Negli anni Settanta era stato coinvolto (e poi assolto) nelle inchieste sulle stragi di piazza Fontana e piazza Della Loggia. Aveva guidato a lungo l’Msi. Oggi nel suo paese natale, in provincia di Catanzaro, gli dedicano una via
di Franco Stefanoni
È polemica in Calabria per la decisione del comune di Cardinale di intitolare una strada a Pino Rauti, nato appunto nel paesino del Catanzarese governato da una giunta di centrosinistra guidata da Giuseppe Marra. La decisione dovrebbe diventare operativa domenica e già nei giorni scorso Anpi, Cgil, Si e Mdp locali si erano scagliati contro tale «deprecabile scelta». Anche la segreteria regionale del Pd con una nota prende le distanze. «L’intitolazione di una strada a Pino Rauti, per quanto nel suo paese natale Cardinale, rappresenta una scelta grave e da condannare, perché per la prima volta in Italia si vuole celebrare una figura assolutamente controversa e oscura della storia del nostro Paese, che soprattutto nulla ha da condividere con i valori del Partito democratico». La nota del Pd attacca anche quei dem locali che «non abbiano colto l’inaccettabilità dell’iniziativa. Ci auguriamo che in tempi rapidissimi avvenga una chiara presa di distanza, altrimenti il partito sarà costretto ad assumere i necessari provvedimenti disciplinari contemplati nel nostro statuto».
Le inchieste su piazza Fontana e piazza Della Loggia
Pino Rauti, giornalista e politico, è morto nel 2012 a 85 anni. È stato a lungo deputato. Dal 1994 al 1999 fu europarlamentare: in questi anni si schierò contro la svolta di Fiuggi di Fini del 1995, che lo portò a fondare il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Da alcuni è stato definito «fascista di sinistra» e da altri «Gramsci nero». È stato segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale (1990-1991), del Movimento Sociale Fiamma Tricolore (1995-2002) e del Movimento Idea Sociale (2004-2012). Rauti ha fondato anche l’associazione culturale Centro Studi Ordine Nuovo ed è stato coinvolto in alcune importanti inchieste giudiziarie, dalle quali è stato scagionato. Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz, di Treviso, emette un mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre (tra cui la strage di Piazza Fontana), per la quale Rauti fu anche incarcerato alcuni giorni, venendo rilasciato il 24 aprile 1972, prima di essere eletto deputato. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press, con la quale ha stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora. Nessuna di queste inchieste ha mai accertato qualche reato a suo carico. Successivamente Rauti è stato inquisito per la strage di Piazza della Loggia a Brescia e in merito il 15 maggio 2008 è stato rinviato a giudizio. Assolto «per non aver commesso il fatto», il 16 novembre 2010 con la sentenza numero 2 della Corte d’Assise di Brescia. Nelle richieste del pm Roberto Di Martino, per quanto concerne la posizione di Rauti, è stata chiesta l’assoluzione, dove si è affermato che quella del politico calabrese è una «responsabilità morale, ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale. La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva. La conclusione è che Rauti va assolto perché non ha commesso il fatto».
[Fonte: www.corriere.it]