Calabria: come si è arrivati al muso antichi mestieri


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E’ un vero e proprio “viaggio dell’anima” quello che occorre seguire per capire che come si è giunti al Museo Antichi Mestieri di Calabria; e anche, come vedremo, al Museo della Scienza e della Tecnica, che è il terzo in Italia dopo quelli di Milano e di Napoli.

E l'”anima”, appassionata e realizzatrice, è quella di Benito Badolato, che oggi vive e lavora a Tropea, in Viale Stazione.

Storia lunga, la sua. Che qui possiamo appena sintetizzare, ricordando come Badolato sia il stato dal ‘62 al ‘70 docente di macchine utensili presso l’istituto Zerbini di Torino, dopo essersi specializzato al “Camerana” dell’Unione Industriali.

Tropea, che negli anni 70 si apriva al turismo, ha portato alla mente di Badolato i luoghi della sua infanzia, quando, dopo, le ore di lezione, sì aggirava per il centro storico e guardava i piccoli negozi di artigianato dove facevano bella mostra le  statuine di argilla.

Ma non erano come quelle che lui teneva conservate nel fondo della memoria, così dar forma ai suoi ricordi lo ha completamente vinto. Ha cominciato a costruire le statuine per sè, cercando, tra i ricordi, i personaggi che avevano popolato la sua infanzia; era quello il tempo in cui nacque l’ombrellaio, il calzolaio, il taglialegna, il pastore, e persino l’ubriacone felice e ridanciano con la bottìglia di vino e il bicchiere pieno tra le mani.

Il suo ingegno aveva prodotto dei piccoli, veri capolavori. Una dopo l’altra, le statuine erano diventate talmente tante da consentire, nel 1975, l ‘apertura di un piccolo negozio che l’Artista ha chiamato “Il Faro” perchè, all’interno, era come se un fascio dì luce avesse illuminato il buio del tempo facendo rivivere il mondo dei suoi ricordi.

Le sue statue erano belle, aggraziate e originali anche nei vestiti per i quali si è avvalso dell’aiuto della moglie Rosetta che, con passione e dedizione, da sempre si è prodigata a cucirli ricercando stoffe particolari per adeguarli al periodo a trattarli con resine speciali perchè si adagiassero con grazia lungo le forme.

Nel 1980, è riuscito ad aprire un laboratorio artigianale. Poi una nuova scommessa con se stesso: “dare vita” alle statue. Dopo vari studi e tentativi, è riuscito nel suo intento costruendo statue animate con l’impiego di tecniche e meccanismi sofisticati. Da allora è salito agli onori della cronaca; le sue creature hanno suscitato l’interesse delie televisioni e della stampa. Dalle semplici statue animate, in seguito, è approdato alla “Mostra degli antichi mestieri” che ha aperto nel 1999 Solo una grande passione dettata, forse, da una profonda nostalgia per i luoghi della sua infanzia, poteva sostenerlo nell’immane opera che è riuscito a mettere su. La mostra è composta da un centinaio di “Statue Animate” che raccontano,  la vita dell’uomo intorno agli Anni Quaranta.

Gli artigiani dell’epoca sono rappresentati intenti a svolgere i loro mestieri mentre si muovono con fare affascinante. E adesso, il suo estro, ha elaborato un nuovo gioiello: il Museo della Scienza e della Tecnica.

L’intento principale dì questa sua ultima fatica,è quello di affiancare il lavoro della scuola e di essere un’importante sussidio didattico per tutti gli studenti, della Scuola dell’obbligo alla superiore.

Per il museo, Badolato ha scelto decine e decine di argomenti di scienza e tecnica, selezionandoli tra quelli che maggiormente hanno influito sulla civiltà tecnologica cambiando la vita dell’uomo e rendendola migliore. Gli oggetti selezionati sono tutti visibili nelle parti che li compongono ed è possibile osservare, soprattutto, i vari meccanismi che ne permettono il funzionamento.

Nel Museo è possibile ripercorrere anche le tappe più importanti delle invenzioni avvenute nell’ultimo secolo. In definitiva, il lavoro di questo Artista ripercorre le fasi dell’intelligenza umana.

Al Museo della Scienza e della Tecnica e possibile “memorizzare” attraverso l’animazione i seguenti contenuti culturali:

1) Dalla pila di Volta all’accumulatore; 2) La centrale idroelettrica; 3) Gli effetti della corrente elettrica; 4) Il parafulmine; 5) Il telefax; 6) L’apparecchio radio; 7) Il televisore; 8) Il telegrafo; 9) Il frigorifero; 10) Le macchine semplici; 11) L’attrito; 12)La ruota; 13) i freni; 14) La trasmissione del moto rotatorio; 15) La macchina per cucire; 16) Il trapano elettrico; 17) La macchina per scrivere; 18)La ruota idraulica; 19) La bicicletta; 20) Il motore a scoppio; 21) L’autovettura; 22) La motocicletta; 23) L’armamento ferroviario; 24)La locomotiva a vapore; 25)Il locomotore; 26) La nave; 27) L’aereoplano; 28) Meridiana-Clessidra-Orologio; 29) Cinema-Fotografia-Occhiali; 30) I fiammiferi; 31) Le macchini utensili; 32) La chirurgia plastica in Calabria nel XV e XVI sec.; 33) Gli organi del corpo umano; 34) Lo scheletro umano 35) Invenzioni e scoperte dei ‘900; 36) I minerali; 37) I combustibili; 38) L’alimentazione;

Al Museo degli antichi  mestieri, attraverso le sue “statue e animate”, l’artista ha voluto “rivivere il fascino dei ricordi della sua fantasia vissuta intorno agli anni 40” e ricorda quando, ancora ragazzo, trascorreva il suo tempo libero visitando con grande interesse e tutti gli artigiani dell’epoca. Il museo comprende i seguenti settori: lavorazione del legno; lavorazione dei campi; lavorazione dell’olio; lavorazione delle castagne; lavorazione della lana; lavorazione del latte; vinificazione; mulino; allevamento e macellazione; calzolaio; ombrellaio; fabbro e maniscalco; stagnaro e affilatori; importanti artigiani (vasaio, calzolaio, scalpellino ecc.); la fiumara e i suoi personaggi

Creazioni artistiche “Il Faro” di Rosa Colazione – via Carmine, 68 – 89861 Tropea  (VV)

Tel e Fax: 0963 62741 – Cell. 33894304 /3396583547

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