Un libro di Alain Touraine dal “Liberalismo” si può e si deve uscire


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In una biblioteca “specializzata” sul liberalcapitalismo, ad un libro come questo di Alain Touraine andrebbe riservato un posto d’onore; non solo per una lettura attenta ma per qualche consultazione, valida per ulteriori approfondimenti.

In Francia – Edizioni Fayard – è uscito il titolo: “Comment sortir du liberalisme?” ed è, forse, titolo più efficace, perché significa: come venirne fuori, come uscirne, come togliersi da questa fanghiglia nella quale l’occidente intero sta sprofondando.

Ma andiamo per ordine.

Chi è l’autore?

Alain Touraine, nato nel 1925, è il più importante sociologo francese. Attualmente è docente all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. I temi della società postindustriale e della rifondazione della democrazia sono al centro della sua copiosa produzione scientifica. Fra le sue opere più recenti ricordiamo: Critica della modernità (il Saggiatore 1993, edizione EST 1997), Libertà, uguaglianza, diversità (il Saggiatore 1998).

Anche nel merito, cominciamo dall’inizio, riprendendo dal volume:

“Globalizzazione: sia i suoi fautori che i suoi avversari, paradossalmente, la ritengono un processo inesorabile. I neoliberisti ne proclamano le sorti radiose, mentre la sinistra, quando non si unisce al coro ottimista, fa da profeta di sventura. Il liberismo intende smantellare il potere di intervento degli stati sull’ economia. Ma coloro che si oppongono a questo disegno si limitano spesso alla difesa dello stato sociale esistente, che protegge un numero sempre più ristretto di “garantiti” a scapito dei precari e dei disoccupati prodotti dalle politiche di libero mercato.

Alain Touraine mostra l’esistenza di attivi movimenti sociali capaci di uscire da questa impasse. Sono i movimenti dei “senza”, emersi con particolare forza nella Francia di questi anni: i senza-lavoro (disoccupati che rivendicano un impiego e un reddito), i senza-documenti (immigrati che chiedono la regolarizzazione) e i senza-casa (gli esclusi che non hanno abitazione). Sono esempi dei nuovi attori sociali che in tutto l’Occidente stanno gettando le basi di un inedito egualitarismo. Oltre la “terza via” esiste dunque un’azione dal basso, che potrà arginare le ingiustizie create dal liberismo sfrenato e superare la sclerosi degli apparati statali e sindacali”.

Si tratta di sostituire, scrive ancora Touraine, “alla logica dell’ordine e del disordine una logica dell’ azione sociale e politica, dimostrando che fra un ordine istituzionale puramente difensivo e rivolte che sarebbero solo contestatrici esiste, va riconosciuto e riattivato uno spazio pubblico capace di coniugare conflitti sociali e volontà di integrazione.

Cent’anni fa le nostre società assistettero all’ espansione mondiale del capitalismo finanziario, la cui brutalità, restia a qualsiasi forma di controllo, provocò rivoluzioni anticapitalistiche. Ma alla fine i Paesi occidentali compresero che si poteva instaurare quella che gli inglesi furono i primi a chiamare democrazia industriale, e che si trasformò prima in politica socialdemocratica e poi, dopo la Seconda guerra mondiale, in Stato assistenziale. Ciò dimostrava che non era impossibile intervenire sul terreno stesso dell’economia, anche quando fosse così aperta al mondo come lo era quella inglese all’inizio del secolo…”.

Alain Touraine – “Come liberarsi del liberismo” – Il Saggiatore – Via Melzo, 9 – 20129 Milano – Telefono: 02-202301 – fax: 29513061 – Presidente Luca Formenton – pgg.158 – Euro 11,36.