Sul “fronte cocaina” situazione drammatica”

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[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

L’espressione è esagerata; lo dicono le cifre, usano cocaina 2 milioni di italiani che vi spendono ben 4 miliardi di euro l’anno; e tra gli esperti -scrive Giacomo Amadori su “Panorama” -cresce un allarme:come saranno;vertici del Paese di domani? La cocaina infatti, è particolarmente pericolosa. “E una droga che modifica il codice etico, che disinibisce, toglie la paura e dà il gusto del rischio, magari in mestieri dove sarebbero necessarie calma e riflessività” avverte Furio Ravera, direttore sanitario del CRES, centro milanese antidroghe e autore del libro “Un Fiume di Cocaina”, che sta per uscire nelle librerie.

Di cocaina, nel 2006, sono state sequestrate oltre 4.000 chili; e risulta evidente che essa “conquista spazi in tutte le fasce sociali, quasi nell’indiferenza generale, come era già successo con l’eroina della quale nello stesso periodo sono stati sequestrati “solo” 1.092 chili); e non è un caso se la Clinica di Ravera, presso Cuneo, è considerata la casa di cura VIP, al costo di 700 euro al giorno “Non mancano gli assassini…” cita il criminologo Massimo Pirozzi, dalle «Bestie di Satana» a Stefania Diamante, uccisore della madre o al quel Prete De Negri, detto il “canaro”che, maltratto di droga “sevizio’ per ore la sua vittima, facendola a pezzi…” Sono cambiate le “dipendenze”,ecco un altro punto da tener presente; tra il 1991 e il 2005 -in base alle cifre di chi si fa disintossicare- i consumatori di eroina sono calati dal 90,1 al 72,3% e cioè del 17,8 per cento mentre quelli di cocaina sono cresciuti dall’1,3 al 13,2 con un aumento di quasi il 12% .(è cresciuto anche l’uso della cannabis, dal 5 al 9,7 con un +4,7 %).

Non allarmano meno i dati di Prevo.Lab, l’osservatorio della Regione Lombardia affidato alla Asl di Milano e diretto dal dottor Riccardo Gatti. Da due anni ipotizza previsioni o scenari sulla diffusione delle droghe, analizzando dati propri e istituzionali. A dicembre Gatti ha presentato l’ultimo dossier: «Nel 2009 i consumatori italiani aumenteranno del 40-50 per cento» ha calcolato. Un trend in linea con quello degli ultimi sette anni, dove l’uso di polvere bianca è cresciuto costantemente e in particolare in Lombardia: qui, dal 1998, l’utilizzo è aumentato del 17 per cento (11,3 in Italia, secondo l’Istituto superiore di sanità). E, secondo il 63 per cento degli oltre 200 esperti intervistati da Prevo.Lab in tutta Italia, la parabola è in salita. «Tra i tossicodipendenti che si sono rivolti nel 2006 ai quattro Sert cittadini il numero dei cocainomani ha eguagliato quello degli eroinomani – precisa il dott. Mollica del Prevo-Lab. Secondo Gatti,la cocaina “sta entrando nei ranghi del potere.Il fatto è che le organizzazioni malavitose vendono la droga a uomini potenti e in questo modo li legano a sé.

Ma la «colombiana» si infiltra in modo pure più sottile, stabilendo un conflitto d’interessi permanente. Mondi diversi si incrociano davanti a vassoi pieni di polvere bianca: dalla politica alla comunicazione, alla finanza, molti potenti vengono uniti da un filo bianco. «È una specie di setta» continua Gatti «un club esclusivo, i cui membri si scambiano notizie sensibili, magari durante i droga party». Come quel paziente che ha ceduto importanti segreti industriali al suo pusher o quei banchieri che si approvvigionano dai loro broker e li ricambiano con informazioni. «Quello di lasciare la società nelle mani delle organizzazioni criminali è un problema reale» conferma Riccardo De Facci, responsabile nazionale del Cnca, il coordinamento delle comunità d’accoglienza che si occupa di circa 7 mila tossicodipendenti all’anno. «Conosco un agente immobiliare che ha ceduto alla malavita la sua attività e so che un noto avvocato cocainomane ha dovuto uscire dal giro che conta per occuparsi esclusivamente della difesa delle cosche». Per De Facci non sono pochi i consumatori che hanno iniziato a mantenere il proprio vizio pagando «in natura», ovvero in «prestazioni lavorative» o notizie. Una rete sempre più estesa, in cui anche il consumatore può diventare spacciatore e guadagnare molto denaro…”

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