laRepubblica.it – E’ morto Pino Rauti, ex segretario Msi simbolo della destra nostalgica

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Si è spento questa mattina nella sua abitazione di Roma a 85 anni. Partecipò alla fondazione del Movimento Sociale Italiano, che guidò dal 1990 al 1991. Dopo la svolta di Fiuggi, creò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore e poi il Movimento Idea Sociale. Assunta Almirante: “Uno dei grandi della destra”. Lunedì i funerali

Pino-Rauti

ROMA – E’ morto Pino Rauti, l’ex segretario del Movimento Sociale Italiano da alcuni definito “fascista di sinistra” e da altri “Gramsci nero”. L’uomo politico che finì sotto inchiesta, e fu assolto, per le stragi di Ordine Nuovo, si oppose prima alla gestione del partito di Giorgio Almirante e poi alla svolta di Fiuggi voluta da Gianfranco Fini. Tra qualche giorno avrebbe compiuto 86 anni. La camera ardente sarà allestita dalle 18 di oggi in Via della Scrofa, nella sede della fondazione An, e rimarrà aperta sabato e domenica. Lunedì i funerali alle 12.30 nella basilica di San Marco a piazza Venezia.
Nato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, il 19 novembre 1926, Giuseppe Umberto Rauti a 16 anni si arruolò volontario nella Repubblica sociale italiana e nel 1946 partecipò alla fondazione del Movimento Sociale. Ne fu segretario dal 1990 al 1991. Dopo il congresso di Fiuggi del 1995 che trasformò, sotto la guida di Gianfranco Fini, il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale, Rauti fondò il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, di cui fu segretario dal 1995 al 2002. Nel 2004 diede vita al Movimento Idea Sociale.
Laureato in legge e giornalista, negli anni Cinquanta creò Ordine Nuovo, organizzazione di estrema destra che nel 1956 uscì dall’Msi. Agli attentati rivendicati con la sigla Ordine Nuovo si è sempre dichiarato estraneo. Fu accusato tre volte, e sempre assolto, per il reato di concorso in strage, per gli attentati di piazza Fontana a Milano, della stazione di Bologna e per la bomba di piazza della Loggia a Brescia.
Eletto a Montecitorio nel 1972, fu deputato fino al 1994. Negli ultimi anni di vita di Giorgio Almirante sembrò poterne raccogliere l’eredità e il testimone alla guida del partito, ma al XV congresso, nel 1987 a Sorrento, venne battuto da Gianfranco Fini che diventò segretario dell’Msi. Nel 1990 sconfisse Fini e rimase alla guida del partito per un anno.
Dal 1994 al 1999 fu europarlamentare: in questi anni si schierò contro la svolta di Fiuggi di Fini del 1995, che lo portò a fondare il Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Con il Movimento Idea Sociale partecipò alle elezioni europee del 2004, raccogliendo lo 0,1% dei consensi. Alle elezioni regionali del 2005 si accordò con la Casa delle Libertà, ottenendo lo 0,5%.
Padre di Isabella Rauti, era il suocero del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Le reazioni. “E’ stato uno dei grandi della destra, è stato diverso, nell’insieme ha segnato la politica italiana e ha dato alla politica almeno un po’ di movimento, visto che ora c’è il ‘silenzio’ della destra”, ha commentato Assunta Almirante. Rauti, ha detto ancora la vedova del leader dell’Msi, “è stato ingiustamente indicato come un uomo che aveva commesso degli errori che poi è stato accertato non erano i suoi, cioè la strage di Piazza Fontana. E’ stato assolto e chi è andato a prelevarlo dal carcere di San Vittore a Milano fu proprio mio marito”.
Con Rauti scompare una delle ultime grandi figure politiche del dopoguerra italiano, ha detto il vice-coordinatore di Fli, Fabio Granata. “Al di là di una immagine legata al passato, è stato invece potente riferimento culturale e politico della parte più avanzata della destra italiana, soprattutto per le aperture verso i temi ambientali e culturali”. Lo ricorderò “con affetto e riconoscenza”, ha aggiunto, “in questa fase nella quale molti di noi, cresciuti nella sua area, ci sentiamo un po’ apolidi”.
Per Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, Rauti era un uomo carismatico: “Io militavo dalla parte di Almirante, ma ammiravo quest’uomo dal carisma che scuoteva le coscienze. La sua capacità di vedere prima le cose che sarebbero accadute dopo. Con la sua morte, tutti noi ci rimettiamo qualcosa, anzitutto in cultura. La Destra italiana si inchina con commozione”.
La scomparsa di Rauti ha rattristato Renata Polverini: “Se ne va un uomo di cultura, un intellettuale, un politico appassionato”, ricorda il presidente della Regione Lazio, esprimendo cordoglio e vicinanza alle figlie Isabella e Alessandra e a tutti i familiari.
“E’ con profondo dolore – ha scritto in un messaggio ai familiari il presidente del Senato Renato Schifani –  che ho appreso la notizia della scomparsa di Giuseppe Rauti. Con lui abbiamo perso uno dei protagonisti della nostra storia politica e culturale. Fin da giovanissimo ha dimostrato una straordinaria passione per la politica alla quale si è sempre avvicinato con assoluta autonomia di pensiero e libertà, non rinunciando mai ad esprimere il suo patrimonio di idee anche negli anni più difficili e complessi. Cinque volte deputato e due parlamentare europeo, oggi lo ricordiamo non solo come politico ma anche quale raffinato e autorevole giornalista, che amava raccontare l’Italia con una penna vivace, sostenendo sempre con forza, coraggio e determinazione il suo pensiero”.
Il presidente della Camera Fini ha espresso “il più profondo cordoglio per la scomparsa dell’onorevole Pino Rauti, uomo politico che ha rappresentato una parte di rilievo nella storia della destra italiana. Parlamentare rigoroso, intellettuale di profonda cultura, Rauti ha testimoniato con passione e dedizione gli ideali della nazione e della società che appartengono alla storia politica del nostro Paese”.
Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, lo ricorda come un “intellettuale di grande spessore, un uomo tanto coraggioso quanto controverso e discusso, che ha certo segnato un’epoca della storia italiana”.
Per il segretario del Pdl Angelino Alfano, la scomparsa di Rauti “lascia a tutti e, soprattutto ai più giovani, un insegnamento, quello del necessario legame tra politica e cultura, tra azione concreta nel presente e ricerca storica, sociale, culturale. In tempi in cui la politica è troppo concentrata sull’istantaneità e sulla volatilità, è una lezione preziosa da non dimenticare, anche per chi si sente lontano dal merito delle idee di Rauti”.

[Fonte: www.repubblica.it]

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