Congresso di Fiuggi


Rauti a Fiuggi

“Non c’è niente di personale, caro Fini, se io a questo punto mi debbo rivolgere personalmente a te per talune tue affermazioni che non ho condiviso, che non condivido, ne ho parlato pubblica- mente: “Le due dita di polvere sull’Opera Omnia di Benito Musso- lini”, ma perché? Ma chi ce l’ha fatto fare? Ma chi ce lo chiede? Avevamo cominciato col dire agli altri: “Noi non discutiamo – pur- ché abbiate le mani pulite, non siate coinvolti in tangentopoli, ab- biate fatto i vostri percorsi in assoluta limpidità di pensiero e di opere, noi non vi chiediamo giustificazioni del vostro passato ma non ci chiedete di rinnegare il nostro passato”. E siamo arrivati, ripeto, ad affermazioni che meritano, meritano, non la polemica per i facili, sempre facili applausi di tipo congressuale (figuria- moci se questa è l’occasione, soprattutto per me), che meritano approfondimento quando per esempio Fini ad una intervista a “Le Monde”, titolo a tutta pagina: “Io ho ripudiato solennemente – Je repude – la dittatura di Mussolini”, è un non senso politico perché lascia presupporre che prima di Fini e dell’attuale segreteria e di Alleanza Nazionale, il M.S.I. si sia battuto per riprendere la dittatura mussoliniana; il che non è: né Almirante, né De Mar- sanich, né Romualdi, né Anfuso, nessuno di noi, neanche io quando ero, se mi si consente, segretario di questo nostro partito ci siamo mai battuti per riprendere la dittatura mussoliniana”.

Pino Rauti

Rauti a Fiuggi
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