C'è la storia sulle "vie" marittime mediterranee


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A chi volesse approfondire il “retroterra” delle antiche vie marittime del Mediterraneo (e sarebbe curiosità o studio di enorme spessore perché quel retroterra è immenso) niente di meglio che il riferimento a quanto ha di recente messo in luce una bella iniziativa del Museo di archeologia Ligure; con un suo battello salpato dalle banchine del Porto Antico. Verso il “percorso” realizzato in alcune sale di Villa Durazzo Pallavicini, a Pegli.

Il Museo ha offerto ai visitatori, in questa occasione, la possibilità di raggiungere Pegli col mezzo tradizionalmente impiegato dalle famiglie aristocratiche, quando si recavano nelle stupende ville del Ponente genovese. Il tragitto all’interno del porto e dentro il canale di calma sino al Molo Archetti di Pegli, inaugurato dopo i lavori di risistemazione dell’autunno scorso, ha così permesso di ripercorrere alcune testimonianze delle tradizioni marinare di Genova e costituirà la migliore introduzione per la visita. Sono state visitate sale al primo piano del Museo, dove nell’ambito del Progetto europeo INTERREG MEDOCC ANSER – Antiche vie marittime mediterranee, sono stati illustrati alcuni momenti legati al rapporto fra l’uomo ed il mare in Liguria e nel Tirreno durante la preistoria e fino all’età tardoromana.

La “scoperta” del Tirreno da parte dei cacciatori Gravettiani dell’era glaciale, probabilmente spinti dal nord Europa verso sud a seguito di un raffreddamento del clima, avvenuta circa 26.000 anni fa, è documentata da una delle più importanti e ricche sepolture europee, quella detta del “Principe” della Grotta delle Arene Candide. I materiali provenienti da questa grotta, scavata verso la metà del Novecento da Luigi Cardini e Luigi Bernat Brea, permettono di comprendere come l’ambiente ligure e le risorse del mare abbiano influenzato il modo di vita l’alimentazione e i rituali sepolcrali delle comunità che la frequentarono durante vari momenti dell’era glaciale. La stessa grotta fu scelta come rifugio da uno dei primissimi gruppi di agricoltori ed allevatori che si insediarono in Italia Centrale e settentrionale, oltre 7000 anni fa. Arrivarono sulla costa ligure via mare, portando nelle proprie imbarcazioni nuove tecniche, piante ed animali fino ad allora sconosciuti in Europa (grano, orzo, pecore) e crearono i primi insediamenti stabili nella nostra regione. A partire dal questo momento le vie marittime del Tirreno sono aperte e frequentate stabilmente per contatti e scambi di materie prime rare che coinvolgono la costa ligure.

I Liguri e i loro contatti con le culture mediterranee, documentati dagli autori antichi e dalle ricerche archeologiche, la nascita dei primi porti e la fondazione di Genova 2500 anni fa ad opera dei mercanti etruschi cl percorrevano la costa ligure verso la Francia meridionale costituiscono uno dei capitoli più interessanti del percorso.

I ricchi corredi delle tombe scoperte sotto Via XX Settembre ci permettono di comprendere quale fosse il modo di vita dei primi abitanti di Genova, etruschi e liguri.

Il porto di Genova nel III-II secolo a.C. svolge un ruolo importante nelle operazioni militari romane contro i Liguri e durante la seconda guerra punica, fino a diventare il caposaldo militare della penetrazione romana verso la Pianura Padana.

La Tavola di Polcevera offre un quadro di straordinario interesse del genovesato nel 117 a.C. e del processo di romanizzazione della regione.

Le merci importate a Genova e reperti provenienti da alcuni relitti sottomarini permettono di offrire elementi sulle rotte e sui commerci a Genova e in Liguria durante l’età romana.

All’interno del percorso sono stati inoltre esposti per la prima volta alcuni materiali della collezione privata Ballotta Olivieri, di recente depositata dai proprietari presso il Museo.

Questa circostanza permette, dopo opportuni interventi di restauro, di restituire alla pubblica fruizione interessanti reperti per la maggior parte di provenienza sottomarina. Lo studio ancora in corso da parte di Piera Melli della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, benché reso assai arduo dall’assenza dei dati del contesto archeologico quali le modalità di recupero hanno provocato la perdita, ha evidenziato notevoli elementi di interesse.

Sono intervenuti l’Assessore alle Istituzioni Museali del Comune di Genova, Luca Borzani, la Soprintendente per i Beni Archeologici della Liguria Giuseppina Spadea, Tiziano Mannoni e Gianpiero Martino in qualità di membri del Progetto europeo Interreg Medocc ANSER – “Antiche vie marittime mediterranee” oltre che come importanti esponenti del panorama archeologico ligure. Comunicazione Musei Civici di Genova: Redazione – Armanda Piccardo 010 5574732 – Responsabile – Gabriella Taravacci 010 5574736. Informazioni Museo di Archeologia Ligure Villa Pallavicini, Via Pallavicini, 11 – 16155 Genova.