Il "grido" del Papa


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Abbiamo voluto di proposito lasciare passare qualche giorno e -leggere nel frattempo tutto quello che hanno scritto in merito i giornali, anche stranieri – prima di commentare quello che è stato definito il “grido d’allarme” del Pontefice; il suo “messaggio” per la giornata del migrante e del rifugiato.

E tra migranti e rifugiati, un numero crescente di donne lasciano il proprio Paese ma tante di esse “finiscono vittime del traffico di essere umani e della prostituzione. Leggiamo sul “Messaggero”, a firma di Maria Lombardi: ” Il Papa parla della schiavitù dei giorni nostri, quella di donne poco piu’ che bambine comprate come cose e poi vendute per strada, costrette a vivere una vita che non appartiene piu’ a loro, ma ormai ad altri che ne fanno quel che credono. Un dramma, denuncia il Pontefice, che solo l’aspetto di un dramma piu’ grande, quello degli immigrati e dei rifugiati, dei profughi e degli sfollati, in fuga dalla miseria e dalla persecuzioneche tante volte, nel nuovo mondo non trovano altro che una nuova miseria e una diversa solitudine, a volte qualcosa di peggio. Nei campi rifugiati, donne e bambini rischiano «lo sfruttamento sessuale», ormai diventato «un meccanismo di sopravvivenza»…”

Il Papa ha parlato in vista della “93ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato” che sarà celebrata il prossimo 25 gennaio; e delle sue parole emerge, drammatico, un dato di fatto: stiamo peggio che nel passato, quando comprare un essere umano, il alcuni Paesi, non era un reato:” «Oggi ci sono più schiavi che nei tre secoli durante i quali la schiavitù era lecita». Per il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, è questo il grande scandalo di un «mondo che si dice libero e proclama il rispetto dei diritti umani», e poi s’accorge che questi diritti «non sono rispettati, ma calpestati». Sui marciapiedi delle grandi città che inghiottono i sogni di donne dell’Est o del Nord Africa e raccolgono la rabbia di giorni e di notti impossibili, o nei campi dove s’addestrano soldati di nove anni. E sono sempre di piu’ in un mondo libero, le donne prigioniere. «Negli ultimi tempi è aumentato il numero delle donne che lasciano il proprio paese d’origine alla ricerca di migliori condizioni di vita, in vista di più promettenti prospettive professionali. Non poche – denuncia Benedetto XVI – sono quelle donne che finiscono vittime del traffico di esseri umani e della prostituzione». Ed è, quella di oggi, una «schiavitù peggiore del passato- s’indigna il cardinale Martino – quando gli schiavi venivano presi dall’Africa». Un controsenso, perché oggi c’è une legge che punisce la riduzione in schiavitù, «ma l’applicazione spesso è lenta. Noi chiediamo -aggiunge Martino – che questi reati siano puniti con rigore».