In Liguria c'è anche il "Turismo dei Santuari"


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Poco noto – nel Genovesato – ma in netta crescita, specie adesso, nel più sereno e tranquillo tempo autunnale – quello che può senz’altro essere definito il “Turismo dei Santuari”. E mettiamo la “T” maiuscola perché se la merita; perché è davvero un penetrare in tutto un mondo pieno di suggestioni dell’anima; oltre che di storia e di cultura.

Il percorso dei Santuari, attraversa le valli del Genovesato e raggiunge i grandi santuari che conservano opere sacre di pregio. Dalla Madonna della Guardia sulle immediate alture della città alle località appenniniche delle valli. Un itinerario che unisce il fascino di luoghi sacri alle suggestioni di un territorio costellato di ville nobiliari d’epoca, prati, boschi e ampie vedute.

Da Bolzaneto a Rivarolo: Dal santuario della Madonna della Guardia si scende a Bolzaneto dove alcune storiche architetture religiose e civili – la chiesa di San Francesco della Chiappetta, rifacimento barocco di un complesso conventuale duecentesco e l’ospedale derivato dall’adattamento di un edificio già esistente nel Quattrocento, trasformato nel secolo scorso in villa – evocano epoche in cui la bassa valle del Polcevera non era il territorio che l’industrializzazione e l’urbanizzazione più spinte ne hanno fatto. Da qui si può, proseguendo fino a Rivarolo, compiere una deviazione che consente di visitare un altro santuario urbano molto caro ai genovesi, quello della Madonna del Garbo, sito a ridosso del forte Begato in posizione panoramica da cui s’inquadrano la valle e lo stesso santuario della Guardia. Connesso alla tradizione del miracoloso ritrovamento dell’immagine della Madonna da parte di un bambino, avvenuto nel XIV secolo, il santuario, la cui struttura attuale risale al Seicento, ha subito rifacimenti successivi.

Da Molassana a Bavari: Tornati a Bolzaneto si passa lo spartiacque e si raggiunge Molassana, tappa iniziale del viaggio religioso che di valle in valle lungo Bisagno, alta Scrivia e alta Trebbia, porta dalla diocesi di Genova a quella di Tortona.

Nei distinti nuclei che compongono l’antico insediamento si visitano la chiesa di San Pietro, di origine medievale ma ricostruita nel Seicento, e l’oratorio di San Giacomo, di origine trecentesca ma anch’esso trasformato, dove è conservata una cassa processionale sulla quale è raffigurato San Giacomo che sconfigge i Mori.

Giunti a Struppa, si consiglia di deviare subito sulla destra per Bavari, antico borgo sorto su uno degli itinerari fra costa e interno, dove si può visitare la parrocchiale di San Giorgio che conserva evidenti tracce dell’originaria struttura romanica e una pregevole Madonna cinquecentesca.

Da Struppa ad Acquafredda: A Struppa, all’inizio della via collinare per Montoggio, in posizione strategica all’incrocio di storici itinerari intervallivi, sorge l’abbazia di San Siro, importante pieve edificata intorno al Mille che un recente e accurato restauro ha riportato alla purezza delle primitive forme protoromaniche, modificate nel corso dei secoli. All’interno vi si conserva il poi ittico di San Siro, degli inizi del XVI secolo, raffigurante un’interessante allegoria religiosa: un palmipede dal piumaggio variopinto che sconfigge il basilisco.

L’itinerario prosegue per Aggio dove sorge la chiesa di San Giovanni Battista, di origine seicentesca ma rifatta nell’Ottocento, nella quale sono conservati importanti dipinti del Seicento genovese.

A Creto – oggi località di villeggiatura fra i prati, anticamente luogo di valico – si passa nell’alta valle Scrivia e, attraversata Acquafredda, si raggiunge il santuario di Nostra Signora delle Tre Fontane. Il culto di questa Madonna, apparsa a una giovane nei pressi di tre sorgenti, risale al medioevo essendosi perdute le tracce delle primitive strutture, l’attuale edificio risale al 1780 ed è stato oggetto di un recente restauro: presenta all’esterno il tipico portico dei santuari montani e, all’interno una struttura tre navate.

Qui, durante la tradizionale processione dell’8 settembre, giungono numerosi ammalati in pellegrinaggio per bagnarsi nell’acqua miracolosa.

Da Montoggio a Rovegno: Da Creto si prosegue per Montoggio, borgo medievale divenuto nel Cinquecento possedimento dei Fieschi di cui resta il loro castello.

Notevole la parrocchiale di San Giovanni Decollato soprattutto per l’importanza delle pale d’altare, opera di protagonisti della pittura ligure del Seicento (Carlone, Fiasella, Pio la, De Ferrari, Guidobono).

Da Montoggio si prende la strada statale sino alle rovine del castello Malaspina. Il borgo, che nel passato ha ricoperto un’importante funzione di collegamento sulla via di transito tra Liguria e Piacentino (sede di un insediamento monastico dipendente dall’abbazia di Bobbio) è fin dal XIX secolo una rinomata località turistica di soggiorno per le famiglie genovesi, con ville e palazzi d’epoca.

Percorrendo la statale Genova-Piacenza che porta da Torriglia all’alta vai Trebbia attraverso la galleria della Buffalora, si supera il fiume a Ponte Trebbia e, costeggiata la riva sinistra del fiume, si arriva fino al santuario di Montebruno dove si conclude l’itinerario. Chi vuole può proseguire fino a Rovegno, antico centro pievano dell’alta vai Trebbia, dove si trova anche un piccolo museo della civiltà contadina.

Per ulteriori informazioni: regione Liguria – Via Fieschi 15 – 16121 Genova – 010.54851 – Fax: 010.570273.