In Europa a rischio un mammifero su sei


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Con il documento dell’Habitats Directive, l’Unione Europea ha chiesto agli Stati membri di adoperarsi per far sì che entro il 2010 il processo che sta portando alla perdita della biodiversità venga arrestato: Compito tanto urgente quanto difficile da adempiere, come dimostra il report” European Mammal Assessment” rilasciato dalla World Conservation Union (Iucn) in occasione dell’Intemational Biodiversity Day, lo scorso 22 maggio. Lo studio, di cui parla Nature, rivela infatti che un sesto delle specie di mammiferi presenti sul suolo e nei mari del Vecchio Continente potrebbe sparire molto presto dalla faccia della terra e che se non saranno presi provvedimenti per invertire questa tendenza difficilmente l’Europa raggiungerà l’obiettivo prefissato dall’Unione.
LO STUDIO – I dati Iucn mettono in luce che delle 250 specie di mammiferi che popolano l’Europa e la Russia occidentale, circa il 15 per cento è classificato come vulnerabile o peggio, ovvero a rischio di estinzione. In particolare è molto critica la posizione di un gruppo di mammiferi europei classificati come “in grave pericolo”: tra questi vi sono la linee iberica, di cui si stima esistano ancora circa 150 esemplari, la volpe artica e il visone europeo. Più seria ancora sarebbe la situazione dei mammiferi marini: in questo caso, infatti, a essere in pericolo è un buon 22 per cento, ma se si considera che per circa la metà di queste specie non si possiedono darti a sufficienza per procedere a una classificazione, allora è facile presupporre che la situazione possa essere anche più grave di quanto stimato.
ALLARME ESTESO – Ancora più sconfortanti, tuttavia, sono i dati relativi ad altre regioni della Terra – fanno sapere gli esperti. Ai tropici, per esempio, una media di una specie su quattro è ufficialmente in pericolo, principalmente a causa della deforestazione. Ma oltre alla deforestazione, anche il progressivo degrado degli habitat naturali, l’inquinamento e la caccia sono i principali responsabili di tale cambiamento, complice – ovviamente – l’uomo. E a meno che non vengano presi provvedimenti efficaci, il numero delle specie a rischio è purtroppo destinato a salire ovunque. (Alessandra Carboni) “Corriere della Sera”




Torino: l'invasione dei mini-criminali


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Si discute di nuovo, a Roma come a Milano e a Napoli, della condizione dell’ordine pubblico e si tengono o annunciano manifestazioni di piazza. Ma non è che altrove la situazione sia migliore. E ci rifacciamo alle cifre e alle statistiche che non ha potuto ignorare un giornale filo Prodiano qual è “Repubblica”; a proposito, ad esempio di Torino. Con un articolo e un titolo a tutta pagina a firma di Maurizio Crosetti. Ci sono “numeri” che lasciano sbalorditi e fanno intravedere una realtà terribile, con quel milione di telefonate ricevute dal 112 dei Carabinieri in un solo anno; telefonate di aiuto! O come i 150.069 reati denunciati nel solo 2005 e solo ai Carabinieri a Torino; con un aumento del 40% degli arresti, sempre in quei dodici mesi. E poi leggiamo ancora: “Nella città dei piccoli criminali se avete bisogno di cocaina ve la porteranno i bambini topo che vivono nelle fogne. Se volete andare in discoteca ai Murazzi, un angelo del gradino verrà a prendervi in cima alla scalinata e vi permetterà di dribblare i delinquenti, per lo più minorenni. Ma se non starete attenti, soprattutto in tram o al mercato, i rapinatori bonsai (rumeni o italiani) vi fregheranno. Se vostro figlio vuole farsi un giro in centro il sabato pomeriggio (e peggio per lui se è un “cabinotto”: se cioè ha un cellulare di ultima generazione, giubbotto tecnico e cuffiette iPod), occhio alla gang degli annoiati (età media, sedici anni) che rubano per passatempo. Dopo gli acquisti, potrà però farsi accompagnare alla fermata dell’autobus da un commesso gorilla ed evitare guai. Se invece vi capita di passare dal Parco Stura, che qualche cronista neanche troppo fantasioso ha ribattezzato “Tossic Park”, le ronde dei giustizieri (maggiorenni, loro) vigileranno sulla vostra incolumità a colpi di mazza da baseball: specialmente alle fermate del 4, il “jumbo tram” che taglia in due Torino da una periferia all’altra. Al drogato o allo spacciatore che scende dal tramvai è già successo di essere, appunto, preso a mazzate.

