Fondi: diventata “appalto” dei clan


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Ricordiamo personalmente una Fondi bellissima; città vivace nella quale si andava per il suo gigantesco e super-fornito mercato ortofrutticolo e per i suoi splendidi dintorni.

Intristisce e avvilisce – e dice molto sul degrado in corso nel nostro Paese – leggere quello che scrivono le cronache odierne.

Come quella – recente, sul “Messaggero” – di Alessandro Fulloni; che riferisce sulla Relazione – di ben 507 pagine! – che il Prefetto di Latina, Bruno Frattasi, ha consegnato al Ministro Maroni, chiedendo “lo scioglimento del Comune di fondi, infiltrato dalla criminalità organizzata”. Vi si legge tra l’altro: Soldi destinati dalla Regione a una bonifica ambientale attesa da anni, quella dell’Isola dei Ciurli, e finiti in bocca ai clan. E ancora: commesse di ogni genere (macellazione delle carni, lavoro interinale, edilizia) nelle mani della camorra, con nomi che si rincorrono in inchieste giudiziarie dal Circeo a Latina. Proprio di questo relazionerà oggi Maroni, atteso a un’audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia.

Con le dimissioni a sorpresa del consiglio, l’amministrazione di Fondi ha dribblato le severe disposizioni dello scioglimento governativo. Ma le infiltrazioni delle organizzazioni criminali sono sempre presenti, come dimostra l’inchiesta prefettizia. Sono 15 le società che hanno ricevuto commesse dal Comune, disinteressato alle certificazioni antimafia. Dalle carte emergono nomi, parentele e amicizie sospette negli uffici pubblici. E assetti azionari contigui alla camorra. Vale per l’«Idrostrade ingegneria», che a Fondi ha lavori per la manutenzione delle fogne, ma si scopre che il nome dell’impresa «è pertinente a indagini condotte dalla Dda di Salerno per omicidio, corruzione, violenza privata e associazione mafiosa». Oppure il caso della «Impec», indagata dalla Dda di Catanzaro: nella cittadina del Lazio si occupa della tutela delle risorse idriche. Eppure il titolare ha collezionato denunce che vanno «dall’inquinamento delle acque alla deturpazione di bellezze naturali».

Eloquente la vicenda dell’«ecomostro» dei Ciurli, le 21 palazzine abusive abbattute alla fine di un iter giudiziario risalente al 1968. Con il sindaco Parisella (centrodestra) che ribadiva di non avere i soldi per il «repulisti», è la Regione che nel 2007 s’incarica di sostenere il Comune, finanziando l’operazione. Ma dei 750 mila euro arrivati dal Dipartimento Territorio e urbanistica, 100 mila si perdono negli uffici del Municipio senza che alla commissione di 007 (carabinieri, poliziotti e finanzieri) venga «fornita documentazione giustificativa». Non solo. Il grosso della somma (650 mila euro) finisce, senza bandi, a imprese vicine alla camorra.

C’è una ditta che appartiene a un costruttore segnalato per rapina, estorsione, furto e abuso edilizio. L’uomo è in contatto con Carmelo Tripodo, sorvegliato speciale – figlio di un boss legato a camorra e ‘ndrangheta – che, prima dell’arresto a luglio per associazione mafiosa, spadroneggia su Fondi, tanto che il sindaco Parisella lo accredita direttamente in Comune per quanto riguarda altri appalti riguardanti le pulizie. Una seconda società, la «Gival», appartiene ad Antonio Ciccarelli, consigliere municipale. L’amministratore unico è suo cognato, Francesco Palermo, segnalato dalle forze dell’ordine al matrimonio di Tripodo. La «Gival», tra l’altro, ha una concessione per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi. Ma la cava, sottolinea la relazione di Frattasi, è stata sequestrata dalla Forestale per violazione delle norme ambientali…”.