di monumenti, segno unico e tangibile della sua vicenda umana e storica.

Nella Tuscia – il nome antico della attuale realtà amministrativa costituita dalla Provincia di Viterbo – il “mistero etrusco” seppur aleggia sospeso nell’atmosfera delle città abbandonate e mute e nelle necropoli vaste e silenziose, dispiega il suo vero volto più che in altre terre d’Etruria.

Prima ancora che l’Etrusco entrasse nella Storia con l’acquisizione della scrittura egli era presente con le numerose necropoli protovillaniane e villanoviane (X – VIII sec. a.C.) ove l’elmo di bronzo crestato e la ciotola che custodivano le ceneri, già preannunciavano questa prima civiltà italica. Poi furono le grandi città (Tarquinia, Vulci, Velzna, Falerii), città proiettate in una nuova dimensione economica, pulsanti di attività diverse e di nuovi fermenti sociali, con attorno, una miriade di altri centri fortemente arroccati sui bastioni tufacei che moltiplicarono la vita e l’uso sapiente e razionale del territorio. In sincronia con le città dei vivi nacquero le città dei morti che scesero nelle viscere della terra madre a fermare le radici e a custodire e tramandare nel Tempo il sorriso colmo di speranza dell’Etrusco (VIII – I sec. a.C.). E la tomba divenne la casa immortale con la ripetizione nella roccia dell’abitazione terrena ove si raccolse il gusto del bello nei gioielli, nelle ceramiche, nei bronzi, nelle suppellettili, ove il volto e il nome e il gentilizio dell’uomo e della donna si tramandò nei sarcofagi e dove la pittura fermò nell’immagine e nel colore il paesaggio e la sensuale gioia di viverlo. Qui nella Tuscia, più che altrove, quando il conosciuto ed indagato destino volse al declino, l’Etrusco affidò il suo anelito di immortalità nelle monumentali necropoli rupestri consegnando alla roccia amica e all’immagine suggestiva della Finta Porta l’inquietante mistero della vita e della morte (IV – I sec. a.C.). Lunghi nastri si dispiegano sui declivi tufacei, in luoghi pur oggi protetti da un mistero eterno ove il verde forte della vegetazione contrasta ed esalta il rosso cupo del tufo. E ancora su questa felice porzione di terra dell’Etruria sono i templi, i sacelli, le edicole, i depositi votivi, di quello che fu il popolo più religioso dell’antichità, dove l’incenso più non arde che nello splendido sole, dove più l’aruspice non legge le viscere se non nell’eterno brusìo del vento, dove più non si compie il sacrificio che non sia quello di un intero popolo. E sulle rive azzurre del mare, cui donarono il nome, ancor emergono dalle acque e dalla terra i porti dove il commercio veicolava cultura e tecnica, gusto e arte.

Questa è la Tuscia, una terra da scoprire nel segno della cultura del primo e più grande popolo d’Italia, nell’andare cosciente per millennari sentieri, per avvertire il soffio e la sapienza della vita negli abitati deserti e nelle molteplici necropoli, nei luoghi tutti che una profonda esperienza umana ha reso sacri.

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SUTRI

L’attributo di “antichissima città” di cui Sutri si vanta trova conferma nelle scoperte e negli scavi archeologici, ma il suo splendore fu nel periodo etrusco – dal IV secolo a.C. – quando, fortificata sull’altura di tufo (visibili i resti in blocchi di tufo), sbarrava la strada e controllava il commercio nella parte più interna d’Etruria al confine tra la lucumonia di Tarquinia il territorio falisco. Da qui la denominazione di T. Livio di “porta dell’Etruria”. Espugnata da Roma nel 394 a.C. conobbe aspre battaglie tra Etruschi e Romani nel 311 e nel 310 a.C. Il suo benessere si accrebbe con la costruzione della consolare Cassia grande arteria di traffico tra Roma e le regioni centro-settentrionali. In seguito divenne municipium romano e con Augusto, Colonia Coniuncta Iulia Sutrina.
Nella collina di tufo che prospetta l’abitato allungandosi per oltre duecento metri sul fronte della Cassia si evidenzia la necropoli etrusca di tipo rupestre che riecheggia modelli e architetture sparse nella regione. Di essa sono visibili oggi 64 tombe disposte su più livelli; si tratta di tombe a camera, a nicchia con talvolta prospetto ad edicola, dove è in uso sia la cremazione che la inumazione. Utilizzate variamente nel corso dei secoli dai pellegrini che scorrevano lungo la via Francigena hanno una datazione che va dal III sec. a.C. al I d.C.

