I "controcorrente" dell'effetto-serra


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Per quanto siano poco numerosi, ci sono anche quelli convinti che il disgelo e l’effetto serra non siano opera dell’uomo, e che il suo “male” in arrivo non sia davvero tale.

Ne scrive ampiamente – convinto della sua tesi – Antonio Gaspari su “Il Domenicale”.

Scrive, fra l’altro: “C’è un’unica industria che gli ecologisti, iettatori e catastrofisti, non vogliono chiudere: quella della paura. È bastato un inverno con temperature superiori alla media per scatenare scenari apocalittici. Le cassandre Verdi urlano: la Terra è rovente, stiamo per entrare nell’anno più caldo del millennio, i ghiacci si scioglieranno, i mari si solleveranno, rischiamo l’invasione di insetti, i campi agricoli diventeranno deserti, fame, carestie e malattie colpiranno l’umanità. E molti sono quelli che si esercitano a prevedere quale sarà l’anno in cui la vita scomparirà definitivamente dalla Terra.

Eppure, se si ha il coraggio e la serenità di guardare la realtà senza subire la propaganda ecologista, è facile constatare che l’inverno mite apporta notevoli benefici alla qualità della vita e al benessere ambientale. Un inverno meno freddo, per esempio, riduce le spese e i consumi di combustibili utilizzati per il riscaldamento delle abitazioni e degli edifici pubblici e privati. In termini economici la riduzione dei consumi sta favorendo il calo del prezzo del greggio sui mercati internazionali. Dal punto di vista ambientale, invece, il minor consumo di combustibili, riduce le emissioni gassose e la produzione di polveri. Sul versante della sanità, i medici sostengono che a causa della clima mite, l’influenza di stagione per questo inverno, è stata messa fuori gioco.

Allo stesso modo non è vero che flora e fauna soffriranno per l’inverno più mite, al contrario ne beneficeranno. Luce e calore favoriscono la vita, freddo e buio la limitano. Con inverni più miti, i volatili appartenenti a specie rare si fermano a svernare in Italia. Anche i trasporti beneficiano dell’inverno mite. Meno neve, ghiaccio e nebbie rendono più sicura la guida degli automezzi e riducono i rischi e il numero di incidenti.

In termini globali, poi, se il riscaldamento proseguirà, si può pensare di aprire la rotta che collega l’Atlantico al Pacifico passando attraverso l’arcipelago artico, il mitico passaggio a Nord Est. In questo caso, i commerci tra New York e Tokio si avvantaggeranno di 7000 chilometri in meno di viaggio, con una enorme riduzione dei consumi di combustibile e nuove opportunità economiche per le coste e i territori attualmente impraticabili a causa delle bassissime temperature: le coste di Alaska, Canada, Russia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Islanda e Groenlandia, potrebbero liberarsi in parte dai ghiacci, favorendo la vita e lo sviluppo non solo di attività lavorative, ma anche di una rinnovata e arricchita biodiversità….”