italiamistero.blogspot.it – «Non mi sento un neofascista, il fascismo non è più ripetibile. È solo un giacimento della memoria al quale penso che si possa ancora attingere.»

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Pino Rauti, nacque nel 1926; giovanissimo volontario nella RSI fu inquadrato nella Guardia Nazionale Repubblicana. Dopo la prigionia nel 1947 si ritrovò a Romadove militò sia nei FAR sia al Fronte giovanile del MSI. Presto entrò in polemica con la dirigenza del partito e il 17 luglio 1947.

Dal gennaio 1948 Rauti collaborò a La Sfida, la rivista dei giovani missini.

«Il capitalismo e il socialismo […] sono […] nostri mortali nemici in quanto rappresentano una stessa concezione di idee della vita che è inconciliabile con quella che anima le nostre idee. » (Pino Rauti su Rivolta Ideale il settembre 1947)

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Il 14 novembre 1953 Rauti tenne la prima riunione del gruppo di”Ordine nuovo” strutturata come una componente interna del MSI.

Dopo il 1954 si pose su posizioni estremamente critiche verso la nuova classe dirigente ritenendo che il partito avesse perso ogni aspirazione rivoluzionaria.

Nel novembre 1956, Arturo Michelini al V° Congresso di Milano fu nuovamente, seppur di stretta misura, riconfermato segretario. Al fine di contrastarne l’elezione la corrente spiritualista, che ormai ha assunto il nome di “Ordine Nuovo”, si presentò alleata con la sinistra missina ma inutilmente. Rauti non accettandone ideologicamente la strategia dell’inserimento, alla guida della corrente “spiritualista” di Ordine Nuovo uscì dal MSI. Il 14 gennaio 1957 i dirigenti di Ordine Nuovo inviarono una dura lettera al segretario nazionale contestandone la linea e di fatto dando il via alla scissione. Il gruppo scissionista, guidato da Rauti, in cui figuravano Clemente Graziani, Paolo Signorelli, Stefano delle Chiaie Giuliano Bracci e Marcello Perina, fondò ufficialmente il Centro Studi Ordine Nuovo.

Ordine Nuovo aprì in breve tempo diverse sedi in Italia, che nel 1966 arrivò ad avere 3.500 iscritti, utilizzando come simbolo l’ascia bipenne. Il Centro Studi Ordine Nuovo si impegnò in attività esclusivamente culturale tenendosi anche lontano dalle competizioni elettorali. Nel 1959 Delle Chiaie, in polemica con Rauti che non voleva impostare il Centro Studi come un movimento politico, uscì con il proprio gruppo denominato”Avanguardia Nazionale Giovanile”.

L’impostazione data al gruppo da Rauti si discostò totalmente dalla tradizione fascista iniziando ad immaginare, contrapposta alla dicotomia USA-URSS, una “Europa Nazione”.

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Guarda su YouTube l’intervista di Corradino Mineo a Pino Rauti – Spezzone di “Specialmente sul Tre”, 1991

Nel frattempo, a parte un breve guizzo con la battaglia di Valle Giulia, le piazze italiane furono dominate dal Movimento Studentesco del Sessantotto. Con l’arrivo alla segreteria del MSI nel 1969 di Giorgio Almirante che il 10 luglio 1969 aveva lanciato un appello rivolto soprattutto a Ordine Nuovo “ai camerati che hanno abbandonato il partito”, buona parte dei dirigenti rientrò nel partito e Rauti fu immediatamente inserito in direzione nazionale. La decisione di rientrare nel MSI provocò contestazioni all’interno di Ordine Nuovo e Rauti giustificò la propria decisione con la “necessità vitale di inserirsi dalla finestra nel sistema da cui eravamo usciti dalla porta, per poter usufruire delle difese che il sistema offre attraverso il Parlamento”. Anni dopo spiegò i motivi:

Quasi tutti i dirigenti rientrarono nel MSI mentre una minoranza, sotto la guida carismatica di Clemente Graziani, il 21 dicembre fondarono il Movimento Politico Ordine Nuovo. Successivamente Giorgio Fredae altri esponenti di estrema destra entreranno a far parte di Ordine Nuovo. Negli anni sessanta e settanta, il nome di questa organizzazione verrà usato per rivendicare una serie di attentati, cui Rauti risulterà sempre estraneo.

Scompare il 2 novembre 2012 all’età di 85 anni.

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Le indagini giudiziarie
Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso esegue mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre (tra cui la strage di Piazza Fontana) per cui fu anche incarcerato alcuni giorni, venendo rilasciato il 24 aprile 1972, prima di essere eletto deputato. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press con la quale ha stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora. Nessuna di queste inchieste ha mai accertato qualche reato a suo carico.

Successivamente Pino Rauti fu inquisito per la strage di Piazza della Loggia a Brescia e in merito il 15 maggio 2008 è stato rinviato a giudizio. Assolto “per non aver commesso il fatto”, il 16 novembre 2010 con la sentenza numero 2 della Corte d’Assise di Brescia. Nelle richieste del pm Roberto Di Martino, per quanto concerne la posizione di Pino Rauti, il pm chiede l’assoluzione, affermando che la sua è una “responsabilità morale, ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale. La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva. La conclusione è che Rauti va assolto perché non ha commesso il fatto”.

Rapporti con i servizi segreti?
In data 3-5 maggio 1965 partecipò a Roma (albergo Parco dei Principi), ad un convegno sulla “guerra rivoluzionaria”, organizzato dall’istituto Alberto Pollio e “quasi esclusivamente finanziato dal Sifar”, agenzia di spionaggio militare. Insieme a lui  Guido Giannettini che presentò in quell’occasione una delle più importanti relazioni di quel convegno. Secondo René Monzat, “questo colloquio pose le basi per delineare il profilo teorico della strategia della tensione.”

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A seguito di questo incontro, al quale parteciparono circa 20 studenti (tra cui Stefano Delle Chiaie e Mario Michele Merlino), Giannettini e altri partecipanti furono assunti dai servizi segreti italiani. Nel 1966, Giannettini pubblicò con Pino Rauti “Le Mani Rosse Sulle Forze Armate”, un pamphlet commissionato dal generale Giuseppe Ajola, capo di Stato maggiore dell’Esercito, rivolto contro il generale Giovanni De Lorenzo, che trovava il suo humus nella lotta intestina in corso tra i vertici dei servizi segreti.

[Fonte: italiamistero.blogspot.it]

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