Un dato che colpisce ( e che istruisce) è che a commettere la maggior parte dei reati, sottolinea Maurizio Crosetti, siano degli adolescenti, spesso dei minorenni, di quelle che una volta si chiamavano “ragazzini”; ed anche che la microcriminalità sia frutto di “straniero, marocchino o rumeno”.

Se ne inventano di tutti i colori, quei “ragazzini”: ci sono quelli che aizzano i cani contro le vecchiette per rapinarle (in Barriera di Milano), ma anche il tassista cecchino (incensurato, 45 anni e 5 figli) che rincorre i tre giovanotti che non volevano pagare la corsa e gli spara addosso con una Colt Cobra 38 special, è accaduto cinque giorni fa: trentaquattro conducenti di taxi hanno il revolver nel cruscotto, su 1.355 torinesi con il porto d’armi. Ci sono i ladri di scarpe tra i bar del lungo Po (è successo davvero, al Puddhu: le hanno sfilate con la forza a un cliente) e c’è quello che ha brevettato l’antifurto da borsetta, moschettone e anello d’acciaio da fissare alle seggiole dei dehors per non farsi strappare tutto durante l’aperitivo, al Quadrilatero romano…”

Ma nella città che scarica ogni giorno un chilo e 288 grammi di cocaina nelle fogne, vale a dire i resti del consumo di 13 mila dosi, il capolavoro della devianza sono i poliziotti rapinatori: quelli che irrompevano tra i pusher e sequestravano droga e soldi, peccato che poi se li spartissero tra loro (ricattavano anche i clienti delle prostitute) . Li hanno ingabbiati i colleghi, dieci giorni fa. Del resto, come dice il prefetto, non è mica una città di angioletti. Da San Salvario, il quartiere nero, fino a piazza Vittorio Veneto, è tutto un ballare di tombini e agitarsi di grate, segate e messe sopra il cemento quasi per figura. Quì vivono – leggiamo ancora- i piccoli spacciatori che scivolano in gallerie puzzolenti per sfuggire ai poliziotti. Chilometri di fognature, dove i bambini topo nascondono la cocaina e le torce elettriche nelle nicchie, dentro un labirinto imparato a memoria. Quasi tutti marocchini ridotti in schiavitù dai loro padri e parenti, perché chi ha meno di quattordici anni non è punibile dalla legge. Un balordo italiano venne arrestato l’anno scorso mentre faceva il palo, e avvertiva i bambini dell’arrivo degli agenti facendo l’urlo di Tarzan: i piccoli fuggivano verso il Po, entravano nel budello sotto il parco del Valentino e sbucavano dopo un paio d’ore e altrettanti chilometri, mentre un tombino cominciava a muoversi da solo come nei fumetti della Banda Bassotti. «In un anno intercettiamo circa quattrocento minori, ragazzini senza paura di niente, disperati, aggressivi» spiegano all’Ufficio minori stranieri del Comune.

Umberto Giusti



Foibe e Pio XII


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Ne scrive Ignazio Ingrao, su “Panorama”:

I pacelliani scendono in campo dopo la pubblicazione su Panorama dei documenti sulle foibe dell’Archivio segreto vaticano, conservati in copia presso La Civiltà cattolica. Alla luce di questo materiale inedito, Pio XII sarebbe stato ripetutamente sollecitato a intervenire per fermare arresti e stragi contro gli italiani in Venezia Giulia, compiuti dall’armata iugoslava nel 1945. Ma Papa Eugenio Pacelli avrebbe scelto una condotta prudente, senza esporsi direttamente e preferendo chiedere (peraltro inutilmente) l’intervento delle forze alleate. Grida allo scandalo (il testo integrale della lettera è a pagina 201) la nipote del Pontefice, Amalita Pacelli, che parla di «castelli accusatori ai danni di un Papa che era rimasto coraggiosamente solo nella Roma occupata dai tedeschi a far fronte a problemi immensi». E con lei insorgono tutti i difensori di Pio XII che in questi anni hanno lottato contro la «leggenda nera» (alimentata dalla storiografia anglosassone), sui silenzi del Pontefice di fronte al nazismo. Torna sull’argomento padre Giovanni Sale, storico della Civiltà cattolica.