A metà di questo affascinante nastro di tombe, è uno dei più suggestivi monumenti antichi della Tuscia: l’anfiteatro di Sutri. Esso è interamente scavato nella roccia tufacea della collina con un orientamento Nord-Sud ed ha l’asse maggiore di m. 49 e quello minore di m. 40. Privo all’esterno di una precisa sagoma architettonica, all’interno mostra gradinate, corridoi di accesso e porte di ingresso.Venne costruito con tecnica e maestranze etrusche tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del successivo. Poco distante da esso, una tomba etrusca, trasformata in Mitreo nel III sec. d.C. è divenuta successivamente una suggestiva chiesa cristiana ipogea dedicata alla Madonna del Parto.

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GROTTA PORCINA (Vetralla)

Immersa nel verde e nella quiete di una campagna intatta, tra Blera e Norchia, questa località conserva un insieme raccolto di monumenti etruschi di particolare valore ed interesse costruiti da un modesto insediamento agricolo di cui è sconosciuto il sito.
Il promontorio allungato di una alta collina tufacea è stato modellato nella sua parte finale a tumulo (Castelluzzo) con un diametro di 28 metri ed un tamburo alto m. 3,50 nel quale ancora si notano resti della decorazione perimetrale (VI sec. a.C.). All’interno una tomba formata da tre ambienti in asse, con i soffitti scolpiti a cassettoni purtroppo alterata dal lungo uso nei secoli. A fianco del tumulo altra notevole tomba a due camere anch’esse scolpite ed altre ancora sulla collinetta di fronte. Scendendo verso la valle sono i resti di un grande altare cilindrico con decorazioni floreali e animalistiche in basso rilievo, attorniato da gradinate tutto ricavato nel tufo (VI sec. a.C.) riconosciuto con il più antico “teatro cultuale” d’Etruria: vicino è il basamento di un’ara del periodo ellenistico trasformata poi in pestarola e poco distante ai piedi di una altura, fiancheggiata da altre tombe a camera, i resti di un piccolo tempio con ambienti ricavati nella roccia tufacea (VI sec. a.C.) con tèmenos e pozzo votivo in uso fino al III sec. a.C.

(Testi di P. Giannini – Assoc.ne Guide Turistiche prov di Viterbo)




La "bottega" di Leonardo era nel centro di Firenze


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Leonardo Da Vinci uso’ come bottega alcuni ambienti che costituivano la foresteria laica del convento dell’ ordine dei Servi di Maria attiguo alla basilica della Santissima Annunziata, nel cuore del centro storico. Lo hanno scoperto tre ricercatori dell’ Istituto Geografico Militare che hanno individuato su alcune pareti, in luoghi privati fino ad ora inaccessibili, tracce architettoniche ed affreschi di scuola del maestro che hanno ”impressionanti associazioni” con opere di Leonardo.
L’ annuncio e’ stato dato stamani da Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi, Maria Carchio nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra ‘Leonardo, i giochi e lo sport’ allestita fino al 20 gennaio a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana. Erano presenti il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, il comandante dell’Igm generale Renato De Filippis e il professor Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo Da Vinci.

La presenza di Leonardo in queste sale, hanno spiegato i ricercatori, e’ testimoniata da Piero da Novellata in alcune lettere scritte ad Isabella D’Este e attestata dal Vasari nella vita del genio di Vinci. Quando Leonardo arrivo’ a Firenze era quasi cinquantenne e proveniva da Milano dove era ormai diventato una celebrita’. Alloggio’ dai frati dell’ ordine dei Servi di Maria dove successivamente furono ospitati in quel periodo anche Andrea Del Sarto e Franciabigio. Queste nuove scoperte hanno lasciato piuttosto stupiti gli esperti tanto che il professor Vezzosi ha definito questa ricerca ”assai interessante per i nuovi elementi che aiutano a comprendere il contesto in cui Leonardo ha lavorato in queste stanze proprio 500 anni fa”. I risultati delle ricerche saranno presentati agli studiosi nel corso di un convegno in programma lunedi’ 17 gennaio alle ore 17, sempre nella sede del Consiglio regionale.

