I masi: dove si riproduce tutto


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Straordinaria, in Alto Adige, la trasformazione di tanti “masi” che adesso sono diventati – ma nel rigido rispetto di ambiente e territorio – lussuosi mini-alberghi. Una vera e propria “mutazione” che vede le camere con arredi rustici d’epoca a pochi metri da splendide discese nevose. A Vipiteno, ci sono masi-fattoria che offrono “charme e relax” (a 19 euro!). Secondo Matthias Horx, esperto di megatrend economici del Future Institute di Kelkheim (Francoforte), l’incalzare di notizie catastrofiche di cronaca e l’incertezza per il futuro favoriscono vacanze, non importa se brevi o lunghe, nella tranquillità e nel silenzio: “C’è il bisogno di rifugiarsi in ambienti integri dove passare il tempo con gli amici o con la famiglia, in un’atmosfera di semplicità ma senza negarsi i comfort”. Un riscontro a queste affermazioni è “la crescita continua del turismo rurale di qualità in Alto Adige che ha superato i 40 milioni di euro del fatturato 2004″, sottolinea Hans Kienzl, direttore del Gallo Rosso, marchio registrato che riunisce masi e agriturismo tirolesi. “Il trend, oggi, è proprio quello di preferire i masi-fattoria rispetto ad altre forme di ospitalità”. A incoraggiare questa scelta contribuisce anche il prezzo contenuto: una camera con prima colazione in una fattoria costa circa 19 euro, mentre gli appartamenti per 2 persone partono da 30 euro a notte.

Vipiteno è al centro di un carosello bianco suddiviso in quattro teatri naturali, ciascuno con identità proprie, panorami, attività sportive e offerte culturali diverse. Raggiungibile con facilità grazie all’autostrada del Brennero che passa appena fuori dall’abitato, senza però intaccarne il fascino, Vipiteno è circondata da 50 chilometri di piste, suddivisi tra i comprensori Racines-Giovo, Colle Isarco – Ladurns, Vipiteno – Monte Cavallo, serviti da un unico skipass (3-23 dicembre 133 euro a settimana, 24 dicembre – 7 gennaio 166 euro) e dotati di impianti di ultima generazione. A questi si aggiungono altri 120 chilometri di tracciati sempre battuti per il fondo.
La Val di Fleres, l’ultima valle italiana prima del Brennero, è famosa per il Tribulaun (3096 m) che la sovrasta, montagna severa e difficile, nota perché il naturalista francese Déodat de Dolomieu, circa 200 anni fa, fece l’analisi geologica dei minerali e scoprì la dolomia (calcare che battezzò con il suo nome e da cui deriva il toponimo Dolomiti).
Tradizioni?

Per capire bene, riflettere sul fatto che tra i masi più selezionati intorno a Vipiteno c’è il “Saxlho”, nel minuscolo borgo di Stilves, che risale al 1490; e se si va a Mules, si trova l’Hotel Stafler, costruita come locanda nel 1270.