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Ritmi serrati e poche pause caratterizzano sempre di più l’orario di lavoro dei cittadini europei. In quindici anni la quota di dipendenti alle prese con tempi contingentati è cresciuta dell’11%. Uno su dieci dichiara addirittura di non avere tempo sufficiente per portare a termine i propri compiti. Una situazione che pare essere il rovescio della medaglia della diminuzione generalizzata dell’orario di lavoro nel Vecchio Continente: nel 1995 il i6,5% degli europei lavorava oltre 48 ore a settimana, percentuale scesa oggi al 13%. I dati anticipati dal sito del quotidiano “La Repubblica”, arrivano dall’indagine intitolata “European Working Conditions” svolta da Eurofound (la Fondazione europea che si occupa del miglioramento delle condizioni di lavoro) in 31 Paesi. Scadenze improrogabili e fretta sono il pane quotidiano della giornata per il 46% dei lavoratori europei, una quota che era pari ad appena il 35% nel 1990. La maggior parte dei dipendenti lavora per 40 ore distribuite in cinque giorni a settimana. La flessibilità degli orari è più diffusa nel Nord Europa che al Sud.