I tre ricercatori hanno spiegato che su una parete di uno degli ambienti del convento e’ raffigurato un tripudio di uccelli che sovrasta una ”probabile vergine annunciata”, ora perduta, e che costituisce una chiara citazione degli studi del maestro sul volo degli uccelli. Nella parte destra e’ ancora visibile la traccia di un angelo staccato che richiama in modo evidente l’Angelo dell’ Annunciazione esposta agli Uffizi.

L’ altro elemento di grande interesse, relativo alla presenza della “bottega”, e’ il ritrovamento di due grottesche (dipinti sul muro) in un locale al secondo piano identificato essere la traccia rimasta della cella/abitazione del ”Maestro Valerio” citato dal Vasari. Le grottesche sarebbero attribuite a Morto da Feltre, l’ artista vissuto a cavallo del ‘500 che, sempre secondo il Vasari, sarebbe stato richiamato in loco dalla presenza del maestro.

L’ analisi di questi spazi ha permesso anche di identificare, all’ altezza del braccio che separa il primo dal secondo chiostro, un vecchio portale di ingresso al Convento, poi chiuso quando vennero costruite le scuderie granducali. Accanto all’ ingresso quattrocentesco e’ stata scoperta anche una scala dimenticata e praticamente integra attribuita dai ricercatori dell Igm a Michelozzo, principale allievo del Brunelleschi, e datata attorno al 1430.




L’esempio di Cortino nel Teramano. Anche nei centri piccoli crescono Europa ed ecoturismo


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A chi volesse una prova – l’ennesima prova! – della tendenza che sta prevalendo anche nei centri più piccoli di intrecciare, diciamo così, il riferimento all’Europa alla difesa, al recupero, al rilancio della “specificità” locale, possiamo citare l’esempio di Cortino, piccolo comune montano posto all’interno del Parco Gran Sasso – Laga. Il Comune ha infatti varato – anche ricorrendo ad inserzioni pubblicitarie su qualche foglio locale – un «progetto pilota europeo di ecoturismo».

Lo slogan adottato, ricco come vedremo subito, di contenuti significativi, è questo: “Il sentiero Adottato: i frutti del bosco” e le iniziative previste e già avviate si protrarranno sino all’ottobre di quest’anno. Saranno realizzati tra l’altro: un centro per l’accoglienza turistica tematizzato sulle principali tradizioni del luogo; un itinerario didattico per la comprensione dell’importanza del territorio e un laboratorio gastronomico per riproporre ricette e prodotti tipici il progetto-pilota, presentato è una scelta strategica per tutelare la qualità del territorio e far crescere la cultura dell’accoglienza con la creazione di una recettività diffusa e sostenibile che risponde alla domanda crescente di un turismo slow e verde – commenta l’assessore al Turismo della Provincia di Teramo, Orazio Di Marcello il quale sottolinea che quello di Cortino è l’unico progetto italiano così articolato e si “sposa bene con la filosofia complessiva adottata dalla Provincia teramana che, insieme al Touring Club Italiano, ha avviato un percorso per la certificazione di qualità dei servizi turistici e recettivi e che, con un altro progetto comunitario, “Etica”, sta lavorando alla certificazione ambientale delle sette città della costa. Altro progetto strategico della Provincia è quello del recupero a fini turistici di tre borghi nell’area Parco, Comune di Rocca Santa Maria. Dopo uno studio accurato che ha valutato gli aspetti architettonici ambientali e artistici del sistema borghi. Tra gli oltre cinquanta che costellano il territorio montano provinciale, la scelta è caduta su tre affascinanti nuclei rurali all’interno del Comune di Rocca S.Maria, nell’area parco del Gran Sasso – Monti della Laga: il borgo di Serra, situato alle spalle dell’abitato di Imposta, il vecchio abitato di Martese ed infine, il borgo di Tavolero con l’importante presenza della chiesa di San Flaviano, che ripropone il tema del manufatto religioso isolato rispetto all’edificato”.