Il silenzio sulle foibe, scrive il gesuita sul Corriere della sera, non fu di Pio XII bensì degli alleati «che assistettero inerti alle stragi e poi anche dei governanti italiani che per motivazioni di carattere politico preferirono tacere ad ogni costo». Ogni altra discussione sui silenzi di Pio XII per padre Sale è «pretestuosa». La difesa di Pacelli arriva anche dal cardinale Achille Silvestrini, alla luce della sua lunga esperienza in segreteria di Stato e nella Curia vaticana. Per il cardinale Silvestrini occorre tenere presenti le difficoltà di comunicazione durante la guerra: «Le notizie giungevano alla Santa Sede in ritardo e in maniera frammentaria. È difficile immaginare che in quella situazione Pio XII potesse fare di più. La responsabilità principale spettava al governo alleato a Trieste».




Il vino italiano si prende la rivincita


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Svanito lo spauracchio da invasione del «Nuovo Mondo» il vino italiano resiste alla competizione intemazionale aumentando fatturato (+5,1%), utili (+26%) ed export (+7%). E mantenendo, nel bene e nel male, i valori della tradizione: dimensioni contenute (cooperative o proprietà familiare) e resistenza alla quotazione in Borsa. A pochi giorni dal Vinitaly, la manifestazione veronese punto di riferimento intemazionale di Bacco, la fotografia scattata dall’Ufficio Studi di Mediobanca offre un quadro ottimistico sul futuro. L’indagine che prende in esame le 85 maggiori imprese italiane con un fatturato sopra i 25 milioni di euro (il 36% della produzione nazionale),sottolinea il gap tra il mode in Italy a confronto con le maggiori nove società quotate intemazionali (la cooperativa Caviro con 281 milioni di fatturato è prima nel Bei Paese a fronte dei 3,9 miliardi dell’americana Constellation).

Ma le aziende italiane hanno imparato i segreti della globalizzazione e migliorano le proprie posizioni aumentando le etichette prodotte, i vini «importanti», spendendo più in pubblicità con grande attenzione ai mercati emergenti (Cina, +109%). Perla prima volta nel 2006 il vino dello Stivale ha superato il tetto dei 3 miliardi di euro. Nonostante questo un’autorità come Jancis Robinson, wine correspondent per il Financial Times, nella Usta dei vini da degustare nell’ultimo «Davos» ha escluso le etichette tricolori. Oltre che a viverla, la tradizione forse andrebbe anche raccontata.




In ltalia 20 milioni sono troppo grassi


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In Italia 4 milioni di persone sono obese e circa 16 milioni sovrappeso. Le cause sono legate a cattive abitudini alimentari e a fattori genetici. Il dato è contenuto nel “Sesto rapporto sull’obesità in Italia” dell’Istituto Auxologico Italiano. Secondo il rapporto, c’è una prevalenza di uomini fra gli italiani in sovrappeso, mentre per l’obesità donne e uomini si equivalgono. Inoltre, il 25% dei bambini fra i 6 e i 13 anni è sovrappeso e il 5% è obeso. Per l’obesità infantile la causa può essere nella carenza di un particolare ormone.




Matrimonio: tramonta


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Le nozze sono in calo; a crescere sono le coppie di fatto, e ci sono molte città -tutte del centro-nord- dove i matrimoni civili superano quelli religiosi. A Piacenza, il 60,1% dei matrimoni sono civili; ad Alessandria, siamo al 61,3%, a Firenze il 57,6, a Siena il 74,5 e a Bolzano addirittura il 78,9%. Sono 28 i Capoluoghi del centro-nord dove le cerimonie civili superano quelle religiose. Non solo: altro dato -per noi fortemente negativo per le conseguenze, molto negative, che produce “dentro” il corpo sociale- è che ci si sposa sempre piu’ tardi e aumentano le coppie con uno dei due sposi, straniero. E ancora: dagli oltre 400 mila matrimoni del 1971 siamo calati a poco piu’ di 250 mila nel 2005.




