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Più che un attacco, è stato una sorta di “anatema”, quella dell’Arcivescovo di Bologna, Cardinale Carlo Caffarra.
Perché – ha detto tra l’altro – quella è una legge che “ ha effetti devastanti sul tessuto sociale” e i cattolici possono, anzi debbono, “non rispettarla”. La <<legge>> è stat voluta dalla Giunta emiliana-romagnola del governatore Vasco Errani; e consento “anche alle coppie di fatto l’accesso ai servizi pubblici e al Welfare regionale” mettendo sullo stesso piano le convivenze e le famiglie fondate sul matrimonio:
Frontiera ad alta infiammabilità, il riconoscimento delle coppie di fatto era stata una delle spine nel fianco dell’ultimo governo Prodi, dilaniato dalle lotte intestine tra cattolici e Sinistra e messo sotto pressione dalle gerarchie vaticane. Ora, anche se con dinamiche diverse, la storia si ripete in Emilia. Il presidente Errani, consapevole dell’esplosività del tema, si è affrettato a far sapere che chiederà un incontro con il Cardinale «per chiarire le nostre intenzioni e posizioni». Ma nel frattempo, dopo aver definito «inedito» il pronunciamento di Caffarra, tiene a puntualizzare che «l’articolo 42 della Finanziaria regionale è rivolto ad assicurare l’accesso ai servizi regionali, senza alcuna discriminazione… Parole che difficilmente faranno breccia nel cardinale, secondo il quale quella norma, se fosse approvata, rappresenterebbe «un attentato alle clausole fondamentali del patto di cittadinanza» e contribuirebbe ad alimentare «la credenza falsa e socialmente distruttiva che il matrimonio sia una mera convenzione ».
L’Arcivescovo conclude con un appello accorato ad assessori e consiglieri regionali: «Dio giudicherà, anche chi non crede alla sua esistenza, se date a Cesare ciò che è di Dio stesso».
Spaccato il fronte politico. Con il cardinale si schiera il Pdl, che accusa la giunta di «mostruosità giuridica». Critica pure l’Udc, che alle prossime Regionali correrà in Emilia con un suo candidato, il parlamentare Gianluca Galletti. I vertici del Pd sono con Errani. E l’Arcigay definisce «sconcertante» l’affondo del Cardinale.
(a cura di Umberto Giusti)