Pino Rauti




A Rimini: Ali della storia il Parco dell'Aviazione


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Il Parco Tematico dell’Aviazione ha un’estensione di 80.000 mq. ed è lo più grande struttura di questo genere in Italia. All’interno del moderno padiglione si trova esposta la più completa collezione esistente di divise e tute da volo italiane (dai primi del ‘900 ai giorni nostri) oltre a fotografie storiche, cimeli, modelli in scala, sigilli, distintivi, onorificenze e medaglie (molte delle quali uniche al mondo) conferite personalmente ai più grandi piloti di tutti i tempi. Tra il verde dello stupendo Parco, oltre ai tanti velivoli, sono in mostra anche numerosi mezzi utilizzati dalle Aeronautiche di tutto il Mondo (batterie contraeree, radar, jeep, postazioni guidamissili ed altro) a partire dalla II Guerra Mondiale fino ad oggi.

80.000 m.q. di esposizione; sala proiezione e filmati aeronautici; visite guidate; accoglienza portatori handicap; possibilità di fotografare all’esterno gli aerei esposti; esposizione divise abbigliamento da volo; fotografie; modelli; medaglie; decorazioni.

Orario di apertura: 9,00 – 19,00 – da aprile a ottobre: tutti i giorni – da novembre a marzo: festivi e prefestivi.

Museo dell’Aviazione: Superstrada Km. 8,500 – Rimini . S.Marino Via S. Aquilina, 58 . Bus n° 7 – Esp. tel. (0541) 756696. Amm. tel. (0541) 54576 – Fax (0541) 26826 – 756696. Bar Acca (0541) 756448.




Cantata da Dante una “pietra” tutta storia


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I versi di Dante sono certamente fra i meno conosciuti. Dicono (nel “Purgatorio” – IV Canto versetti 25/27): ”Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova ‘n cacume con esso i pie'; ma qui convien ch’om voli”.

La “pietra” – che è il simbolo più noto del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano – è in un arca che da qualche tempo è protetta – ed è per la zona un punto di riferimento storico-culturale, ricco anche dal punto di vista della geomorfologia.

Il Parco racchiude – fra Emilia – Romagna e Toscana – i parchi regionali del Gigante dei Centolaghi e i Gessi Triassici della Valle del Serchia e in essi si trovano le cime più alte di tutto l’Appennino settentrionale. Un “paradiso per i geologi” lo ha definito di recente Lega Ambiente, scrivendone con l’abituale ricchezza di documentazione.

Ma vediamo più da vicino di cosa si tratta; attraverso un “itinerario” che prende a pronto riferimento proprio la Pietra e che si può riprendere su Internet, a cura di Massimo Orì:

“Questo itinerario, a differenza dei miei precedenti, non fa parte delle Alpi Apuane bensì dell’Appennino Reggiano e tratta di una meraviglia della natura, una montagna veramente unica e particolare come ce ne sono poche al mondo: la Pietra di Bismantova, talmente meravigliosa che se uno non la conoscesse e non ci fosse mai andato (dovrà provvedere quanto prima. La Pietra di Bismantova è situata vicino alla cittadina di Castelnuovo né Monti, Appennino reggiano, raggiungibile da Reggio Emilia (seguendo una volta usciti dalla A1 le indicazioni per La Spezia – Passo del Cerreto) tramite la SS 63 oppure, per chi provenga dall’Alta Toscana attraverso il Passo del Cerreto e per chi provenga dalla Garfagnana attraverso il Passo di Pradarena. La “Pietra” è una montagna dalla forma caratteristica, unica, vecchia di 30 milioni di anni, formatasi da un’eruzione geologica originata da spinte orogenetiche e poi modificata e modellata dagli agenti atmosferici: è alta 1077 m. ed ha un alto contenuto di quarzo, pietre verdi e fossili.