USA: aumentano scandali sessuali


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Data la super egemonia statunitense mavisto quello che accade negli Stati Uniti, è propio il caso di dire: ma in che mani siamo? E se questo è il “Vertice”….figuriamoci il resto del Paese. Tanto per cominciare si sta allargando l’ultimo degli scandali; quello detto “dei paggetti” leggiamo le notizie più recenti da Washington: il «sexgate» del Congresso americano, lo scandalo delle email lascive del deputato repubblicano Mark Foley ai “paggetti” della Camera, ha costretto il presidente George W. Bush a prendere le difese del presidente della Camera, Dennis Hastert, uno dei suoi piu’ potenti alleati. Dopo che si è appreso che lo scandalo durava dal 2002, che due giornali ne erano al corrente da un anno e che l’FBI da luglio, senza che nessuno intervenisse; non solo i leader democratici, ma anche alcuni repubblicani hanno chiesto le dimissioni di Hastert. «Ha ignorato lo scandalo o l’ha insabbiato – ha detto il guru neocon Richard Viguerie- mettendo in pericolo altri paggetti e deve risponderne». Bush è corso ai ripari nel tentativo di evitare che i repubblicani perdano la maggioranza al Congresso alle elezioni di novembre. «Lo scandalo mi ha disgustato e amareggiato. Ma appoggio Hastert. E’ un buon padre di famiglia che quando ha scoperto l’accaduto si è rivolto alla magistratura». Hastert ha ribadito di non avere ragione ne intenzioni di dimettersi. Il tentativo d Bush potrebbe fallire. Emergono nuove email e c’e’ il rischio che il «sexgate» coinvolga altri deputati. Mentre Foley fa sapere attraverso l’avvocato che tra i 13 e i 15 anni fu molestato da un uomo del clero.

Poi è venuta fuori un’altra “storia” su Clinton — Inguaribile donnaiolo, l’ex presidente Bill Clinton, 60 anni compiuti ad agosto, avrebbe tentato di sedurre Demi Moore, la più travolgente quarantenne del cinema americano. Lo ha riferito alla tv Ashton Kutcher, il secondo, giovane marito dell’attrice, 28 anni. «A una recente cena, noi e lui eravamo seduti a due tavolivicini. Io lo avevo già incontrato una volta, ma non mi ha praticamente rivolto la parola — ha dichiarato Kutcher —. Era chiaro che voleva far colpo su mia moglie, si è dedicato a lei tutto il tempo». L’attore, reso famoso in America dallo sceneggiato televisivo Punk’d, si è sfogato con il comico Jay Leno, il conduttore del talk show serale della Nbc: «Era come se io non esistessi». Clinton non sembra essere riuscito nell’intento attribuitogli da Kutcher. Demi Moore, 43 anni, tre figli, un divorzio alle spalle — da Bruce Willis — lo avrebbe trovato «affascinante». ne sarebbe rimasta lusingata, ma gli ha resistito.

Una rivista elettronica, Newsmax, ha rievocato un episodio analogo tra Clinton e la principessa Diana d’Inghilterra. Nei loro incontri, ha scritto, Diana trovò l’allora presidente «un grande flirt», e non escluse di accettarne il corteggiamento: «Siamo stati cattivelli» avrebbe confidato a un’amica. E alcuni blogs hanno sottolineato «il debole di Bill» per le più belle dive di Hollywood, sostenendo che una notte ospitò alla Casa Bianca Barbra Streisand — politicamente un’anima gemella — e che all’aeroporto di Los Angeles tenne fermo sulla pista l’Air Force One per un’ora e mezza, per ricevere Sharon Stone (le due star negarono).

