Costi esistenziali


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Già da tempo abbiamo individuato un concetto e un’espressione che vorremmo vedere usata più spesso nella nostra pubblicistica ed anzi entrare a far parte del nostro retroterra culturale: il termine di “costo esistenziale” Che indica a nostro avviso quanto ognuno o anche un’intera fasci asociale o categoria “pagano” nel tipo di esistenza qual è quella che si conduce nel mondo moderno e specificatamente nella società contemporanea. Nella quale tutto e tutti sono come risucchiati da uno spirito concorrenziale -dominato dalla legge ferrea del massimo profitto – che spezza e spazza i legami di una volta, che erano di tipo e di valenza comunitari dalle case nelle quali si viveva ai posti di lavoro.

I piu’ anziani fra noi per esempio hanno preciso e incontestabile il ricordo di un tempo in cui nei palazzi dove c’era il portiere, si poteva anche stare con le porte aperte; e con i bambini che “socializzavano” giochi, giocattoli e passatempi spostandosi da un piano all’altro dell’edificio se mancava un cortile che quando c’era proprio ai bambini era riservato. Sempre i piu’ anziani ricordano poi che anche nei posti di lavoro -dove adesso imperversa il mobbing!- si tendeva a fare una comunità; quasi sempre vi prevalevano il cameratismo, l’altruismo e la prontezza “a darsi una mano”, anche fuori dal posto di lavoro.

Adesso – lo leggiamo in un ampio (e tristissimo) servizio di Luca Dello Iacovo su “Panorama” – nel c.d. social jet lag, abbiamo le “vite senza orario”. Perchè “lavorare cambiando spesso turni, di notte, nei festivi: tocca ormai a 3 milioni di italiani, sempre piu’ sfasati rispetto ai normali ritmi quotidiani. Una sindrome simile al “jet lag” aereo su cui solo ora la medicina inizia a fare luce.

C’e’ ormai – scrive Luca ello Iacovo – una “popolazione trasversale” fatta di medici degli ospedali e telefonisti dei caòò center, addetti nei grandi magazzini e operatori d’affari , baristi, giornalisti, forze dell’ordine….”Tutte persone che hanno in comune una giornata lavorativa con orari mutevoli.