Era molto conosciuta anche nei tempi antichi e il sommo poeta Dante (cui è intitolata la grande piazza situata alla base della grande parete) la cita nella Divina Commedia. Da Piazza Dante, dove va lasciata l’auto e dove si ha l’immagine più bella, si sale una scalinata che ci conduce alla base della parete, dove è situato l’eremo di San Benedetto: da qui parte l’itinerario principale per la vetta. Si va a sinistra seguendo il segnavia bianco-rosso, passando accanto al rifugio Kreuz e in circa 45 minuti si arriva in cima: il pianoro sommitale ha un’estensione di 12 ettari e vi si alternano ampie praterie a boschetti di carpini e noccioli; il panorama è incredibile e lo sguardo va dal Cimone a tutte le cime dell’appennino tosco-emiliano fino all’Alpe di Succiso e al Monte Ventasso e alla pianura padana. Dopo aver parlato del sentiero escursionistico accessibile a tutti è doveroso affermare che la Pietra di Bismantova è la palestra di roccia (gestita dal CAI di Reggio Emilia) più frequentata dell’Emilia Romagna con oltre cinquanta vie aperte: io voglio però parlare della via ferrata che vi è stata tracciata: “La ferrata degli Alpini”, che ho già percorso per due volte. Per arrivarvi, quando siamo all’eremo, bisogna andare a destra seguendo le indicazioni: il tragitto è breve, circa 15 minuti…”.

Ancora, va ricordato che questa “figura imponente di arenaria … costituita per la maggioranza di carbonato di calcio, si slancia nel mezzo della vallata e sulla sua sommità un pianoro a circa 12.000 mq ricoperto da un sottile strato terroso che forma una stupenda prateria cespugliosa il cui punto più alto è a 1.077 di altezza s.l.m.

(a cura di Umberto Giusti)




Il 25-26 febbraio prossimi UN CORSO SUI BENI CULTURALI E AMBIENTALI


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Scopo del corso: L’entrata in vigore del D.Lv. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, pubblicato nella G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004 ed in vigore dal 1 maggio 2004, pur lasciando sostanzialmente inalterato l’impianto sanzionatorio originariamente individuato dal Testo Unico 490\99, ha profondamente inciso sulla disciplina generale dei beni oggetto di tutela, ridisegnandola – in alcuni casi – in modo radicalmente diverso rispetto al passato. L’intera disciplina deve dunque essere rivista sotto nuova luce affrontando in modo completo le tematiche generali e quelle particolari nonché il necessario coordinamento con altre disposizioni di rilievo (urbanistica, aree protette etc.) I docenti del corso saranno: Avv. Maurizio Balletta foro di Avellino; Aw. Riccardo Biz, foro di Roma; Dott. Alfredo Montagna Consigliere Corte di Cassazione; Dott. Mario Palazzi, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Rieti; Dott. Luca Ramacci. Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Tivoli; Dott. Roberto Rossi. Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Bari; Ing. Gildo Tomasini. Libero professionista; Avv. Vittorio Triggiani. foro di Bari.

È dedicato in particolare agli Avvocati, ai Praticanti Avvocato, ai Consulenti privati, agli Ingegneri ambientai i, Laureati in Agraria, Geologi, ai laureandi delle suddette discipline, ai Responsabili dei procedimenti amministrativi sanzionatori presso i Settori Ambiente degli Enti Locali, ai Responsabili dell’istruttoria dei procedimenti amministrativi sanzionatori presso i Settori Ambiente degli Enti Locali, Responsabili degli Uffici Legali degli Enti Locali, Corpi di Polizia Provinciale e altre forze di Polizia che esercitano accertamenti di illeciti amministrativi ambientali, Responsabili delle agenzie regionali per la Protezione dell’Ambiente. I docenti saranno: Magistrati, Avvocati, Professori Universitari e professionisti del settore ambiente. Il Ceag – Legambiente mette a disposizione di neolaureati da non più di tre anni, due borse di studio che consentono di partecipare gratuitamente al corso. La scadenza per la richiesta delle borse di studio è fissata per il 31 gennaio 2005.

Luogo del corso: l’Ex Enaoli, 58010, Rispescia Grosseto) presso Festambiente. Al termine del corso verrà consegnato l’attestato di partecipazione. Il costo per la partecipazione è di 400,00 euro. Per l’alloggio sarà possibile usufruire della struttura ove si svolgono i corsi. Sono previsti altri corsi durante il 2005; il 27 – 28 Maggio 2005 La Gestione dei Rifiuti dalla norma alla prassi; e il 14 – 15 ottobre 2005 La Tutela dell’ambiente in sede Civile.