Su Internet, pullulano gli elenchi delle vere o presunte sedotte, decine e decine di donne, da Jennifer Flowers, la cantante che nel 1992 rivelò la loro lunga relazione, minacciando di fargli perdere le elezioni, a Monica Lewinsky, la giovane stagista della Casa Bianca che nel ’98 quasi gli costò la Presidenza. Per non parlare delle donne che dopo avergli detto di no lo denunciarono, da Paula Jones, una procace ragazza dell’Arkansas, a Kathleen Willey, un’avvenente funzionaria della Casa Bianca.

I Repubblicani hanno 15 seggi di più alla Camera ma quest’anno hanno perso i deputati, costretti a dimetttersi per corruzione o questioni di sesso.




Dopo la terra e i mari "egemonia nello spazio"


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La Casa Bianca ha visto firmarla in segreto, come se si trattasse di una “circolare interna” ma il “Washington Post” l’ha rivelata nei suoi termini precisi’. E’ la nuova “dottrina sulla esplorazione spaziale” che cambia radicalmente l’impostazione che al problema aveva dato 10 anni fa Bill Clinton, nel cui documento si metteva l’accento su un “doppio binario”, la ricerca e la sicurezza nazionale.

Adesso, Bush pone l’accento con forza sul secondo elemento, la sicurezza. Nel documento, gli Usa avocano a sé il diritto di impedire l’accesso allo spazio «agli avversari che abbiano scopi ostili». Inoltre bocciano l’ipotesi di nuovi accordi sul controllo delle armi che possano limitare i loro movimenti nello spazio. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Frederik Jones, ha spiegato che gli Stati Uniti considerano «la libertà di azione nello spazio importante quanto la libertà aerea e navale sulla Terra». Ogni tentativo di interferire con questa libertà, ha aggiunto, sarebbe interpretata come «una violazione dei diritti americani»

L’approvazione della nuova dottrina- scrive la corrispondente da New Yor del “Messaggero”, Anna Guaito- sembra destinata causare non pochi sospetti; soprattutto fra coloro che ricordano le “Guerre Stellari” immaginate dal presidente Ronald Reagan e i suoi generali negli anni Ottanta. Ma il portavoce Jones ha cercato di mettere bene in chiaro che il documento non nasconde l’intenzione di mettere armi in orbita, e che esso semmai «conferma l’impegno degli Stati Uniti per un uso pacifico dello spazio». E gli esperti sembrano essere convinti che sia proprio cosi, e che il Pentagono non intenda costruire armi spaziali, quanto piuttosto creare tecnologia «a doppio uso», che possa cioè servire a scopi civili, ma anche a scopi militari-difensivi.




Adolescenti europei sempre più obesi


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Gli adolescenti europei sono sempre più obesi, in particolare i più poveri. Secondo una ricerca dell’ International Obesity Task Porce presentata nell’ambito del Forum internazionale OMS/HBSC (Health behaviour in school-aged children), a Firenze, sono 14 milioni i bambini in sovrappeso in Europa e il problema dell’obesità interessa oltre i L 30% delle nuove generazioni tra 7 e 11 anni e oltre il 20% di quelli tra 13 e 17 anni.

Il Forum è organizzato dall’Ufficio Europeo dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo di Venezia e dalla Rete HBSC, in collaborazione con la Regione Toscana e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze.

E’ tornato per il quinto anno consecutivo l’Obesity Day. Il progetto coinvolge in tutta Italia i centri Adi (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) in collaborazione con Bracco: in numerose città italiane è stata data la possibilità di informarsi sia sui temi dell’alimentazione e della dietetica sia sulle regole che contribuiscono a un buono stato di salute e a un ragionevole controllo del peso corporeo.

L’obiettivo degli organizzatori è quello di evidenziare, ancora una volta, la preoccupante situazione che si sta delineando nei Paesi occidentali e della necessità di riconoscere l’obesità come “patologia cronica” Gli esperti detl’ADI spiegano che è fondamentale sviluppare un approccio integrato e multidisciplinare con il paziente, in questo modo si potrà aiutarlo a condurre una vita normale. Attualmente nel nostro paese vi è un incremento preoccupante sia di persone obese sia in sovrappeso, il fenomeno purtroppo coinvolge anche bambini e adolescenti interessando circa il 20 per cento del totale.

