Ma ci sono i controlli?


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La domanda puo’ sembrare provocatoria ma sembra legittima ed anzi doverosa, di fronte agli scandali che stanno emergendo a Roma – e non solo lì- in materia di conti pubblici. Perchè, con ogni evidenza, controlli non ci sono stati – e per anni ed anni!- se si sono potute organizzare attività criminose come quella dell’Anagrafe-bis, com la “diffusione” di migliaia di certificati e attestati fasulli!

Ma ci sono, adesso, altre vicende che emergono dalla cronaca e forse ancora più gravi per ciò che evidenziano e “denunciano”. Come quella che ha fatto scattare molte manette all’Ente di assistenza sanitaria dell’Eur romano, vedendo coinvolto in prima fila l’ex-direttore amministrativo della ASL.

E’ risultato che due funzionari “hanno firmato per anni falsi mandati di pagamento a favore di società fantasma o doppi pagamenti per forniture già saldate dalla stessa ASL.

Rileggiamo bene e riflettiamoci sopra: per anni…falsi mandati di pagamento…società fantasma…doppi pagamenti…e non è il caso di chiedere- diremmo, di gridare!- perchè non ci sono stati controlli di nessun genere a nessun livello, in nessun “momento” di una truffa che doveva apparire piu’ che facilmente evidente; e che almeno 6 milioni di euro; e cioè quasi 12 miliardi delle vecchie lire.

Nella ASL “incriminata” lavorano (per un bacino di 600.000 abitanti) lavorano 3.800 dipendenti, fra i quali 2.400 medici e infermieri e 1400 fra amministrativo, tecnici ed “ausiliari”. E come è potuto accadere, torniamo a chiedere, che nessuna di quelle persone addette all’amministrazione – e dunque anche ai controlli- si sia mai accorta di pagamenti a ditte “fantasma” o di pagamenti ripetuti.

L’impressione netta che emerge è che tutti lavorino con quella che a Roma, una volta, si definiva “menefreghismo”; ognuno firma frettolosamente e distrattamente le carte che gli arrivano sul tavolo e le passa al tavolo successivo. Poi si dedica al cellulare e ad internet…

“Temo che non si tratti di un caso isolato – ha dichiarato l’assessore regionale battaglia- e purtoppo dev’essere proprio così. Frattanto, in tutt’altro settore, c’e’ una denuncia precisa e un allarme ben definito, che chiamano anch’essi in causa i livelli effettivi di controllo: è l’area della contraffazione dei prodotti “griffati”. Secondo il presidente della camera di Commercio e il comandante della Guardia di Finanza “negli ultimi dieci anni il commercio delle “griffes” contraffatte è cresciuto del 1700%, a Roma e nel Lazio”

C’è un “dilagare di falsi” – sostengono e documentano Andrea Mondello e il comandante Roberto Speciale – dalle borse ai CD e perfino di prodotti alimentari. Tutto cio’ è stato denunciato in un Convegno intitolato “Il Fenomeno della contraffazione in Italia e nel Lazio”; ed è stato anche quantificato” il danno arrecato alla nostra economia; danno che oscilla fra i 3,5 e i 7 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati, che però risalgono al 2003″. Danni che inoltre, sostiene Andrea Mondello, “hanno portato nel nostro Paese alla perdita di 125 mila posti di lavoro; 270 mila nell’economia dell’Occidente”.

C’è anche un preciso “risvolto” in termini di criminalità, perche’ – dice il comandante Roberto Speciale- “il 99% dei ricavati dei prodotti contraffatti vanno a finire nelle mani della criminalità organizzata, o peggio del terrorismo». La contraffazione, secondo Speciale, è in aumento esponenziale negli ultimi anni perché è più visibile. «Il 70% dei falsi – spiega Speciale – proviene dall’Estremo Oriente. E lo sviluppo del fenomeno – sottolinea – è indubbio che sia stato facilitato dalla diffusione di internet che ha aperto nuovi canali di distribuzione. Con la guardia di Finanza è per la linea dura, anche il direttore generale di Confindustria, Maurizio Berretta: «C’è troppa indulgenza nel trattare il fenomeno – ha detto – come se non si trattasse di una filiera criminale».

Pino Rauti