Per ulteriori informazioni contattare: Legambiente Onlus, segreteria organizzativa corso c.a. Dott. Francesco Dodaro, via Salaria 403, 00199, Roma, tel. 0686268372-74, fax 06.86218474, e-mail ceag@mail.legambiente.com




A Firenze il 20 febbraio ARCHEOLOGIA VIVA: E’ AL 5° INCONTRO NAZIONALE


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“Archeologia Viva” bimestrale di storia edito da Giusti, tiene a Firenze, all’Auditorium del Palazzo dei Congressi, il 20 febbraio prossimo, il 5° Incontro nazionale.

Diamo per intero il programma:

8.15 Apertura dell’Incontro – Piero Pruneti, direttore di «Archeologia Viva»; 8.20 Antiche Rotte Del Mediterraneo (Progetto Anser) Proiezione del film Storie del Mediterraneo, a cura

di P. Baccalario, P. Pacetti, A. Saggin, E. Stumpo, regia di Giovanni De Stefano. I parte: Storia del Mediterraneo antico – Alessandro Fa, docente di Letteratura latina all’Università di Siena «Rutilio Namaziano e il suo diario di viaggio. De reditu suo: sulle tracce di un’antica rotta tirrenica» Luca Pezzati, Istituto nazionale di Ottica applicata – Firenze «Ottica e archeologia: nuove tecnologie per lo studio e la conservazione del patrimonio archeologico»; Storie del Mediterraneo, II parte: Storia del Mediterraneo diviso. La politica marittima di Cosimo I dé Medici; 9.45 Francesco D’Andria, direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia classica e medievale all’Università di Lecce «Incontri e scontri fra le due sponde dell’Adriatico: dall’ antichità agli sbarchi albanesi»; 10.15 Pausa per incontri e documentazione; 11.15 Carlo Peretto, docente di Antropologia all’Università di Ferrara «Ultime dalla preistoria: a proposito di Darwin e di evoluzione»; 11.45 Louis Godart, accademico dei Lincei e consigliere del Presidente della Repubblica «Sulla collina di Hissarlik sfogliando l’Iliade»; 12.15 Andrea Carandini, docente di Archeologia classica all’Università di Roma «Sulle orme di Schliemann a Roma: alle origini della Città e dello Stato»; 12.45 Intervallo per pranzo, incontri e documentazione; 14.20 Dario Di Blasi, direttore della Rassegna internazionale del cinema archeologico – Museo Civico di Rovereto «Vi presento un capolavoro della documentaristica» Proiezione della prima parte del film: L’impero di marmo, di Folco Quilici, consulenza storico-artistica di Dario Del Bufalo, Istituto Luce; 15.00 Folco Quilici, regista e scrittore «Una vita fra avventura e cinema di divulgazione»; 15.30 Dedicato alla famiglia Medici – Antonio Paolucci, soprintendente ai Musei di Firenze «I Medici: gloria di una dinastia» – Gino Fornaciari, docente di Storia della medicina all’Università di Pisa «Dentro le tombe dei Medici: risultati di un’indagine»; 16.30 Pausa per incontri e documentazione; 17.30 Giuliano Volpe, docente di Archeologia e Storia dell’ arte tardo antica all’Università di Foggia «Ustica, crocevia del Mediterraneo antico: parlano i fondali del porto» Proiezione del film: Ricerca e cuore: archeologia subacquea a Ustica, realizzazione Studio Blu Production-Asso; 18.00 Alfredo e Angelo Castiglioni, Centro Ricerche sul Deserto Orientale «Nel deserto del Sudan: Berenice e non solo…». Proiezione del film: L’Eldorado dei faraoni, di Pippo Cappellano, Italia; 19.30 chiusura della manifestazione.

Inoltre:

Mostra fotografica “La Tomba della Quadriga Infernale di Sartiano”; Atelier del Progetto europeo Anser con dimostrazioni di tecnologie innovative per l’archeologia; Bookshop a cura di Giunti Editore.

