Festa della piccola e "grande Italia"


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E’ fissata per domenica 28 marzo l’appuntamento con la prima edizione di “Voler bene all’Italia” – la festa nazionale, la giornata di promozione dei piccoli Comuni italiani che quel giorno invitano gli italiani a scoprire riscoprire le loro “ricchezze”, le loro tante e straordinarie bellezze, la storia – quasi sempre antica e complessa; e i “talenti” che spesso vi sono nascosti.

Uno sguardo finalmente approfondito, insomma, su centri minori e piccoli borghi nei quali però ancora vivono – spesso fra molti stenti e tanti disagi – 10 milioni di italiani; piccoli centri che rappresentano il 72% dei Comuni italiani.

Sono una zavorra o una ricchezza?

Sono un patrimonio da riconquistare e da valorizzare, come ha ricordato il Presidente Ciampi. Questi borghi, questi paesi – ha detto – rappresentano un presidio di civiltà, concorrono a formare un argine contro il degrado idrogeologico e spesso possiedono impianti urbani medievali, antichi, di grande valore. Riconquistiamo questi luoghi…Sono parte integrante, costitutiva della nostra identità, della nostra patria.

In termini di contenuti le iniziative previste vogliono recuperare e “radicare” quanto si fece nelle due passate edizioni del Sindaco Cicerone, la giornata che ha visto tanti primi cittadini trasformarsi, per un weekend, in guide turistiche della propria città. Dice Pedro Spinnato, sindaco di Caronìa (3.850 abitanti in provincia di Messina); «Accompagnerò anche quest’anno i miei ospiti in una visita al centro storico, al castello normanno, faremo poi una puntata nel verde dei boschi a 1.500 metri sul mare dove scorazzano i maialini selvatici, quelli da cui derivano le pregiate carni “filo nero” dei Nebrodi. E non dimenticheremo di presentare i nostri prodotti tipici, tra cui l’olio, per cui stiamo cercando di ottenere dei riconoscimenti europei».

Ma custodire la memoria vuoi dire anche scommettere sul futuro. Un esempio? Poggio Moiano (Ri), ai piedi del Parco dei monti Lucretili, dove si festeggerà la consacrazione pel travertino, già diffuso in tutto il mondo, nella lista dei marmi pregiati. Tutta la giornata del 28 marzo sarà del resto una gara tra itinerari enogastronomici, bellezze naturali e artistiche. Ne scrive ampiamente la rivista “Legambiente” e ne parla Ermete Bralarri.

Itinerari vari, dunque, come a Valverde, minuscolo comune nel cuore dell’Oltrepò pavese, con 400 abitanti: nel raggio di 14 chilometri si possono visitare 20 castelli dell’XI secolo e un sito di rilevanza archeologica che risale all’età del ferro, dove sta sorgendo il Giardino delle farfalle per favorire la presenza delle specie autoctone. O come a Castel Sant’Angelo sul Nera, 380 anime nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove ci sono 20 chiese di architettura romanica e pitture rinascimentali. Qui a tavola si incontrano due regioni nel sodalizio tra il ciauscolo marchigiano e le lenticchie della piana umbra di Castelluccio. Ma a contendere il primato di una produzione famosa in tutta Italia ci pensa Santo Stefano in Sessanio, nell’aquilano, dove si coltivano delle minuscole lenticchie nere: «Sicuramente più buone di quelle di Castelluccio – afferma con un pizzico di sfida il sindaco Antonio D’Aloisio – Una produzione da sempre biologica limitata a 200 quintali l’anno e a rischio di estinzione».