Gli italiani sono i più assenti d’Europa


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Si discute e si polemizza molto sul “tipo” di politici da mandare all’Europarlamento; ma su un punto sembrano tutti d’accordo e moltissimo insiste il centro-destra: eleggere europarlamentari che poi, alle sedute, e a votare, ci vadano con assiduità. Ma il solito e sempre ben documentato Gian Antonio Stella scrive in un suo “Editoriale”: “Dieci presenze su 131 sedute. Fu questo, secondo uno studio delle Acli, il ruolino di marcia di Silvio Berlusconi nel ruolo di parlamentare europeo. Assenteismo complessivo: 92,4%. Record assoluto. Nonostante non avesse, in quei due  anni dal 20 luglio 1999 al 20 giugno 2001, cariche di governo. Al secondo posto per sedute «bigiate» c’era il suo braccio destro Marcello Dell’Utri. Al terzo il co-fondatore del Pdl Gianfranco Fini.
Appare perciò bizzarro, diciamo così, che il presidente del consiglio si sia sbilanciato giorni fa nella seguente frase, finita ondine su YouTube: «Non accettiamo di vederci imporre dalla sinistra il metro d’azione nella nomina dei candidati, che molto spesso sono vecchi arnesi della politica di cui liberano il campo in Italia per mandarli in pensione in Europa, soltanto interessati al compenso e molto spesso assenteisti. Noi vogliamo rinnovare la nostra classe politica con persone che siano colte, preparate e che garantiscano la loro presenza a tutte le votazioni e che magari non siano maleodoranti e malvestite come altri personaggi che circolano nelle aule parlamentari candidati da certi partiti».
Sui “vecchi arnesi” lasciamo perdere: basti ricordare, tra tantissime altre, le candidature ieri di uomini come Alfredo Vito («mister Centomilapreferenze») e oggi del “volto nuovo” Clemente Mastella. Più che il nuovo che avanza, l’avanzo del vecchio, diceva una vecchia battuta. Ancora più “curioso” è però l’accenno agli assenteisti. Dicono infatti i dati ufficiali che nella legislatura europea ormai in chiusura i rappresentanti di Forza Italia sono stati, quanto a presenze, tra i peggiori in assoluto dell’intero continente. Fatto il rapporto tra i giorni di mandato effettivo (alcuni se ne sono usciti, altri sono subentrati…) e le sedute plenarie convocate in quel periodo, così che nessuno possa invocare scuse, emerge infatti che su 25 azzurri che si sono avvicendati a Strasburgo la più assidua (Eleonora Lo Curto) è al 125° posto e che soltanto 5 e cioè la stessa Lo Curto, Sebastiano Santarello (180°), Paolo Bartolozzi (235°), Mario Mauro (331°) e Antonio Tajani (385°) sono tra i primi 500 (cinquecento!) in classifica.
Gli altri venti sono molto, molto, molto sotto. Al punto che tranne Maddalena Calia (537°) e Gabriele Alberini (688°), tutti gli altri affondano oltre il 700° posto e di questi addirittura 14, vale a dire, il 56% del gruppo parlamentare, è tra le maglie nere oltre l’ottocentesima posizione. E sarebbero questi i modelli? Magari bastasse non essere maleodoranti e malvestiti…