 

“Archeologia Viva” – Storia – bimestrale euro 5,50. Direttore Piero Pruneti – Segretaria di Redazione: Giuditta Pruneti – Edizione Giusti – Via Bolognese 165 – 50139 Firenze – Tel 055.50621 – Abbonamento 6 numeri 26,40 euro – Servizio abbonamenti 06.5062267 – fax 055.5062397 – versamenti sul c.c.p. 19740505 intestato a Archeologia Viva Firenze.




Un commento di attualità sulla Mussolini e la "Fiamma"


[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Posto di rilievo nelle nostre analisi polemiche su questa fase della vita di Partito, è dato al ”ruolo” che in essa va svolgendo Alessandra Mussolini:

La abbiamo ”accusata” e la accusiamo, come è noto, di tentare di far scomparire il Movimento Sociale in quanto soggetto politico ben preciso, con tutta la sua storia, il suo ricco retroterra programmatico e quanto abbiamo elaborato via via, dopo Fiuggi, quando rifiutammo noi (Rauti, Incardona, Bruno, Dionisio e Lorena Colombo; Romagnoli non c’era; era ancora un ”ragazzo” almirantiano) quella svolta che invece la Mussolini sottoscrisse e applaudì.

E davvero non ci rendiamo conto del perchè tutti coloro che stanno duramente polemizzando contro di noi; non capiscano (o fanno finta di non vedere? – che se le cose fossero andate avanti così, il MSI nostro sarebbe stato emarginato al punto da scomparire politicamente.

Un piccolo – ma significativo – documento in proposito: l’incorniciato che è stato pubblicato nel ”Giornale” del 20 febbraio scorso (per l’esattezza, a pagina 4) con il titolo: ”La leader di A.S. la Mussolini; i media ci hanno oscurato”. Ecco il testo completo della nota:

”Alessandra Mussolini attacca la tv di Stato e gli organi di stampa perchè non danno spazio alla sua lista. Lo sfogo della parlamentare arriva ad Arezzo dove ha presentato il simbolo di ”Alternativa Sociale”, il raggruppamento politico che si presenterà anche alle amministrative in varie città. «Ho scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato – ha detto – per l’ingiusta censura subita».

Pregiamo di leggere – e rileggere – con attenzione quanto sopra.

Per poi chiedersi: ma dov’è il MSI? Dovè la ”Fiamma Tricolore”? Che fine hanno fatto? Perchè non compaiano nella <<denuncia>> che la Mussolini ha elevato da Arezzo?

Chiunque legga quelle righe non può non trarne l’impressione netta che l’onorevole Alessandra Mussolini – leader di A.S. – non trova ”spazio per la sua lista”. Non la lista ”Fiamma” – che in realtà è quella che le permette di presentarsi senza raccogliere le firme – ma il ”suo” raggruppamento politico, con il quale annuncia che si presenterà anche alle amministrative. Il suo raggruppamento politico . . .




Il FAI per la scuola iniziative da conoscere


[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Il Fondo Ambientale Italiano (FAI) ha aperto sette delle sue “proprietà” alle scuole di ogni ordine e grado, nella convinzione che “questi luoghi possano insegnare molto sulla natura e sui beni culturali italiani”. Gli studenti, accompagnati dai loro insegnanti, possono visitare il bene attraverso una tradizionale visita guidata, che prevede l’accompagnamento da parte di una guida, o attraverso speciali “visite animate”.

Ecco le “proprietà”: Monastero di Torba, a Gornate Olona (Varese); Castello di Avio a Sabbionara d’Avio (Trento); Castello della Manta, a Manta (Cuneo); Castello di Masino, a Canavino (Torino); Villa della Porta Bozzolo, a Casalzigno (Varese); Abbazia di San Fruttuoso, a Camogli (Genova); Villa Menafoglio, a Biumo Superiore (Varese).

Per informazioni:

Vittoria Del Verme, Cristina Marchini – Settore Scuola – Educazione, Viale Coni Zugna, 5 – 20144 Milano – Tel 02 46761584 (ore 9.00/13.00) – Fax 02 48193631 – E-mail: scuola@fondoambiente.it