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Non sembra che il Ministero – si fa per dire – competente abbia intenzione di intervenire su quello che puo’ ben essere definito il piramidale scandalo dei «diari di scuola», che sono pieni di parolacce, volgarità e oscenità. Accade in Italia qualcosa che non avviene in nessuna parte del mondo e che anzi, in molti Paesi del mondo, porterebbe diritti in galera, tra sequestri e condanne. Perche’ il diario – non solo come lo ricordiamo noi, vissuti da bambini e ragazzi in “altri tempi” (spudicamente “altri”, ci viene alla penna e al cuore) ma come lo hanno avuto tutte le generazioni, da sempre era qualcosa che, nelle parti stampate, nelle foto, nelle illustrazioni, si portava dietro e “dentro” concetti sani, educativi, addirittura densi di “sentimento”
Adesso in questi “loro tempi”, sono diventati un incredibile, sbalorditivo strumentale veicolo di Volgarità e peggio. Ce n’e’ uno – il diario Happy Bunny”- dove si legge tra altre frasi scioccanti: “non dobbiamo odiare i vecchi; sono così perchè puzzano” !
Qualche giornale ne ha scritto; e vogliamo qui’ rifarci a quanto ne riferisce Cristina Madotti su quella “Repubblica” che tanto si è battuta perche’ si arrivasse a …situazioni così degradanti; leggiamo la madotti: “da è quello che già nella copertina incita: «Inganna il tempo e truffa il prof». Quello che, oltre alle interviste alle star e fumetti di cartoonist di tutto rispetto (Altan, Bill Wat-terson e Bud Grace tra gli altri) alle ragazze che vogliono conquistare il compagno di banco suggerisce: «Per farlo ingelosire siediti, in sua presenza, sulle ginocchia del bidello più anziano» e a chi vuole insultare il proprio nemico offre una selezione di 20 frasi, tra le quali «Ti strappo la carotide e ti ci frusto». I genitori – riferisce Cristina Madotti -soccombono di fronte alle insistenze dei figli e comprano diari come questo, ma si lamentano: ne denunciano la volgarità, si rivolgono alla Procura della Repubblica e scrivono ai giornali (lo ha fatto una mamma la cui lettera è stata pubblicata ieri su Repubblica) per raccontare la loro resa di fronte ai figli, che senza quel diario si sentirebbero “diversi”.
Più che scandalizzarsi per i contenuti volgari, nello sfogliare i diari in commercio si riflette sull’apoteosi del cattivo gusto e sul trionfo del conformismo. Quando i diari erano firmati dai fumettisti c’erano le strisce a fondo pagina e i contenuti li mettevano gli studenti. Si ricopiavano testi di canzoni e frasi preferite e si stava attenti che il diario non finisse nelle mani del compagno grafomane, che imbrattava le pagine spaziando dalle biografie dei calciatori alle poesie dialettali. Il diario era uno spazio creativo, mentre ora tutto è già scritto, preconfezionato, ci sono pubblicità e parole scelte da altri. Il linguaggio è quello della televisione e non a caso il più venduto, “Comix”, cita a piene mani dai comici più noti. “De puta madre 69 ” è il diario della griffe colombiana: all’interno nessun insulto (in fin dei conti la traduzione è «Sto alla grande») solo il marchio di successo ripetuto più volte. Inquieta di più ciò che si trova dentro “Baci e abbracci” (moda italiana), dove si inneggia all’happy hour e si stigmatizza: «Se durante l’happy hour bevi solo acqua vuoi dire che hai sbagliato ingresso». Però poi sono frasi da film e da soap opera, del tipo «Ragione e passione sono timone e vela delle anime vaganti». “Pickwick”, “Lonsdale”, “Puerco Espin”, ripetono il cliché del più venduto, con le frasi prese qui e là, poi ci sono i diari che lasciano la parola agli studenti, come “La pecora nera”, dove si ripete la frase «Ama con tutto il corpo, testa compresa». Gli autori di “Piccolatomopaco”, diario edito da Panini Scuola, danno una chiave di lettura autoironica per il loro lavoro: «È un’opera concepita e sviluppata da tré cretini in una stanza, con la mente rivolta con leggerezza alla vita e alla scuola». ”
E qui finisce la Madotti. Alla quale vorrei tanto chiedere: ma lei , personalmente, come le giudica quei diari? Non li trova sconci, piu’ che volgari? E perche’ non ciede che vengano ritirati e che il Ministero – che dovrebbe essere – “competente ” non emani in merito norme severe che difendono anzitutto il buongusto? Perchè è pericoloso – cara Madotti – scrivere come fa lei, ” piu’ che scandalizzarsi per i contenuti volgari” . eccetera; dei “contenuti volgari”, è doveroso, diremmo che è eticamente obbligatorio, “proprio “scandalizzarsi” ! E il direttore Scalfari, che scrive – benissimo – su tutto e su tutti, su questo “tema” non ha niente da dire?