In un libro "proibito" negli USA GLI STUPRI E LE VIOLENZE DEGLI ALLEATI IN EUROPA


[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]

Mentre emergono sempre nuove prove sui “crimini” commessi dai soldati americani in Sicilia, nel 1943 (fucilazioni a decine di prigionieri e anche di civili), in Francia vengono rievocate vicende non meno gravi: gli stupri ai danni delle francesi dopo lo sbarco in Normandia.

Lo stereotipo corrente è rimasto “consolidato” nella storia dell’epoca, è quello che vide folle acclamanti e che gettavano fiori ai “liberatori”. Ma non ci fu solo questo; né subito dopo lo sbarco né nelle settimane successive.

E vicende dello stesso tipo, ancora più numerose, avvennero in Germania.

Ovviamente, i Comandi USA – esattamente come sta accadendo adesso in Irak per le violenze disumane commesse in carcere contro i malcapitati iracheni, arrestati a migliaia – naturalmente, dicevamo, i Comandi statunitensi furono di manica larga. Ma non poterono chiudere del tutto gli occhi di fronte ad episodi particolarmente gravi. E qualche esempio dovettero darlo, con fucilazione o impiccagione dei responsabili. Come accadde nel caso del soldato della Georgia David Cooper, impiccato perché di ragazze francesi ne aveva violentate tre; e, poco tempo dopo, venne impiccato anche un suo complice. I P. Wilson, arrestato dopo l’invasione dalla “cella” nella quale, da già condannato, era rinchiuso. E la stessa sorte era toccata nell’agosto del’44, ad un altro soldato americano, per uno stupro commesso una settimana dopo lo sbarco.

Qualche tempo fa, anche “Le Monde” ha rievocato queste vicende, scrivendo tra l’altro – in un lungo articolo di Alain Morcan – che pure in Inghilterra prima dello sbarco in Francia, non pochi soldati statunitensi si erano resi responsabili di molte violenze sessuali.

Leggiamo nell’articolo, una cifra che desta sgomento: “La recente apertura di numerosi archivi giudiziari negli Stati Uniti, in Inghilterra e Germania permette oggi di calcolare l’ampiezza di un fenomeno la cui evocazione è rimasta per lungo tempo un tabù: i 17.000 stupri commessi dai G.I. americani in Europa nel 1944 e 1945”.

In effetti, ci si può rifare a un libro, scritto da I. Robert Lilly – professore di sociologia e di criminologia alla “Northern Kentucky University, negli Stati Uniti – e tradotto in Francia dalle edizioni Payot. Il titolo è: “Il volto nascosto dei G.I.’s”; un volume la cui pubblicazione – sostiene “Le Monde” – è adesso proibita negli Stati Uniti, a causa della guerra in Irak”.

Il docente americano sostiene ben 17.080 donne e bambini sarebbero state vittime di “violenze sessuali da parte di soldati americani”; 11.040 in Germania; 3.620 in Francia; 2.420 in Inghilterra. In Francia – sempre secondo Lilly – “la frequenza e la ferocia degli stupri furono peggiori che nel Regno Unito”.

“In Germania la prima denuncia per violenza che approdò ad un processo in Corte Marziale, ebbe luogo un mese appena la ripresa dell’offensiva di Eisenhower dopo le Ardenne, nel gennaio 1945. Il violentatore, il soldato, Wardell Wilson, apparteneva al 777° battaglione di artiglieria. La sua aggressione apriva una lunga serie di violenze sessuali delle quali furono vittime le donne tedesche…”.

Tra gennaio e settembre 1945, le Corti Marziali hanno condannato per stupri 187 soldati. “La più giovane delle vittime aveva tre anni”. Ma su “ordine diretto di Eisenhower “nessun soldato americano è stato giustiziato”. Perché, dal punto di vista della giustizia militare americana, quello che era considerato uno stupro ai danni di una ragazza, in Inghilterra e in Francia, in Germania non diventava altro che “una illecita relazione sessuale con una donna non sposata”.

In una vicenda giunta alla Corte Marziale, i soldati Ward e Sharer “che avevano violentato una ragazza di 19 anni, furono condannati solo ad un anno di lavori forzati ed espulsi dall’Esercito. Erano stati accusati di aver violato l’art. 96 del Codice di Guerra, che proibiva <<rapporti sessuali con una donna non sposata>>”.

Un ufficiale violentatore della vedova di un soldato che aveva fatto parte di una divisione SS, fu soltanto “espulso dall’Esercito solo perché aveva obbligato una donna a <<togliersi i vestiti… e questo comportamento dimostrava che era caduto al disotto del livello individuale di decenza richiesto per gli ufficiali gentelman>>.

I. Robert Lilly “migliaia di italiane sono state violentate da soldati francesi nel corso della campagna in Italia. In Germania, le Autorità di Stuttgart hanno preso atto di loro implicazioni in 1.198 stupri”.

Quanto all’Armata Rossa, siamo nell’ordine di “molte centinaia di migliaia di crimini sessuali, che le sono imputati ai danni dei civili tedeschi”.

(a cura di Pino Rauti)