Un errore storico la guerra in Irak

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Riproduciamo testualmente da quanto scrive il corrispondente da New York del “Corriere della Sera”, Alexandra Farkas: “Tra l’ex dittatore iracheno Saddam Hussein e i terroristi di Al Qaeda non esiste alcun rapporto operativo. Non solo. L’ex Raìs non ha mai dato rifugio o chiuso un occhio sulle attività di Abu Musab al-Zarqawi, il leader di Al Qaeda in Iraq noto come il terrorista sanguinario che ha personalmente decapitato alcuni degli ostaggi occidentali rapiti, morto lo scorso 7 giugno in un attacco aereo americano.
Ad affermarlo non è il columnist liberal di qualche giornale, ma un nuovo rapporto della Commissione intelligence del Senato americano, che raccoglie due anni d’analisi sulle modalità con cui l’amministrazione Bush decise la guerra all’Iraq, smontando, questa volta in via definitiva, il castello accusatorio usato dalla Casa Bianca per giustificare l’intervento.
Il dossier di 400 pagine presentato a Washington è la seconda parte dello studio minuzioso sulla situazione antecedente la guerra. La prima parte, pubblicata nel giugno del 2004, mostrava gli errori di valutazione dell’intelligence americana circa la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq.
Saddam Hussein — si legge in una delle conclusioni del rapporto — non aveva alcuna fiducia in Al Qaeda e considerava gli estremisti islamici come minacce al suo stesso regime, rifiutando tutte le richieste di aiuto materiale e operativo pervenutegli da Al Qaeda». Il presidente Bush ha dichiarato più volte che Zarqawi era presente in Iraq prima dell’inizio della guerra, indicandolo come prova del legame tra Hussein e Al Qaeda. Ma in un passaggio del dossier si legge che lo stesso Hussein, dopo la sua cattura nel 2003, aveva dichiarato che «se avesse voluto cooperare con i nemici degli Stati Uniti, si sarebbe alleato con la Corea del Nord o con la Cina piuttosto che con Osama Bin Laden”.
Insomma, era tutto falso, tutto basato su “tentativi ingannevoli, fuorvianti e mistificatori” quello che ha affermato e sostenuto Bush su Saddam Hussein e l’Irak di allora; quello che ha portato ad una guerra atroce e dalla quale, adesso (neanche gli americani) nessuno sa come uscire.
E anche il 2° Rapporto senatoriale conferma per quanto noi abbiamo sempre scritto, al di là dell’imbecillismo liloamericano di certa Destra e anche di tanta Sinistra: Saddam Hussein era, tutto sommato, il male minore e soltanto il suo regime poteva contrastare o quanto meno bilanciare il peso e l’influenza dell’Iran, che infatti oggi la fa da protagonista.
Bush ha mentito e non solo si è grossolanamente sbagliato; perché – ricordiamolo – ancora di recente ha sostenuto l’esistenza “di un legame tra Saddam e Zarqawi”.
Ma, attenzione: il Rapporto è stato reso noto solo nelle sue «linee essenziali» e nei “contenuti di fondo”; il resto – e non si tratta certo di dettagli perché ci sono proprio lì le prove documentali – il resto verrà fatto conoscere soltanto “ dopo le elezioni di Midterm”, quelle di novembre “per non influenzare il voto”.
Ora, si può e si deve chiedere: quando mai un Capo di Stato si è trovato ad essere così sbugiardato e messo con le spalle al muro da documenti ufficiali, da “prove” fornite dalle stesse massime “ strutture” istituzionali del suo Paese?
E davvero c’è da aggiungere in quali mani siano finite le sorti del mondo; del “ loro” mondo!

P.R.

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