Numerose le manifestazioni locali, ad esempio a Caserta, l’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano”, con il settore di Diabetologia e Nutrizione dinica della unità operativa di Medicina Generale, partecipa all’Obesity Day, giornata organizzata dall’associazione dietetica e nutrizione dinica per sensibilizzare fa pubblica opinione e i responsabili della sanità ai problemi della obesità. Dalle 9 alle 16 del prossimo martedì, al piano terra del dipartimento di Medicina, funzionerà un punto di incontro aperto a quanti vorranno valutare il grado di soprappeso e la tistribuzione del grasso corporeo. Il dottor lano Panilo, responsabile del settore di diabetologia, in collaborazione con la dietista osa Capriello, saranno disponibili per consigli su una sana alimentazione éST eventuali prenotazioni per visite dietologiche. “Negli ultimi anni – osserva il dottor Panilo -l’obesità ha assunto i caratteri di una vera e propria epidemia mondiale, tanto che negli Stati Uniti la patologia è stata definita come la più pericolosa delle armi di distruzione di massa. Nel mondo occidentale (a patologia è in crescita e si calcola che in Italia il 40% della popolazione è in soprappeso”. L’obesità è la principale causa di diverse malattie:diabete mellito, iperlipidemie, ipertensione, cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca, artrosi, calcolosi della coledsti. “L’obesità -osserva ancora Parlilo – è da molti ancora considerata come un problema soltanto estetico e superficialmente trattato. Il trattamento della obesità, invece, prevede un percorso basato principalmente sulla educazione alimentare e sulle modifiche di stile di vita, queste da attuare in maniera graduale e sotto fa guida di specialisti”.




Francia: ogni 2 ore stuprata una donna


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PARIGI – Ogni due ore in Francia una donna viene stuprata. E la cifra – già sconcertante – è in continuo aumento, dato che nel 2005 sono stati registrati 9.993 stupri e quasi 17mila violenze sessuali (moltissime delle quali rivolte contro le minorenni, vittime di 5.581 stupri e 9.132 aggressioni). A fornire i dati è stato il ministero dell’Interno, che indica anche come sia diminuito il numero di donne che non denunciano le violenze subite. E traccia l’identikit degli stupratori: in genere uomini tra i 20 e i 40 anni, che vivono ai margini della società, e che agiscono soprattutto nei quartieri popolari.

Per capire quanto le periferie delle città parigine siano divenute pericolose, basta osservare i dati relativi a Parigi: dal 1° gennaio 2006 in città sono stati denunciati 364 stupri su maggiorenni. E le percentuali più alte sono quelle dei quartieri popolari del nord della capitale: 17°, 18° e 19° arrondissement. Il solo 18° arrondissement è stato teatro, dall’inizio dell’anno, di 39 stupri.

Nella più ampia regione parigina, invece, il primato lo detiene il dipartimento a nord della capitale di Seine-Saint-Denis, con 34 stupri denunciati. E fu proprio lì che, 11 anni fa, venne stuprata l’attuale assessore alla gioventù del comune di Parigi, Clementine Autain. La Au-tain, comunista indipendente di 33 anni e potenziale candidata alle presidenziali 2007 per la sinistra antiliberale, ha solo di recente reso noto quel dramma personale nella sua biografia, da poco nelle librerie francesi, dichiarando che “quando si ha accesso alla parola pubblica bisogna servirsene”.

Il caso di Clementine Autain fa parte del 70% di quelli in cui il responsabile viene trovato dalla polizia. Nel corso del 2005 sono stati convocati dalla polizia 2.932 presunti stupratori: tra questi 634 (meno di uno su quattro) erano stranieri, 75 minorenni e 58 donne. Per incastrarli, spiegano le forze di polizia, “servono di solito dei mesi, perché i violentatori di solito non conoscono la vittima, stanno attenti a non lasciare tracce genetiche o impronte digitali e si nascondono il viso, o coprono gli occhi della donna”. Nonostante gli sforzi della polizia, comunque, secondo i dati raccolti dal quotidiano Le Figaro, in Francia starebbero girando a piede libero circa 24 stupratori seriali.