"Balsamico è" ed è da secoli


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Tra le manifestazioni volte a “sottolineare” e magari – quando sotto il fumo c’è l’arrosto – a far conoscere come si deve un prodotto che lo merita, va certamente annoverata quella in corso (e che dura sino al 6 giugno) sull’Aceto Balsamico.

E’ la manifestazione “Balsamico E’” che si svolge a Modena (e provincia) per far conoscere al meglio un prodotto tra i più “tipici” d’Italia e davvero unico al mondo.

Si tratta in particolare dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e dell’Aceto Balsamico di Modena.

Insieme a questi saranno “in mostra” anche gli altri “sapori” che rendono il territorio modenese una mensa unica, inimitabile e nota in tut­to il mondo: Parmigiano Reggiano, zampone, cotechino, prosciutto, tor­tellini o cappelletti, gnocco fritto, ti­gelle e erbazzone innaffiati dall’im­mancabile Lambrusco. Durante la manifestazione saranno organizzate visite guidate in acetaia, menù a te­ma nei ristoranti, convegni, degu­stazioni, corsi di cucina, feste, sa­gre e mostre. L’iniziativa è sostenu­ta tra gli altri, dal Consorzio Aceto Balsamico di Modena, nato nel 1993 dalla volontà dei principali produtto­ri per una regolamentazione della produzione.

“In questo territorio da secoli il Bal­samico -commenta Cesare Mazzet­ti, presidente di Acetum e vicepresi­dente del Consorzio Aceto Balsami­co di Modena- si è prodotto e si con­tinua a produrre nelle piccole acetaie di famiglia come nelle grandi che esportano in tutto il mondo”. Un la­voro che ha reso l’aceto balsamico uno dei simboli del Made in Italy, in particolare del Made in Emilia, adot­tato per arricchire ed esaltare i sa­pori di molte portate, dall’antipasto al dolce. L’aceto balsamico tradizionale è composto esclusivamente da mosto cotto, invecchiato per un pe­riodo che non può essere inferiore ai dodici anni in batterie di botti celle de­crescenti per volume. Suo erede di­retto è l’Aceto Balsamico di Modena che, come spiega Mazzetti, si rica­va unendo “sàba, ovvero il mosto cot­to, e aceto di vino, li si fermenta e li si lascia invecchiare in tini e botti di legn., A seconda del periodo di in­vecchiamento, che può andare dai tre mesi ai dieci anni, e a seconda del rapporto tra mosto e aceto di vino ne scaturisce un prodotto estrema­mente piacevole, dal più economico e decisamente più adatto ai normali usi di cucina fino ad uno più pregia­to, perfetto anche con i dolci oda bere come liquore da meditazione.,

Diversi, quindi, i tipi di aceto balsa­mico esistenti: l’Associazione degli Assaggiatori Italiani di Balsamico ha studiato un sistema per distinguer­ne 4 tipi. Sull’etichetta della botti­glia vengono apposte da una a quattro foglioline di vite che indicano una qualità via via crescen­te e quindi una maggio­re piacevolezza e com­plessità nell’utilizzo.