«Le grandi imprese italiane evadono o eludono il fisco quasi il doppio dei lavoratori autonomi. A carico delle grandi società l’imponibile evaso od eluso all’erario è di 7 miliardi di euro l’anno contro i 4 miliardi nascosti al fisco dai lavoratori autonomi e dalle piccole imprese».
Lo rileva il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, all’indomani dei risultati presentati dal ministero dell’Economia e delle Finanze in merito alle dichiarazioni dei redditi del 2003. «Non c’è ombra di dubbio. La patente di evasore — aggiunge Bortolussi — non può essere affibbiata agli autonomi, bensì ad altri. E nemmeno coloro che sono a reddito fisso possono chiamarsi fuori da queste responsabilità. Per l’lstat ci sono 2,6 milioni dipendenti che svolgono il secondo o il terzo lavoro in nero facendo una vera e propria concorrenza sleale soprattutto nei confronti dei lavoratori autonomi. Senza contare le attività irregolari svolte da larghe fette di pensionati o di disoccupati».