I “crimini” cinesi

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In Cina, vige un’economia di mercato diretta e eseguita occhintamente dallo Stato. Eppure la si lascia invadere mezzo mondo con prodotti “fasulli” e anche pericolosi. Esempio recente, ennesimo esempio, a Roma; come leggiamo su tutti i giornali; e sul “Messaggero” con particolare rilievo, a firma di Mauro Evangelisti:

E’ come un blob viscido e sempre più grande, formato da merce di ogni tipo: dalle minimoto ai polli, dalle lampadine a basso consumo ai trenini elettrici. S’insinua nelle maglie larghe delle dogane o semplcimente del mondo globalizzato, entra nei porti, poi fa tappa nei centri di smistamento, molti dei quali sono capannoni nelle aree industriali della provincia di Roma. Finisce sulle bancarelle dei venditori ambulanti abusivi della Capitale, ma anche sui banchi di qualche negozio. Trasporta marchi contraffatti, anche quello “Ce” (Conformité Européenne) che certifica che si tratta di un prodotto sicuro, che rispetta le direttive dell’Unione europea. E il paese di provenienza, nella stragrande maggioranza dei casi, ha dalla sua parte un interminabile patrimonio di mano d’opera: la Cina. L’ultimo caso è quello di Guidonia, dove la Guardia di finanza ha recuperato quattrocentomila lampade a basso consumo. C’era il marchio Ce, sì, ma significava un’altra cosa, “China export”. «II problema è duplice – racconta il comandante della compagnia della guardia di finanza di Tivoli, il capitano Cosmo Virgilio -: da una parte c’è la concorrenza sleale rispetto ai negozianti che vendono merce regolare. Dall’altra c’è un reale problema di sicurezza. Queste lampadine sono fragili, possono esplodere». Secondo la guardia di finanza la lista dei prodotti che aggirano la certificazione richiesta dalla legge, vengono prodotti in Cina e rivenduti a basso costo in Italia, è molto lunga. E tutti hanno una nota a margine importante: prezzo molto basso, ma anche sicurezza.”

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