Su un gigantesco cratere tutti i Castelli Romani


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Pochi lo sanno ma la maggior parte delle zone verdi (prati, vallate e fitti boschi) dei Castelli romani “poggiano” su un gigantesco cratere vulcanico; d’epoca del Quaternario.

La particolarità è data dal fatto – come abbiamo letto di recente in una nota di Katy Caratozzolo, sul “Corriere della Sera” – che oggi l’edificio vulcanico della zona dei laghi romani occupa un’area di circa 1.500 Kmq. La cui forma è quella di un tronco di cono alto è il Maschio delle Faete (956 m.)…”

Di tutto il tracciato “la Via Sacra, antica via romana, è l’unico tratto in basolato…”

Dalla cima del Monte Cavo, “si potranno apprezzare i panorami sui laghi di Nemi e Albano, anche detto Castel Gandolfo e su tutta la zona circostante che presenta ampie zone boschive di castagni e querce. Il lago di Castel Gandolfo è formato dalla fusione di due antichi crateri vulcanici, il che gli conferisce una forma ellittica, l’alimentano polle subacquee e ha un emissario artificiale, scavato dai romani, presso Castel Gandolfo, nel 398-97 a.C….”.